Abbracciata al cuscino, si convinse che gli occhi le lacrimassero per il sonno che tardava a sopraggiungere.
Per aver guardato troppe volte il vuoto.
E le braccia a pezzi, per aver abbracciato troppo spesso l’aria recalcitrante.
Le labbra secche, per aver baciato specchi e dipinti.