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Autore: Giuls_BluRose    23/07/2013    5 recensioni
Storia collocata nel futuro di Trunks.
Cosa succede se la piccola Pan dovesse incontrare suo padre, anche se solo per pochi minuti, in una specie di sogno?
Può un padre illudere così tanto una bambina sul loro futuro insieme o la promessa che fa potrebbe essere mantenuta?
Alle volte solo il cuore sa la risposta giusta
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mirai!Gohan, Pan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Nel futuro di Mirai Trunks'
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Ciao a tutti ragazzi!
Eccomi con una nuova fic sul futuro di Trunks...
Pan potrebbe incontrare il padre, ma le sue promesse sono solo un'illusione o potrebbero divenire realtà?
Bhè aspetto con ansia le vostre recensioni!
Alla prossima, un bacio :*

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“Mamma mamma, mi racconti una storia?”

Lo sguardo di Pan, di soli quattro anni, si era fatto dolce e supplicante: quella sera non aveva proprio voglia di andare a dormire.

“Un'altra? Sarà la quinta che ti racconto!”

“Dai mamma! L'ultima te lo giuro...”

Pan usò il suo asso nella manica per farsi dire di si: gli occhi da cucciolo bastonato, Videl alla fine cedette e si sedette nuovamente sul letto della piccola scompigliandole dolcemente i capelli.

“E va bene, ma poi dormi chiaro? Allora ce n'è una in particolare che ti piacerebbe ascoltare?”

La bimba ci pensò su un po', poi fece un piccolo sorriso e annuì

“Si mammina, mi racconti nuovamente la storia di papà?”

Videl a quelle parole mancò un battito e sentiva le mani che iniziavano a sudare, Pan era solita chiedere di suo padre, ma lei non ci aveva ancora fatto l'abitudine.

“N-ne sei proprio s-sicura?”

La voce di lei si era fatta strana e aveva finito la frase in un sussurro. La figlia non colse subito la tristezza che aveva suscitato nella madre e ingenuamente disse che ne era sicura al cento per cento. A volte Videl si stupiva di quanto quella peste avesse preso dal padre, era identica a lui in tutto e per tutto: dai capelli scuri agli occhi estremamente dolci e vivace, color della pece; il carattere era molto simile a quello della madre in quanto anche la piccola era molto testarda, ma era ingenua e odiava ogni forma di ingiustizia.

“E va bene, ma poi basta..”

“Certo mammina!”

“Ok... tuo padre, Son Gohan , era un ragazzo fantastico che odiava ogni tipo di ingiustizia e faceva di tutto per riportare la pace sulla Terra...”

Videl continuava il suo racconto con un sorriso amaro e la piccola lo ascoltava assolutamente rapita dalle imprese che sua madre raccontava riguardanti il suo adorato padre, quello che non aveva mai conosciuto e che forse non lo avrebbe mai visto. Nel suo piccolo cuore c'era molta tristezza per quel genitore perso prematuramente e in lei ardeva il desiderio di sconfiggere quei due terribili androidi, che da anni disseminavano il panico sul pianeta. Quando Videl ebbe concluso il racconto non potette trattenere le lacrime che già da tempo le pungevano gli occhi, Pan se ne accorse e pensando che fosse colpa sua l'abbracciò forte chiedendogli perdono.

“Ma di che ti scusi tesoro, tu non c'entri assolutamente niente”

“E allora perchè piangi mammina?”

“Niente, non ti preoccupare”

“Sicura?”

“Si adesso fai la brava e dormi, me lo avevi promesso”

“D'accordo, buona notte mamma”

“Notte piccola mia sogni d'oro”

Videl rimboccò le coperte alla piccola e dopo averle dato un dolce bacetto se ne tornò in camera sua, colma di un'immensa tristezza: odiava sdraiarsi in quel letto e non trovare il suo amato Gohan accanto a lei, l'unica cosa che le rimaneva da fare era stringersi al cuscino e piangere in silenzio.

Pan stava dormendo tranquillamente ma una strana presenza nella stanza la fece svegliare di soprassalto: cosa stava succedendo? Sentiva una seconda aura nella stanza, ma Videl era nella sua camera e lì con lei non c'era assolutamente nessuno. In un secondo però Pan fu abbagliata da una luce splendente e si ritrovò in un luogo a lei sconosciuto, era tutto bianco. Una strana macchia di colore si stava delineando davanti ai suoi occhi, poi si accorse che era una figura umana, le sembrava così familiare....

Era un uomo dai capelli neri alti e gli occhi altrettanto scuri, il volto giovane era indurito da lineamenti che sembravano non appartenergli del tutto e da una profonda cicatrice che lo segnava dalla tempia sinistra alla guancia corrispondente. Indossava una tuta arancione legata in vita da una cintura blu e sotto una maglia dello stesso colore, la piccola notò che il braccio sinistro era assente.

Pan riconobbe in lui la descrizione che le era stata fatta dalla madre del suo adorato papà, non poteva essere: lui era morto da quasi cinque anni e lei non stava sognando.

L'uomo le si avvicinò guardandola con occhi dolci e si abbassò alla sua altezza per poi stringerla in un lungo abbraccio, Pan sentiva che l'uomo stava piangendo sulla sua spalla e pronunciava il suo nome tra i singhiozzi. Quasi per istinto la piccola pronunciò debolmente una parola che fece piangere ancora maggiormente il giovane:

“Papà...”

Ma allora l'aveva riconosciuto, Gohan non ci poteva credere e stringeva la piccola in modo che nulla potesse portarla via da lui per nessuna ragione al mondo.

Il giovane l'alzò prendendola in braccio e si accorse che anche lei stava piangendo, ma lo guardava anche con sguardo curioso.

“Si, sono io, papà!” Furono le uniche parole che il ragazzo riuscì a pronunciare.

“Ma-ma come può essere?”

“Sono venuto qua per poterti conoscere piccola mia, volevo vedere dal vivo il tuo bel visino allegro e simpatico e per poterti stingere almeno per una volta a me.”

“Ma allora sei tornato in vita e rimarrai per sempre con me!”

Quell'affermazione aveva fatto tremare il giovane eroe.

“No, mi spiace tantissimo Pan ma non potrò rimanere con te e la mamma, non posso, so che sei piccola per capire ma cerca di farlo....”

Gli occhi di Pan si riempirono di lacrime e urlò contro il padre con tutta la sua forza:
“SI CHE CAPISCO! TU NON MI VUOI BENE E NEMMENO ALLA MAMMA, ECCO PERCHE' TE ANDRAI NUOVAMENTE!”

Quella frase arrivò al cuore di Gohan come un tuono a ciel sereno, non poteva vedere la figlia piangere, non voleva che lo ricordasse come un padre snaturato che ha rifiutato la propria famiglia, così la strinse ancora di più e se e le sussurrò in un orecchio nel modo più dolce e rassicurante che poteva:

“Oh tesoro, non è vero: io adoro sia te che tua mamma, per me siete le cose più importanti del mondo e avrei tanto voluto rimanere con voi per sempre, ma non posso. Già è un miracolo che mi abbiano fatto scendere un po' per venirti a trovare, mi hanno imposto di ritornare in paradiso, ma non ti devi preoccupare: mi hanno detto che Bulma sta progettando una navicella che porterà Trunks su Namek e potrà raccogliere le sfere del drago e...”

“COSI' POTRAI RITORNARE IN VITA PER SEMPRE!”

“Si piccola mia, per sempre!”

“Oh come sono felice papà”

Pan si aggrappò al collo del genitore e lo tempestò di baci.

“Ahahahahah, ho capito amore, ma mi devi promettere una cosa: fino a quando non ritornerò in vita tu non dire a nessuno del nostro incontro di questa notte, intesi? Sarà l nostro piccolo segreto.”

“Te lo giuro papino, non lo dirò a nessuno!”

“Brava piccola, tieni questo è per te”

Gohan estrasse dalla tasca una catenina d'oro a forma di cuore dove c'era inciso il suo nome e quello della figlia.

“Così nel frattempo non mi dimenticherai...”

“E come potrei scusa?”

Un ultimo abbraccio seguito da un bacetto che Gohan fece schioccare sulla guancia della piccola, poi Pan si ritrovò di nuovo nella sua stanza, da sola. Strinse a se la catenina e si addormentò nella speranza che presto avrebbe riabbracciato il tanto amato padre.

Anche Videl se ne stava in camera sua, ma non riusciva a prendere sonno, c'era qualcosa che la turbava, ma non sapeva che cosa fosse. Da anni ormai lasciava la finestra aperta, anche d'inverno, in modo che il marito potesse fare ritorno da lei... Improvvisamente si accorse che la luna piena stava facendo risplendere sul pavimento della camera un'ombra di un uomo che lei conosceva benissimo, pensando che fosse la sua immaginazione si diede della stupida e chiuse gli occhi in cerca di sonno, ma un abbraccio e delle labbra sul proprio collo dovettero farla ricredere. Si voltò velocemente e si accorse che accanto a lei c'era proprio il suo amato Gohan, la ragione non fu più dalla sua parte e si scagliò contro di lui tempestandolo di baci e carezze sempre più audaci. Lui dal canto suo la strinse a se sussurrandole di smettere di piangere altrimenti avrebbe svegliato tutti.

“Non mi puoi chiedere così tanto, oddio come mi sei mancato amore, ti amo, ti amo!”

Non riusciva a smettere di tenerlo stretto a se e ripetergli che lo amava.

“Anche io amore, da morire”

“Allora rimani qui con me per sempre!”

“Ti giuro che presto accadrà, ritornerò per sempre con te e sarò tuo per l'eternità!”

Videl non resistette più e scoppiò in un pianto dirotto e Gohan fu costretto a baciarla con estrema passione per riuscire a calmarla. In poco tempo i due furono sopraffatti da una terribile nostalgia e dopo anni tornarono ad amarsi come quella notte in cui avevano concepito Pan.

La notte passò veloce e Videl dopo un sacco di tempo tornò ad addormentarsi beatamente sul petto marmoreo di Gohan, ma la mattina arrivò troppo in fretta e Gohan come per magia si dissolse nell'aria, come se fosse un angelo regalando a Videl la gioia di tornare a vivere e la speranza di ripoter finalmente riabbracciare il suo unico amore.

 

 

“Trunks, la navicella è pronta, destinazione Namec!”


   
 
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