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Autore: Georgesmonkej_    22/07/2013    2 recensioni
"Essa é l'oriente e Giulietta é il sole. Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perché tu, sua ancella, sei tanto più luminosa di lei. Non servirla, se essa ti invidia; la sua veste virginale é di un colore verde scialbo che piace solo agli stupidi."
"Che cos'altro é l'amore, se non una pazzia molto discreta, una amarezza che soffoca, e una dolcezza che fa bene?"
Questa é una storia ispirata a Romeo e Giulietta, con un lieto fine leggermente diverso (nessuno muore!)
Genere: Drammatico, Poesia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(8)


Finalmente arrivò l'attesissimo giorno.
Io e Josh, con le farfalle nello stomaco per l'eccitazione, restammo in piedi fino all'una di mattina e dormimmo solo per 3 o 4 ore consecutive, e quando ci svegliammo non eravamo affatto stanchi.
Mangiammo un cornetto veloce comprato al bar e ci dirigemmo in aeroporto da dove, da lì a poco, saremmo partiti per la Grecia.
L'ultimo scalo era ad Atene, quindi aspettavamo Jaymi che ci venisse a prendere per poi andare a Mykonos.
 
Alle 6.00 a.m. partimmo e in un'ora e mezza, due ore massimo, arrivammo ad Atene.
Ci volle bensì un'ora per aspettare che arrivasse Jaymi, in quanto la puntualità è un optional per lui, infatti Josh si sarebbe aspettato che stava già lì quando arrivammo, ma si ricredette quando non lo vide.
-allora Jaymi... Quando capirai che la puntualità, così come la matematica, non é un'opinione?- dissi io ironica, dal sedile posteriore della sua macchina con Lyric in braccio (sono riuscita ad imbarcare pure lei... Più che altro bisogna ringraziare le sue minuscole dimensioni) -ti giuro che questa mattina la sveglia l'avevo messa... È solo che George non mi ha dato tregua, né questa mattina né ieri notte- si giustificò -sempre la colpa agli altri eh? Mi raccomando!- scherzò Josh.
Nel giro di qualche ora arrivammo in quella benedetta isoletta della Grecia sul mar Egeo.
Arrivammo nel villaggio dove risiedevamo e Jaymi mi spiegò che erano degli "appartamentini" abbastanza spaziosi con delle camere all'interno.
Non appena trovammo il nostro, che era sconfinato anni luce dai vari punti d’incontro del villaggetto, ed entrammo.
-ehm... "appartamentino"?- dissi guardando Jaymi con aria interrogativa e virgolettando l’appartamentino. Se quello era un "appartamentino" , ino ino, allora ero io ad essere nana, ma é un po' strano pensare che io sia nana, data la mia altezza di 1.76.
Ad un tratto sentii due mani che avvolsero i miei fianchi, un mento poggiarsi sull’incavo del mio spallino destro ed il suo fiato addosso.
Voltai il capo verso destra e affondai i miei occhi verdi sui suoi di un nocciola intenso.
Il semplice dire che mi era mancato voleva dire semplicemente minimizzare.
-Ciao amore- mi sussurrò lui all’orecchio; il suo fiato sul collo mi fece salire una scossa ricca di brividi che ripercorreva tutta la mia schiena dorsale.
-mi sei mancato- mi limitai a sorridergli guardandolo mentre lui mi stringeva sempre di più a sé.
 
Dopo essermi sistemata per bene, io e George uscimmo per andare a fare una passeggiata sul lungo mare e magari fare una nuotatina. Non c'era niente di più romantico se non fare una camminata con il proprio ragazzo e vedere il proprio cagnolino scorrazzare su e giù per la spiaggia per giocare con le mosche.
-Mi sei mancato da impazzire- dissi poggiando la testa sulla sua spalla e accarezzando Lyric stesa sulle mie gambe -non sai quanto mi sei mancata tu! Dobbiamo trovare un modo per stare insieme- disse lui intento a fare dei cerchi sulla sabbia con le dita -ma come? I nostri non ci lasceranno mai vivere insieme- mi alzai di colpo io dal suo spallino -ora non ci pensiamo... Pensiamo a passare le nostre vacanze- mi prese e mi fece sedere davanti a lui, facendomi aderire con la schiena sul suo petto.
-un modo lo troveremo... Te lo prometto!- dissi guardando il tramonto con la testa affondata sul suo spallino sinistro mentre lui era intento a schioccarmi lenti e delicati baci dagli zigomi per poi arrivare al più remoto angolino della bocca.
Poi presi il mio piccolo batuffolo e George si alzò con me e ce ne andammo in appartamento.
Mentre camminavamo abbracciati ci scambiavamo sguardi e baci dolci e pieni di passione.
Quando arrivammo, Jaymi tutto bello tirato al lucido ci venne incontro con un’aria da film dell’orrore.
-ehhh quanta eleganza- ammirai stupita sorridendo e sciogliendomi dal’abbraccio di George -che è successo, Jaymi?- domandai poi con aria confusa e preoccupata –avrà di nuovo messo in fiamme l’appartamento per preparare i popcorn, come al solito del resto- sbuffò facendo roteare gli occhi George –smettila di fare il coglione, George!- scoppiò a ridere Jaymi con tanto di affanno –e allora che diavolo è successo?- domandò lui accigliandosi –aspetta… non mi dire che Jake è qui!- spalancai gli occhi –nooo! No, no! grazie a Dio no!- disse – e allora cosa?- domandai sulle spine ma sorridente –se cazzo mi lasciaste parlare…- sbraitò lui e noi scoppiammo a ridere –dunque… lo sapevate che in questi villaggi alle sere ci si veste a tema? Ed ogni sera il tema cambia?- ci chiese sorridendo a mo di sfida.
Io e George ci voltammo a fissarci in modo confuso, –mi prendi per coglione?- disse George inarcando un sopracciglio –uhu! Che bello- dissi io spalancando la bocca –mi auguro abbiate un guardaroba ben fornito- disse lui mettendo le braccia conserte –per tua fortuna, Jayme non si è fatta mancare nulla- disse George guardandomi dalla testa ai piedi –mi hai presa per una di quelle amanti dello shopping e della moda? Io amo solo vestirmi bene nelle occasioni ma non sono un’appassionata, sfrenata ed esagerata amante dello shopping- dissi risoluta e sorridente –bene, allora andatevi a cambiare e tra un’ora esatta troviamoci qui fuori… ah! Il tema è il rosa ed il nero- disse –agli ordini- disse George e poi mi trascinò dentro l’appartamento.
Mi andai a fare velocemente una bella doccia e poi uscii ed andai in camera mia.
Mi bloccai all’entrata alla vista di George a petto nudo: era magro, davvero molto.
Rimasi a fissarlo lì, imbambolata, finché non mi notò.
Venne da me e mi abbracciò forte e poi cominciò a darmi dei baci delicati sulla testa.
-ti diverti tu a massacrarmi vero?- dissi inalando il suo dolce profumo, che sapeva di lui, sapeva di George ed io lo amavo fin troppo.
-massacrarti? Come potrei mai?- domandò lui sorridendomi confuso –amore! Era per dire, non dicevo sul serio- dissi ancora abbracciata a lui e lui si rilassò aderendo perfettamente a me di nuovo.
Avevo un brutto presentimento, come se da un momento all’altro ci potessero scoprire insieme, o qualcosa, o meglio qualcuno, facesse da spia, e le conseguenze non sarebbero state per niente favorevoli.
-promettimi che non mi lascerai mai, qualunque cosa succeda! Io e te per sempre!- disse stringendolo sempre più forte a me preoccupata –ma certo amore! Noi saremo sempre una coppia fissa- disse lui abbracciandomi forte.
-stringimi forte a te, amore mio, e non lasciarmi andare mai- dissi stringendomi nel caldo del suo petto nudo –amore ma stai tremando?- domandò lui staccandosi da quel caldo e rassicurante abbraccio.
-ho un pessimo presentimento- dissi io e lui mi prese la faccia –amore non devi pensare a questo ora, siamo soli, nessuno sa che siamo qui… beh oltre a quelli altri tre… ma nessun’altro sa che siamo qui- disse sorridendo e baciandomi la bocca delicatamente –amore, sei la dolcezza! Ma se ci scoprono? Io ho paura! Non rimarremo sempre nascosti- dissi io piano –amore ora non mettermi ansia- disse lui staccandosi ed andando a poggiarsi su un tavolino ed io andai ad abbracciarlo.
-scusa amore, non volevo- dissi baciandogli la schiena nuda –è tutto okay, ora torniamo a vestirci che tra un po’ dobbiamo andare, prima che Jaymi possa dare inizio ad una sua crisi isterica- mi sorrise ed io ricambiai.
Il più dolce dei sorrisi lo poteva avere solo lui.
Optai per qualcosa che non sia estremamente tra l’elegante e lo sportivo così presi in esame una canotta rosa ed una gonna nera che arrivava fino a metà coscia e poi dei tacchi alti color rosa.
Orecchini a croce e due bracciali (uno rosa e l’altro in oro).
Uscii fuori e trovai George con una giacca rosa chiaro, quasi bianco, e dei pantaloni neri.
-mi sento un confetto- disse guardandosi un po’ disgustato ma sorridente, io scoppiai a ridere e poi mi bloccai –okay scusa! Ma noo! Sei perfetto- dissi guardandolo sorridendo.
Lui era perfetto anche con la calzamaglia o anche con solo un paio di boxer, figuriamoci se poi non lo era in quel momento che sembrava davvero un piccolo confetto.
-ma va! Tu sei perfetta- mi disse baciandomi – mai quanto te- dissi io piano e baciandolo a sua volta.
-hanno finito i piccioncini con le loro smielate effusioni?- disse la voce scazzata di Jaymi –oh fratello! Calmino eh?- dissi io scherzando –perché sei così nervoso? Comunque Jay te lo avevo detto che non dovevamo fare tardi altrimenti si sarebbe incazzato- scherzò George sorridendo ed io mi misi a ridere –ah! Voi non lo sapevate quindi?- domandò serio e noi ci guardammo come se fossimo stati appena fulminati da una saetta in ciel sereno –cosa dovremmo sapere?- dicemmo all’unisono sotto shock.
 
 
-cosa significa? Jake Carter è qui?- dissi con l’aria nei polmoni quasi assente –oh mio Dio!- a quanto pare anche lui non ne era al corrente, o meglio, nessuno di noi, a parte Jaymi, ne era al corrente.
George da quando aveva saputo la notizia era rimasto secco e successivamente aveva assunto un’aria furiosa e vendicativa in volto ed ora non faceva altro che girovagare nervoso per tutto il piccolo salottino.
-giuro che… giuro che se solo ti tocca, o ci tocca… o toccasse, insomma, uno di tutti noi lo distruggo, quanto è vero che…- poi fu interrotto da Josh che gli aveva preso le spalle –calma George! Al momento non sembra essere al corrente che noi siamo qui- disse calmo ma comunque con un velo di gelo dentro –Josh non rimarremo sempre nascosti! Siamo tutti nel medesimo villaggio e nella medesima merda- disse lui scoraggiato e sedendosi su un divanetto –comunque se è qui è perché sa che noi siamo qui ricordate? Lui vuole riprendersi Jayme e sa tutto- esclamò Jaymi a sua volta.
-okay ragazzi, ora basta! Siamo qui per passarci le vacanze, non per rovinarcele o farcele rovinare da uno spilorcio come Jake, avanti! Avete davvero paura di un pallone gonfiato come a quello?- dissi io incurante della catastrofe dalle dimensioni colossali che Jake avrebbe potuto scatenare –avanti, Jayme ha ragione- disse Olly sollevando le braccia–si, concordo- disse Josh alzandosi –infatti, ma se solo dovesse toccarvi lo distruggo- disse Jaymi con fare risoluto –aeee mr. Hensley lo spaccone si è ripreso- scherzai tirandogli una pacca e tutti ridemmo, ad eccezione di George che era ancora seduto sul divano con lo sguardo feroce a terra.
Il mio sorriso si spense così come le mie speranze: l’ultima cosa che desideravo era quella di vedere George così a terra.
-ragazzi potete lasciarci soli?- dissi a loro e tutti e tre annuirono per poi uscire dall’appartamento.
 
Andai da lui, gli alzai la testa e mi sedetti a cavalcioni su di lui ed incominciai a far sfiorare le mie labbra delicatamente alle sue, in modo tale da stuzzicarlo un po’ così avrebbe dimenticato un po’ l’accaduto, ma sembrava irremovibile.
Poi incominciai a baciargli il collo con passione.
-smettila! Non mi smuovi- disse serio anche se molto più addolcito –ma io non voglio che tu ti rovini le vacanze pensando ad un cretino come a quello- dissi io tornando a mordere questa volta le sue labbra –amore, ora solo comprendo perché prima avevi paura- disse lui mentre si lasciava mordere dolcemente le labbra –ascolta: se siamo uniti andrà tutto bene- dissi io staccandomi per poi sollevargli lo sguardo sul mio con due mani –in questo caso dovremmo staccarci- disse per poi alzarsi ed andando a poggiarsi contro un muro.
Mi cadde una lacrima colma di tristezza e rabbia.
-senti, io non vivo senza il tuo respiro addosso va bene?- gli dissi voltandolo e sbattendolo contro il muro adirata –amore, neppure io vivo senza di te, ma mi dispiace, le cose vanno così- disse serio abbassando di nuovo lo sguardo sui suoi piedi: perché era così vittima? Perché non pensava mai ad un piano B? –no! io ho un piano: quando siamo lì fuori siamo come conoscenti o estranei, anche se Jake sa tutto, ma noi faremo finta di niente, una volta qui staremo sempre assieme, okay?- proposi sorridente con le lacrime agli occhi –questo amore ci sta facendo diventare di giorno in giorno sempre più pazzi- disse anche lui piangendo, prendendomi la faccia e baciandomi –ma ci stai?- domandai io bloccandolo e colma di lacrime –ci sto amore mio, se è con te vado contro a tutto- disse e poi mi baciò.
Uscimmo di lì ed andammo verso la piazzetta principale.
 
Una volta lì, io iniziai a fare conoscenza con qualche ragazza amica di Jaymi mentre George era con i ragazzi ed un altro gruppo ma non ci perdevamo mai di vista.
Ad un tratto arrivò Jake.
Speravo con tutto il cuore che questo momento non arrivasse mai.
-ragazze, vedete quello lì?- feci indicando Jake –o mio dio che gran figo- disse Sam una delle tante ragazze del mio gruppo –ecco, non ti bloccare all’apparenza- dissi io squadrandolo –è quel famoso Jake di cui ci parlavi e che per causa sua non puoi stare assieme al tuo ragazzo?- domandò di nuovo Sam –esattamente- annuii io –bene, hai tutto il mio sostegno sorella, allora è proprio vero che certi maschi sono belli fuori ma merde pure dentro- esclamò fissandolo torvo dalla testa ai piedi.
Poi si avvicinò sorridendomi ed io lo evitai con lo sguardo, andando a cercare George, e non avrei mai dovuto farlo.
-dove pensi di andare bambolina?- disse lui bloccando il mio braccio –ovunque fuorché da te. Sai? Pensavo di andarmene in camera- lo fulminai cercando di staccarmi dalla sua presa forte che mi stringeva il braccio.
Istintivamente mi voltai alla ricerca di George, cosa che non avrei dovuto fare, e lo vidi che stava venendo verso questa parte con aria agguerrita.
Io nel frattempo scossi la testa come per dirgli di andare via ma lui non resisteva alla tentazione di far fuori Jake.
Jake intanto non sperava altro, sapeva che George non gli avrebbe potuto fare alcun male, dato che era tre volte più magro e meno forzuto di lui.
-lasciala in pace- esclamò accigliato –altrimenti?- disse Jake sorridendo e lì, proprio mentre lui era distratto a ridere e girarsi verso i suoi amici, George gli sferrò un pugno che lo fece cadere a terra così mi liberai dalla presa.
Scattai improvvisamente verso George e lo abbracciai.
-perché? Perché lo hai fatto?- domandai in lacrime finendo così per impregnargli tutta la camicia del mio liquido lacrimale e del trucco sbavato.
Lui era troppo impegnato a fissare Jake male per rispondermi, così si limito solamente a spostarmi e dirmi un semplice “aspetta qui”.
Jake si risollevò su ancora indebolito ma con del sangue che fuoriusciva dal suo naso schifosamente “perfetto” e fissava George come se avesse appena fatto qualcosa di tremendamente, drasticamente, orribilmente, schifosamente sbagliato, ed effettivamente…
-tu! Sudicio verme!! Il tuo posto non è quello di stare accanto a Jay, il tuo posto è quello di strisciare per terra- disse riacquistando forze e sferrando un pugno di rimando tre volte più potente –no!- dissi scattando di rabbia verso Jake, ma fui bloccata da Jaymi –non lo fare, non andare, ti prego- mi sussurrò abbracciandomi di più a sé –lo sta distruggendo Jaymi!- dissi con le lacrime agli occhi ma allo stesso tempo accecata dalla rabbia, ma intanto lui mi trascinò via da quella scena.
 
Purtroppo non ebbi la possibilità di vedere come andarono le cose, ma racconterò ciò che mi fu riferito da Josh.
 
 
Qualche istante più tardi si presentò una figura che era fin troppo nota ai miei occhi.
Era la copia esatta di Jackson, mio cugino, lo stesso Jackson che qualche mese fa mi aveva malmenata, ma non era lui: era Cory, il suo gemello!
(io ho sempre avuto una dote immensa nel saperli riconoscere ma Cory aveva diverse cose che lo differenziava dal fratello, una in particolare risaltava ai miei occhi come a quelli di Josh: una piccola voglia di fragola sulla gola sul lato sinistro.
Lui era la copia buona di Jack, e se qualche mese fa ci fosse stato lui, avrebbe ben apprezzato la mia richiesta di aiuto nel nascondere il mio amore per George.
Purtroppo George, non riconoscendolo bene, lo scambiò per Jack e finì anche lui per essere travolto, anche perché Cory si intromise nella rissa effettivamente nemmeno lui era tutto questo stinco di santo come il fratello, ma quando si trattava di difendere amici o parenti si faceva in 4 pur di parare il culo a tutti).
-Avanti! George, finiscila! Per favore- lo supplicava mio cugino.
George pensava lo stesse prendendo in giro: data la rabbia, come accennai già prima, era ancora convinto fosse Jack –non ti intromettere! Hai già fatto abbastanza guai- disse lui riferendosi all’episodio di qualche mese prima; vidi mio cugino esitare un attimo.
Anche Josh era entrato in quella rissa assieme un gruppo di tre ragazzi, tutti amici di Jake.
 
George non aveva intensione di chiudere la faccenda lì ed io iniziavo a sospettare del fatto che la rissa stesse incominciando a prendere una brutta piega.
Io in realtà non ero lì a godermi la scena come quasi tutto il resto del villaggio, anzi, io ero da tutt’altra parte assieme a Jaymi ed Olly che cercavano di tranquillizzarmi.
Jaymi sapeva che io nel vedere certe scene diventavo particolarmente pazza, quasi peggio di un vampiro assetato di sangue, o un vendicatore in cerca della sua vendetta, o semplicemente una pazza isterica pronta a sfogarsi su chiunque.
Tutto questo per far capire che quando mi arrabbio seriamente è meglio che quel qualcuno che mi ha provocata cominci seriamente a prendere in considerazione l’idea di scappare, perché poi non intendo risparmiare nessuno, e quella situazione poco mi piaceva né era mia intenzione lasciare che continuassero indisturbati… tanto io non c’ero, no?
No, non ero arrabbiata: forse qualcosa di più!
 
 
 
-Jaymi?- dissi paralizzata con uno sguardo come se avessi appena visto una mummia con un’ascia in mano –Jay?- domandò lui fissandomi e tenendomi stretta lì –ti prego… lascia che io metta fine a tutto questo- dissi ancora con lo sguardo dritto davanti a me –oh! Non se ne parla- disse lui ridacchiando –credi sia divertente?- spostai lo sguardo su di lui fulminandolo talmente tanto che gli iniziarono a tremare le mani ed il suo sorriso pian piano si spense –no non lo è, ma lascia che siano gli altri a terminare ciò che loro stessi hanno incominciato- disse freddo sollevandosi dal letto e spostandosi verso la mensola per prendere qualcosa, a vedersi sembrava un po’ di tè.
Avevo in mente un piano per sfuggire dalle sue grinfie: mi sollevai pian piano dal letto e mi misi a sedere.
Tolsi le scarpe e le posai lievemente a terra e poi mi alzai di colpo per poi sfrecciare via verso la porta, ma lui si accorse di tutto e fu tre volte più fulmineo di me.
Lasciò la tazza che cadde in frantumi per terra e scattò verso di me bloccandomi.
-lasciami! Ho detto lasciami!- strillai agitandomi mentre lui continuava a stringermi di più a sé –solo quando capirai che intromettendoti non risolverai nulla ma ti beccherai solo pugni in faccia, come l’ultima volta- disse con voce forzata.
Io mi bloccai mentre lacrime colme di rabbia cominciavano a sgorgare copiose dalle mie iridi verde acqua.
-Jaymi!- lo supplicai un’ultima volta con voce tremante –mi dispiace, ordini dall’alto- rispose lui –ma quali ordini?- sbottai cercando di divincolarmi ancora una volta –stai calma! È tutto sotto controllo- disse calmo lui –non è vero! Perché Josh non gli frena?- ringhiai tre volte peggio di prima –ma se ci sta provando! Senti Jay, vedi di darti una calmata- iniziò anche lui –non ce la faccio! Lo ammazzerà- mi riferivo a Jake che andava contro George.
 
 
Dopo qualche ora ci fu il glorioso trionfo di Jaymi su di me.
Non so esattamente come riuscì a bloccarmi, ma lo fece ed io mi lasciai trasportare sul letto.
-secondo me hanno finito, ne sono sicuro- mi sorrise sincero –già- ricambiai guardandolo sorridente –vedrai che ora tornano- disse di nuovo tastando le sue dita con ritmo sulla mia coscia scoperta –me lo auguro-.
Poi arrivò un messaggio che il mio sesto senso interpretò come una brutta notizia in arrivo.
Scattai prima di Jaymi e lo aprii.
 
Ho fatto una cazzata. Jay ti prego di perdonarmi!
G. x
 
Cosa intendeva? Perché me lo stava dicendo proprio a me?
Mille domande mi salivano su per la testa, tutte senza trovare una valida risposta, mentre su per le vene il sangue cominciava a prendere una strana temperatura: fredda si direbbe.
 
Guardai Jaymi e lì capii che pensavamo entrambi a qualcosa, evidentemente la stessa.
Ci alzammo e scattammo verso la piazza.
Lì trovai un ragazzo steso per terra e tossiva copiosamente sangue.
George mi guardava come se avesse fatto un crimine e fosse stato scoperto sul misfatto.
 
Ad un tratto il giovane mi fissò e, tremante, cadde a terra.
Gelo nelle vene.
Sbianco totale.
Cosa stava succedendo? Era un incubo, lo so: il peggiore mai fatto.
 
 
Quel giorno finì parecchio male, non solo per me… Per tutti!
 
 
 
Angolo Autrice
 
Ciao belle stelline di mare c:,
si sono tornata dall’Inghilterra e con me è tornata la mia fantasia. Yeahhhhh!!
Allora vi racconterei tutto su com’è andata la vacanza ma mi limito a dire che è stata la migliore vacanza studio mai fatta.
Ma passando al capitolo… ammetto che l’ultima parte di questo capitolo non mi alletta molto ma… hope you’ll like it! ;) infondo è al lettore che deve piacere non a me.
Vi starete chiedendo chi è il tizio che è stato ferito e che presto finirà in rianimazione.
Mi dispiace, non ve lo dirò ;) ma accetto scommesse… su fatevi sotto!
 




Amami o odiami, entrambi sono a mio favore.

Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore.
Se mi odi, sarò sempre nella tua mente 

-W. Shakespeare
 

quanto è cucciolino il nostro piccolino <3. 
Ho apportato alcune modifiche non so se ve ne siete accorte ;) recensite? grazie mille <3

Georgesmonkej_ aka little_JCat

  
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