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Autore: KidStardust    22/07/2013    1 recensioni
Avete mai sperimentato la friendzone? Siete mai caduti nella spirale in cui l'amicizia con qualcuno inizia ad andarvi stretta? Questo testo è la mia testimonianza di come queste cose, appena ti ci ritrovi dentro, facciano male da morire...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono quasi le sei di mattina, sono sveglio da tredici ore, non ho fatto altro che mangiare e poltrire nel letto, la mia vita sta morendo…

Mi è stato detto di nuovo: ‘Perché non scrivi qualcosa? Dai, dovresti farlo’, forse hanno ragione anche perché lo sto facendo, ma è passato così tanto tempo dall’ultima volta che a malapena ritrovo le lettere giuste sulla tastiera.
In questo momento sono sul davanzale della finestra con lo sguardo perso nel vuoto, scrutando l’orizzonte alla ricerca delle prime luci dell’alba, ma come questo cielo, anche la mia mente è annebbiata. Continuo a pensare a quello che dovrei scrivere, di cosa dovrei parlare, ascoltando un piccolo ghiro che russa e che ha residenza nel mio sottotetto; accanto al computer ho una bottiglia di thè a tenermi compagnia, ok ok in veste di ‘scrittore’ dovrebbe essere un super alcolico ma andiamo, ho diciannove anni, voglio arrivarci alla pensione.
Penserete che sto scrivendo un ammasso di stronzate, e avete ragione! Sto cercando di guadagnare tempo per capire quale svolta prenderà questo testo, oh guarda, un’idea!
 
 
Era uno squallido lunedì mattina, come tanti, come molti, diciamo tutti quanti, ma lo sarebbe stato ancora per poco. Il sole stava sorgendo e quel rosso pallido donava al paesaggio una parvenza di tranquillità ma il canto di un civetta disturbava questa quiete mattutina, questo suono svegliò allo stesso tempo, ma in luoghi completamente opposti, tre persone i quali nomi erano: Denis, X e Marco. (il classico cliché: lui, lei, l’altro, ma con calma capirete tutto quanto)
X era la classica ragazza bella ma insicura, con un’infanzia rovinata e un presente perso nel passato, il suo passato era Marco; il classico ragazzo stronzo, il primo amore di ogni ragazza, ma anche il primo ad abbandonare quando c’è bisogno di mettere l’orgoglio da parte e prendersi le proprie responsabilità. Per ultimo, e senza alcun dubbio sia per importanza che per il ruolo, c’era Denis che per i comuni mortali sono io, qual è il mio ruolo? Be’ semplice, sono il coglione che è diventato amico di X, ha provato a fargli dimenticare Marco, come amico, e dopo un anno di duro lavoro cos’è cambiato? Un emerito cazzo, lei ancora vive nel passato, Marco si gode il presente e io da perfetta testa di cazzo sento che la nostra amicizia mi va stretta, così ricordo con nostalgia il passato, mi struggo per il presente e vedo il futuro molto nero. In quell’oscurità però si è aperta una via d’uscita, molto lontana da questo casino, e mentre penso che quella sia l’unica via di fuga, mi levo il sonno perché vorrei che qualcuno mi trattenesse, qualcuno che non mi lasci andare via anche se è l’unica scelta, vorrei qualcuno che mi afferrasse il braccio e non mi lasciasse più, non voglio solo rimanere impigliato con la t-shirt nella maniglia.
Ho un piano, ho già deciso, so già che farò…. Eppure tutto ciò che la mia mente raffigura è l’immagine di noi due abbracciati con l’aggiunta di una squallidissima e deprimente conversazione frutto della casa cinematografica 20th Century Denis Productions.

D: << Dammi una ragione per restare>>
X:<< Me, resta per me>>
D:<< Lo sai che non è abbastanza…>>

E con questa paranoia mentale la lama, già ben piantata nel cuore, viene rigirata per farmi provare ancora più male di quanto io in realtà non stia già provando, giusto per ricordare a me stesso che la vita è una merda, si, ma può andare anche peggio!
E’ meglio tentare e perdere che non tentare e vivere nel rimpianto, frase giustissima ma espressa da un cazzone che il rimpianto non l’ha mai conosciuto, ho tentato ed ora cosa mi è rimasto? La consapevolezza di non essere abbastanza, ho perso l’unica persona che portava un po’ di fresco nel mio cuore ammuffito e ciò che fa più male, è la certezza di aver perso una pepita d’oro nelle mani di un bambino, il quale non riesce a comprendere che fra le mani ha qualcosa di preziosissimo e raro, ma pensa che sia solo una caramella come tante altre, da assaggiare e sputare quando il gusto sarà diventato abitudine e non lo sentirà più, per poi passare subito ad un’altra caramella come se niente fosse.
Denis ha perso un’altra volta, prima con se stesso e subito dopo con il mondo. Chiedimi di rimanere con il cuore e io lo farò, chiedimi di rimanere solo per consolarti dopo i capricci del bimbo e io sparirò, e di me svanirà anche il ricordo…
  
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