(Vi ringrazio per il vostro sostegno e spero che il prossimo capitolo vi piaccia.)
Capitolo 3. LA CAMERA DELLA BAMBOLE
“Chi è?” Domandai spaventato e la porta si aprì
lentamente. Il corvo entrò dentro e si appollaiò su di una trave.
“Chi sei, come ti chiami?” Chiese Federica gentilmente.
“Sono la guida e vi aiuterò ad affrontare il viaggio nel
mondo del venerdì 17”
“Cosa? Una guida? Ma sei solo un corvo!” Esclamai io.
“Un corvo magico, per la precisione.” Rispose lui
fiero.
“Oh, bene, ci voleva proprio una guida!” Disse Federica
sorridendo.
“Non ci serve una guida! Io conosco bene questa casa!”
Protestai.
“La conoscevi, vorrai dire… tutto è cambiato adesso.
La casa ha preso vita propria, creando delle stanze che prima non
c’erano…”
“Ma chi ti credi di essere, da dove vieni?”
“Basta con le domande e seguitemi!” Concluse il corvo,
facendo strada fuori dalla stanza.
Scendemmo al primo piano e mi resi conto che tutto era cambiato: c’erano dei segni alle pareti e delle piccole candele appesa al muro; nel corridoio, c’erano le stanze dei miei genitori e poi la mia ex camera da letto, dalla quale sentii provenire delle voci di bambini che cantavano e ridevano allegramente.
Aprii la porta della mia camera e vidi tantissimi
giocattoli che danzavano, cantavano e parlavano tra loro. All’improvviso, si
fermarono tutti e presero a guardarci a bocca aperta. Uno di loro sghignazzò e
poi si rivolse a noi sorridendo.
“Venite, venite a ballare con noi!”
Era un pupazzo di legno con la barba bianca e le rughe
disegnate con il pennarello. Si vedeva che quel pupazzo era il più anziano di
tutti.
“Io sono il sindaco della stanza delle bambole e vi do un
caloroso benvenuto.”
Sentii che una forza irresistibile mi stava attirando
dentro la stanza.
“Cosa state festeggiando?” Chiese Federica curiosa.
“Stiamo appunto festeggiando il nostro nuovo sindaco, il
principino Gimmy Ridimmi.”
Il principino avanzò sul lungo tappeto rosso e le trombe
suonarono; poi arrivò la banda musicale e tutti i pupazzi ricominciarono a
ballare felici.
Quando all’improvviso…
“Fermi tutti!” Gridò una voce. Un altro pupazzo di
legno interruppe la festa.
“Soltanto io posso essere nominato sindaco e quindi
venire festeggiato!”
Aveva i capelli rossi, gli occhi neri ed il vestito verde.
“Mio fratello!” Disse il principino Gimmy “Allora
vuoi la guerra!” Aggiunse sguainando la spada.
Le trombe suonarono e la battaglia incominciò; tutte le
altre bambole iniziarono a fare il tifo per l’uno o per l’altro.
“Pestalo! Dagli una lezione!” Urlavano. Era il caos più
totale.
“Ragazzi, è meglio andare. Di solito le bambole sono così
gentili, ma quando si arrabbiano…” Disse il corvo.
Richiudemmo la porta alle nostre spalle e ci incamminammo giù per le scale, sentendo ancora urla eccitate provenire dalla stanza.
(Recensite, vi prego, recensite....)