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Autore: Inathia Len    24/07/2013    0 recensioni
Sulle note di "Empty chairs and empty tables", del musical "Les Miserables", Sirius, James, Lily, Harry, Peter, Sverus e Remus si raccontano, alternando ai ricordi, pensieri introspettivi del presente.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Classe 1960'
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5 ottobre 1981, Azkaban
 
 
Mi sento solo, per la prima volta nella mia vita.
Dove siete, amici miei?
Vi rivedo ovunque: nella luna che sorge lenta fuori dalla mia cella, con l’occhio della mente, dolorosi ricordi. Perché deve fare così male?
Anche essere Felpato mi ricorda di noi, di quello che siamo stati e non saremo più, per la follia e la codardia di uno solo.
Di un nostro amico.
Del nostro migliore amico.
Bah!
Lacrime mi scivolano lungo le guance nella barba sfatta, finendo sui vestiti sporchi. Non ho la forza di fermarle, non me lo merito.
Perché non sono morto con voi?
Perché voi e non io?
Che cosa ci faccio qui?
Riesco quasi a sentire l’eco delle nostre risate per un nuovo scherzo e non so cosa darei per essere di nuovo lì, mentre l’ennesimo Dissennatore si nutre della mia disperazione.
Mi vendicherò, oh Merlino se lo farò. Fosse l’ultima cosa che faccio, ma uscirò di qui e la pagheranno tutti.
E desidereranno non essere mai nati.
E desidereranno non avervi mai torto un capello.
E allora riderò di nuovo.
 

There’s a grief that can’t be spoken
There’s a pain goes on and on

 
 
1 settembre 1971, Espresso di Hogwarts
 
 
-Ciao, io sono James, James Potter- esclamò il ragazzino seduto di fronte a me, dai capelli corvini più spettinati che io abbia mai visto, presentandosi come se il suo nome fosse stato il più bello e importante del mondo.
-Sirius Black- bofonchiai io.
-Cavolo amico, mi dispiace.-
-Ehi, mica è colpa mia!- ribattei scocciato.
Per un attimo rimanemmo a guardarci in cagnesco, poi lui scoppiò a ridere.
-Meno male, sei un tipo a posto!-
-Tu mica tanto- replicai io.
-Dai, ammetterai che in famiglia da te sono un po’…- disse, picchiettandosi un dito sulla testa.
-Ehi!- esclamai, non molto contento che un ragazzino qualsiasi offendesse la casata dei Black.
-Scusa, ma è quello che si dice in giro- ribatté lui, per nulla turbato, allargando le braccia.
-Sì, beh, effettivamente hai ragione- esclamai a un certo punto io, decidendo di lasciarmi andare definitivamente e scoppiando a ridere. In fondo, James stava solo dicendo quello che avevo sempre pensato io.
E in quel momento decisi lui era esattamente il tipo che mi ci voleva come amico. La sua risata era contagiosa, così come la sua allegria. Proprio quello di cui avevo bisogno per dimenticare il mortorio che era casa mia.
E poi, chissà cosa avrebbero detto quando avrei scritto che ero diventato amico di un Potter.
“Merlino, speriamo caschino dalla sedia!”
 

Empty chairs and empty tables
Now my friends are dead and gone

 
  
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