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Autore: Belarus    23/07/2013    2 recensioni
«Angleterre… lo sai che quello non è tuo figlio, vero?» azzardò, con una risatina isterica.
«Shut up french frog! È come se lo fosse! E ora fila in bagno e vai a fare il tuo lavoro, non ti ho tenuto in casa mia per fare da soprammobile! Go, go, go!»

{Lieve FrUk in onore del Royal Baby!}
[To Stuart, because he's my dirty british chenille]
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: The Son - The Royal Birth
Rating: Verde.
Personaggi: Arthur Kirkland{England}; Francis Bonnefoy{France}; Altri accennati{William d’Inghilterra e Kate Middleton, duca e duchessa di Cambridge}.
Avvertimenti: Vagamente OOC, ma è perdonato dal contesto e dalla mia probabile visione distorta della realtà.
Genere: Comico; Generale.
Note: Dato che “caso” abbia voluto che io mi trovassi a Londra e io sia una di quelle rare patite di famiglie reali, matrimoni e nascite storiche, non ho potuto esimermi dal generare questa idiozia per le strade, tra bandierine britanniche sventolanti e gente che festeggiava. Ovviamente è una FrUk, oltre ad essere pallosa sono anche monotona, je sais, ma la Francia Britannica ringrazia e l’idea di come avesse potuto apprendere la notizia Arthur mi stuzzicava *-*. Comunque, congratulazioni a William e Kate, probabilmente gli scriverò una letterina che non giungerà mai e riceverò la risposta di un maggiordomo addetto a tale compito, ma sarò felice. Viva Il Regno Unito, mes amis!




The Son - The Royal Birth



L’urlo isterico, decisamente poco elegante che seguì quel prolungato, interminabile momento di silenzio, fu ciò che di più felice il Regno Unito avesse mai udito dopo decenni. Poggiò lieto il quotidiano che aveva deciso di sfogliare dopo cena e si diresse verso lo stretto corridoio dell’appartamento vittoriano su Great George Street, alle sue spalle schiere di giornalisti della BBC assalivano ogni pollice del minuscolo televisore antiquato abbandonato in salotto. Gli occhi blu scivolarono sul vecchio tappeto indiano che l’altro si ostinava a utilizzare come decoro demodé, un sorriso incontrollabile gli distese le labbra, mentre l’inglese recitava con naturale impeccabilità i dovuti saluti di commiato previsti dall’etichetta e interrompeva la telefonata.
«Il messo ti ha annunciato il lieto evento?» chiese divertito, prima di ritrovarsi appeso al muro insieme alle svariate photo di regnanti e personaggi che avevano fatto la storia di quell’isola, a causa di una spinta troppo energica.
«È nato alle sedici e ventiquattro, ovviamente un maschio, te l’avevo detto, io me lo sentivo! Pesa otto libre e sei once, i dottori del St Mary’s lo terranno sotto osservazione con Kate per un po’ non vogliono che ci siano problemi!» trillò euforico correndo su e giù per la casa in preda alla frenesia più cieca.
«Oh tous mes vœux! Come si chiama il principino?»
Arthur gli scoccò un’occhiataccia lapidaria.
«Non essere idiota, non si sceglie certo dopo undici ore il nome del futuro erede al trono! Bisogna pensarci con cura, vagliare le proposte, consultare gli annali storici, sondare il volere del popolo e della famiglia reale!» soffiò con ovvietà, tornando a gironzolare per ogni piano.
Comprendeva perfettamente cosa significasse l’annuncio di un nuovo principe o regnante, durante i suoi lunghi secoli aveva assistito a così tante nascite da aver perso persino il numero preciso, ma a ogni vagito provava sempre la medesima fitta al cuore che lo scaldava per giorni. Sapeva quanto quel bambino fosse importante per Arthur, aveva atteso quel giorno dall’istante stesso in cui ne era stato informato, il suo carattere era persino andato peggiorando – qualora fosse possibile peggiorare qualcosa già pessimo – e per qualche ragione ignota, Francis si era ritrovato sequestrato in quell’abitazione con il divieto di allontanarsi per qualsiasi ragione, fosse stato anche un bombardamento su Parigi. Eppure, quando lo vide rovesciare la cesta del ricamo senza alcuna remora ed estrarne una chiave dorata con il sorriso più inquietante che il francese avesse visto sul suo volto dalla battaglia di Trafalgar, capì che qualcosa non andava.
«Arthùr… cos’è quella?» domandò titubante, mentre l’altro gliela sciorinava innanzi smagliante.
«Questa è la chiave del mio armadio, devo indossare il completo per la cerimonia e tu devi portare il tuo ingombrante sedere francese in bagno, prendere pettine, forbici e qualsiasi altra diavoleria ti serva per sistemarmi i capelli! Ah, vedi di fare un buon lavoro mi raccomando!»
L’espressione di Francis s’incupì a ogni sillaba che raggiante guizzava fuori dalle labbra del britannico, per poi mutare in una smorfia di puro terrore quando la mano dell’altra Nazione si poggiò sul suo braccio con tocco confortante.
«Angleterre… lo sai che quello non è tuo figlio, vero?» azzardò, con una risatina isterica.
Percepì i polpastrelli di Arthur affondare per un breve istante nel braccio con voluta cattiveria, un lampo d’indignazione attraversò le iridi verdi riversandovi all’interno l’ansia provata durante quei nove mesi di attesa, si scostò da Francis poggiando con prepotenza il piede sul primo gradino della piccola scalina che conduceva alle camere.
«Shut up french frog! È come se lo fosse! E ora fila in bagno e vai a fare il tuo lavoro, non ti ho tenuto in casa mia per fare da soprammobile! Go, go go! » strillò serio con tono marziale, scappando verso la propria camera per recuperare il prezioso abito da cerimonia.
Francis si abbandonò contro la parete, mentre la photo del matrimonio di William e Kate penzolava accanto al suo orecchio, rimase in silenzio a fissare con orrore il pavimento, un brivido gli attraversò la schiena quando la voce di Arthur che intonava l’inno inglese ebbe raggiunto le sue orecchie.
« Que Dieu nous protége… è impazzito! »





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Note dell’autrice :
Direi che un "merci/thanks" sia d'obbligo se siete giunti sino a qui sopravvivendo a questa sciocchezza! Qualsiasi sputo, appunto, strillo, imprecazioni o cattiveria vogliate rivolgermi sarà senza dubbio ben accetto! *-* ma date tanto amour alla FrUk e al Royal Baby *-*
Ora le traduzioni, ho già esagerato abbastanza con le mie perverse fissazioni...

- Oh tous mes vœux!: Oh tanti auguri !
- Que Dieu nous protége… : Che Dio ci salvi…
- L’accenno alle undici ore è dovuto all’arco di tempo del presunto travaglio della neo mamma a cui faccio i miei più sentiti complimenti per la forza di volontà… undici ore sono tante… anche se tecnicamente non dovrebbero essere proprio undici, ma saranno state tante comunque ù_ù.


  
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