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Autore: Bro    23/07/2013    4 recensioni
Jenna e Raven sono due ragazze come tante altre, se non per un piccolo particolare: si amano. E tutto quello che desiderano è poter restare l'una accanto all'altra, anche se per una sola notte.
Scritto per cercare di far capire che le coppie omosessuali sono stupende tanto quanto quelle etero, perché i sentimenti sono gli stessi.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La bruna con uno sgambetto fece stendere la mora sul letto e in un lampo le fu sopra. La mora sussultò e arrossì violentemente vedendo l’espressione dell’altra: gli occhi verde foglia erano delle fessure sul suo volto, ma c’era qualcosa… qualcosa di estremamente dolce in quello sguardo. La bocca nella penombra era una sottile linea scura, curva verso l’alto a scoprire i denti bianco latte e un canino affilato come la lama di un pugnale, in netto contrasto con la dolcezza dei suoi occhi brillanti. Attorcigliò le dita di una mano con quelle di lei e si avvicinò. << Sicura di volerlo fare? Non è che mi fermi sul più bello? >> sussurrò. La mora annuì senza dire nulla, gli occhi dorati sbarrati per l’imbarazzo e la tensione. << E non guardarmi così, Jenna. Mi sembri posseduta da un demone Superiore! >> disse trattenendo una risatina.
Jenna, per tutta risposta, divenne ancora più rossa, finendo per somigliare ad un pomodoro radioattivo. Abbassò lo sguardo impacciata. << E-e tu dovresti smettere di leggere così tanto Shadowhunters, Raven! Stupida… >> disse. Lei non lo sapeva, ma Raven la trovava adorabile quando faceva l’uke premestruato.
Il viso della bruna si avvicinò al suo timpano. << Rilassati >> sussurrò. Nella sua voce si poteva scorgere una pacatezza quasi anormale. << Ti guido io >>. Le morse piano l’orecchio e alla mora sfuggì un piccolo gemito. Sentì Raven soffocare una risata, ma nessuna delle due disse niente. La bruna scese sul collo e lo sfiorò con la lingua. Un brivido risalì la spina dorsale di Jenna: piacere o nervosismo? In quel momento non avrebbe saputo dirlo. Era troppo concentrata ad ascoltare le labbra morbide di Raven che le baciavano teneramente il collo. Lentamente, i suoi muscoli persero rigidità, facendola a poco a poco rilassare mentre l’altra allungava la mano sulla cerniera dei pantaloni continuando a baciarle la gola. La mano di Jenna scattò senza lasciarle il tempo di riflettere e afferrò il polso della bruna.
Raven si allontanò, lievemente sorpresa, ma invece di arrabbiarsi come temeva Jenna il suo atteggiamento si addolcì. Le prese il viso tra le mani e le carezzò le guance con una delicatezza talmente inaspettata che arrossì pure lei. << Jenna… >>. Nel solo dire il suo nome c’era un sentimento tanto forte e concreto da essere quasi visibile, quasi tangibile se solo avesse allungato le dita. << Se non te la senti non devi fare altro che dirmelo, lo sai >>.
Fece appena in tempo a finire la frase che la mora le afferrò il colletto della camicia e la tirò a sé. Il sapore dolce-amaro di quelle labbra rosso sangue le pervase la bocca e le scosse il cuore, che fino a quel momento era stato protetto da uno spesso strato di ghiaccio. Le dita  di Raven le scivolarono dietro la nuca e si attorcigliarono tra i suoi capelli, baciandola con irruenza ancora più in profondità.
Stavolta fu Jenna a distendere la mano fino ad arrivare ai bottoni della camicia dell’altra. Trafficò finché non riuscì a slacciarli tutti.
La bruna le sfiorò i fianchi e si staccò un istante da quei baci appassionati per toglierle la maglietta. A lambire quella pelle vellutata, priva di qualsiasi difetto, il desiderio la investì come un camion in corsa. Non ricordava di aver mai desiderato tanto qualcuno o qualcosa in vita sua. Era peggio di una droga, per lei: il profumo di lavanda che emanava le attraversava il condotto nasale e saliva fino ad arrivare al cervello e annebbiarle la vista, spedendola in uno stato confusionale. Smettila, è una cosa sbagliata. Questo pensiero la tormentava, ma per quanto avesse cercato di togliersela dalla testa continuava a pensarla, a desiderarla.
Ad amarla. Ne era completamente dipendente. E non poteva farci nulla.
Ebbe un piccolo lamento di compiacimento quando Jenna le passò le mani sulle spalle e sulla schiena, sotto la camicia di flanella. Le maniche scivolarono lungo le braccia magre e la camicia che la copriva fino a pochi istanti prima planò per la stanza e atterrò con grazia sul pavimento. Le unghie di Jenna le graffiavano la schiena tanto era eccitata, ma Raven non se ne accorse neanche mentre le sfilava i pantaloni e alzava il lenzuolo che fungeva da coperta.
Quello che accadde dopo sono fatti altamente personali (oltre che scontati). Per i dettagli, rivolgetevi alle dirette interessate.
   
 
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