Prompt: 14.Telefonata
Titolo:The marine moster- Il mostro marino
Autore: Choccolate_powa
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Seamus Finnigan, Dean Thomas
Genere: Generale
Rating: Verde
Avvertimenti:
Lunghezza:465 parole
Eventuali note dell'autore: Questa storia, partecipante al challenge "Slice of life" di areon, è un po' una storia delle prime volte. E' la prima storia della mia prima challenge, la prima storia della mia prima serie, la prima storia che ho scritto su questi due personaggi e su questa coppia. Scusate se le è maiuscole hanno l'apostrofo ma non ho altro modo...ho paura di aver sbagliato qualcosa e che sia orrenda!Ho messo genere generale perché non sapevo di che genere è... se mi lasciaste una recensione sarei molto felice! Grazie e alla prossima!


Driiiin
"Rispondo io!" Dean si avvia verso il telefono ed alza la cornetta.
"Pronto? Chi è?"
"Il mostro marino."
"Seamus!"
"Chi altri se no? Per caso c'è qualcun'altro che ti chiama tutti i giorni a quest'ora?"
"Non dirmi che sei geloso!" Dean scoppia a ridere.
Dall'altro lato della cornetta, a miglia di distanza, Seamus sta pensando a quanto ami la sua risata.
Sta pensando a quanto adori farlo ridere.
"Sei ancora lì, Seamus?"
Seamus si riscuote dalla sua trance:"Sì, sì, scusa. Mi sono incantato un attimo, scusa. Cosa dicevi?"
"Ti stavo chiedendo cosa succede lì."
"Mmmm... niente di che. Mia mamma si è convinta che ho una ragazza, l'ha raccontato a tutte le sue amiche e adesso stanno organizzando il mio matrimonio." Dean scoppia a ridere di nuovo.
"E da te invece, che succede?"
"Beh, la mia invece continua a fare strane allusioni riguardo alle nostre telefonate e ho paura che cominci a frugare in camera  mia."  adesso è Seamus che ride.
"Non ridere. E' una cosa seria. Immaginati se scoprisse di noi."
"Sarebbe anche ora di dirglielo. Non credi?"
"Non prima di averti rivisto. Sai, ho una voglia incredibile di tornare a scuola."
"Anch'io... Dean, senti,non ce la faccio più senza di te. Sentire la tua voce attraverso uno strumento Babbano non mi basta. Dean, ho bisogno di te."
Dean sta per rispondergli che anche per lui è così, che le giornate estive senza di lui sono vuote e noiose, che attende la sua telefonata giornaliera dal momento in cui abbassa la cornetta a quello in cui la alza di nuovo, che tutto sembra pù smorto e buio visto che non c'è lui ad illuminarlo e che anche il sole sembra sbiadito, ma prima che possa aprire bocca sua madre lo chiama.
"Dean, vieni. E' ora di mangiare!"
"Seamus, mi dispiace. Devo andare."
"Mi prometti che ci incontreremo prima della fine delle vacanze?" Dean non ha il cuore di dirgli che tra due giorni partirà per le vacanze e che non tornerà in Inghilterra fino all'inizio della scuola.
"Certo, Seamus." Seamus si sente sollevato, come se il peso che aveva nel petto gli avesse dato un attimo di tregua.
E' sicuro che lo rivedrà presto. Quello stesso peso invece continua invece a pesare nel petto di Dean.
Non è sicuro di riuscire a resistere senza rivederlo.
"Allora ti chiamo domani. A presto, Dean."
"A presto."
Sta per posare la cornetta quando:"Aspetta un attimo. Ti devo dire una cosa."
"Che cosa?"
"Ti amo." poi il suono della telefonata che si chiude gli riempie le orecchie.
"Allora, Dean chi è che ti telefona sempre? Per caso hai la ragazza?"
Le guance di Dean diventano rosse. I suoi occhi si riempiono di lacrime.
Perché non il ragazzo? Vorrebbe dire.
Ma le sue labbra non si muovono.