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Autore: animagus_    24/07/2013    0 recensioni
Pensare che l'aspetto interiore è tutto per poi arrivare ad essere una ragazza superficiale che pensava solo alla bellezza. Sono riuscita a cambiare,ma purtroppo cambiai troppo anche dentro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ho iniziato il liceo essendo semplicemente la nuova arrivata,all'inizio ero criticata,le mie paure si erano avverate. Nuovo posto,nuova scuola,nuovi compagni,nuovi professori,nessuno che sapesse da dove venivo,chi ero. Tutti pronti a giudicarmi senza neanche presentarsi,sapevano il mio nome solo per averlo sentito all'appello,nessuno si era fatto avanti e mi aveva detto ''piacere,come ti chiami?''. Ero l'emarginata della classe.

Quella che si vestiva male,i compagni maliziosi pensavano addirittura che io fossi una zingara,ebbene si,non avevo stile e tanto meno fascino ma in una parte profonda di me,mi piacevo.

Mi piaceva quell'essere diversa e non fatta con lo stampino come tutte le altre. Mentre loro cercavano di avere i vestiti della Hollister,io pensavo a leggere,non si direbbe visto che all'apparenza sembravo una menefreghista che non si interessa alla cultura,ma quella è solo una delle tante maschere. Il giorno quando tornavo a casa,mi sedevo e iniziavo a sfogliare le pagine dei miei classici preferiti,ci passavo ore intere sui quei magnifici libri.

Non amavo la moda,anzi la detestavo,pensavo che andassero bene un paio di jeans una maglietta scolorita e delle scarpe da ginnastica per piacere alla gente,sono sempre stata una di quelle ragazze che non curava il suo ''io'' esteriore,perché sperava che le persone si interessassero al ''io'' interiore,ma non è così,nella generazione di oggi non importa nient'altro che l'apparenza.

Ormai è più importante un mi piace su Facebook,che un complimento dalla realtà. Diciamo ti amo a chi capita,la scarsa importanza che diamo alle parole è la stessa che diamo alle persone.

Era per questo che mi contraddistinguevo dalla massa,perché io avrei dato,come darei tutt'ora,più importanza a un ''sei bellissima oggi'' che a un insulso mi piace su una foto,preferirei di gran lunga una lettera scritta a mano piena di parole dolci a un email magari con le stesse parole di una canzone,io ho una parte segreta di me e questa è una parte che non mostro a nessuno,perché in passato tutte le persone a cui l'ho mostrata, ne hanno deriso. È la mia parte romantica,la parte che ama i film a lieto fine,quella che ama le rose,le domeniche in famiglia,l'inverno davanti al fuoco,quella che ama i maglioni fatti a mano,le passeggiate lungo la campagna,sognare una vita con un lieto fine da favola,è la mia parte fragile,troppo fragile per mostrarla a questo crudele mondo.

Le prime settimane di scuola sembravano eterne,non finire più,le odiavo,odiavo le ore che dovevo passare in mezzo a tutti quei sconosciuti.

Fin dalle medie sono sempre stata soprannominata ''maschiaccio''. Perché non usavo i trucchi,i profumi,i smalti,i vestiti alla moda,la piastra,ma bensì mi dedicavo al calcio,sapevo e so' ancora adesso tutto della mia squadra preferita e quando c'era bisogno di difenderla iniziavo a parlarne a manetta,non mi fermava nessuno,un ottimo modo per farsi squadrare e giudicare male dalle altre ragazze. Loro non capivano che l'amore che avevano verso la moda io l'avevo verso il calcio,o meglio lo capivano ma erano troppo ottuse per dire 'si,è una cosa plausibile', no si divertivano a prendermi in giro.

Diciamo che i miei trascorsi non sono ricordi felice e colorati. Sono stata vittima di bullismo alle elementari. Episodi che non si scordano facilmente. Essere derisa,insultata,menata e addirittura fatta passare per una sporca bugiarda,sono cose che non si scordano,sono incubi che mi perseguitano la notte. Sono passati un bel po' di anni ormai,però io a volte ho ancora gli incubi,di come una ragazzina si sia presa gioco di me,solamente perché ero fragile e indifesa,di come tutte le altre compagne si siano schierate al suo fianco facendomi passare i giorni più brutti della mia infanzia,non avevo nessuno,ero sola. Nessuno si avvicinava a me,nessuno mi guardava o parlava,anche le maestre mi trattavano male, solamente perché io avevo scelto di giocare con le macchinette invece che con i rossetti o gli smalti,solo per un insulso motivo,mi mise tutti contro,emarginata anche lì. Ero piccola quindi in parte non capivo molto bene la gravità di quella situazione,non sapevo cosa potevo fare e l'unica soluzione per me era dare di stomaco la mattina mentre andavo a scuola con nonna e farmi riportare a casa. Ma la cosa che faceva più male erano le sue offese,quando mi diceva ''tu sei cicciona'' ''sei piccola,non puoi stare con noi'' ''sei brutta'' ''tua nonna è una stronza'',ancora è nella mia testa quella dannata frase,mi chiedo ancora come si permise ad insultarla,perché lo fece? Per farmi star male? Ci riuscì. Ero sciocca,non sapevo difendermi,così lei continuò a offendere tutta la mia famiglia e io invece di menargli,stavo lì zitta che piangevo,mentre tutti ridevano,la maestra gli diceva ''basta,finiscila,non si fa!' ma lei se ne fregava e continuava e io singhiozzavo.È stato bruttissimo,ma è ancora più brutto ricordarselo oggi. Pochi anni fa,mentre parlavamo delle elementari con delle amiche,mi venne in mente quest'episodio,ed essendo cresciuta,essendo diventata forte,decisi di volergliela far pagare,così promisi a me stessa che se mai l'avessi rincontrata avrei vendicato il nome di mia nonna,infangato da un insulsa e presuntuosa ragazzina.
Tutti dicono,lasciati il passato alle spalle,vivi il presente e non pensare al futuro. Con il mio burrascoso passato alle spalle,provai a vivere il presente.
Mi integrai nella classe,conobbi persone per cui ora darei anche la mia vita pur di farle felice,ora quella classe era la mia seconda casa e mi piaceva,mi piaceva passar le ore con loro,avevo capito che erano delle persone simpatiche,forse perché avevano smesso di giudicarmi e avevano provato a conoscermi,io feci di tutto per sembrare estroversa,per farmi accettare e ci riuscii.
Conobbi anche una ragazza che al contrario di me,teneva molto al suo ''io'' esteriore e senza che io gli chiesi niente,mi domandò se poteva aiutarmi a migliorare il mio aspetto esteriore.Io volevo cambiare,per lo meno agli occhi della gente,volevo sembrar bella,mi ero stufata di essere classificata sempre come quella che non si cura,così decisi di accettare. Mi diede degli ottimi consigli,che poi io seguii alla regola,iniziando a passare metà del mio tempo a curare l'aspetto esteriore,smisi di leggere,il mio rendimento basso,rimase basso. Ma non mi interessava,mi stavo iniziando a piacere,con quei capelli tutti piastrati,chili di trucco,miliardi di magliette e cardigan. Adesso importavano anche a me i mi piace su facebook,l'unica cosa che non era cambiata in me,era l'amore per il calcio. Mi importava piacere ai ragazzi,cercavo di fare di tutto per farmi notare,ma l'unica cosa che ricevevo erano dei scambi di sguardi e delle frecciatine dalle amiche,così pensavo che la colpa fosse mia,dicevo a me stessa che dovevo curarmi ancora di più,iniziai a mangiare pochissimo,mi ero già messa a dieta,ma ora,mangiavo quasi niente,la scusa era quasi sempre “sono stanca” “non mi va” “che è sta roba?non mi piace” e correvo in camera. Oltre a cambiare esteriormente ero cambiata anche dentro,ora ero io quella che se ne fregava della cultura,dei libri,rispondevo sempre male,ero sempre scontrosa e per niente gentile,neanche con i miei genitori. Mi interessavano le cose superficiali,me ne fregavo del resto. Però sembrava che questa nuova me piaceva alla gente,a me piaceva ricevere complimenti,anche se dalle mie amiche,mi piaceva avere delle attenzioni. Non c'era niente che non andava in me all'esterno,addirittura quando andavo davanti allo specchio,mi piacevo dicevo a me stessa “si,stai bene.” Parole che fino a nove mesi fa non sarebbero mai uscite dalla mia bocca,invece ora era tutto così diverso.

Finita la scuola,rinchiusa in casa per svariati motivi,a volte per castigo,altre perché alle mie amiche non andava di uscire,o faceva troppo caldo,ritrovai me stessa.
Un giorno mentre fuori faceva veramente caldo e mi annoiavo sul web non sapendo cosa fare decisi di iniziare i compiti delle vacanze,ovviamente scelsi la materia più facile. Presi in mano “il fu Mattia Pascal” e con faccia annoiata,iniziai a leggere,dopo qualche minuto che sfogliavo le pagine e mi immergevo nel libro,riassaporai l'odore di quelle vecchie pagine,quella bellissima sensazione di immaginarti la scena che stai leggendo,quelle emozioni che ti provoca e quella voglia di non staccarsi più dal libro. Così passarono le ore,senza accorgermene si fece sera,così chiusi e mi iniziai a preparare per uscire.
Esteriormente non sono cambiata da come ero prima,ma interiormente si,sono tornata ad essere quella di una volta,quella a cui non interessano solo le cose superficiali,è tornato anche quel lato fragile,quella voglia di mettermi delle cuffie e immergermi in un favoloso libro.

 

  
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