Per scrivere questa OneShot ho preso ispirazione dall’ultimo volume del manga, quando Akito è con la sua famiglia a Los Angeles per farsi curare la mano paralizzata.

  Quella domenica mattina mi svegliai di cattivo umore. I raggi del sole attraversavano timidamente il vetro della finestra e inondavano il mio viso assonnato. Mi alzai lentamente e con la stessa comodità mi preparai e feci colazione. Non avevo impegni particolari,quindi decisi di portare i miei tre trovatelli a spasso. Passeggiando per le strade affollate di Tokyo la mia mente iniziò a vagare. Purtroppo riuscivo a collegare ogni posto a Lui. Erano passati due anni dalla sua partenza e mi mancava. Pensai alla nostra amicizia così speciale e a come si fosse trasformata in qualcosa di più,ai suoi baci, alla nostra fuga d’amore, a quanto fosse lontana Los Angeles...Tuttavia,ero cosciente che quella lontananza era necessaria:la sua mano doveva guarire e lentamene ci stava riuscendo.
 Senza un motivo apparente, il ritmo delle nostre chiamate si era affievolito con il tempo. Pensai a quanto fossi stupida, perché non riuscivo a chiamarlo? Era una settimana che Akito non si faceva sentire, eppure io non riuscivo a digitare il suo numero. A volte,in un attimo di improvviso coraggio, prendevo in mano la cornetta,  ciononostante quell’attimo era troppo breve per permettermi di comporre quel numero  interamente. Mille preoccupazioni attanagliavano la mia mente. “Starà dormendo? E’ ad allenarsi? Probabilmente lo disturberei.Infondo se avesse voluto sentirmi sarebbe stato lui a chiamare ”.
Il cervello mi scoppiava,non potevo continuare a torturarlo così.
 La vista di due bambini che bisticciavano animatamente catturò la mia attenzione. Il modo in cui si battibeccavano teneramente mi ricordava Noi.Tutto sembrava così naturale quando era qui. Improvvisamente mi resi conto che non era da me quel comportamento assurdo,che il nostro legame era autentico e che non potevo lasciare che né la distanza né il tempo lo rovinassero. In un subitaneo impeto di coraggio e buon umore corsi a casa quanto più veloce le gambe mi consentissero. Trovai un biglietto sul tavolo,scritto a mano da Rei. Lo afferrai e lessi“Ti ha cercata Akito. Vuole che lo richiami.” .Un sorriso involontario che scoprì i miei 32 denti comparì sul mio volto.Come al solito, mi ero fatta tanti problemi per nulla.Benchè quella felicità improvvisa offuscasse la mia mente,  non potei non notare quanto fosse stato sintetico Rei: quel gelosone iperprotettivo non aveva ancora accettato il nostro rapporto. Mi gettai con ardore ancora maggiore sulla cornetta,componendo il numero che ormai conoscevo a memoria. Le mie dita picchiettavano nervosamente sul tavolino di legno antico,nel tentativo di smorzare l’attesa trepidante.Dopo qualche squillo finalmente udii la sua voce. Quel suono così familiare mi confortò immediatamente.Tuttavia, a riempire il mio cuore di gioia furono le sue parole: “Torno presto” “Quanto presto?” “Domani.” “Torni nel senso che rimani?” “Sì.Torno per sempre.”
  
Diciamo che come Fanfiction è alquanto inutile.Non aggiunge niente alla storia e non ha un senso proprio.... Capitemi: è la prima volta che provo a scrivere ed’è stata composta di getto. Spero recensiate in tanti.Sono pronta anche per i giudizi più cattivi ;)