L’ombra di un ricordo.
E io ci provo a
dimenticarti, Peter.
Ogni giorno metto in
ordine i cassetti della mia mente, cercando di eliminare le cianfrusaglie che
vi ho lasciato dentro da bambina.
Il tuo cassetto, però,
non lo tocco mai: lo socchiudo appena, di tanto in tanto, giusto per permettere
ai ricordi di prendere aria, di darsi una spolverata. Sono tutti sbiaditi
ormai, Peter. Il tuo cappello è diventato verde pallido. E le foglie che
ornavano il tuo vestito stanno cadendo una a una. Perfino la luce di Trilly si
sta estinguendo. Non è questo il modo in cui vorrei ricordarvi, ma non riesco a
farne a meno. Ogni volta che il mio pensiero vola verso di voi vi trova più
smunti. Più scoloriti. Meno reali. Crescere è come avere una gomma al posto dei
polpastrelli. A lungo andare si finisce per cancellare tutto ciò che c’è stato
prima, mentre chi ti è accanto adesso traccia sui tuoi ricordi rigacce nere con
pennarelli indelebili.
Eppure, anche se penso
di dimenticarti, tu non scompari. Sbiadisci, perdi consistenza, ma rimani
comunque bloccato in quel cassetto al fondo dei miei pensieri, assieme
all’ultimo ricordo che ho di te. Quello della sera in cui ti ho perso.
Quel giorno hai
spiccato il volo dalla finestra della mia stanza facendo una capriola
all’indietro.
Hai promesso che
saresti tornato a prendere mia nipote Margaret la primavera successiva, ma non
l’hai mai fatto.
E quando sei andato via
hai dimenticato qui la tua ombra.
Ogni tanto, se mi volto
troppo in fretta, la sorprendo a scimmiottarmi di nascosto.
La supplico di
lasciarmi stare, le grido di andarsene, ma lei rimane. Solleva le braccia e si
sforza di volare, ma non ci riesce senza di te.
Ha dimenticato anche
lei.
Proprio come John e Michael.
Proprio come i tuoi bimbi
sperduti.
Proprio come me.
La tua ombra resterà
qui, Peter.
Si appoggerà le mani
sui fianchi come facevi tu, mimando il ricordo di un passato che ha ormai
smesso di appartenermi: perché mi calza stretto.
E crescerà anche lei:
la tua ombra.
Si pentirà di averti
fatto dannare così tanto quando eravate assieme. Si commuoverà al pensiero di
averti fatto piangere e sarà inconsolabile quando il pensiero di averti perso
la costringerà a rintanarsi in un angolo, inseguita dai raggi di sole più
testardi.
Un giorno,
infine, morirà al pensiero di non essere più l’ombra di un bambino – ma solo
l’ombra di un ricordo.
Quel
giorno morirò anch’io, assieme a lei.
Ma anche
allora, quando i miei occhi si chiuderanno un'ultima volta, non sarò riuscita a
dimenticarti.
I'm
trying hard to forget you
But my empty walls won't let me let you go
When you took it all, you forgot your shadow
Shadow. Sam Tsui
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Non
avevo mai scritto in questo fandom, pur adorando la
favola di Peter Pan con tutta me stessa. Ma ascoltando la canzone citata a
fondo storia non sono riuscita a non pensare che calzasse alla perfezione con
l’immagine di una Wendy adulta che pensa al suo
Peter. Un Peter che, secondo l’anziana wendy, ha
dimenticato la sua ombra in casa Darling. Un Peter che ormai, per Wendy, è solo poco più che un ricordo.
Un
abbraccio!
Laura