Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: abercrombjes    22/07/2013    1 recensioni
Se non hai paura del sangue, non hai paura di nulla.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Allora noi andiamo. Ricorda di spegnere le luci quando vai a dormire"
 
"Sì, mamma"
 
"Tutte le luci" sottolineò.
 
 
Con un cenno del capo le feci capire di aver colto il messaggio e dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia chiuse la porta e sparì insieme a papà.
Era il loro anniversario e io non ero la benvenuta nella loro cenetta romantica nel nuovo ristorante della città. Ma comunque sia, avrei preferito non esserci.
 
La mia serata era già bella che organizzata, con tanto di popcorn quasi pronti per essere sfornati e un DVD affittato da poco. Ogni settimana ho una prova contro me stessa; superare un mio difetto, una mia paura o qualsiasi stupidaggine.
Quella sera toccava sconfiggere il timore di vedere un horror in casa da sola.
'Buona missione, Ellie'.
 
Avrei voluto invitare la mia migliore amica Madison, ma non sarebbe stata più una prova di coraggio poi.
Corsi in camera mia per cambiarmi in tenuta sto-a-casa-tutta-la-sera-a-vedere-un-film-e-mangiare-schifezze. Una volta scese le scale mi accorsi di non aver spento la luce in camera, ma quella del corridoio, e la sola idea di attraversare quel tratto da sola mi intimoriva. 
Ho sempre avuto una leggera paura del buio e non sono mai riuscita a vincerla per via di alcuni episodi vissuti da bambina. Avevo ancora lo sguardo fisso sulla parte di stanza illuminata quando alla fine decisi di lasciarla così com'era.
Tornai in salotto, misi il DVD in carica e misi la ciotola di popcorn sulla mia pancia dopo essermi sdraiata comodamente.
'Dovresti spegnere le luci, Ellie'
Al pensiero della mia vocina indagatoria feci spallucce e cominciai a stringermi la canotta mentre il film iniziò.
 
 
Avevo deciso di affittare 'l'esorcista', un classico, ma forse me ne sarei pentita.
Più passavano i minuti, più la voglia di mettere via il DVD cresceva. Non avevo il coraggio di lasciare che i miei occhi vedessero cose che non avrebbero mai scordato, o quasi.
 
Nel momento in cui stavo per decidermi di spegnere tutto, sentii dei tocchi sulla grande finestra che affiancava la poltrona. Scattai in piedi come un soldato e feci rovesciare per terra la ciotola di popcorn.
'Cavolo' pensai guardando che disastro era per terra.
Un'altro tocco attirò la mia attenzione sulla finestra e mi accorsi che c'erano grosse gocce d'acqua. Stava per mettersi a piovere.
'Perfetto'
 
Nell'attimo in cui mi misi a sedere, vidi la mia pelle essere sfiorata da una forte luce blu e in seguito sentii il forte tuono.
Uscii fuori e notai che presto sarebbe sceso il diluvio universale.
La cosa mi spaventava da morire.
Mi chiesi come avrei affrontato il resto della serata. Forse era arrivato il momento di chiamare Madison.
'Al diavolo la prova di coraggio'
 
Le mie chiamate furono tutte inutili, Madison non dava segni di risposta e le mie mani cominciarono a tremare quando i lampi divennero sempre più frequenti, e di conseguenza i tuoni sempre più forti.
La pioggia iniziò a cadere sempre più impetuosa e d'un tratto non sentii più nemmeno il televisore che si spense automaticamente.
'Merda'
Camminando per il salotto a passi pesanti calpestai diversi popcorn e affondai nella poltrona sperando che sarebbe finito presto.
Quando meno me lo aspettai, sentii suonare alla porta.
 
 
Per un istante sperai che i miei genitori avessero cambiato idea e fossero tornati a casa prima, ma tutte le mie convinzioni crollarono quando mi ritrovai di fronte un ragazzo dalla pelle abbronzata e i capelli scuri perfettamente in tono con i suoi occhi.
Sfoderò un sorriso appena mi vide e mi spiazzò completamente. Era più alto e maestoso di me, aveva un'aria più solenne della mia. Più pacata, non come me, spaventata da un piccolo temporale.
La cosa che mi sorprese fu vederlo completamente asciutto. Diedi un'occhiata alle sue mani e non aveva un ombrello con sè.
 
 
"Ti serve un aiuto?" domandai, nascondendo la paura che mi era cresciuta dentro fino a poco fa.
 
Il ragazzo non rispose, rimase con il sorriso stampato in faccia.
Cercai di non pensare male riguardo il suo udito o la sua sanità mentale e lo richiesi.
 
"Ti sei perso? Ti serve qualcosa?"
 
Stavolta rispose come se si fosse appena svegliato. "A dire il vero no, volevo presentarmi. Frequentiamo la stessa scuola e faccio parte della squadra di rugby, sono il quarterback, o anche Zayn Malik"
 
La cosa che mi sembrò più assurda era proprio questa presentazione messa lì su due piedi senza una ragione valida.
Annuii inizialmente con la testa e cercai di non metterlo in imbarazzo o di farlo sembrare strano.
 
 
"Ah, davvero? Non ti avevo mai conosciuto prima"
 
"Beh, adesso possiamo farlo"
 
 
Avevo davvero seri dubbi su cosa non andasse in quel ragazzo. Cercai di non scompormi troppo. Almeno mi fece dimenticare della paura del temporale.
 
 
"Cosa ti serve?" domandai.
 
"Nulla, cosa dovrebbe servirmi?"
 
 
Più risposte dava, più non sapevo come chiedergli che problemi avesse.
 
 
"Tu mi conosci?" chiesi.
 
"Ovvio, sei Ellie Turner"
 
"Come fai a conoscermi? Non faccio parte di nessuna attività speciale, come le cheerleaders"
 
"Non c'è bisogno di tutto questo per sapere chi sei"
 
 
Le sue risposte cominciarono ad inquietarmi. Stavo per considerare l'idea di chiudergli la porta in faccia, nonostante il suo bel viso.
 
 
"Tu nei hai avuto bisogno diventando quarterback?"
 
"No"
 
"Perchè?"
 
"Perchè io amo il rugby"
 
 
Accennai un altro movimento con il capo e mi portai la mano dietro il collo.
Ancora ero indecisa se farlo entrare o meno.
 
 
"Perchè sei venuto qui?"
 
"Sta piovendo"
 
"E.. quindi sei venuto a casa mia?"
 
"Sì"
 
"Non hai altri amici?"
 
"Non nelle vicinanze"
 
"E tu come facevi a sapere che abito qui?"
 
"Ti ho vista dalla finestra"
 
 
Sbarrai gli occhi.
 
 
"Quale finestra?"
 
"Quella della tua camera"
 
 
Quella frase mi ricordò di aver lasciato la luce accesa in camera e rimpiansi di non averla spenta.
 
 
"Io ho delle cose da fare" tagliai corto afferrando il pomello della porta, ma lui ci posò una mano sopra, sfacciatamente.
 
"Ti prego, sta piovendo"
 
"Io non so chi sei"
 
"Te l'ho appena detto"
 
"Mi dispiace"
 
"Ellie"
 
 
Fu l'ultima parola che gli sentii pronunciare, poi chiusi la porta, incurante di rispetto. Rimasi con la schiena appiccicata  al legno e sentii la paura crescere di nuovo dentro di me.
Aspettai qualche istante per andare a controllare se fosse ancora fuori, ma era già sparito.
Corsi al piano di sopra per spegnere le luci della mia camera quando mi accorsi che la finestra era semiaperta e le tende si muovevano per via della corrente.
Il mio cuore cominciò a palpitare all'impazzata e chiusi tutto con velocità, spensi la luce e scesi le scale come un razzo per tornare a nascondermi vicino alla poltrona.
Tutti i miei pensieri ormai fissi su chi o cosa sarebbe potuto entrare in camera mia.
Magari volevano solo fare uno scherzo, spaventarmi più di quanto non lo fossi già, o peggio ancora, qualcuno sarebbe potuto entrare senza che me ne accorgessi.
Le immagini dell'esorcista continuarono a scorrere come un'infinita galleria fotografica nella mia testa mentre ero rannicchiata a terra fissando i popcorn calpestati.
 
"Ellie!"
 
Sentii chiamarmi, ma non volevo alzarmi.
'Potrebbe essere ancora lui'
Non avevo intenzione di fare altro.
La voce squillò ancora. Veniva da fuori. Scostai la tenda del salotto e vidi mamma e papà al freddo.
Corsi ad aprire e chiesi mille volte scusa, con la storia del "scusate ero in bagno".
 
 
"Finalmente hai chiuso tutte le luci stavolta" esultò mamma. Ma non appena vide la distesa di popcorn sul tappeto si mise le mani ai capelli. "Che diavolo hai combinato?"
 
"Sono inciampata e la ciotola mi è praticamente volata dalle mani, ora rimetto tutto a posto"
 
 
Sbuffò e borbottò qualcosa seguita da papà, mentre saliva le scale per andare in camera e mettersi a dormire.
Erano già le 23,30 e non me ne ero neanche accorta. Con una scopa ripulii il disastro e misi la ciotola ricoperta di sale a lavare.
Raccolsi i miei capelli in un tuppo alto e infine andai in camera anch'io.
 
Chiusi la porta e nel momento in cui mi voltai verso il mio letto una mano calda mi premette lo stomaco e l'altra le labbra, sbattendomi sulla parete.
Una voce lenta, maschile e calda come la sua pelle mi sussurrò all'orecchio parole ben scandite.
 
 
"Non urlare"
 
 
Cercai di dimenarmi in tutti i modi, seppur in silenzio. Le mie gambe tremarono al contatto con le sue ben incollate a me. I miei occhi non sapevano dove guardare e la mia mente cominciò a fare un viaggio infinito di possibili scappatoie, ma per la ragazza paurosa che ero, non riuscì a viaggiare molto, ma si limitò a spaventarsi sempre di più.
 
 
"Stai calma"
 
 
Era praticamente impossibile restare calmi. E con la sua forza e la sua esperienza da quarterback, il modo in cui riusciva a tenermi fissa contro il muro era indescrivibile. Qualsiasi mia mossa avrebbe avuto una sua risposta altrettanto peggiore.
 
 
"Ti ho detto che fuori piove"
 
 
Fece una pausa, poi ricominciò.
 
 
"Non mi piace quando mi trattano male"
 
 
Successivamente sentii qualcosa di umido sfiorarmi il collo, qualcosa di caldo, dei baci, leggeri baci. Poi dolore nel sentire la sua mano che si infilò sotto la maglia e mi graffiò forte la pancia.
I miei occhi fermarono di guardarsi intorno e tutti miei pensieri svanirono, mi bloccai completamente.
 
 
"Ora mi conosci"
 
 
Di colpo mi lasciò andare e sparì, probabilmente saltando dalla finestra dato che non mi voltai fino a quando non sentii il silenzio più assoluto.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: abercrombjes