Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Virginia Of Asgard    23/07/2013    1 recensioni
L'Olandese Iris Von Der Leeuwen è una giovane ragazza Dark, timida ed introversa, dalle fruttuose capacità magiche.
L'Ungherese Stefan Vass è un metallaro, con il tipico fattore "Bello e Dannato", alla quale nessuna sa resistere, ha il dono di controllare la magia, in quanto veterano.
Lui è uno Stregone potente e Misogino,
Lei L'apprendista timida e Misantropa.
Che cosa succederà quando queste due personalità opposte ma uguali si scontreranno?
Una casino totale. Ve lo dico io!
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Iris, di fiori e di sangue.

Autore: Je vis pour elle_
Raiting: Arancione (variabile)
Avvisi: Drug Use, Lemon
Genere: Erotico, Maliconico, Fantasy, Gotico, Noir, Giallo,     Romantico.
Avviso: I personaggi mi appartengono totalmente. Se dovete prenderli, per qualche assura ragione che l’universo non mi spiegherà, fate pure, ma almeno abbiate la creanza di chiedere XD
Riassunto: L'Olandese Iris Von Der Leeuwen è una giovane ragazza Dark, timida ed introversa, dalle fruttuose capacità magiche.
L'Ungherese Stefan Vass è un metallaro, con il tipico fattore "Bello e Dannato", alla quale nessuna sa resistere, ha il dono di controllare la magia, in quanto veterano.
Lui è uno Stregone potente e Misogino,
Lei L'apprendista timida e Misantropa.
Che cosa succederà quando queste due personalità opposte ma uguali si scontreranno?
Una casino totale.  Ve lo dico io!
Note: Oddio….spero di avervi almeno colpito…un minmo XD fatemi sapere che ne pensate, per ora non c’è nulla di rilevante che possa invogliarvi a continuare a leggere, ma spero lo facciate lo stesso, perché ho organizzato una trama molto folta (spero) per questo progetto; he terminerà in caso nessuno recensisca o segua.
 

 

 
 
 
 
Iris, Di Fiori e Di Sangue.

 
Prologue.–
 
Stremata da quelle interminabili ore di viaggio, Iris giaceva poggiata al finestrino, guardando le gocce di pioggia che, infrangendosi sul vetro, sembravano tanti piccoli esseri animati, che scivolando, sfuggendo, danzavano tra loro.
Ogni minuscola goccia che si scontrava con il finestrino fungeva da lente di ingrandimento.
Un bel passatempo per osservare il mondo in diverse grandezze.
Nei suoi diciassette anni di vita, non era mai stata in un villaggio situato tra mare e montagna.
Che cosa curiosa, almeno nella bella stagione non le sarebbe servito spostarsi per raggiungere la spiaggia, oppure la montagna!
Era un lato positivo, trasferirsi. Perché la sua famiglia avesse scelto proprio quel paesino? Beh, non fu precisamente una scelta, ma una questione di eredità.
La sua famiglia aveva ereditato una casa, in ottime condizioni, rispetto al lugubre e minuscolo appartamentino in cui vivevano prima.
Una grande rosa profumata, dalle sfumature nere e vellutate, punzecchiava le pallide mani della giovane.

Erano arrivati.

 
La prima cosa che Iris fece non appena mise piede in casa fu scegliere la sua stanza, e dopo aver cercato un posto adatto a diventare la sua “tana” decise di trovare un bel vaso bianco, per la sua rosa, ultimo ricordo della sua vecchia vita.
Era l’ultima cosa che aveva preso dalla sua vecchia casa, prima di procedere verso una lenta ed inesorabile cancellazione di un suo ipotetico ricordo visivo.
Tra qualche anno non ricorderò nemmeno più, i nomi dei miei vecchi amici, i colori delle vie, i profumi delle case; Pensò la ragazza, giocherellando solitariamente con il suo piercing.
Si guardò nello specchio situato all’ entrata della casa: lunghi capelli neri ,  grandi occhi color del ghiaccio che si stavano lentamente offuscando; a tutta quell’orribile vista di cose nuove. Non le piacevano per niente, i cambiamenti.
E ciò che la turbava maggiormente, sarebbe stato poi, dover ricominciare la scuola con dei perfetti sconosciuti.
Iris Von Der Leeuwen era una giovane e solitaria Dark Olandese, dalle lontante origini Scozzesi/Irlandesi, con una macabra passione per le cose sole e smorte, e per il black metal, naturalmente.
Iris possedeva una bellezza davvero particolare, che solo un occhio esperto avrebbe saputo cogliere.
Non tutti apprezzano gli emarginati, che si vestono di nero e viola, che si truccano pesantemente, e che trovano felicità in un nuovo piercing, o in un meraviglioso castello gotico.
Non tutti vedevano la bella e solitaria Iris, come un’ essere fragile e misterioso, privo di un’autostima e con una meravigliosa capacità artistica.
Che dico, nessuno apprezzava gli emarginati come Iris e basta.
Ecco perché quell’anno si sarebbe sforzata con tutta se stessa,  per socializzare e stringere nuove amicizie.
Sua madre ne sarebbe sicuramente stata felicissima.
 
Capitolo I – A New Beginning.*
 
 
Un lieve velo di bianca luce, si posò sulla fronte della giovane, ancora persa fra i meravigliosi mondi dove Morfeo faceva da padrone. Si svegliò, spegnendo con una manata quel dannato aggeggio malefico che non faceva altro che suonare.
—Oh, Iris, fortuna che sei sveglia. Pensavo dormissi ancora!— una voce familiare risvegliò completamente la bella Corvina, che sbadigliò pesantemente. —Perché dobbiamo andare a scuola, Elle? Uccidili tutti, ti prego!— implorò la ragazza, nascondendosi pigramente sotto il suo cuscino.
—Parli tu che al Liceo ci vai già da tre anni, pensa un po’ a me, che sono al primo anno, e svegliati dannazione!— sbottò la sorella dai lunghi e mossi capelli castani.
Iris odiava i licei. Tutti quei ragazzi, tutti pompati e super-dotati nel campo del Baseball, e tutte quelle insopportabili Barbie, tipico stereotipo sessuale di tutti quei tizi super muscolosi ed impomatati peggio che negli anni sessanta! E poi le etichette, dannazione!
Lo Sfigato, Il secchione, La gnocca, Il capo della squadra di baseball – che poi Iris non ne capiva proprio un cazzo, di Baseball! – La Ragazza Dark da evitare, Il ragazzo dai capelli lunghi che poteva essere il lontano e fascinoso cugino-vampiro di quel noioso Edward Cullen, quella col ‘bel culo’, quella piatta come una tavola, quello che ‘era poco dotato’ ( a dirsi di una delle tante poco di buono della scuola) , e quello che puzzava terribilmente.
Le etichette, ecco l’ennesimo stereotipo che aveva sfornato questa maledetta società palesemente creata e fondata sul ‘copia-ed-incolla’.
Un mucchio di fastidiose persone, infastidiva i corridoi del Liceo delle belle Arti e di Letteratura, di Donkerbos. E infastidiva anche il sistema nervoso della diciassettenne Iris Von Der Leeuwen.
Ma ciò che fu ancora palesemente più fastidioso, furono le occhiate languide e stranite di tutta quella gente, che l’aveva ormai e per ora etichettata unicamente come ‘la nuova tizia strana’.
—non farci caso Iris, non hanno mai visto una metallara in vita loro, lasciali perdere!— sussurrò la sorellina, strappando un impercettibile sorriso, sulle labbra bordeaux della Corvina.
—Ma io non sono metallara, neppure gotica o meglio Dark, mi piacciono solo questi elementi nello stile e nei gusti!— si giustificò la ragazza, mentre giocherellava con il suo pearcing, nevroticamente. —Non importa, suvvia, pensa piuttosto ad informarti sui tuoi corsi. Io adesso avrei Chimica, si comincia bene, cazzo!— ironizzò la bruna, che però aveva scelto (come la maggior parte degli alunni) l’indirizzo letterario, e non quello Artistico, a differenza di  Iris  —Io invece ho Scultura, ottimo direi!— asserì l’altra, separandosi dalla sorella per dirigersi verso la sua Aula, nella sua nuova classe.
—Ecco, signorina Von Der Leeuwen, questo è il suo armadietto, il numero 666.— le suggerì un cordiale inserviente, dandole la combinazione del lucchetto, che poi avrebbe certamente cambiato.
Che numero assurdo, le era capitato! Il numero oscuro per eccellenza!
 Iris ne fu stranamente felice.
In quel preciso istante chiuse il suo armadietto, e si voltò a fissare tutti quei tizi che camminavano frettolosamente: la campanella era appena suonata. Tutti di fretta, tranne uno. Era un ragazzo – un bellissimo ragazzo – dai lunghi e ondulati capelli castani e smeraldi al posto degli occhi. Fissava il pavimento, con fare distratto; Le mani in tasca, e parecchie catene ai pantaloni. Un’evidente maglietta degli ‘Metallica’ e quell’aria vampiresca e cupa; un insieme di caratteristiche che fecero sobbalzare il cuore della giovane. Il suo sguardo  si posò su quello di Iris, seguito da uno strano sorriso pieno di malizia da parte del ragazzo; Seguito da un veloce distacco visivo da parte di Iris, che entrò in classe frettolosamente con un’unica e persistente domanda, nella testa: Chi è quel ragazzo?

§§§

 
 —Tu sei Iris, io sono Rosselle, ma puoi chiamarmi Ross, molto piacere!— si presentò silenziosamente la nuova e perenne, futura vicina di banco. Rossa di Nome, e di fatto.
 —Piacere Mio, sono Iris Von Der Leeuwen, quella strana e nuova!— rispose lei sussurrando. Ross sorrise divertita dallo strambo umorismo della sua nuova ‘vicina’. —Non sei strana, a mio fratello piaceresti un sacco!— ribattè sottovoce la Rossa. —Anche lui è strano!— continuò poi, seguita da una risata forse un po’ troppo rumorosa, da parte della Corvina, che venne irrimediabilmente ammonita dal Professore di Discipline Scultoree.
I banchi dell’aula erano disposti in ordinate file da quattro, due persone per banco. Disegni e sculture di alunni ormai veterani, erano esposti con orgoglio lungo le pareti grigie dell’aula, e dell’istituto. Il tutto conferiva quell’aria consumata e dannata che, stranamente solo l’aula di Scultura, aveva.
Una grande finestra dava poi, sul giardino scolastico; Un piccolo boschetto nella quale i ragazzi si rifugiavano durante la ricreazione per fumare Erba assieme. Ed ogni tanto anche qualche professore.
Quel malinconico pulviscolo, che dava la perenne sensazione di nebbia, Nel suo nuovo paese, era diventata la nuova ossessione di Iris.
Finita la scuola, si era abbandonata totalmente a scatti rubati alla nebbia, seguita dalla sua amica Rossa, che ogni tanto posava anche per lei.
—Hey Rossa, ti dispiace se ti chiamo Rossa? Non credo. Dunque, spostati un po’ più a destra, e fa ciò che ti viene naturale!— ordinò la fotografa dalla frangia perfettamente dritta e nera;
—Adesso tocca a te,  Iris!— esclamò Rossa, dopo aver posato sotto la nebbia, per abbastanza tempo. —Oh beh, io  non poso, scatto e basta!— rispose l’altra, scattando altre foto al paesaggio montano, nei pressi della sua nuova casa. —Codarda!— asserì Rossa; —Fotografa, ti sbagli!— ridacchiò la giovane Dark dagli occhi color del vetro. —Sei simpatica, Iris, ti facevo più introversa e… oscura! Sai una di quelle tizie che trafficano con la magia nera ed il satanismo, che dormono nei cimiteri di notte, ma delle quali nessuno sospetta nulla!— esclamò l’amica, posata su di un vecchio abete spoglio. —E io ti facevo una di quelle tizie snob e altezzose, invece hai provato più droghe tu, che i Beatles negli anni sessanta!— quest’affermazione fece letteralmente rotolare dalle risate Rosselle, che ribadì —Stasera, a cena da me. Sei obbligata, gotica ribelle, se non vieni giuro che ti spacco l’obbiettivo!— esclamò felicemente.
Dio! Iris si era fatta un’amica, un’amica fantastica tra l’altro! E non era la barbie stereotipata del cazzo, era una rossa scatenata e amante del buon vecchio rock ’n’ roll!
Che tra l’altro l’aveva invitata a cena, il primo giorno di scuola!
Non c’era che dire, era stata una giornata memorabile, da segnare nel libretto dei progressi di Iris.
 
 
*Titolo ispirato dal brano omonimo dell’artista Mike Oldfield :)

N.d.A.
I Personaggi :)
Iris Von Der Leeuwen
Elle Von Der Leeuwen
Rosselle 'Ross' Vass
Stefan Vass

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Virginia Of Asgard