Lo osservavo di sottecchi, seppur fossi consapevole che mai mi avrebbe degnato di uno sguardo. Era troppo intento a rivolgere gli occhi verso quei capelli perfetti ed impeccabili color terra di siena bruciata.
Certo, era molto più facile innamorarsi della più bella della scuola, piuttosto che accorgersi di una povera epilettica.
Ed ecco che lo sentivo: iniziava da un brivido che percorreva tutta la schiena, per poi arrivare agli arti che iniziavano a tremare e mi sentivo terribilmente debole, così tanto che neanche mi accorgevo di cadere a terra. Ed odiavo quando mi prendeva un attacco perché io non ricordavo nulla, non ero cosciente quando avveniva; mi risvegliavo dopo, come un sonno e vedevo le facce della gente che rideva di me e mi chiedevo cosa diavolo fosse successo.
Le lacrime premevano sui miei occhi, ma poi vidi il suo viso di fronte al mio, preoccupato, che cercava di soccorrermi.
E mi veniva ancor più da piangere, perché lui non si sarebbe mai accorto di ciò che provavo.
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