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Autore: aleari    22/07/2013    2 recensioni
Come farà Louis ha risolvere il casino che ha combinato ? come farà a far pace con Aileen ? come farà a fargli capire che è sempre lo stesso, che è sempre il suo BooBear ? come farà a far ritornare la loro amicizia come era una volta senza cadere nella trappola dell'amore ? ora come ora, riesce solo a peggiorare la situazione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1



Il rumore di quell'altalena era davvero irritante, ma non riuscivo ad alzarmi. Ero stanca, davvero troppo stanca. Non so nemmeno dove trovai la forza per arrivare in quel parco. Lì dove la nostra amicizia ha avuto inizio, li su quell'altalena bianca e rossa, si sente ancora il pianto di quella bambina troppo piccola per giocare su quella giostra e le parole confortevoli di quel bambino di qualche anno più grande. Mi ricordo quel giorno quasi come fosse ieri. Ero seduta li da ore, pensando alla nostra amicizia e chiedendomi se fosse davvero soltanto 'amicizia'.
Sentii una mano picchiettarmi sulla spalla, mi girai di scatto spaventata e vidi due profondi occhi blu che mi fissavano -Aileen, ti sto cercando da ore-
-Oh, sei tu Boo- abbassai lo sguardo sulla punta delle mie converse bianche, o almeno una volta lo erano. Si intravedeva ancora una scritta un po' sbiadita 'Lou+Lee'.
-Adoro quando mi chiami così, piccola-
Un brivido mi attraversò la schiena; per quale cazzo di motivo mi faceva quell'effetto? Ma oramai ci ero abituata, succedeva ogni volta che mi chiamava in quel modo.
Abbozzai un sorriso.
-Aileen?- Alzai lo sguardo.
-Voglio andare sull'altalena- sbottó.
-D'accordo-Mi alzai un po' troppo bruscamente e lasciai il posto al moro.
-Allora, per quale motivo mi cercavi?- chiesi.
-Sai vero che domani sono quindici anni che ci conosciamo?-
La mia delusione mi si dipinse in viso, ma cercai di nasconderla. Mi aveva cercata, ma non per raccontarmi i suoi sentimenti come ormai da giorni speravo facesse. Non potevo andare avanti in questo modo.
Vivevo di speranze, stupidi ed inutile speranze.
-No, non mi ricordavo- lo istigai.
-stai scherzando spero- sbottò lui alzandosi di scatto dall'altalena, avvicinandosi pericolosamente a me
-ho la faccia di una che scherza?- risposi io a tono fissandolo negli occhi

-come puoi essertene dimenticata! Non telo dimentichi da 15 anni! Cos'è la nostra amicizia non è più importante per te?! - disse alzando il tono della voce. A quelle parole non riuscii a contenermi.
-io non penso sia importante la nostra amicizia?! Io?! Chi è quello che voleva dirmi che gli piacevo, così per scherzo?! Non capisci quanto mi avresti fatto star male?! Io sono innamorata di te cazzo ! Capiscilo una buona volta. Sono innamorata di te da quel fottuto pomeriggio di inizio primavera- dissi spintonandolo un po. Rimase come paralizzato dalle mie parole, non se lo aspettava.

-innamorata, innamorata di me?- disse indicando prima me poi lui e balbettando un po

-no di tuo fratello- dissi alzando bruscamente la mano. Lo fissai negli occhi, guardai dritto dentro di essi, guardai fino in fondo. Erano spaventati, spaventati dalle mie parole, spaventati da me. Una lacrima mi rigó il mio viso, così mi voltai e feci per andarmene, quando una mano tremante mi afferró il braccio.
-Aspetta, dove stai andando?- mi chiese.
-Dove devo andare? Sicuramente lontana da te- Non mi rispose, non mi lasció il braccio.
Ricordai ancora quanto fu stato facile scoprire le sue intenzioni: aveva lasciato il telefono sul mio letto e, spiando nei messaggi trovai quella conversazione.
Fanculo.
-I-io... Scusami- Come poteva scusarsi? Come poteva anche solo lontanamente pensare che così avrebbe risolto tutto? Volevo dimenticarlo e così avrei fatto.
-Vaffanculo ‘Boo‘- feci una smorfia.
Mi voltai per un secondo, lo guardai dritto negli occhi e cercai di esprimere tutto l'odio che potevo.
Mi staccai da quella presa con uno strattone.
Rancore. Rancore era tutto ció che volevo fargli provare.
Odio. Odio era ció che provavo per lui in quel momento.
Iniziai a camminare, lontano da lui, lontano da tutti. Pensavo mi stesse seguendo, ne ero certa, mi girai e niente, lui non c'era. Non mi aveva seguito, non gli interessava. Una lacrima iniziò a solcare il mio viso, una lacrima seguita da tante altre. Iniziai a correre il più veloce possibile. Stavo scappando? Si, non volevo vederlo. A forza di correre mi ritrovai a vagare per le vie di Doncaster. Strade poco affollate, che a quell'ora erano popolate solo da drogati e alcolisti. Inizia a camminare piano, per riprendere fiato ma soprattutto per non farmi notare. Ero quasi arrivata fuori da quel quartiere quando mi sentii afferrare un polso, di scatto diedi una gomitata alla figura che mi aveva afferrata, gemette un po ma non lasció la presa

-lasciami, lasciami- sibilai piano quasi in un sussurro iniziando a piangere.

-Lee sono Harry, tranquilla- mi girai e d'istinto lo abbracciai

-Harry...- iniziai a piangere stretta tra le sue braccia. Io e Harry siamo sempre stati molto uniti e quando non c'era Boo, c'era lui a supportarmi.

-Lee che succede?- mi chiese alzandomi un po il viso e accarezzandomi una guancia

-Harry, lui è uno stronzo- iniziai a balbettare in un sussurro

-lui chi Lee?- chiese asciugandomi una lacrima

-Louis- dissi piano. Lui mi guardo strabuzzando gli occhi

-Louis? Louis ti sta facendo piangere? Cosa cazzo ha fatto?!- sbottò sciogliendo l'abbraccio

-lo dovresti sapere!- urlai incrociando le braccia al petto

-cosa vuoi che ne sappi io?!- disse passandosi una mano tra i ricci

-tutto dovresti sapere! Tutto! Tu sapevi che lui voleva dirmi che gli piacevo per gioco, tu sapevi che io lo amo, e non mi hai detto niente, niente!- urlai spintonandolo

-ma Lee... Cosa avrei dovuto dirti? Ho provato a fargli cambiare idea ma non mi ha ascoltato a quanto sembra...- disse grattandosi la testa

-provato a fargli cambiare idea? Ma quando?! Ho letto i messaggi Harry, ho letto tutto!- sbottai incazzata -scusami Lee- disse toccandomi una spalla

-non toccarmi, non toccarmi!- urlai spostando violentemente la sua mano dalla mia spalla. Mi girai e inizia a camminare

-Lee aspetta!- disse seguendomi

-lasciami stare Hazza, non voglio vedervi!- e così fece, si fermò e non mi seguii, mi guardó mentre mi allontanavo velocemente ricominciando a piangere. Spensi il cellulare e inizia a camminare, senza una meta precisa. Quando tornai a casa era sera, non volevo vedere nessuno e così cercai di stare il più lontano possibile da li. Avevo ancora gli occhi gonfi, il poco trucco colato e le guance ancora umide. Entrai in casa ed erano tutti li, mio fratello, Lou e gli altri, tutto il gruppo al completo. Appena mi sentirono scattarono tutti in piedi, fissai Louis solo per fargli vedere come mi aveva ridotta. Mi girai di scatto e salii di corsa le scale, mi chiusi in camera ma non passò molto tempo prima che qualcuno bussasse alla mia porta, non dissi niente

-ti prego Lee, apri. Dobbiamo parlare- era lui, non risposi e lo sentii accasciarsi alla porta -perdonami Lee, non vivo senza di te- Mi alzai e andai verso la porta. Con un movimento veloce diedi un pugno alla porta. Cercai di sfogare tutta la mia rabbia, tutto il mio odio.
-Troppo tardi- dissi semplicemente.
-Ti prego Lee-

Tornai a sdraiarmi sul letto. Decisi di lasciar in sospeso per aria quelle parole. C'era un 'Troppo tardi' e un 'Ti prego', non mi piacevano assieme, per niente.
Sentii ancora degli strani mugolii fuori dalla mia stanza e ogni tanto udivo anche il mio nome. Dio che strazio.

Mi svegliai nel pieno della notte, dovevo andare al bagno. Così mi alzai e aprii la porta.
Louis era seduto a terra con la schiena contro il muro e dormiva. Appena fuori dalla porta una scatola di cupcakes mi augurava un buongiorno un po' troppo anticipato.
Senza pensarci due volte tirai un violento calcio e i dolci andarono a schiantarsi contro il muro provocando un rumore con un volume abbastanza alto da svegliare il moro.
-Aileen- mi chiamó.
-Vai a dormire- dissi con un tono duro, strisciai il peso del mio corpo fino al bagno. Ne uscii dieci minuti dopo con un sapore di vomito in bocca. Uscii da quel corridoio troppo bianco e scesi le scale fino ad arrivare in sala. Aprii un cassetto e ne estrassi un termometro. Misi l'oggetto in bocca e lo sistemai sotto la lingua, poi attesi qualche minuto. 38.7°.
-Fanculo- sussurrai.
Lo lanciai sul tavolino e tornai in stanza.
Louis era sparito, e con lui la scatola di cupcakes.





-SPAZIO AUTRICI-

Sono le 2 di notte e non abbiamo molto da dire.
Noi siamo Alessandra e Arianna, ci stiamo mettendo
l'anima in questa ff e speriamo che vi piaccia.
LASCIATECI UNA RECENSIONE PERFAVORE, ANCHE PICCOLA.
-A&A

  
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