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Autore: La Mutaforma    22/07/2013    1 recensioni
Abbracciata al cuscino, si convinse che gli occhi le lacrimassero per il sonno che tardava a sopraggiungere.
Per aver guardato troppe volte il vuoto.
E le braccia a pezzi, per aver abbracciato troppo spesso l’aria recalcitrante.
Le labbra secche, per aver baciato specchi e dipinti.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel che ho scritto, è stato scritto in un altro di quei giorni. 
Non so se leggerai mai questa storia, ma eri tutto. E io adesso mi sento niente. 
Nè unica, nè speciale, nè insostituibile. 
Nè migliore, nè amica. Nè tanto meno l'unione delle due parole. 
E' quello che sento. Lo so e ne soffro.
La Mutaforma.  
 

Decise che sarebbe stata l’ultima volta.
Quel pianto sapeva di veleno, l’amarezza salata di tutte le cose che non tornano indietro.
Decise che avrebbe pianto un’ultima volta.
L’incresciosa faccenda di qualcosa di mai finito, o forse mai cominciato.
Dipendeva da vari punti di vista.
Che senso avrebbe una cosa che inizia per poi finire? Le cose vere sono realtà infinite. Se finiscono, non sono mai state, mai esiste, mai nate.
…Giusto?
 
 
Abbracciata al cuscino, si convinse che gli occhi le lacrimassero per il sonno che tardava a sopraggiungere.
Per aver guardato troppe volte il vuoto.
E le braccia a pezzi, per aver abbracciato troppo spesso l’aria recalcitrante.
Le labbra secche, per aver baciato specchi e dipinti.
Di notte era più difficile illudersi. Al buio della sua camera, su quel soffitto sempre troppo chiaro, restavano impressi tutti i suoi rimorsi, il mondo perfetto che aveva immaginato.
Stringeva la mano nella sua, in quella sinistra, e se la poggiava sul cuore.
Chiudeva gli occhi e fingeva di stringere un’altra mano -la sua mano.
Avrebbe potuto accendere una luce sul comodino e fingere che fosse giorno, quando poteva ancora stare bene, e il suo mondo illusorio, dove tutto era perfetto, era ancora in piedi.
La notte non valeva la pena mentirsi.
E piangere non avrebbe riportato nessuno indietro.
 
Capì, con quell’ultima lacrima, che quella non sarebbe stata l’ultima.
Non lo era e non lo sarebbe mai stata.
Capì, con un mesto sorriso, che la triste realtà delle cose è che nulla dura per sempre.   
   
 
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