Storie originali > Comico
Ricorda la storia  |      
Autore: Cristina90    22/07/2013    0 recensioni
Il testo rappresenta un approccio originale alla divulgazione scientifica. Scritto in chiave ironica, intende porre l'attenzione sull'immissione in commercio del primo farmaco transgenico: Atryn. Questo importante evento è stato trattato solo marginalmente dai mass-media e dalle riviste scientifiche nonostante Atryn, contenente antitrombina alfa, rappresenti una pietra miliare per la biotecnologia e l'industria dei farmaci. L'autore con questo scritto si propone di dare rilievo alla notizia ritenendo che apra la strada per la cura alternativa di diversi tipi di patologie.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

ATRYN: LA STORIA DI UN PRIMO

Mi avevano convinto dicendomi che sarei entrato nella storia. Mi ripetevano che sarei stato il primo e io di primi conoscevo solo la pastasciutta (che poi ad essere sinceri non mi era del tutto chiaro il perchè fosse asciutta, forse esisteva anche una pasta bagnata?). Non sapevo proprio cosa si provasse ad essere "il primo" e neanche il secondo, il terzo o il quarto. Ero nato alcuni anni prima in una famiglia in cui era abitudine chiamare i nuovi membri in base alla loro caratteristica predominante. Qualcuno poco perspicace aveva deciso che la mia sarebbe stata suonare uno strumento. Io mi sentivo negato per la musica, così avevo deciso di provare con la tromba che non mi sembrava uno strumento molto difficoltoso. D'altra parte, prima di me, c'erano già riusciti trombo, trombosi e trombina: cosa potevo avere in meno rispetto a loro? Col senno di poi qualcosa c'era. Probabilmente era l'orecchio che mi mancava anche se un certo Eustachio aveva dimostrato una stretta correlazione tra la tromba e l'orecchio. Sta di fatto che, dopo le mie fallimentari esibizioni, avevano scelto di chiamarmi antitrombina. Questo nome nel tempo non aveva affatto contribuito ad accrescere la mia autostima e così, quando mi avevano assicurato che sarei entrato nella storia come "primo", mi ero convinto che quello sarebbe stato il mio grande riscatto.

Iniziai così il mio percorso verso il primato. Non dubitai minimamente di quello che mi era stato detto e il sentimento di rivalsa personale che mi animava fu sufficiente a spronarmi. Tuttavia capii ben presto che il prezzo da pagare per il mio riscatto era altissimo: mi dissero infatti che così com'ero non sarei mai diventato "il primo". Occorrevano delle modifiche. In quel momento mi sentii precipitare il mondo addosso: perchè non erano stati chiari fin dall'inizio? Perchè mi avevano illuso?Fui davvero a un passo dal mollare tutto. Mi sentivo ferito e preso in giro. Il mio desiderio era affermarmi per quello che ero, non volevo certo cambiare per entrare nella storia. Fin dalla scelta del mio nome erano stati gli altri a decidere per me, per una volta volevo essere io a scegliere. Dissi loro che non intendevo accettare compromessi. O mi prendevano così o niente. Si giustificarono sostenendo che le modifiche mi avrebbero perfezionato e che sarei diventato migliore. Parlarono poi di un grande fine benefico: "Curerai le persone" dissero per convincermi. "Ti rendi conto dell'importanza che potresti avere? Tutti ti sarebbero riconoscenti e ti loderebbero. Non saresti più solo antitrombina, finalmente avresti la tua rivincita" tuonarono con impeto. Ero molto combattuto, non sapevo proprio cosa fare. Alla fine decisi di darmi una possibilità : avrei cercato di capire quanto mi sarebbero costate queste modifiche e poi avrei preso una decisione definitiva.

Disillusione. Questa è la sensazione che provai quando scoprii che cosa avevano in mente di farmi. Sarei stato mangiato da una capra speciale. Loro la definivano "transgenica". Io non conoscevo questo termine e cercai di immaginarmi per quale ragione fosse stata chiamata così. Mi venne in mente la mia amica transaminasi che aveva un nome simile e mi annotai di chiederle informazioni qualora l'avessi incontrata. Il mio destino era quindi quello di finire nello stomaco di una capra? Non mi avevano mai detto che sarei dovuto morire per entrare nella storia. Non erano questi gli accordi. Mi avevano assicurato che sarei diventato migliore, non che sarei morto. Forse dopo la morte mi sarei reincarnato in un essere superiore? Chiesi spiegazioni e mi assicurarono che la capra in questione era speciale, talmente straordinaria che mangiandomi non mi avrebbe ucciso. Mi avrebbe arricchito con il suo DNA e mi avrebbe espulso nel suo latte in forma migliorata. "DN che?"chiesi sbalordito. Non mi era mai capitato di sentire un nome così corto e buffo. "DNA" risposero in coro "ognuno di noi ne possiede uno. E' cio' che ci rende tutti uguali e al tempo stesso diversi". Cominciavo ad essere realmente confuso. Come si poteva essere insieme uguali e diversi? Era una contraddizione! Volevo vederci chiaro, d'altra parte era in gioco la mia vita e la mia reputazione. Uno di loro probabilmente capì dalla mia espressione il dubbio che mi balenava in testa e si affrettò a spiegare che ognuno di noi era fatto delle stesse componenti che però si potevano assemblare in modo differente rendendoci tutti diversi. "Funziona un po' come nei Lego" mi disse "i mattoncini sono tutti uguali ma in base a come li combini si costruiscono cose diverse". Bei tempi quelli dei Lego, pensai. Quante volte ci avevo giocato da piccolo. "Allora cosa hai deciso? Non c'è tempo da perdere, è il momento di iniziare" mi disse il capo. "Siete veramente sicuri che non ci siano rischi?" domandai perplesso. Mi rassicurarono che avevano studiato la capra per 15 anni e che potevo stare tranquillo. "Ok, sono pronto" dissi mentre la gola iniziava a chiudersi per la paura di quello che mi sarebbe successo. "Ci rivedremo tra un po', ti sentirai un po' intontito e sarai bagnato di latte però non devi preoccuparti di nulla, penseremo a tutto noi e tu avrai solo tempo di goderti la meritata fama". Pensai che tutto sommato il latte faceva bene alla pelle e mi convinsi di aver preso la decisione migliore.

Mi risvegliai di soprassalto. Tutto intorno a me c'era un gran vociare di persone. Ero confuso, mi girava la testa. Percepivo le voci lontane e non riuscivo a capire che cosa stesse succedendo. Ero smarrito. Ricordavo solo di avere fatto un viaggio strano. Avevo continuato a scendere per tante vie quando fino a quando non mi ero ritrovato in mezzo a una doppia elica tagliata. La cosa che mi aveva sorpreso era che entravo perfettamente nel buco dell'elica. Aveva la mia stessa forma, sembrava che aspettasse proprio me. Forse era davvero quello il mio posto nel mondo. Mi sentivo diverso e più forte. Per la prima volta parte di qualcosa. Mentre mi sforzavo di ricordare altri dettagli all' improvviso li vidi, loro, i ricercatori. Erano stati proprio loro gli artefici del mio viaggio. Mi venne in mente ogni cosa: la capra, il DNA, il bagno nel latte, la voglia di essere "il primo". Ma il primo di cosa poi? I miei pensieri furono interrotti da un boato di acclamazione. I ricercatori mi si avvicinarono trionfanti gridando: "Ce l'hai fatta, hai superato tutti i test, sei ufficialmente nella storia." "Davvero?" chiesi stupito. Non ci potevo credere. "Da oggi non sarai più antitrombina ma Atryn, il primo farmaco transgenico" mi dissero festosi. Che strano, non mi sentivo poi così diverso rispetto a quando ero solo una comune antitrombina. Forse tutto sommato era così che si sentivano "i primi", esattamente uguali agli altri.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Cristina90