C'è speranza?

Sono passati parecchi anni, forse un po' troppi, che io stesso facevo fatica a contare. Be' quando vivi per sempre, non ti fai tutti questi problemi sul tempo che passa o sugli anni che acquisti, giusto?
Mi ritrovavo spaparanzato sul divano a fissare un punto indefinito della stanza, mentre una mano stringeva una lattina di soda ghiacciata, che a contato con la mia pelle dalla temperatura elevata, aveva un effetto rilassante.
Se il mondo non fosse stato avvolto improvvisamente da una spessa e impenetrabile cappa di leggende, a quest'ora sarei felice... felice di stare con la mia dolce e sofferente Leah.
Persa in un battito di ciglia.
L'avevo persa sotto i miei occhi. No, l'avevo persa a causa mia.
Le avevo promesso il mondo, ma non avevo mantenuto la mia promessa.
Ma si sa, mai fare promesse che non puoi mantenere, non quando hai un destino segnato da un lupo.
Ogni volta che cambiavamo forma, riuscivo a sentire il... dolore. In quelle iridi nere, grazie alle quali mi fui innamorato di lei, s'intravedeva sofferenza. Sofferenza eterna. Dalla quale non
avrebbe mai potuto scappare. Io lo sapevo, tutti lo sapevano.
Lei non avrebbe mai avuto un lieto fine.
Mi era bastato un attimo, solo un dannatissimo attimo per essere incatenato ad Emily.
Quando la guardai negli occhi per la prima volta, tutto scomparve: i miei problemi, la mia tristezza.. Leah.
Ed ora lei mi odia, non ci sono dubbi. Anche io mi odierei.
Era una tortura tremenda, incontrarla per strada. Avrei preferito essere accoltellato con una forchetta, piuttosto che guardare il suo viso.
Avevo provato più volte a combattere contro questa magia, e tutt'ora, continuo a lottare. Ma anche se continuo a lottare e lottare e lottare, sembra tutto così inutile. Così tremendamente inutile. Talmente inutile che, a volte, il pensiero di gettarmi dalla scogliera per sfracellarmi sui sassi, mi suonava bene.
Della lattina non rimase che un ammasso di alluminio, che si sgretolava sotto la stretta potente delle mie dita, proprio come Leah.
Anche lei si stava sgretolando, per colpa mia, dei miei pensieri, delle mie occhiate.
Non ne potevo più.
La volevo indietro, tra le mie braccia, accanto a me nelle notti fredde, volevo sfiorare il suo pelo grigio, accarezzarle i capelli...
Un momento.. cos'erano queste goccioline calde che mi solcavano il volto e mi pizzicavano gli occhi?
Sam, perché piangi?
Non lo so..non lo so...
Perché menti?
Perché mentire a me stesso mi fa sentire meglio..
E dimmi, su cosa dovresti mentire?
Che ci sia ancora speranza..
C'è speranza?
No, non c'è... ed è per questo che ho paura.
Paura di cosa?
Di dimenticarla.




Angolo Autrice:
PiccoliZZima one-shot nascosta in una cartella del mio pc ç_ç postata solo adesso anche se quest' "opera"
ha quasi due anni ewe
Spero vi piaccia e, se volete, passate qui http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2000200&i=1, un altra fic a cui tego e spero vi possa piacere :')