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Autore: scythemeister_MakaAlbarn    23/07/2013    17 recensioni
Chiara come il giorno,
Lieve come un soffio,
Pura come l'Aria.
Venti piccole scene della vita di una famiglia speciale e strampalata.
Una piccola grande famiglia che nella stranezza trova la sua quotidianità...
E la sua immensa dolcezza.
Genere: Demenziale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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THE FAMILY
 

memories
 

 
 

chiara come il giorno,
lieve come un soffio,
pura come l’Aria.
 

 

#1_relazione
La meister si sfregò gli occhi. Il monitor acceso del suo computer diffondeva una tenue luce nella camera. Batté alcuni tasti ed allungò le dita verso il manico della tazza fumante sul comodino. Bruciava.
Se la portò alla bocca e prese due sorsi. Il liquido le scivolò rovente in gola, fino allo stomaco. Quanto amava la cioccolata calda…
La porta cigolò piano mentre alcuni passi si avvicinavano, strascicati. Maka poggiò la tazza al suo posto e attese che Soul si sedesse sul letto, accanto a sé, senza distogliere lo sguardo dallo schermo.
La doghe si flessero silenziose e Soul ghignò, portandosi a cavalcioni su di lei. La sua figura sovrastava il monitor.

 Maka non si scompose quando lui si chinò a baciarle le labbra umide.
“Sto lavorando…” disse soltanto, premendo invio. Soul scrollò le spalle, mordendole poi il labbro inferiore.
“Soul…”
“Eddaai…”- si lagnò lui, facendo scivolare la lingua tra i suoi denti.
Ma la giovane, a malincuore, lo spinse via.
“Scusami…”- disse piano –“Devo finire.”
L’albino mugugnò qualcosa a sguardo basso, incrociando le gambe. Lei era di nuovo immersa nel suo lavoro.
“Mi sposi?”
Maka riprese la sua tazza, trangugiando altri due sorsi. Al termine della relazione mancavano ancora dodici pagine.
“Soul…? Hai detto qualcosa?”
 
 

#2_rispettare l’etichetta
Nonostante i numerosi richiami da parte del prete, niente riuscì a staccare l’albino dalla bocca di Maka prima del fatidico “Ora può baciare la sposa…”
 
 

#3_abitudine
Il vestito era stupendo…
Candido, vaporoso. Un morbido drappeggio scendeva fino a terra, seguito dalla lunghissima coda. Qualche balza, pochi fronzoli, scollo a cuore. Assolutamente perfetto.
E lei era meravigliosa…
Ma dietro al tulle bianco che le ricadeva sul viso imporporato, spiccava il solito broncio.
“Maka…piantala, okay?”- sbuffò Liz, stringendole i lacci del corpetto –“Non te li fai i codini…”
 
 

#4_lunghezze
“No…”- sbuffò Soul, terminata la funzione.
Ghignò malizioso, trascinandosela nuovamente addosso, gli occhi nascosti dai ciuffi troppo lunghi.
“Che cavolo fai, deficiente?!”- ringhiò Maka, mentre una mano si poggiava sul suo sedere rotondo.
“Il vestito è troppo lungo”- aggiunse lui, passandosi la lingua sui denti –“Non riesco a guardarti le gambe.”
E buona parte della gonna si afflosciò al suolo mentre il braccio del ragazzo riprendeva le sue sembianze.
 
 

#5_invito
Soul guardava fisso davanti a sé, seguendo le incrinature che si susseguivano sul tavolino di vetro. Strinse più forte la mano della compagna.
Maka si era fatta piccina piccina al suo fianco, e le guance si erano improvvisamente infuocate.
La camelia portò ambo le mani alla bocca, gli occhi lucidi per l’emozione
“ERA ORA, MISERABILI ESSERI!”- gridò Black*Star, quando finalmente il suo migliore amico si decise ad invitare lui e Tsubaki al loro matrimonio.
 
 

#6_ovvietà
“L’altare…i fiori…non è…simmetri…”
Ma Kid svenne prima di riuscire a completare la frase.
 
 

#7_presagio
“Ho detto di no!”
Maka gonfiò le guance, puntando i piedi per terra.
“Non voglio uscire!”
“Ma perché?”- gracchiò Soul disperato, agguantandola per un braccio.
Lei sbatté il tacco sul pavimento di pietra, provocando un boato secco. La luce colorata delle vetrate le macchiava il vestito di rosa.
“Ho un brutto presentimento…”
“Maka! Ci siamo appena sposati…”- rise il ragazzo, incamminandosi verso l’imponente uscita –“Che vuoi che possa…”
Ma non riuscì a trattenere un grido quando, mosso un passo oltre il portone, Spirit gli saltò addosso col chiaro intento di strozzarlo.
 
 

#8_il potere di un dio
“Senti, Black*Star…”- spiegò dolcemente la camelia –“Il riso devi lanciarlo verso l’alto…piano. Capito?”
Indicò dunque il corpo del giovane albino steso a terra in una pozza di sangue.
 
 

#9_bouquet
…voglio quel mazzo voglio quel mazzo…
Maka ondeggiò sorridente e un po’ impacciata, voltando le spalle alla folla trepidante che si era raccolta nella piazza. Soul la guardava, divertito.
“E uno…”- cominciarono in coro amici e insegnanti.
Marie si torturava le mani. Aveva aspettato tanto…
…voglio quel mazzo…
“E due…”
…il mazzo il mazzo…
“E TRE!”- esclamò la giovane sposa, scagliando il bouquet oltre la testa.
La Death Scythe allungò le braccia, vedendolo volare nella sua direzione. Vicino, sempre più vicino.
…lo voglio lo voglio lo voglio!
Qualcuno cacciò un urletto quando questo venne arraffato al volo dalla micetta nera a cavallo della sua grossa zucca.
Marie, sconfitta, si accasciò a terra.
“Nya!”
 
 

#10_benedizione
E’ cresciuta così in fretta.
Spirit si asciugò il naso con la manica della giacca. Il sole era già calato da un pezzo.
Oggi non ha tirato fuori l’enciclopedia neanche una volta.
La sua bambina…
La vide correre sull’erba umida del cortile di casa con le scarpe legate al polso. Osservò le sue mani sottili armeggiare con il velo sulla testa, i capelli finalmente liberi e scarmigliati. Soul la prese in braccio di peso, schioccandole un bacio sulle labbra mentre lei scalciava ridendo forte.
Ti amo.”- lesse sulle loro bocche e negli occhi illuminati dalla tenue luce dei lampioni.
Ancora qualche secondo ed entrambi sparirono nel quadro buio della porta. Spirit calciò un sasso, affondando le mani nelle tasche.
Da quando avevano cominciato gli studi erano sempre vissuti in quel condominio decadente.
Sbuffò…
Dopotutto era felice in quel momento.
“E’ un bravo ragazzo…”- dovette ammettere a se stesso.
Felice per lei.
Kami*, tesoro…come vorrei che tu fossi qui.
Felice con lei.
 
*Kami è il nome della madre di Maka, per chi non dovesse saperlo.
 
 
 
#11_missione
Maka fece leva sulla lama della sua falce, tranciando di netto il braccio tumescente.
“Posso lamentarmi?”- gracchiò, mentre un fiotto di sangue denso le schizzava sulla guancia.
“Zitta e guarda dove metti i piedi, senza-tette.”
Saltò, muovendo il manico in avanti. Il sibilo di una frustata passò a pochi centimetri dai suoi talloni. Sullo sfondo svettava l’imponente torre d’acciaio.
“Ma uffa…”- piagnucolò, gonfiando le guance –“Siamo in luna di miele…”
Le strade di Parigi sembravano così scure, percorse a perdifiato.
Soul sogghignò - “Anch’io preferirei farti compagnia a letto in questo momento.”
La meister si sbilanciò in avanti, ricadendo al suolo leggera.
“Sei davvero un idiota, Soul Eater…”
Conficcò la lama tra le mattonelle di porfido e fece perno, ruotando col busto. Una ginocchiata colpì l’Uovo di Kishin allo stomaco.
“Pittore pazzo Van-Gogh.”- disse calma, traendo a sé la falce –“Io mieterò la tua anima.”
 
 

#12_punti di vista
  “Cioè, tu mi stai dicendo…”- balbettò l’albino ad occhi spalancati. Fece ricadere le posate, che tintinnarono scontrandosi nel piatto e mandò giù il boccone che gli era rimasto incastrato in gola.
Maka abbassò appena lo sguardo, carezzandosi il ventre.
“Non potremo farlo per nove mesi?!”
 
 

#13_questione di tatto
Black*Star fece un cenno con il capo, vedendola camminare all’altro lato della strada. Portava un grande pacco ricolmo di abitini tra le braccia e il pancione era ormai visibile. Si rigirò il ghiacciolo nella bocca. La trovava buffa con quel suo vestito bianco a fiori e i capelli che si appiccicavano alle guance sudate.
“Ehi, balena!”
 Nonostante le mani occupate, l’enciclopedia lo colpì alla fronte con impareggiabile precisione.
 
 

#14_l’istante
La stanza era asettica e faceva un gran caldo.
“AAAAAAH!!”
L’urlo parve squarciare il bianco delle pareti. Soul si aggrappò alla sbarra del letto, boccheggiando.
“Non ce la faccio più…”- riprese senza fiato.
Lo stomaco si contorceva, il sangue premeva nella testa.
“Basta, non ce la faccio più…”
Una giovane infermiera dagli occhi dorati gli sfiorò la spalla.
“Signore, si calmi, per favore. Sua moglie…”
Maka lo squadrò con occhi infuocati. Vi si leggeva una sofferenza che mai aveva visto prima.
“Soul…”- ringhiò tra una spinta e l’altra, trattenendo a stento le urla –“Stai zitto, deficiente…”
Gli arpionò una mano sudata e lui la strinse più forte che poté.
“Un ultimo sforzo, signorina!”
Il volto della giovane si contrasse in una maschera di dolore.
E poi un pianto… Sottile, dolce.
“E’ una femminuccia!”
“Maka…”
Lei socchiuse gli occhi tra i rivoli di sudore, ansimando.
“Maka!”- ripeté il giovane ad occhi spalancati, mentre la dottoressa gli piazzava in braccio un fagotto frignante e arrossato. Gli sfuggì una lacrima e poi un’altra e un’altra ancora… E intanto rideva, rideva forte.
“Maka… Maka!”
La baciò.
Grazie Maka.
 
 

#15_sorellina
Il numeroso gruppo aveva assediato la sala d’attesa. C’era chi si mangiava le unghie, chi consumava il pavimento facendo avanti e indietro da ore.
Un lungo, lunghissimo travaglio.
“La mia bambina…”- ripeteva Spirit tra le lacrime –“Sarò nonno…”
E il dottor Stein, avvitando la sua grossa vite, lo guardava di sbieco.
Che gli facesse pietà? No, era senza dubbio disgustato.
Patty si alzò di scatto, facendo cadere tutti i pastelli che teneva sulle ginocchia. Pestò i fogli mentre si metteva a correre.
E Black*star la seguì a ruota,  urtando persone e oggetti.
“Patty!”- chiamò la sorella, colta di sorpresa.
Poco a poco tutti abbandonarono i rispettivi posti, riversandosi negli stretti corridoi dell’ospedale.
Svoltarono a destra e salirono le scale, reparto dopo reparto.
Patty spalancò la porta che sbatté contro la parete scrostata. Il ragazzo albino la osservava sorridendo, gli occhi cremisi bagnati di lacrime. Non sembrava nemmeno lui, così felice…così umano.
Tsubaki si coprì la bocca mentre la piccola Thompson si avvicinava ad una Maka segnata e stanca.
“Sorellina…”- sussurrò, premendo delicatamente la guancia della neonata che reggeva tra le braccia.
 
 

#16_nome
“Aria…”
“Aria?”
“Sì, Aria…”- ripeté Soul, scocciato.
L’azzurro rimase un attimo in silenzio, sorseggiando rumorosamente la sua limonata.
“Ma che razza di nome è Aria?”
La falce si portò una mano alla fronte...
“Ti ricordo che tu ti chiami Black*Star…”- sbottò Maka, acida.
Tsubaki le rivolse un sorrisino di scuse mentre la minuscola bimba che le avevano affidato le sbavava bellamente sul braccio, agitando il suo sonaglino colorato.
“E’ adorabile.”- rise, arruffandole i morbidi capelli nivei –“Ha i tuoi occhi, Maka.”
La giovane mamma arrossì, succhiando dalla sua cannuccia.
“Perché l’avete chiamata Aria?”
Mamma e papà si lanciarono uno sguardo complice.
“Perché ci è indispensabile…”
 
 

#17_follia
“Mamamama…bababa…”
“…”
“Macciao, bella di papà, ciao!”
Kid rimase immobile a guardarlo per qualche minuto, poi si voltò dirigendosi in cucina dove Maka stava lavando i piatti.
“Maka…”- sussurrò con preoccupazione –“Tuo marito sta impazzendo.”
Lei si sporse sul bancone per riuscire a vederlo.
“Ciao, nanetta. Babababa, cucciolina di papà!”
E tornò al suo lavoro.
 
 

#18_avvertimenti
“Mi raccomando, piccina…”
Spirit  si chinò su di lei, con sguardo severo.
“Stai sempre attenta agli uomini.”- proferì –“Sono esseri infidi e cattivi, ti pugnalano alle spalle, abusano della tua fiducia…”
Due goccioloni si formarono agli angoli dei suoi occhi.
“Sono cattivi, cattivi, CATTIVI!”- scandì a voce alta.
Aria piegò la testa di lato, interrogativa. Suo nonno forse stava impazzendo, faceva facce buffe e parlava strano.
“Ma il peggiore di tutti è il tuo papà.”- continuò, isterico –“Quel coltellino svizzero incapace… Tu resta sempre col nonnino, eh?”
E Maka si decise a tirare sua figlia fuori dal girello, traendola in salvo.
 
 

# 19_insegnamenti
La bimba zampettò veloce, seguendo Blair sul balconcino.
Maka non era sicura che la gatta avrebbe avuto una buona influenza su di lei. Tuttavia non ci stava troppo a pensare.
Soul allungò le gambe sul basso tavolino, calciando qua e là le matite e i fogli accartocciati che lo invadevano.
La luce ancora accesa in cucina filtrava dal quadro della porta. Maka si avvicinò a passi lenti, silenziosa come sempre.
“Che avete fatto oggi, papà?”- sorrise, raccogliendo uno dei tanti fogli sparsi in terra. Lettere colorate, linee tremolanti e incerte.
Mio padre è un figo.
Maka socchiuse gli occhi, corrugando la fronte. Le labbra si arricciarono in un’espressione di disgusto.
Dal divanetto, Soul la osservava colmo d’orgoglio; alzò un pollice in segno di vittoria.
Quando l’enciclopedia lo colpì in mezzo agli occhi e un grido gli morì in gola.
“Ma sei stupida?!”
Maka rettificò…sicuramente Soul aveva su di lei un’influenza peggiore.
 
 

#20_un divanetto nuovo
Soul premette il naso contro la guanciotta soffice di sua figlia. Si era appena addormentata, stretta stretta al suo papà. I capelli sottili si erano tutti impiastricciati alla bava che le colava dall’angolo della bocca. E piano piano si allargava viscida sul cuscino in tela chiara.
…schifo…
La mamma la osservò, disgustata.
“Soul…”
Lui allungò il collo, stampandole un bacio sulle labbra. Sogghignò.
“Hai rovinato mia figlia.”- ringhiò Maka, continuando a guardarlo male.
“Beh, in qualcosa doveva pur assomigliarmi.”
Un altro bacio.
“Soul…lo pulisci tu il divano.”
 
 

ANGOLO A ME:
Ehi! Sì, sono ancora io!
Per prima cosa ringrazio chiunque abbia avuto la voglia di leggere queste “scenette”. Le ho scritte immaginandomi un album fotografico. Per ognuna ho immaginato una fotografia e le storie sono saltate fuori di conseguenza. Mi sono divertita moltissimo a scriverle!
Spero vivamente che possano piacere anche a voi…
Quindi, se avete voglia, recensite! Magari potreste scrivermi quale scena avete preferito.
Ci terrei molto ad avere un vostro parere.

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Ed ecco a voi la mia piccola Aria!
Scusate se si vedono le linee a matita...ma mi piacevano un sacco! L'ho disegnata in modo che capiste esattamente come l'immaginavo. Occhi smeraldini e capelli nivei! Vi piace?
La mia amica Vill avrebbe dovuto scrivere una storiella BONUS, me l’aveva promesso! Ma quella tonta “non riusciva a trovare l’ispirazione”. Seh, seh, certo. Dovrà stare molto attenta agli angoli bui d’ora in poi!
Mi ha in ogni caso dato una mano e il suo aiuto è stato molto importante. Per questo ti ringrazio, Vill!
Inoltre, per chi seguisse la mia fanfic “A Tie Called Eternity”, tengo a comunicare che mi sto impegnando molto per scrivere un capitolo degno di questo nome.
Mi scuso per l’infinità di tempo che impiego ogni volta a pubblicare e ringrazio chi ancora tiene a leggerla.
Grazie davvero…
E APPRESTOOO!

scythemeister_MakaAlbarn
  

  
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