La sua forte voce eccheggiò e rimbalzò sulle ampie pareti.
Non ebbe risposta. Al posto della donna solo un rotolo di pergamena, posto sul tavolo davanti al grande divano.
La mano dell uomo scivolò veloce fino ad afferrare la pergamena. Già una scintilla di rabbia si era istillata in lui.
Lucius incominciò a leggere, pensando che fosse uno dei soliti stupidi biglietti della moglie, dove gli diceva di essere uscita con il figlio per qualche ora, ma invece...
"Caro, forse poco, Lucius
Lucius, le donne forti soffrono, le donne forti sanguinano, muoiono, ma se
vengono maltrattate si rialzano, anche se provate, rovinate, ma ci riprovano
fino a che non ce la fanno, io faccio parte di loro,
sì, io sono forte!
Noi siamo donne, sì, noi povere illuse che crediamo nell'amore, in un futuro migliore, ma sai, siamo noi... Noi che piangiamo e non abbiamo paura di far vedere che soffriamo, sì perché le ferite, Lucius, sanguinano, e se non vengono chiuse a dovere moriamo, ma io non morirò!
Noi siamo donne, proprio a noi che diamo la vita, e tanto amore, molto spesso viene negata la parola, noi dobbiamo essere succubi, noi abbiamo il dovere di crescere i figli, di chinare il capo e annuire silenziosamente a ciò che nostro marito dice.
Noi siamo povere martiri di tutti i giorni, di cui nessuno saprà mai niente, e nessuno se ne ricorderà, ma siamo vive, io voglio vivere, Lucius... Per questo, io me ne vado, e porto con me nostro figlio perché non diventi come te, meschino, subdolo, falso, che non ha rispetto, nè per gli altri, nè per se stesso... I miei giorni da martire finiscono oggi, mi spiace, io sono forte, vorrei solo poter dire che è stato bello stare con te, ma l'unica cosa che c'è stata di bello tra noi è nostro figlio, sì, lui che ora non vedrai più.
Sai, mi sono stancata di te, dei tuoi silenzi, il tuo non esserci mai, il tuo voler avere sempre ragione; Lucius tu mi hai rovinato. Io sono forte, e ora ho preso la mia decisione, me ne vado da mia sorella Andromenda, chiamami traditrice di sangue, fai come vuoi, ma io sono forte e non ho paura nè di te nè del tuo Signore... Addio Lucius
Distinti saluti...
Narcissa Black"
Addio. Quella parola era davvero troppo. La scintilla di rabbia che si era accesa poco prima diede vita a un fuoco dirompente, che per tanto tempo era rimasto assopito nella parte più oscura di Lucius, ora ardeva forte nel suo cuore e nelle sue membra.
Come spinto da un istinto animalesco, gettò la lettera nel fuoco, con una
possente contrazione della mascella.
Come osava quella stupida dire che lei era più forte? Lei era solo una donna, sì, Lucius era più il forte.
I suoi occhi erano pieni di rabbia. Guardava la lettera che anneriva lentamente e poi, come per risponder alla violenza dell uomo si incendiò così, improvvisamente per soddisfare il suo capriccio bestiale.
Ardeva, easattamente come lo spirito di Lucius, la lettera nel fuoco, che oramai appassita era perfettamente mescolata al resto della cenere nel camino.
“Io sono più forte di quella sgualdrina...” si ripeteva nella mente, ma non
era affatto vero, ogni riga di quella lettera era per lui come una spada che
piano piano penetrava la corazza che aveva indossato per anni, per
proteggersi dal mondo esterno, e soprattutto per proteggere le sue
emozioni, sì Lucius Malfoy era più forte di una stupida donna...