Il bastone preme sempre più­ forte verso terra. Sento quella sensazione di scivoloso e umido che si perde nella punta del mio fidato strumento, laddove una lumaca poco fa era presente, e viva. La mano stringe così forte che le dita sono completamente sbiancate. Sento la mascella farmi male e i denti schiacciarsi l'uno contro l'altro. Muovo il braccio e il polso. Alzo il bastone e qualcosa di viscido e non ancora morto, che si muove straziato cerca di fuggire con la velocità dello scorrere del tempo quando ti annoi. Di nuovo un rumore sordo su quelle assi di legno, il mio bastone colpisce di nuovo per terra, quella lumaca maledetta non voleva saperne di morire ma ora è li, divisa in tre parti, immobile. Anzi no. Si sta accorciando, si ritira in se stessa. Almeno lei ne è capace anche una volta morta. L'ennesima presa in giro da parte di una stupida lumaca morta. Odio le lumache. Le odio.

Non so cosa mi abbia preso quando l'ho vista muoversi sulla punta della mia scarpa, sporcandomi il lucido nero messo da appena due giorni. Due giorni fa ero ancora a Storybrooke, ero ancora nel porto, con la mia Belle. Ero con le mie scarpe nere tirate con il lucido. Attento ai particolari, organizzato e organizzatore. Ora sono alle prese con una lumaca troppo dura per morire, una scarpa rovinata e la metà dei miei compagni di avventura che mi vorrebbe uccidere, mentre l'altra metà sono sicuro che se sapesse le mie intenzioni, rimarrebbe lì a guardare e godersi lo spettacolo. Stupida lumaca. Non basta il mal di mare su questa maledettissima nave che mi ha portato via mia moglie. Non basta il mal di vivere per il mio Baelfire. Non basta il mal d'anima per la lontananza con la mia, mia, MIA Belle. Anche le lumache adesso. Di tutto il ponte, proprio sulla mia scarpa dovevi venire eh? Spero tu abbia sofferto come quel contadino trasformato in una stupida viscida e orrenda lumaca come lo eri tu.

Henry. Mio nipote ha bisogno di aiuto. Sua madre ha bisogno d'aiuto. Suo padre è forse morto. Mio figlio è forse morto. L'altra sua madre è viva e mi odia. I nonni materni mi guardano e vedo nei loro occhi compassione e paura. No, non paura. Schifo e maldicenza. Non si fidano di me, e come potrebbero d'altronde? Dovrò uccidere il bambino, dovrò uccidere mio nipote, il figlio di mio figlio. Tradirlo mio figlio due volte, e una di queste volte forse sarà alla memoria. No, non voglio pensarci. Non posso. Non posso perdermi in me stesso. Qualcuno mi vede per quello che forse sono, che forse potrei essere. Belle. Mia amata Belle, quanto credi che una bestia come me sia in grado di tenere in gabbia il suo vero io, la sua vera natura? Belle, mia adorata, amata, sofferta Belle, manchi a questo mio essere umano. Sento mancarmi la parte buona. Sento la mia umanità andarsene ogni giorno sempre più mentre mi sei lontana.

Questa nave è così piena di umani e così povera di gente. Così piena di intenzioni ma arida di sentimenti. Un capitano e un equipaggio. Non il SUO equipaggio ma UN equipaggio. E quando saremo a terra, cosa potrò fare? Cosa farò? Cosa faranno gli altri? Mi sento perso Belle. Sento me stesso mentre parlo, mentre penso, mi vedo allo specchio e più vado avanti e meno mi riconosco. Non sono io questo. Non vorrei esserlo mai più. Non per te mia Belle. Mi allontano dal ponte, devo sentire il vento sul volto per capire di essere ancora vivo, ancora sveglio, che non mi sono lasciato sopraffare dalla bestia. Maledetta lumaca, quell'alone non se ne andrà mai più via.