Ore 7.10 di uno splendido sabato mattina che maggio aveva cominciato a riscaldare
con i suoi delicati raggi solari già dalle prime ore mattutine. Hogwarts
e i suoi abitanti, fossero questi umani, elfi, animali, esseri vaporosi ed oggetti
incantati compresi, si stavano godendo il meritato riposo. Tutto taceva, non
un suono rimbombava per gli innumerevoli corridoi della rinomata scuola anglosassone
che lentamente si sarebbe risvegliata e animata con i suoi allegri chiacchiericci
tra poco meno di un’ora, minuto più minuto meno… solo una
persona era già fuori dal suo letto, vestita con abiti babbani, sembrava
impaziente di raggiungere il più velocemente possibile il luogo più
impensato da visitare in un giorno senza lezioni. Ma Hermione Granger non era
come tutti gli altri studenti, non lo era mai stata, men che meno durante quel
suo settimo ed ultimo anno. Veloce scivolò fuori dal ritratto della signora
grassa, custode della torre dei Grifondoro che a debito ordine si aprì
liberandole il passaggio e facendo meno rumore possibile si diresse a gran passo
verso la biblioteca. Una strana luce animava gli occhi della ragazza di un’incontenibile
allegria, in mano reggeva delle pergamene e un grosso libro d’incantesimi
avanzati che aveva recuperato nella sezione proibita giusto una settimana prima.
“Ci sono quasi… manca poco…” pensò la giovane
mentre felice di non aver incontrato nessuno, svoltò l’angolo che
portava alla sua ala preferita del castello, luogo che l’aveva vista spendere
parecchio del proprio tempo tra i suoi polverosi scaffali pieni di antichissimi
volumi che sapevano incantarla e farla sognare. Hermione si sentiva come a casa
sommersa da tutta quella conoscenza ed estremamente a suo agio a maneggiare
tanta saggezza. Era continuamente arsa dal desiderio di conoscere e saperne
di più su tutto, un po’ per cultura personale ma soprattutto perché
voleva essere il più preparata possibile, non tanto come tutti pensavano
per i M.A.G.O. che si stavano avvicinando velocemente quanto per l’esame
d’ammissione che le avrebbe garantito la specializzazione in Trasfigurazione
ed Incantesimi, bonus non indifferente per una donna che avrebbe voluto in seguito
entrare a fare parte degli Auror del Ministero della Magia.
Dieci minuti dopo la bella Grifondoro era già seduta alla sua solita
scrivania, situata a metà dell’ampia biblioteca, che armeggiava
con il grosso libro d’incantesimi avanzati che aveva portato con sé.
Persa nella sua lettura non si era accorta che un paio di occhi grigi alquanto
stupiti, l’avevano silenziosamente seguita ed ora la stavano osservando
increduli di trovarla lì a quell’ora.
“Eccolo! Lo sapevo, lo sapevo… se riesco a scoprire come funziona,
potrò usare questo come incantesimo e sviluppare la mia tesina!”
si disse la ragazza balzando in piedi e facendo spaventare il suo ammiratore
nascosto nell’ombra.
“Vediamo… Loci secretum… poi il nome…” lesse Hermione
ad alta voce per poi commentare “No un attimo, qui dice che la persona
dev’essere nel medesimo posto per essere richiamata… Ma com’è
possibile…?” si chiese cominciando a camminare intorno al tavolo
“Bhè certo che scema, è un incantesimo avanzato di richiamo,
eppure dovrebbe funzionare anche se l’altra persona non…”
pensò slacciandosi la felpa che stava indossando lanciandola senza cura
su di una sedia li vicino.
“Devo scrivermi questi nuovi appunti!” esclamò sorridendo
sedendosi di nuovo al tavolo per trascrivere ciò che aveva appena scoperto.
“Ma che diavolo stà facendo qui a quest’ora?” si chiese
l’ospite celato “Dimmi tu se dovevo fare il turno di notte proprio
stasera… con tutti quelli da punire che potevo incontrare, chi mi trovo?
la Granger, non c’è neanche gusto, non stà infrangendo nessuna
regola… che palle!”
La lettura assorta di Hermione e la trascrizione di ciò che man mano
scopriva continuò per un’altra buona mezz’ora, operazioni
intervallate solo da gridolini estasiati, battiti di mani gioiosi e sospiri
soddisfatti… sino a quando finalmente lesse ciò che aveva tanto
sperato di leggere. La reazione fu alquanto prevedibile dal punto di vista della
bella mora ma decisamente fuori luogo dall’ottica del ragazzo nascosto
pochi scaffali lontano da lei.
“Sapevo che era pazza, ma non credevo sino a questo punto…”
pensò lui che decise che era ora di uscire allo scoperto ma un nuovo
sussulto di lei gli fece cambiare idea.
“Oh Dio… Dio… è fantastico, lo sapevo… ah ah
ah!” esultò felice la bella mora che scattò in piedi nuovamente
cominciando a saltellare per tutta la biblioteca “Sono talmente di buon
umore che neanche Malfoy riuscirebbe a demotivarmi!” disse soddisfatta
tornando al suo tavolo.
“Lieto di saperlo!” scandì fredda una voce alle sue spalle.
“AHHHHHH!” gridò Hermione colta di sorpresa.
“Cosa urli, sclerotica furibonda!” aggiunse Draco sorpreso da quella
reazione.
“Sei… sei… fuori di testa ad apparire così di soppiatto,
a momenti mi viene un infarto!” ribattè lei portandosi una mano
al cuore.
“Sono un caposcuola Granger, arrivo quando e come voglio, non devo certo
rendere con a te stupida Grifondoro!”
“Bada a come parli Malfoy, sei sempre al cospetto di un altro caposcuola!”
lo freddò duramente.
“Che sta infrangendo le regole però…”
“Ma per favore… con chi credi di avere a che fare? Non stò
infrangendo nessuna regola e tu lo sai!”
“Forse…” rispose lui mentendo palesemente e scatenando l’insofferenza
di Hermione che stizzita aggiunse “Che cavolo vuoi, non stò facendo
nulla di male stò solo studiando!”
“Lo vedo e mai avrei creduto che potessi arrivare a tanto… mi fai
quasi pena!” rispose lui schifato “Ma non ce l’hai una vita
lontana dai libri?”
“Ti ho forse chiesto di restare qui a darmi una mano? No! allora perché
non vai a fare il tuo lavoro, mi lasci in pace e ti levi dalle palle?!”
“Senti senti, non immaginavo che una bocca delicata come la tua potesse…”
“MALFOY!!” gridò la bella mora “SPARISCI!”
“Modera il linguaggio Granger, controllare la biblioteca fa parte dei
miei compiti e poi spiacente di deluderti ma il mio turno è finito giusto…
si vediamo…” disse guardando l’orologio “Direi ben dieci
minuti fa!”
“Da quando usi un orologio babbano?” domandò sorpresa Hermione
vedendo il costoso cronometro.
“Da quando mio padre me l’ha regalato… comunque non devo certo
rendere conto a te… che ne può sapere una pezzente mezz…”
“E così anche Lucius Malfoy si è fatto tentare dal prestigio
di un Rolex… prevedibile! Non importa se serve l’importante è
che costi dico bene?”
“Suppongo che tu non ne abbia mai avuto uno!” affermò malignamente
il biondino che però la vide sorridere e la sentì rispondere “Rolex
Submariner, serie sportiva, cassa e bracciale oyster in acciaio e oro 18 kt,
vetro zaffiro con lente magnificatrice data, fondo e corona a vite, movimento
a carica automatica. Dimensioni : da ansa ad ansa 47 mm, diametro 40 mm, spessore
15 mm”
“Mi sorprendi Granger, da dove arriva tutta questa conoscenza?”
“Non sono affari tuoi!”
“Sono tutto orecchie raccontami!” esclamò appoggiandosi ad
uno scaffale di libri mentre incrociava le braccia con un gesto elegante.
“Sarai stanco, dopo una notte passata al freddo girovagando per la scuola,
perché non te ne vai a riposare?!” chiese lei cercando di cambiare
discorso e liberarsi finalmente del Serpeverde.
“Un po’ lo ammetto, ma ora hai stuzzicato la mia curiosità…
forza racconta!”
“Malfoy, non ti racconterei della mia vita neanche se fossi sotto tortura,
pertanto sentiti pure libero di andartene, da me non saprai niente di niente!”
“Accidenti quanta cattiveria e quanta fretta… Perché mi vuoi
mandare via Granger? Ti scoccia che possa scoprire che diavolo stai facendo?”
disse il biondino avvicinandosi maliziosamente alle pergamene e ai libri della
ragazza.
“Lontano da lì Malfoy!” sbottò Hermione estraendo
al volo la sua bacchetta e puntandola sul ragazzo “Non ti permetterò
di rovinare mesi di ricerche, tanta fatica e sacrifici”
“Non è mia intenzione farlo!” disse facendo la sua migliore
faccina da angioletto.
“Si come no, ti conosco, so di cosa tu sia capace!”
“Spiegami Granger, cos’è il Loci Secretum?” chiese
lui ignorando quell’ultima affermazione.
“Niente che possa interessarti brutto arrogante impiccione!” balbettò
la mora che per la prima volta temette di vedere i suoi sogni andare in frantumi.
Se solo avesse voluto Draco avrebbe senza ombra di dubbio fatto crollare ogni
sua speranza.
“Tremore nella voce, indugi, sfuggi il mio sguardo… ahi ahi Granger
qualcosa mi dice che stai mentendo!” sussurrò avvicinandosi a lei
che lentamente indietreggiò sino al suo tavolo.
“Voglio dare un’occhiata a cosa stai lavorando!”
“Bella scusa, scordatelo!”
“Non voglio deluderti, ma il mio interesse si limita al tuo lavoro, non
ti preoccupare, nulla che ti riguardi minimamente!” esclamò secco
buttando l’occhio alle spalle di Hermione che spostandosi per coprire
le sue carte rispose dura “Mai sperato il contrario!”
“Vorrei anche vedere… noi purosangue Serpeverde non ci mischiamo
con la feccia di voi Grifondoro!”
Per qualche istante la bella ragazza non rispose, quelle parole sentite tante
volte in altrettante occasioni l’avevano ferita più di quanto immaginasse.
Si limitò a fare un profondo sospiro e a sussurrare “Non ti smentisci
mai!”
Draco fece un ghigno soddisfatto e approfittò di quell’incertezza
della mora per farle cadere la bacchetta e afferrarla bloccandole un braccio
dietro la schiena sibilandole all’orecchio “Ops Granger, si direbbe
che finalmente posso dare un’occhiata ai tuoi appunti!”
“Sei… un bastardo… ahhh!” gemette lei per il dolore.
“Vediamo un po’…” disse senza mollare la presa e trascinando
con sé la ragazza mentre si avvicinava al tavolo “Loci Secretum,
incantesimo utile per richiamare… ma non solo se usato seguendo le direttive
di sicurezza è possibile utilizzarlo per rievocare…” ma il
giovane Serpeverde si zittì all’improvviso per poi aggiungere “Accidenti,
non è possibile!”
Hermione aveva rinunciato a cercare di divincolarsi, più lo faceva più
Draco aveva stretto la morsa. Il biondo la teneva senza difficoltà stretta
a se per il braccio piegato, e con l’altro l’aveva cinta sopra la
spalla e aveva afferrato la sua pergamena per leggere… sentendola calmarsi,
fu colto da un eccesso di magnanimità e allentò la presa, non
abbastanza da liberarla ma almeno non le procurava più dolore.
La caposcuola dei grifoni pregò che una volta letti i suoi appunti il
giovane se ne sarebbe andato lasciandola in pace anche se in cuor suo sapeva
perfettamente che ciò che aveva scoperto era molto interessante…
forse fin troppo anche per un Serpeverde poco avvezzo all’approfondimento
d’incantesimi avanzati.
All’improvviso però smise di preoccuparsi e si perse a meditare
l’inquietante ovvietà di quella situazione. Non era mai stata così
vicina a Malfoy prima di quel momento, in sei anni e mezzo di scuola non si
erano mai parlati, solo insultati, figuriamoci abbracciati… e in quel
momento ad occhi estranei, inconsapevoli di come e cosa li avevi condotti a
quel attimo, sembrava che lui la stesse abbracciando e che, incredibile anche
solo a pensarsi, che la cosa piacesse ad entrambi.
Hermione percepì il corpo muscoloso ma proporzionato di lui, modellato
da anni di estenuanti allenamenti di Quidditch, premerle sulla schiena, il suo
viso alla stessa altezza del proprio tanto che l’odore della sua pelle,
una strana fragranza che le ricordava un prodotto babbano che usava spesso suo
padre, la stava inebriando.
“Vetiver, ecco cosa mi ricorda!” pensò la ragazza “Quest’odore
è molto simile a quello che ti lascia sulla pelle il bagnoschiuma della
Perlier… ma figuriamoci se Malfoy usa prodotti babbani, sarebbe lo scoop
del secolo!”
Ma come una doccia gelata l’esclamazione decisa di Draco la riportò
bruscamente alla realtà “SVEGLIA GRANGER! NON CI AVRAI PRESO GUSTO
A STARMI COSI’ VICINO?”
“Co… cosa?” balbettò lei confusa.
“Ti ho chiesto se ci hai preso gusto a dividere con il sottoscritto un
spazio tanto ridotto?” sussurrò malizioso il biondo.
“Come potrei altrimenti, visto che mi è impossibile divincolarmi
dalla tua presa!” ribattè tagliente la ragazza che rabbrividì
nel sentire l’alito caldo di Draco accarezzarle il collo.
“Sentiamo, chi vorresti richiamare?”
Hermione s’irrigidì e fredda rispose “Non sono cose che ti
riguardino!”
“Se ho capito bene da questi tuoi favolosi appunti… a proposito
complimenti, molto ben fatti… è possibile creare una stanza segreta
e richiamarvi all’interno la o le persone che desideri… accidenti
non ti facevo così…”
“Così come? Non sai niente di me, non hai capito nulla dell’utilizzo
di quell’incantesimo, ma come ho fatto a pensare che potessi comprendere,
tu piccolo borioso, incapace, figlio di papà!”
“Chi ci devi portare Granger? Lo sfregiato? Lenticchia? O quell’impiastro
di Paciock? Idea geniale un luogo segreto dove…”
“MI FAI PENA!” sbottò la Grifondoro riuscendo con una gomitata
a liberarsi dalla presa del Serpeverde “Sei… sei incredibile, davvero
credi che il Loci Secretum sia una sorta di alcova pronta all’uso dove
portarci la scopata del giorno? Sul serio sei così ottuso, così
limitato mentalmente?”
Draco accusò il colpo anche se cercò di non darlo a vedere, sino
a quel momento l’aveva solo presa in giro, aveva perfettamente capito
quanto potente fosse quell’incantesimo, voleva solo divertirsi un po’…
ma sentirla insorgere così contro di lui ed insultarlo lo indispettì
alquanto e rispose “Bada a come parli Granger!”
“Colpito sul vivo, Malfoy?”
“Mi credi un inetto e un ignorante… fai pure, ma temo di doverti
deludere sai, non sei l’unica amante dei libri di questa scuola…
c’è chi come te, adora lasciarsi cullare e affascinare dalla loro
saggezza, ti stupiresti a sapere quante ore passo qui dentro…” sibilò
cattivo il giovane aggiungendo poco dopo “L’ho capito cosa può
fare il tuo incantesimo… ora voglio sapere per cosa te ne vuoi servire?”
“Che vuoi dire?” domandò spaventata vedendolo brandire la
propria bacchetta per puntargliela addosso.
“Spiegami, sono tutto orecchie!”
“Lasciami in pace, perché ti ostini a voler…”
“Stò aspettando…” scandì imperturbabile lui.
Hermione deglutì, non poteva e non voleva spiegare al suo nemico di sempre
cosa le sarebbe piaciuto fare con quell’incantesimo, non avrebbe capito,
così tacque e abbassò lo sguardo. Questo insolito mutismo, decisamente
poco riconducibile alla bella mora, fece arrabbiare il bel caposcuola che, inconsapevole
di cosa avrebbe scatenato da lì a pochi minuti, urlò “HERMIONE!”
Ignara di cosa stava contribuendo a creare lei ribattè con il medesimo
tono di voce “DRACO!”
Ci fu un attimo di silenzio tombale dopodiché contemporaneamente, con
l’innocente intento di prevaricare a vicenda la voce dell’altro,
i due ragazzi sbraitarono “LOCI SECRETUM!” e poi a turno aggiunsero
“A COSA TI SERVE?” chiese il Serpeverde “CAVOLI MIEI…”
Rispose Hermione che però non potè aggiungere altro perchè
una luce abbagliante li avvolse, il pavimento della biblioteca sparì
e i due precipitarono un istante dopo risucchiati chissà dove.
Hermione e Draco precipitarono per un centinaio di metri, le urla di lei si
unirono alle imprecazioni di lui che sempre più lontane smisero di rimbombare
nella biblioteca vuota giusto un attimo prima che Madama Pince entrasse come
d’abitudine a controllare quello che considerava essere il luogo più
adorabile di tutta Hogwarts. Al suo arrivo nulla lasciava intuire ciò
che era appena accaduto, tutto sembrava perfettamente normale, il buco sul pavimento
che aveva inghiottito i due giovani si era richiuso senza lasciare il ben che
minimo segno eccetto forse qualche indizio qua e là a testimonianza che
qualcuno era stato li pochi minuti prima.
“Di chi diavolo è questa roba?” si chiese la bibliotecaria
notando una felpa adagiata sulla sedia, delle pergamene vuote, il libro d’incantesimi
e una bacchetta per terra situata poco distante.
“Quante volte ho detto di non lasciare libri incustoditi sui tavoli…
ah ma se scopro chi è stato… vediamo un po’ “Revelo
custode” recitò la donna a cui apparve il nome di Hermione in basso
a destra sulla copertina di pelle.
“Non posso crederci, la signorina Granger non avrebbe mai… hey ma
cosa diavolo…” mugugnò raccogliendo la bacchetta e calpestando
qualcosa di duro “Sembra… si certo è un bottone, della divisa
dei Serpeverde…”
L’atterraggio di Draco e Hermione non fu dei più delicati, il
ragazzo era stato il primo a precipitare nella voragine apparsa all’improvviso
pertanto fu anche il primo a toccare terra con un tonfo da guinness dei primati
che gli procurò un taglio sopra al sopraciglio destro. Fece giusto in
tempo a posizionarsi supino che Hermione gli atterrò sopra qualche attimo
dopo contribuendo a dargli il colpo di grazia.
Nonostante l’atterraggio più morbido, la Grifondoro sbattè
braccio e spalla destre a terra gemendo per il dolore e lasciandosi cadere alla
sinistra del biondo che con immenso sforzo si stava trattenendo dall’imprecare
per il colpo in zona bassa appena ricevuto.
Passarono un paio di minuti di totale silenzio in cui io due giovani cercarono
di riprendere fiato e calmare le fitte di dolore che stavano provando.
“Che… diavolo è successo?” ansimò Draco sollevandosi
a fatica e mettendosi seduto.
“Non lo so!” rispose Hermione facendo altrettanto.
“Come ci siamo finiti quaggiù?” chiese secco lui in modo
poco gentile.
“Non lo so!” ripetè la ragazza mentre si massaggiava la spalla
che aveva picchiato.
“Bhè tu mi hai ficcato in questo casino, tu mi ci tiri fuori! Forza
cosa dobbiamo fare?”
“Non lo so!” scandì per la terza volta Hermione che emanava
una calma insolita vista la situazione in cui si trovavano.
“Granger, vedi di ampliare il tuo vocabolario, “non lo so!”
è bandita come risposta, forza puoi fare di meglio… sei un’insopportabile
so tutto, avrai pure la soluzione per rimediare a questo casino?” ribattè
nervosamente il biondo che cominciava ad irritarsi per le risposte ricevute.
“No!”
“COME NO?!” urlò
“No come, no Draco non lo so!”
“FANTASTICO SIAMO PRECIPITATI CHISSA’ DOVE, BLOCCATI, SENZA ALCUNA
POSSIBILITA’ D’USCITA E TU RESTI IMPASSIBILE COME SE FOSSE LA COSA
PIU’ NORMALE DEL MONDO, COME DIAMINE FAI A RESTARE COSI’ CALMA?”
Domandò stizzito guardandosi intorno.
“Pare che un isterico tra noi due ci sia già, non mi sembra il
caso di farmi prendere dal panico, non credi?”
“Molto spiritosa Granger, ti rendi conto che siamo…”
“Si Draco, mi rendo conto che siamo stati inghiottiti dal pavimento della
biblioteca cadendo per un centinaio di metri e no, non so ne il perché
sia successo, ne come abbiamo fatto a non spaccarci tutte le ossa presenti in
corpo visto da che altezza siamo caduti, ne tanto meno come fare per tornare
indietro ed ora per favore taci e lasciami pensare!” lo freddò
lei decisa “Questi tuoi lamenti inutili mi distraggono!”
“Non ti uccido Granger solo perchè mi servi per tornare di sopra,
sappilo!” sibilò furente il biondo che si senti rispondere “Ottimo
lo terrò presente!”
Draco avrebbe voluto ribattere ma ingoiando l’orgoglio e la rabbia invece
tacque e cominciò a camminare per la stanza cercando di scoprire se trovava
qualche passaggio segreto. Vedendolo toccare le pareti grezze della stanza in
cui si trovavano Hermione domandò “Che diavolo fai?”
Nessuna risposta.
“Draco, ti ho chiesto che stai facendo?” richiese seccata la mora.
Voltandosi di scatto nella sua direzione il serpeverde la fulminò con
gli occhi e rispose “Stò cercando di rendermi utile, Miss simpatia,
magari esiste un passaggio segreto!”
“Senti chi parla di simpatia, proprio tu che detieni il primo premio per
la risposta sgarbata!”
“E tu quello della maleducazione!”
“COSA? MA COME OSI, SEI STATO TU A TRATTARMI MALE POCO FA, IO MI SONO
SOLO DIFESA!”
“Oh mi scusi Miss permalosità, perdoni se mi trovo in una situazione
a dir poco preoccupante, chiedo la sua indulgenza se le sono sembrato aggressivo,
sa è come se fossi precipitato dalla torre Est, ho sbattuto a terra e
mi sono fatto un male cane, senza contare che sua signoria è atterrata
dolcemente sul sottoscritto massacrandomi i gioielli di famiglia… capisco
che ai suoi occhi devo esserle sembrato un vero maleducato un po’ isterico…
cerchi di perdonarmi se le riesce!” ribattè sarcastico il giovane
Malfoy.
Hermione lo fissò per un istante dopodichè scoppiò a ridere
senza ritegno.
“Ride… io l’ammazzo!” pensò il ragazzo che le
si avvicinò deciso a farla smettere di prendersi gioco di sé.
“Scu…scusami!” balbettò la Grifondoro ancora scossa
dalle risa “E’ che… eri così… così ridicolo…
poco fa… ah ah… oh cielo, non credevo che potessi essere così
simpatico… oh mamma che ridere!”
“Ridicolo? Sentiamo quale parte ha scatenato tanta ilarità!”
domandò l’altro irritato dal fatto che Hermione sembrava non voler
smettere di ridere di lui.
“Davvero… ti ho schiacciato… si insomma…” chiese
la bella mora indicando i pantaloni del Serpeverde che portatosi una mano la
dove non batte il sole rispose imbarazzato “Sì, cavolo, non ho
mai sentito così male in vita mia, mi hai dato una ginocchiata nelle
palle da guinness dei primati, non puoi immaginare il dolore!”
La ragazza ricominciò a ridere ma scusandosi un attimo dopo aggiunse
“Perdonami, è che non sai quante volte avrei voluto farlo dopo
i tuoi insulti…”
“Co… cosa?” chiese Draco allibito da quella risposta “Tu
sei… sei pericolosa!”
“Oh smettila, non l’ho mai fatto, eccetto forse oggi, ma sai benissimo
che è stato del tutto casuale!”
“Si come no!”
“Secondo te avrei potuto mentre stavo precipitando pensare ad atterrarti
sopra e soddisfare una voglia repressa di anni?”
“Conoscendoti direi di sì!” rispose Malfoy scioccato da quella
rivelazione.
“Ammetto che ti ho sognato piegato a terra, perso nei lamenti e con le
palle in mano, parecchie volte, ma da qui a soddisfare un desiderio ce ne vuole!”
“Granger, spero tu non mi abbia sognato in altri frangenti, se tanto mi
da tanto morirò prima di tornare di sopra!”
La Grifondoro scosse la testa e disse “Senti, ti propongo una tregua,
purtroppo siamo finiti quaggiù insieme, non so perché ma un motivo
ci deve essere, e temo che dovremo aiutarci a vicenda se vogliamo tornare di
sopra, pertanto è bene mettere da parte l’ascia di guerra e cercare
di unire le nostre forze… una volta su, potremo continuare ad ignorarci
come sempre, tu per la tua strada io per la mia!”
Il biondino tacque per qualche istante poi rispose porgendole la mano “E
sia, ma solo e ripeto solo, perché non voglio crepare quaggiù
e per giunta in tua compagnia… tregua sia ma non credere che durerà
per sempre!”
“Non ci contavo!” rincarò lei stringendogliela.
“Ottimo, che si fa Granger?” chiese lui.
“Iniziamo con il chiamarci per nome se non ti dispiace”
Uno sbuffo anticipò la risposta consenziente di Draco che richiese “Cosa
facciamo Hermione!”
“Ti medichiamo!”
“Scusa?”
“Sei ferito, hai un taglio sopra il sopraciglio destro e stai sanguinando,
vieni qui, dobbiamo pulire la ferita!”
“E’ un taglietto lascia perdere… e poi come pensi di poter
fare non abbiamo nulla con noi”
“Hai la bacchetta con te giusto? Fai apparire delle garze e del disinfettante!”
“Si ma… oh cazzo, l’ho persa, merda deve essermi caduta prima
di precipitare nel buco!” esclamò Draco toccandosi la tasca dei
pantaloni in cui l’aveva riposta.
“Allora facciamo così!” rispose la ragazza che si strappò
un piccolo lembo della sua camicia bianca e si avvicinò al bel Malfoy,
che imbarazzato chiese “Che fai?”
“Promettimi che non ti altererai o non farai una faccia schifata?”
“Dipende!” rispose lui vedendola ormai di fronte a sé “Che
vuoi fare?”
Hermione si portò il pezzo di camicia alla bocca, lo inumidì con
la propria saliva e cominciò a pulire il viso di Draco che basito non
riuscì a proferire un solo verbo “Non sei tanto sporco, e il taglietto
sembra abbastanza pulito… preferisci che a pulirlo usi la tua di saliva?
Chiese la bella caposcuola che dopo aver strappato un altro pezzo di camicia
lo passò al giovane che annuendo rispose “No, cioè si…
forse è meglio…” e lo inumidì portandoselo alla bocca
e ripassandole il piccolo lembo di stoffa.
“Fermo!” sussurrò Hermione
“Ahi, Gran… Herm…ione fa male!” gemette il biondino
tentando un piccolo scatto all’indietro.
“Fidati, puoi resistere, con tutte le botte che ti prendi a Quidditch,
non dirmi che non sopporti un piccolo taglietto!”
“E’ diverso… Ahhh!”
“Ancora un secondo… Ecco ho finito, così non rischi che s’infetti!
Non sarà certo come il disinfettante ma non mi risulta che sia mai morto
nessuno per un po’ di saliva!” sorrise la ragazza allontanandosi
e mettendosi i pezzetti di camicia in tasca
“Ma che fai?”
“Cosa?”
“Perché li hai messi in tasca?”
“Non mi va di buttarli a terra!”
“Hermione guardati in giro, non direi che ci troviamo in un luogo degno
del nostro rispetto e poi sono sporchi dai buttali via”
“No, non importa li tengo!”
“Ma ti prego, ti sporcherai i jeans e poi…”
“Draco ho detto che li tengo…”
“Testona” sussurrò il biondo.
“Cosa?”
“Niente, fai come vuoi… comunque… grazie!”
“Prego!” rispose Hermione colpita nel sentirlo pronunciare quella
parola tanto semplice ma così estranea a quella bocca.
Lo sguardo sorpreso non passò inosservato dal bel Serpeverde che chiese
“Che c’è, non dovevo ringraziarti?”
“No certo, è solo che… non offenderti, ma è strano
sentire uscire certe parole dalla tua bocca”
Draco fece un mezzo sorriso e domandò “Pensi che dalla bocca di
un Malfoy non escano mai parole gentili vero?”
Hermione non rispose subito, lo fissò, pensò a quanto fosse strana
tutta quella situazione e facendo un bel sospiro ribattè “Non mi
hai mai dato motivo di pensare il contrario, non è che in sei anni tu
ti sia distinto per le tue parole amichevoli!”
“Neanche tu se è per quello!”
“Andiamo, mi sono solo difesa, non l’ho certo voluto io sentirmi
chiamare “Mezzosangue”, tu mi hai costretta a lottare!”
“Vero anche se tu, sei una…”
“Non ci provare, non osare, non ora che stò cercando di vederti
sotto una luce diversa, non farmi pentire di provare…” sbottò
Hermione alzando il dito e puntandoglielo addosso.
“Cosa?” le chiese avvicinandosi “Cosa stai provando?”
Quella domanda la imbarazzò non poco, anche se non capiva bene il perché
vederlo avvicinarsi la mise a disagio, cercò comunque di non darlo a
vedere e rispose “Stò provando a conoscerti meglio!”
“Conoscermi? E perché mai?”
“Perché siamo qui e dobbiamo convivere, so che è stupido
da parte mia, dovrei odiarti per tutto il male che mi hai fatto in questi sei
anni, ma non ci riesco e vorrei sapere perché… è come se
ci fosse dell’altro in te che mi dice che sei diverso che in fondo …
sei migliore!”
Draco non rispose, si limitò a fare un piccolo cenno con la testa e a
cambiare discorso, troppa sincerità lo stava imbarazzando e dare corda
alla cosa lo avrebbe obbligato a dover fare altrettanto e proprio non se la
sentiva, non ancora almeno.
“Se solo non l’avessi persa avrei provato ad usare la bacchetta!”
esclamò guardandola.
“Sì, e come?”
“Con il Wingardium Leviosa potevo farti risalire il buco? Sei leggera,
avrei potuto farcela a sollevarti sino a...”
“Draco, so che magari non mi crederai ma temo che sarebbe stato tutto
inutile, sono certa che si sia richiuso subito dopo che ci siamo caduti dentro
noi”
“Come fai ad esserne sicura?”
“Sarebbe venuto qualcuno a prenderci, non credi che una voragine in piena
biblioteca avrebbe destato un po’ di sospetti?”
“Merda! Che si fa allora?”
“Proviamo a pensare a cosa è accaduto lassù…”
“Stavamo litigando!” disse il ragazzo sedendosi a terra e appoggiando
la schiena alla parete.
“Già, e cosa ci siamo detti? Te lo ricordi?” domandò
la mora sedendosi accanto a lui.
“Ti… ti ho chiesto, cosa volevi farci con il Loci Secretum…”
“E io non volevo dirtelo!”
“Già, così ho afferrato la mia bacchetta e…”
“Me l’hai puntata addosso intimandomi di dirtelo!”
“Sì, ma tu non l’hai fatto e sei stata zitta, mi sono arrabbiato
e poi siamo caduti!”
“No, dev’essere successo qualcosa d’altro, ricordo che abbiamo
urlato e poi siamo caduti”
“Dio Hermione, non ricordo…” asserì lui appoggiando
la testa al muro.
“Dev’essere successo per forza qualcosa, l’incantesimo si
è attivato e…”
“Vuoi dirmi che siamo nel Loci Secretum?”
“No, credo in una sorta di anticamera!”
“Anticamera per cosa?”
“Eppure i miei appunti li hai letti…”
“Non ti pare fuori luogo fare la maestrina proprio ora?” chiese
Draco alzando gli occhi al cielo.
Hermione lo guardò furente e il bel Serpeverde cercò di fare mente
locale e pochi istanti dopo esclamò “Non vorrai dirmi che questa
è una sorta di limbo, una specie di anticamera per l’inferno o
il paradiso?”
“Si, credo proprio di si!”
“Sempre meglio!”
“Non avrai paura?”
“No, perché mai dovrei averne… ma ti senti? Che diavolo c’è
di così importante per rischiare la tua stessa vita?”
“Nessuno!” sussurrò la giovane che abbassò lo sguardo
e tacque.
“Allora si tratta di una persona?”
Hermione si maledisse, aveva commesso una gaffe e si era tradita, ora non poteva
più negare.
“Chi è? Dimmelo ti prego, fammi capire!”
“Chi sono, vorrai dire!”
“Amici?”
“No!”
“Amanti?”
“Figurati, per chi mi hai presa?”
“Non dirmi professori?” chiese schifato Draco.
“Sono i miei genitori!”
Il biondo sussultò e ripetè “Vuoi chiamare i tuoi genitori?”
La mora annuì e aggiunse “Devo vederli, un’ultima volta,
voglio… solo… salutarli!”
“Mi dispiace non sapevo che fossero morti!”
“Un anno fa domani!” balbettò la Grifondoro mentre una piccola
lacrima scese a bagnarle il viso.
“Come è successo?”
“Un incidente d’auto, hanno sbandato e sono usciti fuori strada,
precipitando in una scarpata”
“Ora ricordo è stato quando ti sei allontanata da Hogwarts una
settimana…”
“Già! Comunque scusami ma non mi va di parlarne!” tagliò
corto la mora.
“Hai detto un anno… ma… oh cazzo!” si lasciò
scappare il serpeverde che distolse lo sguardo a disagio.
“Si Draco è quando tu gentilmente mi hai fatto pesare il fatto
che essendo la cocca della McGranitt potevo andarmene e tornare senza compiti
aggiuntivi!”
“Dio io non… mi dispiace davvero, se solo avessi saputo io…”
“Cosa, mi avresti fatto le tue condoglianze, erano due babbani, la tua
famiglia li odia, due in meno da torturare e uccidere!”
“So che Malfoy è sinonimo di dolore e cattiveria ma credimi non
potrei mai, io non riuscirei a far del male a qualcuno e godere nel farlo!”
“Perdonami ma avrei qualcosa da ridere in merito!”
“So che ai tuoi occhi sono solo un…”
“Ragazzo viziato, arrogante, maleducato e irrispettoso del dolore e delle
sofferenze altrui!”
“Diamine che sincerità Granger, vedo che hai le idee chiare!”
“Siamo tornati a Granger devo dedurre che non ti piace sentirti dire la
verità!”
“Sarà che tanta schiettezza non mi è familiare, nessuno
e ripeto nessuno… osa dirmi quello che pensa veramente di me!”
“Se preferisci altrimenti, farò anch’io così, ti mentirò…”
“E’ il momento della sincerità dunque, allora sia se mi consenti
avrei anch’io un paio di cosine da farti notare!”
“Tipo?” chiese Hermione sorpresa da quell’affermazione.
Draco fece un mezzo sorriso poi aggiunse “Ora per esempio, questo tuo
crederti sempre superiore a tutto e tutti, non te ne accorgi ma sei arrogante
tanto quanto me e forse anche di più, per non parlare di quel orrendo
vizio che ti ritrovi di voler a tutti costi essere la prima della classe, sei
brava non c’è bisogno che lo sbandieri ai quattro venti, finiscila
di metterti in mostra, non ne hai bisogno, è fuori discussione che tu
sia la migliore del nostro corso”
“Ma che stai dicendo?” balbettò la bella caposcuola che non
poteva credere alle proprie orecchie.
“Dici che sono irrispettoso del dolore altrui ma non mi sembra che quando
vuoi ferire qualcuno tu ci vada giù leggera, anzi, potresti essere una
perfetta Serpeverde in quanto ad acidità e freddezza”
“Fred… da? Io, ma se sono sempre disponibile e…”
“Con i Grifondoro forse, non ti ho mai vista prodigarti per qualcuno che
non fosse della tua stessa casa!”
“Come osi dirmi queste cose, senti da che pulpito parte la predica…”
“Non te la prendere io ho accettato le tue critiche, non vedo perché
tu non debba accettare le mie!”
“Perché sono falsità, io non sono così, e tu lo sai!”
“Neanch’io sono come tu mi hai dipinto, eppure sembra che tu sia
straconvinta che quello sia io!”
“Le tue azioni parlano per te! La cosa se permetti è soggettiva!”
“Concordo, dunque se il giudizio che ti sei fatta di me dipende dalle
mie azioni converrai che lo stesso vale per me nei tuoi confronti!”
“E’ diverso!”
“Perché dovrebbe? forse perché tu sei una Grifondoro ed
io un Serpeverde?”
“No, perché io sono una Granger e tu un Malfoy!” decretò
dura la ragazza.
Ci fu un attimo di silenzio tombale fra i due che fu rotto da Draco che disse
“L’hai detto finalmente!”
“Tu non capisci…”
“Capisco benissimo, il mio cognome parla per me, anche se dovessi comportarmi
come un angioletto, per te non cambierebbe niente! Un Malfoy resterà
sempre un Malfoy!”
“Tu sei arrogante per divertimento, io lo sono diventata per difesa…
ma che ne sai tu di me, di quanto abbia dovuto guadagnarmi ogni singola cosa
che posseggo, che sacrifici hai mai dovuto fare? sei l’erede di una delle
famiglie purosangue più in vista di tutto il mondo magico, hai i migliori
libri, tutti ti portano rispetto solo perché sei Draco Malfoy…
il tuo nome parla per te. Io ho dovuto dimostrare quanto valgo e continuo a
farlo ogni maledetto giorno che trascorro in questa scuola, nessuno mi ha mai
regalato nulla, fatico per essere dove sono anche se ne vado molto fiera ma
fa male, fa maledettamente male quando non ti considerano al pari degli altri
solo perché… hai genitori non maghi, come se fosse una deprecabile
onta di cui vergognarsi, come se… l’abilità di un mago o
di una strega si potesse misurare dalle sue origini!”
“Credi davvero quello che hai appena detto?” le sussurrò
Draco fissandola negli occhi.
“Certo, non sei stato forse tu il primo a ricordarmi più di una
volta quanto io non sia degna di stare ad Hogwarts, quanto considerarmi una
maga sia un’offesa per coloro che lo sono veramente?”
“Non hai capito, lascia perdere queste stronzate che per altro non ho
mai pensato veramente, ti ho chiesto se pensi sul serio che il mio cognome sia
qualcosa di cui possa vantarmi? Un qualcosa da esibire e di cui essere fieri?
Rispetto? Ma quale… me lo portano solo perché hanno paura di me
e della mia famiglia. Le mie sono amicizie di convenienza, nessuno di loro è
veramente sincero… io gli servo! Hermione, ti prego guardami, ho diciottanni,
compiuti ieri, quante persone credi mi abbiano fatto gli auguri?” la ragazza
non rispose si limitò a ricambiare lo sguardo e lui continuò “Una
sola, mio padre e vuoi sapere perché? Perché finalmente ho l’età
giusta per potermi unire a lui e ai suoi compari… ti assicuro che essere
un Malfoy non è affatto una benedizione! Credimi… potendo scegliere
preferirei tanto essere un Granger!”
“Scherzi?”
“No!”
“Non prendermi in giro…”
“Perché pensi che voglia farlo?”
“Perché con te non so mai cosa devo aspettarmi, delle volte sei
più freddo e tagliente del ghiaccio e all’improvviso diventa piacevole
starti accanto. Non capisco se devo ignorarti o darti retta, se dubitare di
ciò che mi dici o crederti, vorrei urlarti in faccia quanto ti ho detestato,
quanto sei riuscito a farmi sentire piccola e inutile ma non ci riesco, so che
dovrei odiarti ma invece vorrei…”
“Cosa?” ansimò lui colpito da quelle parole.
“A… a…” balbettò Hermione che ricomponendosi
rispose “Aprirti il mio cuore! Farti capire che sono diversa e che non
sono poi così male come pensi!”
“Ma io non l’ho mai pensato, non conosci quel detto babbano che
chi disprezza compra? In questi anni ho dovuto difendermi, imparando a non essere
geloso di te! E’ stato durissimo ingoiare l’orgoglio di essere battuto
da una donna!”
“Smettila i nostri voti sono molto simili, io forse me la cavo un po’
meglio in Trasfigurazione ma tu sei praticamente imbattibile in Pozioni”
“Imbattibile? Hermione mi dai filo da torcere da sei anni a questa parte,
mi obblighi a fare compiti aggiuntivi e a studiare di più per poterti
stare dietro… se ottengo certi risultati è anche merito tuo!”
rispose imbarazzato il Serpeverde.
“Se ti sentisse tuo padre…” mormorò la bella mora facendo
un mezzo sorriso.
“Prima avrebbe un attacco di cuore, dopodiché mi torturerebbe!”
ribattè seriamente il biondino che si rattristò all’improvviso.
Hermione lo fissò ma non disse nulla, cosa dire quando tutto sembra troppo
banale o scontato per essere di qualche conforto. Fortunatamente però
ad interrompere quel momento alquanto imbarazzante ci pensò Draco che
sorridendo esclamò “Che dici Granger, ci sono le premesse per far
nascere qualcosa che somigli ad una amicizia?”
“Non lo so Malfoy, che direbbero i tuoi amichetti che frequenti Mezzosangue
babbanofile?”
“Ma noi non glielo diremo! Pensa cosa direbbero i tuoi di amichetti se
sapessero che frequenti il peggiore di tutti i Serpeverde!”
“Chi Harry e Ron? Tranquillo so tenerli a bada!”
“Non li sopporto!”
“Giura? Non l’avrei mai detto!” ribattè sarcastica
lei, ma Draco non era in vena di battute e freddo aggiunse “Davvero! Li
trovo stomachevoli!”
“Non li conosci, come puoi giudicarli? Ti assicuro che sono persone molto
speciali!”
“Per favore, l’eroe e il suo servetto!”
“Perché odi tanto Harry, cosa ti ha fatto di male?”
“E’ nato! Anzi, peggio… è sopravvissuto!”
“Non dici sul serio vero?”
“Secondo te?”
“Come puoi essere simpatico e affabile e un attimo dopo diventare odioso
e cattivo?”
“Credi sia cattivo? Credimi non mi hai mai visto veramente cattivo!”
“Mi stai facendo paura!” balbettò Hermione alzandosi e cominciando
a camminare per la stanza come un animale in gabbia.
“Scusa io…”
“Stai lontano da me, non ti avvicinare, si può sapere qual è
il tuo problema? Mi sembri Dr. Jekill e un attimo dopo diventi Mr. Hide!”
gridò la bella Grifondoro.
“Chi sono?”
“Chi è vorrai dire! Un unico personaggio, le cui vicende vengono
narrate in un romanzo di Robert Louis Stevenson, uno scrittore babbano.”
“Di che parla?”
“Racconta la storia del Dr. Jekyll, uomo retto, onesto, generoso, decisamente
"positivo" e di Mr. Hyde, crudele, vizioso e violento. Due caratteri
universali nella stessa persona”
“E cosa diavolo centra questo con me?”
“Tu me li ricordi, è come se dentro di te ci fossero due Draco,
uno gentile e con il quale è piacevole stare e l’altro che sa essere
estremamente malvagio, cinico e freddo”
“COSA? MI CREDI UN PAZZO CON DOPPIA PERSONALITA’?” sbottò
il biondino alzandosi.
Hermione indietreggiò, vederlo avvicinarsi la spaventò.
“TI HO FATTO UNA DOMANDA GRANGER… MI CREDI PAZZO?” urlò.
“No… è solo che questi tuoi scatti d’ira… io
non… non ti avvicinare!” gli intimò spaventata.
“Tu hai paura di me!” esclamò il caposcuola grigioverde con
tono più pacato ma sempre piuttosto risentito.
“Vuoi la verità? In questo momento tanta!”
“Non sono pazzo, sono solo… solo… molto arrabbiato!”
“Lo vedo!”
“Non con te, cos’hai capito? Sono furioso e lo sono da almeno otto
anni”
“Non capisco!”
“Ti chiedi perché pensare a Potter mi faccia ribollire il sangue?
Te lo spiego subito… Tu non sei cresciuta con qualcuno che elogiava le
abilità di quello sfregiato invece di insegnare a te come essere degno
di un suo complimento, non lo hai mai sentito dire quanto sarebbe stato orgoglioso
di avere un figlio così potente invece di avere al suo fianco una nullità…
non hai mai dovuto elemosinare un suo sguardo figuriamoci un abbraccio, io sì.
Mio padre per anni ha continuato a ripetermi che Potter si sarebbe unito a loro,
presto o tardi e che finalmente le cose sarebbero cambiate. L’ho odiato
con tutto il mio cuore anche se non lo conoscevo e l’ho odiato ancora
di più dopo che l’ho conosciuto quando, benché fossimo molto
diversi, ho scoperto che invece mi piaceva come persona… c’è
qualcosa in lui che lo rende speciale a prescindere da quello che è successo
con Voldemort”
“Draco io…”
“Lasciami finire ti prego, Harry… è la persona che mi sarebbe
piaciuto avere come amico ma è anche colui che mi ha portato via l’amore
di mio padre. A causa sua la mia vita è stata un paragone continuo, un’eterna
ricerca di approvazione, dimostrando con tutte le mie forze che potevo essere
il migliore proprio come Lucius Malfoy desiderava, essere il figlio che aveva
sempre voluto. So che può sembrare assurdo, chi oserebbe chiamare padre
un uomo del genere ma è l’unico che ho e il solo che abbia mai
amato! Ho bisogno… di lui!”
“No, non hai bisogno di un uomo del genere!”
“Si invece, è l’unico punto di riferimento che ho!”
“Puoi scegliere di meglio! Ti sta distruggendo! Vuole farti diventare
un mangiamorte e tu vuoi accettare solo per fargli piacere!”
“Ma che ne sai? Come puoi giudicare, non sai nulla di me!”
“Mi è bastato poco per capire che non sei come tuo padre, non posso
credere che tu sia disposto a sacrificare la tua vita per ricevere un complimento
da lui?”
Il bel serpeverde tacque un istante poi rispose “Mi spiace che i tuoi
genitori siano morti ma fino a quando sono stati in vita ti hanno amata e protetta,
sai cosa significa avere dei genitori che ti vogliano bene. A me questo lusso
non è mai stato concesso, mai un abbraccio, una parola dolce, una carezza,
un bacio in fronte niente che si possa ricordare piacevolmente. Non mi è
mai stato permesso di piangere e lamentarmi, mai un’esitazione, avere
paura era fuori luogo perché la paura è un sentimento che rende
deboli e la debolezza non è ammessa a casa mia!”
Hermione finalmente capì tanti atteggiamenti avuti dal bel cercatore
negli anni passati, gli si strinse il cuore nel sentirlo parlare così
ma sapeva anche che doveva fare qualcosa, questo suo piangersi addosso non lo
avrebbe aiutato a cambiare la situazione così decise di rischiare e anziché
compatirlo, cercò di scuoterlo in altro modo… decisa esclamò
“Cosa vuoi che faccia, che ti dica poverino? Scordatelo! Solo tu puoi
decidere di cambiare la situazione ma a me sembra invece che ti faccia più
comodo restare nel tuo piccolo mondo dorato a lamentarti di quanto tuo padre
non ti ami e di quanto tu sia sfortunato, incolpando persone che non centrato
in tutto questo… se pensi che quello che mi hai raccontato mi faccia cambiare
opinione su di te hai capito proprio male, ognuno di noi può scegliere
se lasciarsi distruggere da ciò che gli capita o se reagire… mi
pare più che chiaro da quale parte hai preferito stare!”
“Non cerco la tua compassione Granger, ne tanto meno il tuo perdono…
non so neanche perché ti ho raccontato i cazzi miei!”
“Perché non la finisci di recitare la parte del superficiale, di
quello superiore e menefreghista a cui tutto e tutti passano indifferenti…
sei un gran bugiardo e forse dovresti iniziare a smetterla di raccontarti questa
bella balla che tutto va bene così!”
“Da che pulpito, signori udite udite, miss sono disperata, incompresa
e sottovalutata che dice a me di essere me stesso… ti prego non ti sembra
un filino ridicola la cosa, predicare bene e razzolare male non è grosso
sinonimo di congruenza. Se io devo smettere di raccontarmi balle tu devi piantarla
di nasconderti dietro i tuoi libri, lasciati andare, vivi, sono morti non li
riporterai da te”
“SMETTILA, NON OSARE PARLARE COSI’ DI LORO!” gridò
Hermione colpendolo al petto con due pugni mentre lacrime silenziose scesero
a bagnarle le guance. Ma Draco non si spostò, le afferrò le braccia
e aggiunse “Infatti non stò parlando di loro, ma di te… ti
stai chiudendo sempre di più in te stessa anche se questo non ti servirà
a farti stare meglio. Ti stai attaccando a vane speranze di farli tornare ma
sai bene che non è possibile, anche se li rivedessi poi saresti di nuovo
sola!”
“LASCIAMI, BASTARDO FIGLIO DI PUTTANA, NON SAI QUANTO SI STA MALE…
NON SAI QUANTO SI SOFFRE… NON SAI NIENTE!” urlò lei immagonata
scoppiando a piangere convulsamente poco dopo e sprofondando tra le braccia
forti di lui che la strinsero a se lasciando che si sfogasse.
Il pianto disperato di Hermione durò ben dieci minuti e in tutto quel
tempo Draco si limitò a tenerla stretta tra le sue braccia, se qualcuno
li avesse visti avrebbe trovato la cosa alquanto insolita. Una Grifondoro consolata
da un Serpeverde… quasi da Gazzetta del Profeta. Lentamente però
i lamenti diventarono singhiozzi e le lacrime smisero di inumidirle il dolce
viso oltre che la camicia del bel biondino che imbarazzato da quanto appena
successo sussurrò “Stai bene?”
Lei annuì e sollevò finalmente il viso che fino a quel momento
era rimasto nascosto sul petto di lui, trovandosi a fissarlo negli occhi a meno
di una spanna.
Ci fu un attimo in cui il grigio profondo si perse nel nocciola, il tempo sembrava
essersi fermato e i loro cuori battevano all’unisono “Stai tremando,
hai freddo?” chiese Draco senza staccare lo sguardo da quello di lei “Un
po’!” rispose Hermione che sentì le mani di lui scivolare
sulle sue braccia con l’intento di scaldarla per poi finire ad abbracciarla
nuovamente e staccarsi poco dopo.
“Tieni!” disse Draco sfilandosi il maglione di cotone che stava
indossando dalla sera prima.
“No grazie, tienilo pure non…”
“Andiamo, io sto bene tu hai solamente la camicia, la felpa l’hai
lasciata di sopra, accettalo ti prego!”
Hermione afferrò l’indumento e lo indossò, l’odore
di Draco la invase, era delizioso, ancora una volta le tornò alla mente
il bagnoschiuma usato da suo padre e ancora una volta una piccola lacrima scappò
dal controllo delle sue ciglia.
“Che c’è?” chiese gentilmente il ragazzo.
“Nulla è che il tuo profumo mi ricorda…!” sussurrò
Hermione sedendosi a terra “Qualcuno!”
“Non porto profumo!” ribattè Draco facendo altrettanto.
“So che può sembrarti assurdo ma… per caso usi un bagnoschiuma
babbano?”
Draco s’irrigidì e annuì dicendo “Giurami che non
lo dirai a nessuno! Se mio padre lo scopre sono finito!”
“E’ lo stesso che usava mio padre, è della Perlier vero?”
“Sì, Vetiver, non credevo lo conoscessi!”
“L’ho sentito subito questa mattina quando ti sei avvicinato e mi
hai afferrata al braccio!”
“Scusami… non volevo farti male!”
“Non importa, è passato!”
“Delle volte faccio cose molto stupide, perdonami!”
“Non ci posso credere, mi stai chiedendo scusa?”
“Direi di sì, ma non te ne approfittare!” ridacchiò
lui che continuò “Per quello che hai detto prima…”
“Scusa io…”
“Aspetta, lasciami parlare, ce l’hai questo vizio d’interrompere…”
“Scusa!”
Draco sorrise e continuò “Hai ragione, in tutti questi anni ho
incolpato l’universo intero di colpe che non aveva, invece di cercare
di cambiare le cose le ho accettate e mi sono adattato ad esse… ti prometto
che cercherò di cambiare e…”
“Non puoi “cercare” Draco, o lo fai o non lo fai… tu
non cerchi di sederti, o ti siedi o resti in piedi, non darti l’alternativa
del fallimento, potresti ritrovarti a scegliere quella come strada!”
“Sono da solo Hermione, non posso farcela, sono circondato da spie al
servizio di mio padre e…”
“Non sei più solo, potrai contare su di me, ti aiuterò io
e sono sicura che anche Silente e Harry…”
“Per favore tieni Potter fuori dalla mia vita!”
“Draco, l’hai detto tu che ti piace, perché continuare ad
odiarvi se non ce n’è bisogno?”
“Perché ormai è così da sempre!”
“Ricordati che sei tu che decidi di cambiare… solo tu!”
Il biondo fissò la ragazza seduta accanto a sé, un brivido gli
attraversò la spina dorsale sino ad arrivare all’attaccatura dei
capelli, come aveva potuto non notare prima quanto fosse bella? Era cambiata
molto in quei sei anni, era diventata una splendida donna, con tutto il necessario
al posto giusto. Il suo corpo era tonico e ben proporzionato e il suo viso s’illuminava
ad ogni suo sorriso… avrebbe potuto ammirarlo per ore. Senza accorgersene
l’erede di casa Malfoy arrossì, era la prima volta che provava
certe sensazioni, aveva avuto svariate ragazze in quegli anni, con un discreto
numero di esperienze sessuali al seguito ma mai nessuna di loro era riuscita
a parlare al suo cuore come stava facendo lei adesso.
“Che c’è?” domandò Hermione che aveva notato
l’imbarazzo del ragazzo.
“Nulla, perché?” chiese lui a sua volta.
“Sei arrossito!” spiegò trattenendo a fatica un sorriso.
“Co… cosa?” balbettò Draco “Davvero?”
“Sì!”
“Oh bhè sai… ecco di dunque… parlare di certe cose
mi… si mi mette a disagio! Comunque, va bene, se vuoi noi… possiamo…
aiutarci a vicenda!”
“Scusa?”
“Non fare la furbetta mia cara, tu aiuti me, io aiuto te… siamo
una squadra giusto e gli amici si aiutano!”
“Amici?” sussurrò Hermione quasi impercettibilmente.
“Preferisci amanti?” chiese lui scherzando ma non troppo.
“Smettila scemo!” fu la risposta della Grifondoro che lo spintonò.
“Peccato!” pensò Draco.
“Magari!” si disse Hermione che scosse la testa poco dopo sorridendo
fra se.
Ora spiegami che hai da rid…?” aveva iniziato a chiedere il biondo
quando una luce fuoriuscì da una crepa ai loro piedi “Alzati svelta!”
le intimò lui facendo altrettanto.
“Oh Dio cos’è?”
“Non lo so!”
“Draco hai la tua bacchetta vero?”
“Mi piacerebbe, ma no… ricordi? l’ho persa cadendo!”
“Oh cavolo e io che volevo suggerirti di estrarla”
“Ferma, non vorrei si aprisse qualche altro simpatico buco… Stai
vicino!” le disse lui mentre la luce si faceva più intensa.
“E chi si muove!”
“Oh merdaaaaa!” gridò Draco precipitando in una nuova apertura
creatasi all’improvviso.
Hermione riuscì solamente a urlare “Noooo!” perchè
cercando di afferrare il ragazzo, che ovviamente mancò, perse l’equilibrio
e cadde malamente dietro di lui andando a sbattere con la tempia destra contro
le pareti scoscese della spaccatura perdendo conoscenza.
Il volo fu molto più rapido questa volta e contrariamente al precedente,
l’atterraggio fu decisamente più comodo, una soffice coltre bianca
accolse Draco, attutendone la caduta, il quale si sentì avvolgere, come
se fosse caduto su di un cumulo di soffice neve.
Sorpreso si rimise in piedi felice di non aver sbattuto da nessuna parte e guardò
verso l’alto convinto che avrebbe sentito urlare Hermione e l’avrebbe
vista apparire poco dopo. Così accadde ma non un solo suono uscì
dalla bocca della ragazza che come il bel Serpeverde venne avvolta dal soffice
terreno ma non si rialzò.
“HERMIONE!” gridò Draco correndo da lei e notando solo allora
che era ferita nonché priva di sensi “Oh Mio Dio, no… Hermione
ti prego guardami, parlami! Dio che faccio? Aiuto… AIUTOOOO!” urlò
il giovane con quanto fiato aveva in gola.
Fu allora che in pieno panico Draco fece l’unica cosa che ritenne giusta
in quel momento, si chinò e cominciò a praticare la respirazione
bocca a bocca alla bella Grifondoro che però non accennava a volersi
riprendere. Il ragazzo continuò a praticare i rudimenti di primo soccorso
per altri cinque minuti sino a quando finalmente Hermione si mosse, tossì
e lentamente aprì gli occhi.
“Che mi è successo?” balbettò.
“Non lo so, quando sei atterrata eri già svenuta, devi aver picchiato
mentre cadevi!” rispose Draco sorridendole dolcemente.
“Do… dove siamo?” chiese la mora cercando di alzarsi senza
riuscirci.
“Non lo so! Lo scopriremo tra poco, ora non ti muovere, hai una piccola
abrasione vicino alla tempia destra, va medicata!”
“Dove?” domandò lei che alzò la mano per toccarsi
la ferita ma Draco la fermò e aggiunse “Ho detto ferma, non toccati
la faccia!”
“Stò perdendo sangue?”
“Si dobbiamo medicartela!” ribattè il cercatore mentre si
strappava parte della camicia per ripetere l’operazione che tempo prima
lei aveva fatto con lui.
“Grazie!” sussurrò Hermione dopo che Draco gentilmente la
pulì con la propria saliva.
“Prego, ho avuto una brava maestra!” rispose mettendosi il pezzetto
di camicia insanguinato in tasca.
“Dove credi che siamo?”
“Bella domanda, qui continuiamo a cadere, finisce che arriviamo all’inferno!”
“Sbagliato!” asserì una voce alla sue spalle che fece trasalire
i due ragazzi “Più cadete, più in realtà state salendo!”
“Chi… chi sei? Non ti vediamo!” disse Draco che come Hermione
non vedeva nessuno.
“Mi chiamo Jael, sono il custode del Loci Secretum, mi avete evocato voi!”
“Oh Dio!” sussurrò la ragazza che chiese “E’…
E’ questo il Loci Secretum? Siamo arrivati?”
“Sì, dovevo capire se eravate degni di poterci venire insieme,
è per questo che non vi ho richiamati prima, non mi sembravate molto
affiatati”
“Noi, ecco si… in effetti forse…” balbettò imbarazzato
Draco che lo sentì continuare chiedendo “Siete pronti?”
“SI!” gridò Hermione.
“NO!” esclamò Draco “Pronti per cosa?”
“Te l’ho spiegato, puoi chiedere di vedere una persona a te cara…
ti prego Draco, non rovinare tutto, non ora!”
“Hermione ma non sappiamo cosa comporti questa cosa e se poi…”
“Ti prego, devo vederli un’ultima volta, ne ho bisogno… ti
scongiuro fammi incontrare i miei genitori!”
“La tua amica sembra più che decisa ad andare avanti e tu?”
domandò la voce.
“Cosa accadrà?”
“Sarete portati nel regno della luce e potrete parlare e vedere persone
a voi care… ma badate bene, lassù ci si perde, non dimenticatelo!”
“Co… cosa vuol dire che ci si perde?”
“Draco per favore, staremo attenti, andiamo!” disse impaziente Hermione
che non stava più nella pelle di rivedere suo padre e sua madre.
“Hermione ma…”
“Ti prego!” lo implorò lei
“Cos’hai deciso ragazzo?” intimò l’essere invisibile.
“Va bene ma lo faccio solo per lei, perché non voglio che vada
da sola!”
“GRAZIE!” gridò la bella caposcuola che abbracciò
calorosamente il biondo che le sussurrò “Non sono tranquillo Herm,
promettimi che resteremo insieme!”
“Si, si certo… non ti preoccupare!”
“Così sia!” esclamò il custode che recitò “Lux
eternae apparens!” e fece comparire un paesaggio completamente diverso,
sembrava di essere in cima ad una montagna, alle prime luci dell’alba
quando i timidi raggi solari colorano tutto di rosa. Una pace incredibile avvolse
i due ragazzi che rimasero abbagliati da tanta bellezza e dalla serenità
che veniva loro trasmessa.
“E’ fantastico!” mormorò Draco che prese Hermione per
mano per paura di vederla sparire da un momento all’altro.
“E’ il paradiso!” sussurrò lei ricambiando la stretta
“Almeno sono in un posto speciale!”
“Cosa dobbiamo fare? Chiamarli?”
“Non lo so, credo che…” rispose la Grifondoro che s’interruppe
sentendo una voce familiare alle sue spalle dire “Tesoro, come sei cresciuta!”
“Mamma…” sussurrò vedendola “Mamma…”
ripetè con la voce rotta dal magone correndo ad abbracciarla e scoppiando
a piangere.
“Non piangere amore mio, ci hanno concesso di tornare corpo per poterti
abbracciare di nuovo!”
“Mi mancate così tanto, io non… non riesco a…”
“Si che ci riesci, sei nostra figlia, sei forte!”
“Papà!” mugugnò la ragazza vedendolo apparire accanto
alla madre dopodiché si abbracciarono e scoppiarono entrambi a piangere
per la commozione.
In disparte Draco stava provando emozioni mai provate prima, per la prima volta
in vita sua, riuscì a capire cosa significasse avere una famiglia, una
padre e una madre degni di questo nome, senza farsi vedere si asciugò
una lacrima che silenziosa era scivolata sul suo viso pallido e si allontanò
di qualche passo per lasciare ai signori Granger e alla loro bella figlia la
privacy che meritavano.
“Cosa ci faccio qui?” si chiese Draco voltandosi ad osservare l’orizzonte
“E’ un posto meraviglioso ma…”
“E’ meglio che ve ne andiate!” finì per lui qualcun
altro.
“Chi sei?” domandò il ragazzo voltandosi di scatto verso
la voce che aveva parlato.
“Sei Draco Malfoy vero?”
“Sì, come fai a conoscermi?”
“Anche tu mi conosci, non direttamente ma sicuramente hai sentito parlare
di me da tua madre!”
La faccia confusa del giovane fece intuire all’anima di rivelarsi “Mi
chiamo Sirius Black!”
“Oh Dio… tu… tu sei il padrino di…”
“Harry!”
“E mio… mio…”
“Zio!”
“Merda! Oh scusa… non volevo mancarti di rispetto!”
“Figurati, parli con un ex Malandrino!”
“Chi?”
“Niente lascia perdere fatti raccontare da Harry!”
“Non credo che me lo direbbe!” ribattè tristemente il biondino
“Non andiamo molto d’accordo!”
“Non avete ancora deposto l’ascia di guerra voi due… cosa
aspettate?”
“Non è così semplice, sono un Malfoy, sai cosa significa?”
“Certo, sono stato per anni un Black era la stessa cosa! Ti assicuro che
crescere in una famiglia di Mangiamorte e non volerci avere niente a che fare
non è stato facile per me!”
“Tu… non dirmi che anche a te hanno…”
“No, perché gliel’ho impedito, sono stato cacciato ma non
m’importava, la mia vita era più importante del volere di mio padre!”
“Me lo impedirà!”
“Anch’io lo pensavo ma poi ho trovato amici sinceri che mi hanno
aiutato… mi sembra che anche tu ne abbia trovata una!” disse Sirius
indicando Hermione che felice continuava a chiacchierare di tutto con i suoi
genitori.
“Lei è fantastica, non so come ho fatto a non accorgermene prima!”
“Lo so, ha bisogno di aiuto però, è troppo debole per andarsene
dovrai aiutarla!”
“Cosa intendi?” chiese preoccupato Draco.
“Hermione deve andarsene o resterà imprigionata qui per sempre,
devi portarla via subito o la perderai!”
“Co… come? Non vorrà mai andarsene!”
“Lo so, devi trovare il modo!”
“Quanto tempo ho?”
“Poco, a breve verranno a prendervi e se non andrete con Jael non potrete
più tornare indietro!”
“Stai scherzando?”
“Secondo te?”
“Cosa le dico? Cosa faccio?”
“Lo capirai da te, ma qualunque cosa sia sbrigati!”
“Sirius io…”
“Anch’io ne ho avuta tanta ma è solo affrontando le nostre
paure che si cresce e si diventa più forti!”
Draco annuì e fece per incamminarsi verso Hermione ma Felpato lo chiamò
dicendogli “Ti prego fammi un favore, dai questo a Harry…”
e così dicendo fece apparire un piccolo specchietto “Dirgli che
gli voglio bene e che quando avrà bisogno di me, saprà come trovarmi!”
Il ragazzo afferrò l’oggetto e se lo mise in tasca, sorrise e disse
“Glielo darò!”
“Lo so!” detto questo Black indicò con la testa la bella
Grifondoro e sparì.
“Hermione, devo parlarti!” disse educatamente il Serpeverde avvicinandosi
rispettoso.
“Draco! Mamma, papà, vi presento Draco Malfoy, un mio caro amico!”
“Malfoy, quel Malfoy?” chiese il padre.
“Sì, ma ora è tutto diverso!”
“Buongiorno!” sussurrò il biondo imbarazzato.
“Piacere figliolo, se piaci a Hermione, piaci anche a noi!”
“Mi fa piacere signore, le chiedo scusa ma dovrei dire una parola in privato
a sua figlia, le spiace?”
“No certo che no, io e Jhoanna non abbiamo impegni!”
“Ottimo!” esclamò Draco che afferrò Hermione per la
mano e le sussurrò “Dobbiamo andarcene, Sirius ha detto che…”
“Scherzi? Io non me ne vado neanche morta!”
“Hermione, se non andremo con Jael quando verrà a riprenderci,
resteremo qui per sempre!”
“Meglio! Non dirmi che qui non ti piace?”
“Che stai dicendo? Ti prego ragiona, non è questo il nostro posto,
non ora almeno!”
“Non è il tuo Draco, ma è il mio… io non voglio tornare!”
Pietrificato da quelle parole Malfoy disse “Ti prego, torna con me, restare
non…”
“Mi renderà felice? Oh si invece, non lo sono mai stata così
tanto come ora… non ti preoccupare starò bene!” lo anticipò
lei guardando i suoi genitori che sorridenti sostavano poco più in là.
“Hermione, in questo momento non riesci a distinguere ciò che è
bene da ciò che è male, ti prego credimi, potrai essere felice
anche dopo, hai una vita davanti a te… li incontrerai ancora e potrai
stare con loro quanto vorrai ma quel giorno non è oggi!”
“Smettila, stai rovinando un momento speciale!”
“Perché non vuoi capire, sono morti Herm morti, invece tu sei viva,
puoi e devi fare ancora tante cose prima di meritarti il riposo eterno”
“Non tornerò! Tutto ciò che amo è qui, perché
rinunciarvi ancora?” scattò la ragazza che si allontanò
da lui e tornò dai suoi genitori.
Jael apparve proprio in quell’istante rivelandosi, era un essere vaporoso
simile ai fantasmi presenti ad Hogwarts ma irradiava una luce stupenda “E’
ora!” disse sorridendo.
“Lo so, ti prego solo un minuto, devo recuperare Hermione!”
“Non vuole venire!”
“La convincerò!”
“Non puoi!”
“Ti prego, lasciami tentare… non voglio perderla, è l’unica
persona che conti qualcosa per me!”
Il custode annuì e si scansò indicandogli la ragazza e i suoi
genitori “Prova, ma converrai con me che non servirà! Quelli come
lei non tornano mai!”
“Mai dire mai!” sussurrò Draco che raggiunse nuovamente la
bella mora e disse “Ti prego, torna con me!”
“No Draco, non voglio, non ho validi motivi per farlo!” sbottò
la mora.
“Vuoi dei motivi? Va bene te li darò ma almeno ascoltami!”
rispose il caposcuola vedendola sbuffare seccata.
“Parla… ti ascolto!”
“Un sacco di persone ti vogliono bene e sentirebbero tanto la tua mancanza,
senza contare che sei ad un passo dal diplomarti con lode, prenderai la specializzazione
e i tuoi sogni si avvereranno, potrai diventare un Auror…”
“Non m’interessa più, qui sono felice!”
“Lo so ma pensa a cosa stai rinunciando? Rinunci ai tuoi sogni, ai tuoi
amici, all’amore!”
“Amore? Quale?”
“Magari adesso non c’è, o tu credi che non ci sia…
ma forse è solo in attesa che tu ti accorga di lui, non dirmi che non
vuoi sposarti, avere dei figli, vederli crescere e diventare in gamba come te?”
“No…cioè si… io… non lo so…”
“Pensa ad Harry e a Ron, a quanto ti vogliono bene, sei come una sorella
per loro o forse anche di più”
“Se la caveranno benissimo senza di me, Harry è in gamba e Ron
è forte!”
“Allora pensa a me, io non posso farcela senza di te, io…”
“Andiamo è ora!” decretò Jael “Non c’è
più tempo!”
“Hermione, non voglio perderti ora che ti ho trovata… ti prego torna
con me, avevi promesso che saremmo rimasti insieme, che mi avresti aiutato a
cambiare… non lasciarmi!”
“Draco io… loro…”
“Loro vogliono solo il tuo bene e sanno che sei in gamba e che te la caverai
benissimo da sola, anche perché io sarò con te, io non ti lascerò
mai! Te lo giuro!”
“Loci Secretum apparens!” recitò Jael che aggiunse “Ora
o mai più!”
“HERMIONE!” gridò il ragazzo afferrandola e tirandola a sé
“Ti scongiuro, vieni, sei molto importante per me, ora lo so… so
cosa voglio… e tu fai parte di tutto questo, credimi!”
“Draco…”
“Io credo di am…” ma Jael recitò qualcosa e il biondino
venne trascinato come da una forza invisibile all’interno del buco apparso
sul terreno e sparì.
Un’altra caduta che sembrò non finire mai che s’interuppe
solo quando il giovane Serpeverde sfondò quella che a lui parve la volta
celeste svegliandosi in infermeria.
“Signor Malfoy, finalmente come si sente?”
Dopo un attimo in cui cercò di metter a fuoco dove si trovasse Draco
balzò a sedere sul letto e chiese “Dov’è Hermione?”
Madama Chips indicò il letto accanto al suo dove la ragazza giaceva inerme,
pareva addormentata e disse con tono grave “Mi dispiace, è entrata
in coma nel momento in cui tu hai accennato i primi segni di risveglio!”
“No, non… lei era con me e… si sveglierà?” chiese
con la voce rotta dal magone.
“Non lo so, è molto difficile! Ma cosa è successo, Madama
Pince ha trovato le vostre cose, siamo corsi in biblioteca ed eravate a terra,
feriti e privi di conoscenza”
“Siamo caduti, abbiamo recitato il Loci Secretum per sbaglio e…
siamo finiti in… e poi lei è voluta restare, io l’ho pregata
di tornare con me che… Dio!” balbettò il ragazzo portandosi
le mani sul viso.
“Caduti dove?”
“In quell’anticamera, poi è arrivato Jael e ci ha portato
nel Loci Secretum… e… non mi guardi così, lo so che non mi
crede…”
“Draco cerca di riposare, sono certa che anche Hermione si sveglierà
presto!”
“NO, NON LO FARA’, NON VUOLE FARLO!” gridò istericamente
il ragazzo.
“Ti prego calmati o sarò costretta a somministrarti un calmante!”
“LEI NON CAPISCE, NON TORNERA’ PIU’, E’ PRIGIONIERA!”
“Ma di chi?”
“IN PARADISO!”
“Basta così!” esclamò Madama Chips che recitò
un incantesimo e fece addormentare il serpeverde all’istante.
“Come sta?” chiesero Piton e Silente entrando giusto pochi attimi
dopo nella stanza.
“Vaneggia! Parla di un incantesimo il Loci Secretum, di un certo Jael
e del paradiso, dice che sono caduti e che lei non è voluta tornare con
lui… mi sembrava molto turbato e dispiaciuto, continuava a ripetere che
non sarebbe più tornata perché non voleva farlo”
Piton fece una faccia stralunata mentre Silente disse “Temo, che Draco
e Hermione abbiano vissuto un’esperienza che li ha cambiati molto, certamente
hanno avuto modo di conoscersi meglio, di collaborare insieme per uscire da
questa situazione e forse anche sostenersi e capirsi… spero solo di poter
sentire anche la versione della signorina Granger prima o poi!”
“Albus credi che…?”
“Poppy, se Draco dice la verità, rischiamo che non si svegli mai
più!”
Quelle parole gelarono l’infermeria e tutti i suoi occupanti, Harry e
Ron compresi che nascosti sotto il mantello dell’invisibilità,
avevano assistito a tutta la scena accaduta poco prima.
“Cosa le avrà fatto quel bastardo?” chiese in un sussurro
Ron mentre rabbioso stringeva i pugni sino a farsi diventare le nocche bianche.
“Non lo so, l’hai sentito, sostiene che sono caduti… ma dove?”
“Quello sta raccontando un sacco di balle, te lo dico io… domani
ci facciamo quattro chiacchiere e vedrai che con le buone maniere ci dirà
la verità!”
Harry non ribattè, guardò un’ultima volta il volto pallido
e immobile della sua migliore amica e se ne tornò silenziosamente alla
torre Est.
L’indomani, l’infermeria era gremita di studenti, Ron, Harry, Ginny
e Neville al capezzale di Hermione, Pansy, Tiger, Goyle e altri Serpeverde per
Malfoy. Inutile a dirlo la tensione si poteva tagliare con il coltello, gli
studenti delle due case non risparmiavano battutine taglienti ne commenti poco
gentili. I Grifondoro erano furenti con Draco, perché lo ritenevano responsabile
di aver ferito Hermione, i Serpeverde dal canto loro, erano schifati di vedere
il loro leader sdraiato a pochi metri da una mezzosangue che non solo lo aveva
ferito ma quasi condotto al coma, nel quale fortunatamente, dal loro punto di
vista, ci era rimasta solo lei.
“ANDATEVENE!” urlò Draco all’improvviso guardando i
propri compagni di casa “VIA DI QUI, VOGLIO RESTARE DA SOLO!”
“Sei pazzo, solo con loro, ti faranno la pelle!”
“Ho detto fuori Pansy, via tutti, non vi voglio vedere fino a domani!”
Qualcuno tentò di replicare ma un’occhiata glaciale del biondino
fece loro capire che non era saggio farlo. I grigioverdi vestiti uscirono dalla
stanza ma non prima di aver urlato che se fosse successo qualcosa a Draco l’avrebbero
pagata cara. Anche Neville e Ginny se ne andarono lasciando Ron e Harry da soli
con Malfoy, che in silenzio non aveva più proferito una parola.
“Cosa le hai fatto?” chiese duro Ron che a fatica era riuscito a
contenersi sino a quel momento.
“Mi chiedevo fino a quando ti saresti trattenuto dal chiedermelo?”
rispose sarcastico il biondo.
“Non provocarmi Malfoy, non sono in vena, dimmi che le hai fatto?”
Draco lo fissò per la prima volta senza aria di sufficienza e rispose
“So che non mi crederai, ma ti giuro che non le ho fatto niente!”
“Sei un bugiardo bastardo, guardala, sembra morta!”
“E’ stata una sua scelta!” rispose freddo ma al contempo triste
il bel cercatore.
“Ripetilo se hai il coraggio!” sbraitò il rosso furioso.
“Ron, vuoi calmarti e tu Malfoy, saresti così cortese da spiegarci
cosa è accaduto… per favore!” esclamò Harry.
Il biondino fece un sospiro e raccontò “L’ho incontrata in
biblioteca, stavo finendo la mia ronda notturna, era prestissimo forse le sette
e dieci, lei era lì e saltellava per la stanza gioendo per un incantesimo
che stava cercando. L’ho guardata di nascosto per un po’ e poi sono
uscito allo scoperto, volevo vedere cosa c’era di così interessante
da essere così euforici”
“Farti i cazzi tuoi?” chiese acido Ron.
Il Serpeverde ignorò di proposito il commento e continuò “Ci
siamo beccati un po’, perché non voleva farmi leggere le sue pergamene
ma alla fine ci sono riuscito comunque…”
“E’ li che l’hai colpita… brutto figlio di…”
“No!”
“Cos’aveva scoperto?” domandò Harry.
“Un incantesimo avanzato di appello, il Loci Secretum, ti consente di
richiamare in un posto appunto segreto una o più persone… anche
quelle morte!”
“Cosa?” balbettò il sesto figlio di casa Weasley.
“Hai capito bene, anche quelle morte! Ho intuito subito quanto fosse potente,
le ho chiesto perché le servisse, ma lei non ha voluto rispondermi, allora
abbiamo litigato di nuovo e all’improvviso siamo precipitati in un buco
che si è aperto sul pavimento della biblioteca. Non chiedetemi dove,
so solo che abbiamo sbattuto a terra e io mi sono ferito al sopraciglio, lei
un po’ alla spalla ma niente di che visto che mi è atterrata addosso”
“E poi?” domandò Ron che aveva messo da parte l’ascia
di guerra ed ora pendeva dalle labbra del suo nemico in attesa di ulteriori
spiegazioni.
“Abbiamo parlato, ci siamo detti cosa pensavamo l’uno dell’altra
e…”
“E…?” chiesero in coro i due Grifondoro
“Quando all’improvviso siamo caduti di nuovo, Hermione ha sbattuto
la tempia destra ed è svenuta, l’ho rianimata e…”
“Come?” urlò Ron.
“Indovina?”
“Non l’avrai baciata?”
“Se tu chiami bacio posare le tue labbra sulle sue e soffiarle aria in
bocca? Sì, l’ho baciata!”
“Ma io ti ammazzo!” gridò il rosso che fece uno scatto in
avanti ma fu bloccato dal suo migliore amico che disse “Finiscila, si
chiama respirazione bocca a bocca, se non l’avesse fatta probabilmente
Herm sarebbe morta!”
“Ma lui… lui…”
“Le ha salvato la vita!”
Ron grugnì qualcosa d’incomprensibile mentre Harry fissò
Draco e chiese “Poi che è successo?”
“Abbiamo incontrato Jael, è il custode del Loci Secretum, lui ci
ha condotti in paradiso!”
“DOVE?” urlarono in coro i due Grifoni.
“In Paradiso, al cospetto dei genitori di Hermione!”
“Oh mio Dio, lei… ha fatto tutto questo per loro” sussurrò
Potter guardando l’amica.
“Non ha voluto tornare con me, vi giuro che ho cercato in ogni modo di
convincerla, ma è rimasta lassù con loro… si è persa!”
“Che vuoi dire che non tornerà?” domandò Weasley spaventato.
Malfoy annuì mentre una lacrima scese a rigargli il viso “Temo
di sì!”
“Menti!” esclamò Ron fuori di sé dall’angoscia
e dalla paura che tutto quello che aveva appena sentito fosse vero.
“Non sto mentendo, perché dovrei?” sussurrò il biondo.
“PERCHE’ LA ODI, L’HAI SEMPRE ODIATA E FARESTI DI TUTTO PER
VEDERLA SOFFRIRE!”
“Non è vero, te lo giuro, non è vero! Harry, almeno tu,
credimi!”
Potter non rispose si limitò a sospirare, credergli significava rassegnarsi
e ammettere che Hermione non si sarebbe più svegliata, non poteva e non
voleva soprattutto d’altro canto però Malfoy non gli era sembrato
mai tanto sincero come fino a quel momento.
“Harry… posso provarvelo!”
“E come?”
“I miei pantaloni, guarda nella tasca!” indicò Draco.
Il cercatore dei Grifoni fece come gli era stato detto e trovò lo specchietto
e subito capì, quella era l’esatta copia di quello che ha suo tempo
Sirius aveva dato a lui, mai usato e di cui gli restava solo qualche frammento
“Chi… te l'ha dato?” balbettò il moretto.
“Lo sai chi!” rispose il biondo.
“Sirius!” sussurrò Harry.
“Me l’ha dato in paradiso, ha detto di fartelo avere, di dirti che
ti vuole bene e che quando avrai bisogno di lui, saprai come trovarlo!”
“Dio, non posso crederci, è la copia esatta di quello che mi diede
due anni fa… L’hai visto?”
“Sì!”
“Come stà?” chiese immagonato il giovane Potter.
“Bene, dove si trova è tutto bellissimo! E’ per quello che
Hermione non è voluta tornare… diceva che ciò che più
amava era laggiù e non voleva rinunciarvi ancora… diceva di non
avere motivi validi per ritornare con me!”
“E tu non le hai detto nulla?” balbettò Ron che disperato
si sedette sul letto del Serpeverde.
“Oh si, le ho detto più di quanto avessi mai detto a nessun altro
in vita mia… ma non è bastato, le ho parlato di voi, dei suoi sogni,
del fatto che rinunciava a tutto, agli amici, all’amore alla possibilità
di diventare madre… niente non è servito a nulla!”
“Hai fatto quello che potevi… e per questo te ne saremo sempre grati!”
disse Harry con la voce rotta dall’emozione “Non ritenerti responsabile,
se veramente è come dici, Herm ha fatto la sua scelta!”
“Ma io… io volevo che tornasse, lo volevo con tutto il mio cuore,
ora che finalmente avevamo cominciato a parlarci e a capirci e… perché?
Proprio ora che avevo trovato una persona che non mi giudica solo per il mio
cognome”
Ron non riuscì a dire una parola, vedere Malfoy in quelle condizioni
era già cosa rara ma vederlo stare male per Hermione, questo lo lasciava
letteralmente di sasso. Harry dal canto suo, fece un mezzo sorriso e disse “Non
si può non volerle bene, vero? Quando la conosci ti rendi conto di quanto
sia speciale! Sapevo che prima o poi te ne saresti accorto anche tu!”
“Molto speciale, forse fin troppo per uno come me!” mormorò
il caposcuola che si voltò a guardare la ragazza immobile nel suo letto.
“Non ti sottovalutare, se Hermione ti ha dato una seconda possibilità
è perché credeva ci fosse qualcosa di più di “Uno
come te!” altrimenti non avrebbe sprecato il suo tempo!” e detto
questo salutò e uscì dall’infermeria seguito dall’amico
di sempre che sempre più basito aveva un’espressione scioccata
che la diceva lunga.
Draco rimase in silenzio ad osservare i due ragazzi uscire, dopodiché
si alzò e si avvicinò alla bella Grifondoro sdraiata a pochi passi
da lui. Lentamente si sedette sul suo letto e restò imbambolato a guardarla
dormire profondamente persa in quel sonno che sapeva, purtroppo, essere eterno.
Sollevò la mano e le accarezzò il viso, aveva una pelle delicata
e vellutata, era bella oltre ogni immaginazione, tanto che toglieva il fiato.
Il biondino si chinò e le posò un casto e delicato bacio su quelle
labbra sensuali che lo stavano invitando all’assaggio “Perdonami”
le sussurrò “Per tutte le volte che ti ho fatta soffrire, per essere
stato tanto cieco da non vedere che ciò che tanto volevo e cercavo era
così vicino… e per non essere stato in grado di farti capire quanto
fossi importante per me! Mi… mi dispiace così tanto…”
aggiunse con la voce rotta dall’emozione “Non sai quanto vorrei
tornare da te e riportarti qui, insieme di nuovo, solo io e te, pur di averti
al mio fianco ritornerei anche nel Loci Secretum… Hermione…”
“Dra… Draco…”
“Oh Dio sento anche la sua voce… ma come sono conciato!?”
si chiese ad occhi chiusi mentre stringendole la mano se la portò alla
guancia “Eppure sembrava lei!”
“Draco, che cosa fai?”
“Ma questa è lei!” pensò il bel cercatore che sollevando
lo sguardo si voltò in direzione della voce appena udita.
“Hermione!” esclamò il giovane sussultando quando una volta
aperti gli occhi vide quelli color nocciola di lei squadrarlo sorpresa.
“Si, mi chiamo così… si può sapere che cosa stai facendo?
Stò bene ho solo fatto un volo ma… di certo non è questo
il modo per uscire di qui!”
“Uscire? Da dov…? Oh Dio!” gridò lui balzando in piedi
nel vedere dove si trovavano.
“Ti senti bene?!”
“Bene, benissimo… siamo di nuovo… com’è possibile
tu… oh cielo che casino!”
“Mi preoccupi, cadendo hai sbattuto anche la testa?”
“No, cioè si… forse sì, perché?”
“Perché sei strano!”
“Strano come?”
“Sei… gentile!”
“Hermione ascoltami devo dirti una cosa, ti sembrerà paranoico
ma ti giuro che è la verità!”
“Ti ascolto!” disse lei in un sussurro guardandolo allucinata.
“Ottimo… è già qualcosa, dunque… io e te abbiamo
già vissuto tutto questo, siamo già stati qui, abbiamo litigato
ma poi abbiamo fatto pace, ci siamo parlati e capiti e siamo diventati amici
e poi siamo stati portati in paradiso, li hai rivisto i tuoi genitori e…”
ma la faccia sempre più allibita della bella Grifondoro gli fece intuire
che forse non era stato poi così convincente “Non mi credi vero?”
“Perdonami ma è un po’ difficile farlo, passi che siamo già
stati qui, che tutto questo è un dejà-vu ma l’eresia che
siamo diventati amici… quella proprio non posso bermela!”
“Te lo giuro, via da qui siamo arrivati nel Loci Secretum, tu sei svenuta,
ti ho fatto la respirazione bocca a bocca, abbiamo consociuto Jael e…”
“Tu… tu… mi hai baciata?”
“Non era un bacio, non ti riprendevi, ho solo soffiato dell’aria
nella tua bocca…”
“E’ incredibile… come hai osato?”
“Hermione, non mi sembra il caso di questionare su una banalità
tale!”
“BANALITÀ? MALFOY, TU MI HAI BACIATA QUANDO ERO SVENUTA!”
insorse la ragazza che aggiunse “Comunque neanche me lo ricordo, non deve
essere stato sto granchè!”
“Hermione…” intimò lui spazientito “Se avessi
voluto baciarti sul serio ti assicuro che te ne saresti ricordata! I miei baci
non si scordano!”
“Ah davvero!”
“Sì! Comunque, è un discorso che dovremo riprendere perché
non è prioritario in questo momento!”
“Prioritario su cosa, tu sei pazzo!” sbottò la mora.
“Chiamiamo Jael, lui ti spiegherà… Dio santo, perché
non ricordi?” esclamò Draco portandosi una mano sul viso.
“Chi diavolo è questo Jael? E poi cosa dovrei ricordare?”
“Te lo ripeto, siamo già stati qui, abbiamo già vissuto
tutto questo… io e te insieme!”
“Ma ti ascolti, stai farneticando!”
“No, dico la verità, Jael è il custode del Loci Secretum,
colui che ci porterà in paradiso dai tuoi genitori!”
“Che… che ne sai tu dei miei genitori?” balbettò la
ragazza.
“Me l’hai detto tu! Mi hai raccontato del loro incidente, di come
li hai persi e di quanto tu ti senta sola senza di loro”
“Non è possibile!”
“Come potrei saperlo altrimenti, non mi avresti mai raccontato cose così
personali… credimi siamo già stati qui!”
“Oh Dio… ma allora… non stai mentendo non… mi stai prendendo
in giro?”
“Certo che no, non potrei mai su una cosa del genere!”
“Ma perché non ricordo allora? Perché se abbiamo già
vissuto tutto questo?”
“Non lo so, è come se ci fosse stata data una seconda possibilità
per fare scelte diverse… non puoi immaginare quanto sono felice di vederti,
credevo di averti perso!”
“Pe… perso? Perché mai?”
Draco si rattristò di colpo, come spiegarle ciò che sarebbe capitato
senza allarmarla o senza sembrare troppo apprensivo.. Titubante il biondino
cominciò a dire “Jael ci chiederà se vogliamo andare in
paradiso, dobbiamo dire di no!”
“Come no? E perché?”
“Laggiù rivedrai i tuoi genitori e non vorrai più andartene…”
aggiunse tristemente tradendo dell’apprensione.
“I miei… devo, se sono qui è per loro… tu non capisci,
voglio andare, voglio rivederli un’ultima volta!”
“No, sceglierai di restare con loro, non riuscirò a farti capire
a quante cose belle rinuncerai…”
“Draco ma non voglio restare, tornerò te lo giuro!”
“NO, AVEVI PROMESSO ANCHE ALLORA, TI SCONGIURO HERMIONE, FACCIAMOCI RIMANDARE
IN BIBLIOTECA, HO GIA’ VISTO COSA ACCADRA’ NON VOGLIO PERDERTI…
NON ORA CHE TI HO TROVATA!” urlò il Serpeverde afferrandola alle
braccia.
“Ma che stai dicendo?”
“Se andrai in paradiso, rimarrai rapita dalla serenità che emana
quel luogo e non vorrai più tornare… morirai capisci?”
“Non puoi chiedermi di rinunciare a loro, non puoi farlo!”
“Fidati di me, sei già stata là, li hai già visti
e ti sei già accertata che stanno bene e sono felici!”
“Come puoi dirlo?”
“Li abbiamo visti, vivono in un luogo fantastico ma che non è il
posto adatto per te! Non ora!”
“Ho bisogno di loro Draco, voglio salutarli, dir loro che stò bene!”
“Lo sanno già, vegliano su di te da lassù, vivere con gioia
è il miglior regalo che tu possa far loro!”
Hermione fece per ribattere ma all’improvviso una voce rimbombò
nella stanza e chiese “Siete pronti?”
“SI!” gridò la ragazza.
“NO!” esclamò Draco deciso più che mai “Questa
vola non veniamo!”
“Tu non verrai, per quanto mi riguarda sono prontissima!”
“HERMIONE NO, QUANDO JAEL TORNERÀ PER RIPORTARTI INDIETRO, TU TI
RIFIUTERAI DI SEGUIRLO… PER FAVORE CREDIMI, NON ANDARE, NON FARLO!”
asserì Draco sempre più in panico di non riuscire a fermarla per
la seconda volta.
“Non puoi impedirmelo, è una mia scelta!”
“Jael ti scongiuro non la portare via di nuovo!” disse il biondo
ad alta voce.
“La scelta è stata fatta ragazzo, non posso più cambiarla…
devi solo decidere se unirti a lei o tornare indietro!”
“Tornerei comunque indietro giusto? Verrai a richiamarci e io sarò
il solo a partire!”
“Ciò che sarà è già stato deciso, sta a te
scegliere cosa fare!”
Il bel cercatore guardò un’ultima volta Hermione, sforzandosi di
non abbandonarsi alla disperazione e le disse “Prima che tu vada c’è
una cosa che voglio ridirti… la prima volta non mi hai potuto sentire,
ma ora sei qui davanti a me e…”
“Cosa?”
“Perdonami” le sussurrò avvicinandosi.
“Per… per cosa?”
“Per tutte le volte che ti ho fatta soffrire e per essere stato tanto
cieco da non vedere che ciò che tanto volevo e cercavo era così
vicino…”
“Draco io non…”
“Perdonami perché non riesco a darti delle motivazioni valide per
farti capire quanto tu sia bella, intelligente e determinata, quanto tu abbia
amici sinceri che ti vogliono bene e che potresti essere molto felice e avere
tutto dalla vita!”
“Ciò che voglio è non sentirmi più tanto sola!”
balbettò la bella Grifondoro.
“Lo so!” mormorò lui accarezzandole una guancia “Ti
capisco, capita spesso anche a me di sentirmi così. Se solo fossi stato
meno stupido, avrei compreso prima che ci stavamo cercando da sempre…
purtroppo ho capito troppo tardi quanto tu fossi speciale e importante per me…
l’unica in grado di vedere oltre l’immagine del falso Draco Malfoy
che ho costruito in questi anni”
“Mi di… dispiace devo…”
“Hermione… quanto tempo credi che serva per innamorarsi di una persona?”
“Co… come?” chiese lei spalancando i suoi adorabili occhioni
color nocciola.
“Pensi che ci si possa ritenere innamorati quando tutto in sua compagnia
sembra diventare bello, quando ti senti vivo più che mai solo perché
le sei vicino e un suo sorriso ti scalda il cuore?”
“Io… non… non lo so!” balbettò la mora emozionata
vedendo due piccole lacrime brillare e scivolare sul bel viso di lui che continuò
“Ho sempre pensato che l’amore avesse bisogno di mesi e addirittura
di anni per sbocciare e chiamarsi tale ma credo di dovermi ricredere…
a me sono bastate solo poche ore per imparare ad amarti, avrei voluto dirtelo
in un altro modo, mi sarebbe piaciuto che avessimo continuato a conoscerci meglio,
capendoci e aiutandoci come abbiamo fatto qui ma… non ho più tempo!”
“Per… per cosa?” ansimò la bella Grifondoro ormai rapita
dalle dolci parole dell’erede di casa Malfoy, il cui viso ormai si trovava
a meno di una spanna da quello di lei che sorpresa, ma stranamente felice da
quella dichiarazione non seppe che dire si limitò a fissare i splendidi
occhi grigi del ragazzo, in quel momento lucidi a causa del magone. Lui non
indugiò oltre, sollevò una mano per accarezzarle una guancia e
si chinò a baciarla dolcemente, senza preoccuparsi troppo di essere ricambiato.
Hermione non ebbe la minima esitazione e assecondò quel contatto.
Entrambi si abbandonarono a quel bacio come se non aspettassero altro da sempre,
un’unione ricca di emozioni e sentimento che man mano divenne sempre più
intensa ma che mantenne sempre una dolcezza intrinseca. Quando le loro bocche
si staccarono, i due ragazzi si allontanarono ancora emozionati per quanto appena
accaduto, si guardarono e non dissero più nulla. Jael interruppe quel
momento che entrambi speravano non finisse mai e disse “E’ ora,
cosa vuoi fare ragazzo?”
Con la voce rotta dal magone Draco rispose “Torno in infermeria Jael,
ma ti prego… prenditi cura di lei!”
“Come desideri!”
“Draco, io…” balbettò Hermione giusto un attimo prima
che la voce del custode recitasse “Lux eternae apparens” e la facesse
sparire. Anche lei come il ragazzo non era più riuscita a trattenere
le lacrime.
Quando i begl’occhi grigi del Serpeverde si riaprirono, la posizione in
cui si trovava era la medesima di poco tempo prima, sedeva sul letto di Hermione
e le stava stringendo la mano che aveva portato alla sua guancia. Disperato
diede un ultimo bacio al palmo della ragazza e tornò nel suo letto. Si
abbandonò ad un pianto silenzioso sino a quando stremato non cedette
alle pressioni di Morfeo.
L’indomani, quando Draco si svegliò, al capezzale di Hermione
c’erano già Ron e Harry che nel vederlo chiesero “Tutto bene?
Hai un aspetto tremendo!”
“Nottataccia!” rispose in un sussurro il biondino mettendosi a sedere
“Che fate qui?”
“Indovina? Siamo in visita!” rispose Ron tristemente “Quando
ti dimettono?”
“Non lo so, credo oggi!”
“Sei sicuro di stare bene?” domandò Harry preoccupato.
“No, non sto bene… ma cosa importa, tanto non è cambiato
nulla da ieri sera giusto?”
“Cosa è successo?”
“Niente!” mentì il biondo che si sentiva già abbastanza
in colpa senza che i due Grifondoro infierissero sulla sua inettitudine.
“Draco, ti prego dimmelo… qualsiasi cosa tu abbia fatto!”
lo incalzò il moretto gentilmente.
Il Serpeverde esitò un istante, avrebbe voluto mandarlo al diavolo, dirgli
di lasciarlo in pace, voleva restare da solo, ma non lo fece, inspirò
profondamente e rispose “L’ho rivista, non so come sia potuto succedere,
le stavo parlando e all’improvviso mi sono ritrovato di nuovo con lei
nel Loci Secretum!”
“Era… era viva?” chiese il rosso.
“Sì!”
“E cosa le hai detto?” rincarò Potter.
“Non ricordava niente, non sapeva che eravamo già stati in quel
luogo, nulla di nulla. Ho cercato di spiegarle, di farle cambiare idea ma…”
“Ma…?” balbettò Ron.
“Non sono riuscito a convincerla a non tornare in paradiso… capisci
ho avuto una seconda possibilità e ho fallito di nuovo!” aggiunse
scuotendo la testa rammaricato.
“Credo che invece sia accaduto qualcosa!” intervenne Harry con un
mezzo sorriso “Madama Chips dice che Hermione si è mossa, intorno
alle quattro di stanotte!”
“Cosa? Non è possibile!”
“Era passata per controllarvi e l’ha chiaramente vista muovere le
labbra, deve aver sussurrato qualcosa d’incomprensibile, ma la Chips dice
che è un buon segno… è ancora in coma ma ci sono buone probabilità
che ne esca!”
“Giura? Ma allora… forse…”
“Si può sapere cosa le hai detto di preciso?” domandò
il bel portiere dei Grifondoro sorridente.
Draco arrossì e imbarazzato rispose “Niente di che… le ho
chiesto scusa per come l’avevo trattata in tutti questi anni e…
le ho detto che mi sarebbe piaciuto conoscerla meglio… magari diventare
amici e… insomma Weasley, non ti sembra di essere un po’ troppo
curioso?”
“No!” rispose euforico Ron nel vedere il Serpeverde imbarazzato.
“Qualunque cosa tu le abbia detto forse le hai dato un motivo per tornare…”
disse Harry “Grazie!”
“Non credo io…”
“Si sveglierà, ne sono sicuro!”
“Mi piacerebbe, però forse, prima di esultare dovresti aspettare
che torni!” ribattè il biondo che si alzò e si diresse in
bagno.
“Quel ragazzo si è sempre distinto per il suo sfrenato ottimismo!”
esclamò Ron che un istante dopo domandò “Credi che la ami?”
“Sì senza ombra di dubbio! credo anche che glielo abbia detto…
non l’ho mai visto così provato e triste per nessuno prima d’ora!”
“Ci sarà da fidarsi? E’ pur sempre un Malfoy!”
“E’ sincero Ron, guarda i suoi occhi!”
“Dio mio, chi l’avrebbe mai detto, credo che potrei svenire…
Herm e Draco insieme, non posso pensarci!”
“A me non importa, voglio solo che torni! Se dev’essere felice con
lui va bene, basta che si risvegli” disse Harry voltandosi nuovamente
a guardare l’amica.
“Non starai dicendo sul serio? Harry è il figlio di un…”
“Lo so, ma le colpe di suo padre non devono ricadere su di lui!”
“Stai parlando dello stesso ragazzo che ha reso la nostra vita un inferno
in questi sette anni o per caso ti stai riferendo a qualcuno che non conosco?!”
“Ron, per favore, prova per una volta a cercare di vedere oltre le apparenze,
oltre la fredda maschera che si è creato… è un po’
che ci penso e credo che Hermione abbia visto qualcosa in lui che nessun altro
è riuscito a vedere”
“Sì la stronzaggine, la maleducazione e la superiorità cronica!”
“Ti sei dimenticato la freddezza, l’acidità e l’egocentrismo!”
sussurrò una voce alle spalle del rosso che senza voltarsi chiese “E’
dietro di me vero?”
“Sì!” rispose l’amico “Credo che tu gli debba
delle scuse!”
“Lascia stare Potter, non ho bisogno che tu mi difenda!” aggiunse
Draco che senza degnare Weasley di uno sguardo si andò a sdraiare sul
suo letto.
Il moro guardò il suo migliore amico e lo fulminò con gli occhi
tanto che Ron sussurrò uno striminzito “Mi dispiace, ho esagerato!”
“Non crucciarti Weasley, non è che m’importi molto di ciò
che pensi di me… tranquillo, non sarà certo una cattiveria gratuita
a farmi star male, tanto più che non era neanche così offensiva,
ti assicuro che ho sentito di peggio!”
Il rosso lanciò uno sguardo al suo capitano che diceva “Ma lo senti?”
e l’altro ricambiò il gesto a dire “Che ti lamenti te la
sei cercata!”
Ingoiando l’orgoglio e sotto sollecitazioni del moro il Grifondoro aggiunse
“Bhè comunque… scusa!”
“Accettate!” rispose il biondo voltandosi per dargli la schiena
“Ora però se non vi dispiace posso restare un po’ solo?”
“Cosa? Ma sent…?” sbottò Ron furente mentre Harry invece
rispose sereno “Certo!” uscendo poco dopo dalla stanza seguito dall’amico
che non la smetteva d’imprecare contro il Serpeverde.
Draco fu dimesso quello stesso pomeriggio, Pansy e altri Serpeverde entrarono
trionfanti in infermeria ed acclamarono a gran voce il loro leader, perdendo
dopo pochi istanti il sorriso nel vedere Potter e Weasley a pochi metri da lui.
“Che orrenda visione!” sibilò cattiva la Parkinson “Draco,
non avrai dovuto sopportare la loro vista per tutto il tempo che sei rimasto
qui?”
Il serpeverde non rispose, ignorò bellamente l’affermazione della
compagna di casa e disse “Andiamo!”
I due Grifondoro non dissero nulla, per non alimentare inutili discussioni con
gli eterni nemici di sempre, ma quando il caposcuola gli passò accanto
Harry fece finta d’inciampare e sbattendogli addosso prima si scusò
e un istante dopo sussurrò “Se si sveglia, ti chiamo!”
Il ragazzo lo spintonò malamente per allontanarlo ma i suoi occhi brillarono
a quelle parole esprimendo tutta la loro gratitudine, dopodiché uscì
dall’infermeria.
“Che diavolo gli hai detto?” chiese Ron curioso.
“Che se Herm si sveglia lo vado a cercare!”
“Non credo sia una buona idea!”
“Si può sapere cosa ti rode?” domandò secco il moretto
stanco di tutta quell’ostilità del compagno di camera.
“Non mi va che Hermione se la faccia con quello!”
“Sarà una sua scelta, non dobbiamo intrometterci!”
“Lui l’ha trattata come una bestia per sei anni, come puoi…”
“Ron, le persone cambiano e spesso si comportano in modo che non gli appartiene,
merita una seconda possibilità!”
“NO CHE NON SE LA MERITA!” urlò l’amico “E’
UN MALFOY, NON SI MERITA UN CAZZO!”
“Se non fosse stato per lui…” iniziò a dire Harry ma
fu anticipato dall’altro che finì per lui dicendo “Hermione
sarebbe qui! E’ tutta colpa sua se è finita in quel posto!”
“Sai benissimo che non è così, ci sarebbe andata comunque,
hai visto i suoi appunti…”
“Ho visto solo, tante scritte ed ora la mia migliore amica è stesa
su quel letto, immobile e forse non si sveglierà mai più e…
e…” balbettò il rosso con la voce rotta dal magone.
“Spiace tanto anche a me, ma incolpare lui non la riporterà da
noi!” sussurrò Harry abbracciandolo.
“Non… non voglio… che muoia, Dio… non… voglio
che…” mugugnò prima di consentire finalmente alle proprie
lacrime di rigargli il viso preoccupato.
Harry lasciò che l’amico si sfogasse, capiva perfettamente cosa
stesse provando, lui si sentiva male quanto lui e quando i singhiozzi diminuirono
gli disse “Senti, perché non vai a prendere qualcosa da mangiare…
resterò io qui, dieci minuti ti calmi e poi ritorni?!”
“Va… va bene!” mormorò il bel portiere che asciugandosi
gli occhi con la manica della camicia uscì dalla stanza lasciando Harry
da solo con Hermione.
“Oh Herm, ci manchi tanto piccola… ti prego torna da noi!”
le disse il cercatore stringendole una mano “So che puoi sentirmi, Ron
è parecchio preoccupato per te, io anche ma c’è un’altra
persona che spera tanto di rivedere i tuoi begl’occhi aperti… credo
proprio che ti ami sai…”
“Signor Potter, ancora qui?” chiese Madama Chips vedendolo di nuovo
al capezzale della bella mora.
“Madama, salve!”
“Non crede di esagerare? Vada a riposarsi un po’… la chiamerò
se Hermione dovesse svegliarsi!”
“Preferisco restare!”
“Non è un consiglio signor Potter, è un ordine!”
“Ma…”
“Niente ma, ho già bloccato il signor Weasley e l’ho rispedito
alla torre, aveva una faccia che parlava da sola, la sua non è da meno,
forza vada, non voglio vederla sino a domani mattina!”
“Io…”
“Ho detto VADA!” scandì decisa la donna che gli fece cenno
di alzarsi e di allontanarsi dal letto di Hermione.
Harry ubbidì, si alzò ma quando fece per allontanarsi, si bloccò
e sorrise.
“Che c’è?” domandò l’infermiera notando
l’espressione euforica che si era dipinta sul viso del ragazzo “Signor
Potter, ho chiesto che c’è?”
“Madama, guardi la mia mano destra!” sussurrò il ragazzo
facendo altrettanto “Hermione, lei… me la sta stringendo!”
“Mi faccia vedere… si, è vero, brava ragazza… oh mio
Dio, non ci speravo più… bene si sta svegliando!”
“Ne è sicura?”
“Certo!”
“Posso rimanere?”
“Assolutamente si, decisamente la sua presenza fa più che bene
alla signorina Granger! Vado a chiamare il professor Silente, torno subito!”
esclamò la donna schizzando fuori dall’infermeria come una furia.
Harry sorrise, si risedette e si limitò a fissare felice la mano della
sua migliore amica che stringeva la propria. Si chinò per darle un bacio
in fronte e quando si allontanò nuovamente da lei un paio di splendidi
occhi color nocciola lo stavano fissando.
Il ragazzo si aprì in un dolcissimo sorriso e disse “Buongiorno
signorina Granger!”
Un lieve cenno con la testa gli fece capire che riusciva a sentirlo.
“Mi hai fatto prendere un bello spavento e… che c’è?
Perché piangi?” Le chiese accarezzandole il viso inumidito da due
piccole lacrime.
“Do…ve so…no?” domandò in un sussurrò
la bella caposcuola.
“In infermeria, ad Hogwarts!” rispose l’amico.
Hermione chiuse gli occhi e nuove lacrime scivolarono giù.
“Non so cosa sia successo piccola, ma ora sei qui, sei…”
“Sola… di nuovo!” mormorò immagonata la ragazza.
“Mi dispiace Herm, perdonami, non mi sono reso conto di quanto avessi
bisogno di noi e…”
“Harry… li ho… persi di nuovo!” balbettò la bella
mora “Stavo così bene con loro!”
L’amico la guardò intensamente ma tacque consentendole di continuare
e dire “C’è una pace assoluta, tutto è… non
so come spiegarti… ti senti appagato e felice e non vuoi tornare!”
Il ragazzo inspirò profondamente, aveva il cuore che pulsava a mille,
le strinse la mano e domandò in un sussurro “Perché sei
tornata allora?”
“Non…non lo so, io…”
“Ho avuto tanta paura che non tornassi più!”
“Non mi sentivo completa… non capisco, avevo tutto ciò che
ho sempre desiderato e all’improvviso mi sono sentita ancora sola!”
Il moro sorrise e le baciò la mano che non aveva smesso un secondo di
stringere poi aggiunse “Sei tornata per lui!”
Hermione lo fissò sorpresa e chiese “Lui chi?”
“Come lui chi? Andiamo Herm, se hai paura della mia reazione, voglio rassicurarti…
non m’importa, voglio solo che tu sia felice!”
“Harry che stai dicendo? Lui chi?”
“Non dirmi che non ricordi?”
“Cosa?”
“Non eri sola laggiù, c’era un’altra persona con te!”
La bella caposcuola scosse la testa e sussurrò “No… ero sola…
non c’era nessuno!”
“Herm, Draco, è caduto con te nel buco in biblioteca e…”
“No, quello è stato solo un sogno, non è mai venuto con
me!”
“Nessun sogno tesoro, era tutto vero!”
“Harry non è possibile… lui mi ha detto delle cose…
non possono essere vere!”
“Perché no? Le persone cambiano Herm, non so cosa ti abbia detto
ma sono sicuro che fosse sincero! Era molto preoccupato per te”
La ragazza lo fissò allibita, rammentava ogni singola parola del biondino,
ogni piccolo gesto ed ogni emozione provata ma aveva convinto se stessa che
si era trattato di un sogno e niente più… eppure quelle labbra
morbide e sensuali se le ricordava perfettamente, come scordarsi quel suo odore
che la inebriava e quelle carezze eccitanti e protettive, momenti che si erano
scolpiti nella sua mente a fuoco.
“Ti ama Herm, ne sono certo!”
“Non posso crederci!” sussurrò la giovane.
“Perché non glielo chiedi tu stessa?”
“Perché non credo sia il caso… e poi io non…”
ma la bella Grifondoro non potè terminare la frase perché Madama
Chips seguita a ruota da Silente entrò in infermeria. Harry fu congedato
e obbligato ad andarsene e ad Hermione furono fatti tutti gli esami di controllo
del caso... che ovviamente risultarono perfetti.
Quando il bel moretto varcò la sala grande quasi tutti gli studenti erano
ormai seduti ai loro tavoli, in attesa che cominciasse la cena. Sorridente il
cercatore raggiunse i compagni e diede loro la bella notizia. Un secondo dopo
l’intero tavolo dei Grifondoro esultava senza ritegno tanto che la professoressa
McGranitt dovette intervenire per placare gli animi. Ma i suoi sforzi furono
vani, neanche i moniti minacciosi riuscirono a frenare le grida euforiche dei
Grifoni. Nel parapiglia generale Harry lanciò uno sguardo esplicito a
Draco che a fatica si stava trattenendo dall’esultare insieme ai nemici
di sempre. Il caposcuola grigioverde aveva compreso senza poche difficoltà
ciò che i suoi compagni di casa ancora non avevano intuito, Hermione
stava bene e si era svegliata. Con un lieve cenno della testa fece capire a
Potter che aveva capito e che lo ringraziava e senza degnare di uno sguardo
nessuno dei serpeverde, si alzò dicendo “Tutta questa felicità
mi nausea, torno subito!” e se ne andò.
In infermeria Hermione, finalmente sola, fissava il soffitto del grosso stanzone
chiedendosi se ciò che le aveva detto Harry poteva essere vero. Persa
nei suoi pensieri non si accorse che qualcuno era entrato per farle visita.
Draco restò per qualche minuto in silenzio ad osservarla, in quel preciso
istante era ancora più bella di quanto fosse mai stata. Non poteva credere
di vederla ad occhi aperti, eppure eccola lì, come se nulla fosse mai
accaduto.
Il ragazzo si avvicinò lentamente al letto di lei e con il cuore che
gli batteva a mille deglutì almeno una decina di volte. Avrebbe voluto
dirle un milione di cose ma le parole gli morirono in gola, l’unica cosa
che riuscì a dire fu “Ti sei svegliata!”
Hermione sussultò, la voce del Serpeverde la spaventò, sorpresa
lo fissò e a sua volta domandò “Che ci fai tu qui?”
“Volevo sapere come stavi?” rispose come un’automa Draco dandosi
mentalmente dell’idiota per la stupida risposta appena data.
“Bene grazie, ma perché lo vuoi sapere?” chiese imbarazzata
lei.
“Che domande fai Granger… non posso sapere come stai? Siamo finiti
insieme in quel buco e…” ma il ragazzo s’interruppe di colpo,
non voleva mentirle, non voleva fingere di essere chi non era, almeno non con
lei, così la guardò dritta negli occhi e disse “Ero preoccupato
per te, volevo sapere come stavi… ho avuto molta paura che non ti svegliassi!”
“Draco io non ricordo quasi nulla di ciò che è successo
laggiù, potresti raccontarmelo per favore?” mentì la caposcuola
che voleva capire se le supposizioni di Harry erano vere oppure no.
“Nulla?” chiese lui deluso “Non ricordi proprio nulla?”
“Praticamente sì… ricordo che sono caduta e che poi sono
finita in un posto magnifico, c’erano i miei genitori poi è giunto
un angelo e poi più nulla!”
“Ti ricordi di me? Cioè di noi, di cosa ci siamo detti?”
chiese speranzoso il biondo che vedendola scuotere la testa chiuse gli occhi
e sospirò tristemente.
“Mi dispiace, ti prego spiegami, cosa è successo?!”
“Noi ecco… abbiamo parlato a lungo, abbiamo litigato e poi fatto
pace e…”
“e…?” Domandò Hermione che pendeva letteralmente dalle
sue labbra.
“Siamo diventati amici!”
“A.. amici? Io e te?”
“Sì!”
“Oh” ribattè delusa la bella Grifondoro che aveva sperato
di sentirgli dire che erano più che semplici amici. Draco fraintese il
suo commento e svelto esclamò “Non ti preoccupare Granger, presto
tutto tornerà alla normalità, continueremo ad ignorarci come abbiamo
sempre fatto e l’essere mia amica sarà l’ultimo dei tuoi
problemi”
“Non ho mai detto che lo fosse!” rispose la mora che capì
di essere stata fraintesa.
“Lasciamo stare vedo che stai bene, torno in sala grande, mi aspettano!”
la freddò lui che ovviamente non aveva ascoltato ciò che gli era
appena stato detto.
“Draco aspetta…” gli disse lei ma il biondino era già
fuggito.
L’indomani Hermione fu dimessa e potè tornare ai suoi libri e alle
sue responsabilità. Ron era raggiante, Harry euforico, così come
tutti i Grifondoro del resto e gran parte della scuola. Solo i serpeverde non
gioivano del ritorno della bella caposcuola eccetto uno che non riusciva a toglierle
gli occhi di dosso. Era più forte di lui, la desiderava come non aveva
mai desiderato nessun altro prima d’allora, amava tutto di lei, e faticava
a fingere di non provare quei sentimenti. Come aveva potuto dimenticare ciò
che le aveva detto, come aveva potuto scordarsi che si erano baciati e che le
aveva dichiarato il suo amore, le aveva aperto il suo cuore e lei se l’era
scordato. Non poteva crederci, e come se non bastasse non poteva neanche ridirle
ciò che provava perché a quanto aveva capito non le interessava.
A colazione quella mattina Harry fece in modo di fare quattro chiacchere in
disparte con la sua migliore amica e domandò “Gli hai parlato?”
“Sì, ma non è andata molto bene!”
“Cosa è successo?”
“Ha frainteso una mia risposta, si è arrabbiato e se ne è
andato!”
“Quando vi siete visti?”
“Ieri è venuto da me in infermeria!”
Il moro sorrise, ecco dov’era finito… l’aveva visto allontanarsi
ma non aveva capito che stesse andando da lei.
“Cosa gli hai detto di così grave?”
“Gli ho detto che non ricordavo niente di ciò che avevamo vissuto
insieme e…”
“Ma è vero?”
“Certo che no!”
“E perché gliel’hai detto?” chiese stupito Harry.
“Come perché? Harry, non posso alzarmi, andare al suo tavolo e
dirgli che mi sono innamorata di lui… non posso dirgli che ricordo ogni
singola parola, ogni brivido che ho provato nel sentirlo accarezzarmi e l’emozione
travolgente che mi ha invaso quando mi ha baciata… non posso capisci!”
“Vi… vi… siete baciati?”
“Sì, ed è stato fantastico!”
“Non capisco cosa ti freni Herm, di cosa hai paura?”
“Come fai a non capire, lui è un Serpeverde, io una Grifondoro,
ci odiamo da sempre e… se poi la cosa fosse a senso unico? Se a lui non
importasse nulla di me? Non voglio aprirgli il mio cuore e pentirmene!”
“Hermione, si vede lontano un chilometro che gli piaci, ti ama, come fai
a non vederlo, ti guarda come un bambino guarda il suo gioco preferito, non
riesce a starti lontano… scommetto che lo frena la stessa tua paura, perché
non gli parli e cerchi di chiarire con lui?”
“Hai detto bene Harry, sarei solo un gioco per lui!”
“Non mettermi in bocca parole che non ho detto”
“Lasciamo stare, questa storia grida tragedia da tutte le parti!”
“No questa storia trasuda felicità e passione da tutte le parti,
non dirmi che non è così perché li vedo i vostri occhi,
brillano come mai hanno fatto prima!”
“Harry ti sbagli!” ribattè risoluta l’amica.
“Sei tornata per lui Hermione, ti completa, neanche il paradiso ti ha
dato la stessa gioia che ti ha fatto provare Draco, lo ami, non dirmi di no!”
“Non saprei cosa dirgli e poi guardalo è circondato da Pansy e
le sue amiche, è già tanto se arrivo viva davanti a lui”
“Ho sempre pensato che fossi una ragazza determinata, che quando vuoi
qualcosa te lo prendi o comunque lotti per riuscirci”
“Non ci provare Potter, non riuscirai a farmi passare per una…”
“Che non lotta per ciò che ama?”
“Co… cosa?”
“Dimostrami che non è vero, alzati e vai da lui!” disse il
cercatore indicando il suo avversario.
“Ora?”
“E quando a lezione?”
“Non credi che ci sono un po’ troppe persone?”
“Non sapevo ti vergognassi dei tuoi sentimenti, cos’è ti da
fastidio che possano dire in giro che ti sei innamorata di un Serpeverde?”
“Ma cosa dici, non m’interessa… certo la cosa non passerebbe
inosservata ma mi conosci sai che non sono il tipo da farsi di queste storie,
è solo che…”
“Che?”
“E se mi ride in faccia? Se mi dice che sono una povera pazza che si è
inventata tutto?”
“Meglio, saprai che non è tipo per cui perderci il sonno, pensa
invece cosa potrebbe succedere se ti dicesse che prova i tuoi stessi sentimenti?”
le disse Harry sorridendole e dandole un bacio in fronte.
Hermione ricambiò il sorriso e annuì, dopodiché si alzò
e si diresse verso il tavolo dei serpeverde.
Draco stava leggendo la copia della Gazzetta de Profeta che gli era appena stata
recapitata, così non si accorse che la ragazza dei suoi sogni era in
piedi di fronte a lui. Solo la voce acida di Pansy richiamò la sua attenzione
“Che diavolo vuoi Granger?”
“Devo parlare con Draco!”
“DRACO? COME OSI? PER TE E’ E SARA’ SEMPRE IL SIGNOR MALFOY,
NON TE LO SCORDARE LURIDA MEZZOSANGUE!” Sbottò la Parkinson furente.
Hermione ignorò di proposito la sua rivale e si voltò a guardare
il bel cercatore che era sussultato una volta alzato lo sguardo e aver visto
chi era andata a parlargli.
“Posso rubarti due minuti?” domandò imbarazzata.
Draco annuì e si alzò.
“SI PUO’ SAPERE CHE VUOI DA LUI, HAI GIA’ RISCHIATO DI UCCIDERLO
UNA VOLTA, CHE VUOI FARE ORA?”
“Nulla che ti riguardi Pansy!”
“OH SI CARA DRACO E’ AFFARE MIO NON TE LO SCORDARE!”
“Pansy, finiscila!” disse calmo l’erede di casa Malfoy che
invece la zittì con lo sguardo di fuoco che le lanciò “Cosa
vuoi Granger?”
“Volevo parlarti da sola se non ti dispiace!”
“Dove vorresti andare?”
“Che ne dici di uscire da questa sala per cominciare?”
“Ascolta, non ho tempo da perd…”
“Per favore!” disse lei interrompendolo e stupendo tutti i grigioverde
vestiti che mai avrebbero pensato di sentirla pregare Draco Malfoy.
“Andiamo!” fu la risposta di Draco che uscì dalla sala grande
seguito dalla bella caposcuola che una volta in corridoio chiese “Ti ruberò
solo un minuto… ti dispiace?”
“Cosa?”
“Essere uscito?!”
“No, perché dovrebbe?”
“Così, pensavo che…”
“Pensavi male!” la anticipò lui voltandosi a guardare fuori
dalla finestra “Dimmi, che cosa mi volevi dire?”
“Oh si ecco… dunque io… volevo sapere se ciò che mi
hai… si insomma quello che… uff… dunque mi piacerebbe sapere
se quello che mi hai detto…”
“Detto quando?” chiese il biondino voltandosi e perdendosi nel color
nocciola degli occhi di lei.
“Detto… detto laggiù!”
Lui la fissò sorpreso e Hermione continuò “Ho bisogno di
sapere se era tutta una bugia o se davvero tu… tu mi…”
“Cosa pensi?”
“Scusa?”
“Credi che ti abbia mentito?” domandò Draco che capì
immediatamente che Hermione ricordava tutto perfettamente “Credi che ti
abbia solo preso in giro?”
“Non volevo offenderti è solo che… non lo so…”
“Non sono offeso” ribattè il ragazzo
“E’ che sono un po’ confusa… non…”
“Vuoi che te lo ridica?”
Il cuore della bella Grifondoro perse un colpo, Draco era a meno di due passi
da lei e bello più che mai le aveva appena chiesto se poteva ridirle
che l’amava… cosa rispondere se non “Sì, per favore!”
Il giovane erede di casa Malfoy fece un lungo respiro e disse “Hermione
io…”
“Aspetta!” balbettò lei.
“Che c’è?”
“Non vorrai farlo qui!”
“Perché…? Che c’è qui che non va, non c’è
nessuno!” esclamò lui guardandosi intorno.
“Preferirei altrove! Per favore… andiamocene!”
“Dove? Tra poco iniziano le lezioni…”
“Vieni” aggiunse la bella caposcuola prendendolo per mano e trascinandolo
in una classe vuota “Ecco qui può and…” ma Hermione
non fece in tempo a finire la frase che nel chiudere la porta si sentì
cingere alle spalle in un abbraccio senza fine.
“Mi sei mancata!” le sussurrò Draco all’orecchio “Non
puoi immaginare quanto!”
“Dra… Draco!” balbettò la mora.
Lui la voltò e la fece indietreggiare sino alla cattedra che si trovava
a centro aula a ridosso di due file di banchi di legno di quercia.
“Hai paura?” le chiese dolcemente.
Hermione scosse la testa poi rispose “No, perché dovrei?”
“Credevo mi odiassi… Pensavo che starmi accanto ti mettesse a disagio!”
“Lo pensavo anch’io ma non è così… vorrei tanto
scoprire perché…?”
Il cercatore la fissò e dimezzò ulteriormente la distanza che
li separava, sollevò una mano e le accarezzò il viso sussurrandole
“Sei sicura di voler sapere cosa ti dissi nel Loci Secretum?”
“Si, ti prego!”
Draco la guardò per qualche istante poi disse “Hermione Granger
ti desidero come non mi è mai successo con nessuno prima d’ora,
in questo momento farei di tutto per poterti baciare e stringere nuovamente
tra le mie braccia. Sei così dolce, bella, estremamente intelligente
e determinata e mi ci è voluto veramente pochissimo per capire che sei
l’unica persona che vorrei al mio fianco, l’unica che riesce a capirmi
e la sola che mi piacerebbe vedere ogni sera prima di addormentarmi led ogni
mattina al mio risveglio. Ho avuto tanta paura di perderti, ora che ti avevo
trovata, ora che finalmente avevo aperto il mio cuore e avevo capito chi stavo
cercando, ho temuto di non rivederti mai più. Pensavo di non essere riuscito
a farti capire quanto ti amassi e a quante cose belle stavi rinunciando... e
invece sei tornata e sei qui. Non so come sia successo ma sono felice che sia
accaduto. Ho imparato ad apprezzarti e ad andare oltre le apparenze, ho conosciuto
la vera Hermione, con i suoi pregi e i suoi difetti, ma talmente unica da essere
insostituibile. Di sicuro capiterà ancora di litigare ma sono convinto
che sarà anche più bello fare pace. Sono confuso e impaurito quanto
te, non so se provi lo stesso, non so dirti cosa succederà, come ci sentiremo,
se fra noi potrà mai funzionare, c’è solo un’unica
cosa che so per certo, non riesco ad immaginare la mia vita senza di te…
ti amo Hermione, può sembrare assurdo me ne rendo conto, innamorarsi
perdutamente di qualcuno in così poco tempo ma ti prego credimi non ti
sto mentendo!”
Dopo questa dichiarazione che avrebbe ammutolito anche la Mcgranitt un silenzio
innaturale cadde tra i due ragazzi che non smisero un attimo di guardarsi. Entrambi
erano molto emozionati tanto da rasentare la tachicardia, Draco in particolare
che non sapeva se giorie o preoccuparsi del mutismo della bella Grifondoro.
Ma all’improvviso Hermione interruppe quel mutismo forzato e fugò
i suoi dubbi chiedendo “Draco, cosa aspetti?”
“A fare cosa?” domandò lui sorpreso e allarmato al tempo
stesso.
La bella mora sorrise e rispose “A baciarmi!”
Il biondino non poteva credere alle proprie orecchie, dopo un primo attimo di
stupore in cui esitò non si fece pregare, si chinò e dolcemente
la baciò con tutto l’amore e la passione che poteva dimostrarle.
Bacio che entrambi assaporarono intensamente e che venne interrotto solo dal
suono della campana che scandì un inopportuno inizio delle lezioni.
“Dobbiamo andare!” le disse a fior di labbra il serpeverde imbarazzato.
“Lo so!” ribattè la bella caposcuola che mordicchiandogli
il labbro inferiore chiese “Che lezione hai?”
“Erbologia e tu?” ansimò lui chiudendo gli occhi e lasciando
che si divertisse a torturarlo.
“Antiche Rune!” sussurrò nel suo orecchio destro finendo
a leccargli maliziosamente il lobo.
“Ci si vede dopo?” domandò Draco ormai eccitato oltre ogni
limite.
“Volentieri, dove?”
“Che ne dici della biblioteca?” propose mentre sensualmente aveva
cominciato a baciarle il collo.
“Perché no, in fondo è partito tutto da lì!”
gemettè Hermione quando sentì la mano di lui scivolare lungo i
suoi fianchi.
“A tra un un’ora allora!” mormorò Draco strizzandole
l’occhio e scappando a lezione.
“A dopo!” ripetè lei che restò immobile a fissarlo
uscire dalla classe vuota.
Cinquantacinque minuti dopo, con una puntualità che spaccava il secondo,
Hermione sedeva al medesimo tavolo di qualche giorno prima, irrequieta continuava
a lanciare occhiate ansiose alla porta della biblioteca speranzosa di vederla
oltrepassare da uno splendido angelo biondo.
“Ma dov’è? Perché non arriva, sono le dieci in punto!”
pensò la ragazza che sentendo la porta cigolare esclamò “Finalmente!”
ma nell’alzare lo sguardo i suoi occhi non incontrarono quelli grigi di
Draco ma quelli neri di Pansy Parkinson che cattiva e soddisfatta disse “Non
verrà!”
“Chi Pansy, se è lecito saperlo?” domandò Hermione
cercando di nascondere come meglio poteva il suo disappunto di trovarsi di fronte
al serpeverde sbagliato.
“Ti credevo più furba Granger!” ridacchiò la rivale.
“Ti saluto Pansy, ho da fare… se vuoi scusarmi!” esclamò
dura la Grifondoro alzandosi e raccattando come meglio poteva i suoi libri.
“Pensi davvero che Draco possa provare qualcosa per te? Lui il migliore
di tutti i purosangue, l’unico erede della famiglia più potente
di tutto il mondo magico, innamorato di un’insulsa mezzosangue come te…
sei davvero così ingenua da credere a quest’eresia?”
“Vattene!” scandì risoluta l’altra sbattendo un pesante
libro d’incantesimi sul tavolo “Lasciami stare!”
“Sveglia Granger, ha mentito, ti sta solo usando… voleva divertirsi
un po’ nei bassifondi, possibile che non ci arrivi? Eppure sei la migliore
del nostro corso!”
“Stai mentendo!”
Pansy esplose in una sonora risata, che si acutizzò nel vedere una piccola
lacrima scivolare sulla guancia della sua nemica “Ti prego… basta,
sto male… ah ah… Non dirmi che ci avevi creduto? Cos’ha fatto,
ha balbettato qualche parolina dolce? ti ha accarezzato il viso? Ti ha detto
che solo tu lo capisci? Dio ma non ti accorgi che sta recitando un copione?”
“Era… era sincero… lui è diverso… è…”
“Non voglio deluderti Granger, ma Draco è quello che è sempre
stato, un serpeverde viziato e potente che ottiene a modo suo tutto ciò
che vuole… tu, sciocca Grifondoro altro non sei che un’altra tacca
da aggiungere al lista delle sue conquiste”
“Perché mi stai dicendo queste cose? Dovresti essere felice se
mi fa soffrire?” chiese immagonata Hermione.
“Vero, ma mi urta di più vederti così vicina a lui…
anche se so che ti sta usando non sopporto sapere che lo sfiori, che lo abbracci
e che le tue sporche labbra si posano sulle sue” spiegò malignamente
la Parkinson.
“Come fai a sapere di noi?”
“Non esiste nessun “Voi” sei stata solo un piacevole passatempo…
deve pur fartela pagare in qualche modo!”
“Co… cosa vuoi dire? Farmela pagare per cosa?”
“Per colpa tua è finito in quel lurido buco, ha rischiato la sua
vita per te… credevi che te la lasciasse passare liscia?”
“Ma… ma è stato un incidente… è…”
“Chiediglielo tu stessa tra poco arriverà, ti dirà che è
stato trattenuto dalla professoressa Sprite, ma ovviamente non è vero…
sarà gentile e premuroso ma tu sai la verità!” sussurrò
Pansy con una luce diabolica negli occhi “Ciao ciao Granger, stammi bene!”
esclamò infine uscendo dalla fornitissima biblioteca.
Hermione dovette sedersi su di una sedia, le tremavano le gambe e faticava a
respirare. Si portò le mani sul viso e si asciugò parte delle
lacrime che copiose non smettevano di rigarle le guance, scosse la testa e fece
due profondi respiri, dopodichè raccolse svelta tutte le sue cose e uscì
di corsa dalla biblioteca.
Draco arrivava il più velocemente possibile dalla parte opposta, mortificato
per il ritardo si stava maledicendo di aver perso tanto tempo con la professoressa
Sprite “Ciao… scusa, la Sprite mi ha chiesto di fermarmi…”
ansimò per la corsa fatta evitando per poco di scontrarsi con la bella
mora che per contro non rispose e continuò a camminare come se non lo
avesse visto “Hermione… scusa, mi dispiace davvero, ho dovuto discutere
di una tesina che le ho consegnato due giorni fa… non capiterà
più!”
“Certo che no!” ribattè fredda lei “Non te lo permetterò!”
“Hermione, aspetta ti prego…” disse inseguendola e afferrandola
per un braccio “Perché piangi, cos’è successo?”
“NON TOCCARMI!” urlò la ragazza furente strattonando la presa.
“Spiegami ti scongiuro!” sussurrò il biondo preoccupato di
vederla in quelle condizioni.
“Stammi lontano Draco, lasciami in pace!”
“Non capisco, cosa… ma perché? Cosa ho fatto?” balbettò
lui pietrificato da quelle parole.
Hermione non rispose si voltò e se ne andò. Il Serpeverde scivolò
sul muro sino a terra, tutto era accaduto così in fretta che quasi non
se ne era reso conto. Era ancora stordito da ciò che gli aveva detto
che non aveva ben realizzato tutta la situazione ma quando finalmente la razionalità
prese il sopravvento sullo shock emotivo tutto gli fu fin troppo chiaro, l’aveva
persa ancora prima di poter dire di aver iniziato una qualsiasi storia con lei.
Ma perché? Cosa l’aveva ferita così tanto? Con un scatto
felino il bel biondino balzò in piedi e corse a lezione d’incantesimi,
doveva parlarle, sapere.
Hermione ignorò qualsiasi tentativo di approccio del serpeverde, il quale
sempre più insofferente a fatica riusciva a gestire le sue emozioni al
riguardo. L’ora di pranzo arrivò in fretta e la bella caposcuola,
dopo essersi sfogata con il suo migliore amico, afferrò della frutta,
si eclissò dietro un grosso libro e uscì dalla sala grande senza
degnare nessuno di uno sguardo. Draco osservò disperato l’intera
scena, avrebbe voluto alzarsi e gridarle di non andarsene ma non lo fece, gli
si strinse il cuore ma tacque e si limitò a vederla andare via. Seduta
poco distante una ragazza sorrideva soddisfatta del suo piano, ascoltare la
conversazione di quella mattina senza che i due interessati se ne accorgessero
era stata pura fortuna, escogitare un modo praticamente perfetto per separarli
era stato geniale. Pansy si complimentò tra se per il sangue freddo dimostrato
e gongolante continuò a gustarsi le pietanze che si era servita poco
prima. Dal canto suo il bel capitano serpeverde non resistette più, si
alzò e fregandosene di ciò che si sarebbe mormorato da lì
a dieci secondi in tutta la scuola, si diresse a gran passo al tavolo dei Grifondoro,
i quali non furono i soli a stupirsi della cosa che risultò essere ben
strana quando lo udirono pronunciare queste parole “Potter, devo parlarti!”
ma che rasentò l’inverosimile quando aggiunse “Per favore
è importante!”
Harry lo seguì fuori dalla sala grande sotto lo sguardo basito dell’intera
scuola e solo lontani da occhi indiscreti disse “Come hai potuto? Credevo
l’amassi? Avrei scommesso che fossi sincero!”
“Infatti è così! Non so cosa sia successo, non so cosa ti
abbia raccontato ma credimi, la amo, la amo più della mia stessa vita,
non le farei mai del male!”
“Non ti credo Draco, non più… Ron aveva ragione non dovevo
fidarmi di te!”
“Harry ti assicuro che non ho fatto nulla, sono andato ad erbologia, dovevamo
trovarci in biblioteca finita la lezione ma la Sprite mi ha bloccato, sono arrivato
tardi e quando l’ho vista era furente con me…”
“Ti diverti Draco? Godi a veder soffrire le persone?” chiese duro
il Grifondoro che fece per andarsene ma venne trattenuto ad un braccio dal rivale
di sempre che chiese tristemente “Dimmi cosa ti ha raccontato? Spiegami
perché mi odia? Per favore, Harry…”
Possibile che quello davanti a lui era lo stesso ragazzo dipinto da Hermione
pochi minuti prima. Il grifone non riusciva a capacitarsi come potevano sussistere
due diverse personalità tanto diverse e distinte, eppure in quel momento
la tristezza e l’apprensione di Malfoy sembravano più che sincere.
Harry cercò di non lasciarsi influenzare e freddo sussurrò “Chiedilo
a Pansy, è stata così carina da essere il tuo portavoce!”
“Pa… Pansy?” ansimò il biondo che cominciò a
capire cosa poteva essere successo “Dimmi cosa le ha detto?” ripetè
questa volta con tono più deciso.
“Non cadermi dalle nuvole, ti prego!”
Draco non rispose si limitò ad osservare il miglior amico della ragazza
che amava e a tacere.
Quello stupore genuino nel sentire il nome di Pansy e quella disperazione nei
suoi occhi convinsero il Grifondoro a dubitare della veridicità delle
affermazioni della serpeverde.
“Vieni con me!” disse il moro conducendo il biondo nella classe
vuota li accanto dove con minuzia di particolari raccontò per filo e
per segno cosa era accaduto in biblioteca.
“PUTTANA!” gridò Draco furioso sbattendo una mano sul muro
“Deve averci sentito questa mattina… Dio come ha potuto crederle?”
chiese poco dopo sconsolato.
“Perdona la mia schiettezza ma non sei certo famoso per la tua sincerità,
non la giudicare male per averle creduto, Pansy è stata brava a mentire…”
“Io l’ammazzo!”
“Non credo sia la soluzione migliore!”
“Cosa allora, dovrei far finta di nulla e perdere Hermione a causa sua?”
“Non ho detto questo ma forse ho un’idea migliore che ne dici se…”
illustrò il Grifondoro.
“Credi che funzionerà?”
“Perché non dovrebbe!”
“Va bene, fai in modo di farla tornare e io penserò al resto!”
disse il biondo annuendo.
“Stasera?!”
“Per forza tra poco iniziano le lezioni del pomeriggio, non avrei modo
di gestire la cosa in modo diverso!”
“Fammi un favore, cerca di far sparire quell’espressione vendicativa
dal tuo viso o Pansy mangerà la foglia… è stupida ma a capire
certe cose ci arriva anche lei”
“Vorrei vedere te al mio posto… se dessi retta alla mia voglia la
trasformerei in uno schiopodo sparacoda”
“A suo tempo pagherà per la sua cattiveria, ma non adesso!”
aggiunse Harry che sorridendo si diresse verso la porta e l’aprì.
“Potter…?”
Il moro si voltò e lo sentì aggiungere “Grazie!”
“Prego! Mai avrei creduto che avremmo deposto l’ascia di guerra
grazie ad Hermione”
Draco annuì e ricambiò il sorriso dicendo “Neanch’io,
ma a dirti la verità… ne sono felice!”
Ci fu un attimo di silenzio in cui entrambi i cercatori capirono che qualcosa
nel loro rapporto era cambiato… ovviamente in meglio, dopodiché
si salutarono e ognuno andò per la sua strada.
La cena giunse in fretta, gli studenti erano quasi tutti presenti in sala grande,
così come i professori, all’appello mancavano solo pochi serpeverde
dell’ultimo anno. Hermione fu felice di non vedere ne Draco ne Pansy,
anche se la loro assenza rafforzò in lei il dubbio che fossero d’accordo.
Quando Harry le si sedette di fronte sorridente, lo fissò tristemente
e chiese “Perché sei così felice?”
“Oh, a breve lo sarai anche tu, ne sono certo!”
“Si come no… hai visto non ci sono…”
“Chi?” domandò fingendo di non aver capito il moretto.
“Draco e Pansy, probabilmente si sono infrattati chissà dove insieme…”
“Forse!” esclamò Harry sempre più gioioso.
“Io non ci trovo niente da ridere!” sbottò l’amica
fumante di rabbia.
“Neanch’io scusami, è solo che voglio che non ci pensi d’accordo…
vedrai che tutto si risolverà!”
La mora fissò il suo migliore amico allucinata, che diavolo stava dicendo,
vaneggiava… come poteva risolversi tutto per il meglio se lui le aveva
mentito, se non l’amava… cercò di scacciare quei brutti pensieri
dalla mente e cominciò a servirsi delle deliziose pietanze appena apparse
sulla tavola inconsapevole di ciò che stava accadendo nell’aula
accanto al fastoso salone.
“LASCIAMI!” gridò Pansy
“Cosa urli, non ti ho neanche toccata!” ribattè Draco.
“Che diavolo vuoi da me, perché siamo qui?”
“Voglio la verità Pansy!”
“Quale verità?”
“Forza non trattarmi come uno stupido, mi merito di sapere come sono andate
le cose tra te e Hermione questa mattina”
“Tu sei pazzo, io non ci parlo con quella sporca mezzosangue!”
“Dimmi cosa le hai detto?”
“NIENTE DI NIENTE!” gridò la mora risoluta.
“MENTI!” urlò a sua volta il cercatore dei serpeverde “So
per certo che le hai parlato, voglio solo sapere cosa le hai raccontato…
quale balla ti sei inventata questa volta?”
Ci fu un attimo di silenzio poi la Parkinson esplose “Dovresti ringraziarmi
che ti ho levato di torno quella piattola!”
“Non spetta a te decidere chi devo frequentare!” rispose duro il
giovane.
“Si invece, se tu non sei abbastanza intelligente da capire che quella
ti porterà soltanto guai… cosa racconterai a tuo padre, che ti
sei innamorato di una figlia di babbani?”
“Problema mio e di mio padre, di certo non tuo!”
“Oh si invece, perché se per caso te lo fossi scordato, tu, sei
mio! Siamo stati scelti, il nostro destino è già stato deciso!”
“Voglio che tu le dica la verità!”
“Ah ah ah ah!” rise malignamente Pansy “Scherzi vero?”
“Assolutamente no, voglio che tu vada da Hermione e che le dica che ti
sei inventata ogni parola, che i miei sentimenti per lei sono sinceri, che non
le farei mai del male perché anche se può sembrare impossibile
agli occhi di molti, io la amo con tutto il mio cuore”
“Scordatelo!”
“Le dirò che hai mentito!”
“Non ti crederà mai, sarà la tua parola contro la mia!”
“Perché ti comporti così? Perché vuoi portarmi via
l’unica persona che abbia mai amato? L’unica che mi apprezza per
ciò che sono, che non vuole stare con me perché mi chiamo Malfoy
o perché sono ricco e potente? Spiegami perché vuoi distruggere
qualcosa di bello che è nato fra noi?”
“Perché…? Hai davvero la faccia tosta di chiedermi perché?
Sei incredibile Draco, io ti amo da sempre, io ti sono fedele da sempre, morirei
per te se tu me lo chiedessi, farei qualsiasi cosa per farti piacere, ed ora
in meno di ventiquatt’ore tutti i miei sogni s’infrangono perché
Miss perfezione ha deciso che tu non sei poi così male, che vale la pena
di frequentarti… Non le permetterò di portarti via da me, a costo
di inventare bugie su bugie per sempre. Tornerà ad odiarti presto, te
lo posso assicurare!”
“Non si può scegliere chi amare Pansy, mi dispiace, capita e basta,
e quando ti succede è così inaspettato e meraviglioso che ti lascia
senza fiato. So cosa provi per me ma il mio cuore appartiene ad Hermione!”
“COS’HA LEI CHE IO NON POSSO DARTI?” gridò la serpeverde
in lacrime “NON SAPEVI NEANCHE CHI FOSSE PRIMA DI CADERE IN QUEL MALEDETTISSIMO
BUCO… NON PUOI ESSERTI INNAMORATO DI LEI IN COSI’ POCO TEMPO, NON
CI CREDO!”
“Invece è successo, lei ha saputo vedere oltre…”
“Per favore, tu sei e resterai sempre un Malfoy, credi davvero che non
le importi? tuo padre è un mangiamorte e presto lo diventerai anche tu,
cosa le racconterai? Scusa amore torno subito, ammazzo un paio di persone e
torno da te! Sei così ottuso da credere che Lucius Malfoy ti permetterà
di stare con lei?”
“Mio padre è problema mio ma di sicuro non diventerò mai
un mangiamorte Pansy, non ne ho la minima intenzione!”
“Oh si invece, tu sei l’erede, colui che è stato scelto per
prendere il posto dell’oscuro signore, tu devi… e io sarò
al tuo fianco!”
“Spiacente deluderti di nuovo, ma non accadrà, smettila di raccontarti
questa tavoletta!”
“Ti uccideranno!”
“Meglio morire che essere uno di loro!”
“Cosa? Che stai dicendo? Ma ti senti, che diavolo di idee ti ha messo
in testa quella lurida…”
“Bada a come parli di lei, non osare insultarla mai più davanti
a me… o giuro, su ciò che ho si più caro, che te ne farò
pentire!”
La mora serpeverde indietreggiò, incredula da ciò che aveva appena
udito poi balbettò “Non posso credere che la ami davvero, è
figlia di genitori non maghi, non…”
“Persone splendide, le ho conosciute… almeno lei ha potuto conoscere
l’amore di una famiglia cosa che a noi Pansy è sempre stata negata!”
“Parla per te Malfoy, mio padre mi ama, vuole solo il meglio per me!”
“Certo, farti diventare un mangiamorte è decisamente un gesto pieno
d’amore!”
“Non osare parlare così della mia famiglia, tu bastardo irriconoscente,
come puoi rinnegare le tue origini per lei? Come puoi rinunciare a tutto in
nome suo? Sei pazzo, sei…”
“Innamorato!”
“SMETTILA! TANTO NON TI CREDO E NON TI CREDERA’ NEANCHE LEI, HAI
MENTITO A TUTTI PER TROPPO TEMPO, NESSUNO CREDERA’ CHE DICI LA VERITA’!
SENZA CONTARE CHE POTTER E WEASLEY NON TI PERMETTERANNO MAI DI AVVICINARLA!”
“Harry mi crede! Mi aiuterà a farle capire che la amo veramente!”
“Scusa? Come l’hai chiamato? HARRY? Da quando siete così
intimi da chiamarvi per nome!”
“Non sono cose che ti riguardino, ti basti sapere che sono stufo di fingere
di odiarlo, sono stanco di incolparlo di ciò che non va nella mia vita,
ora basta!”
“Ti pentirai di tutto questo Draco, te ne pentirai amaramente, te lo giuro!”
“Non lo so, l’unica cosa di cui sono pentito è di non averlo
fatto prima!”
“Cosa ti aspetti da me? Che esca di qua e corra in sala grande a dire
a tutti che ho mentito? che tu non sei l’egocentrico insensibile che tutti
hanno imparato ad odiare e a rispettare per questo? Se credi che basti portarmi
in una classe vuota per mettermi paura ti sbagli di grosso… non ammetterò
mai che la ami, mai e poi mai!”
“Sperare in un atto di onestà da parte tua sarebbe impensabile
lo so!”
“Non fare la vittima per favore, questo ruolo proprio non ti si addice!”
“Riuscirò anche senza di te a farle sapere la verità”
“Si bravo, auguri!” esclamò cattiva Pansy che aggiunse “Ed
ora se vuoi scusarmi ho fame, voglio andarmene da qui!”
Draco fece un gesto con la mano e le indicò l’uscita, la mora non
esitò un istante, schizzò fuori dall’aula vuota e si fiondò
in sala grande. Il biondino si maledisse, nell’agitazione del momento
aveva dimenticato di recitare l’incantesimo che gli aveva insegnato Harry,
tutta quella fatica e non era restata traccia di una sola parola pronunciata
dalla serpeverde. Dandosi ripetutamente dell’imbecille, sconsolato più
che mai, il bel cercatore si diresse lentamente a cena convinto che il geniale
piano architettato con Potter per smascherare la Parkinson fosse miseramente
fallito. MA con sua grande sorpresa ad aspettarlo sulla porta c’era un
Harry sorridente che chiese “E’ andata!”
“No, sono un cretino ho dimenticato di recitare l’incantesimo, tutto
inutile…” ribattè l’altro varcando la soglia della
sala grande mentre un brusio generale lo investì.
“Fidati è andata… molto bene aggiungerei!”
“Harry credimi, NON E’ ANDATA, non ho uno straccio di prova da far
sentire ad Hermione e…”
“Ma non serve, ha sentito già tutto, come tutta la scuola del resto!”
“Scusa? Che cavolo stai dic…?” ma il biondino non riuscì
a finire la frase perché finalmente notò che tutti gli sguardi
dei presenti erano posati su di lui, molte persone applaudivano altre gli sorridevano,
altre ancora lo salutavano e si complimentavano, persino i professori annuivano
sorridenti “Harry scusa puoi spiegarmi, cos’è successo?”
“Immaginavo che magari qualcosa sarebbe potuto andare storto così
mi sono permesso di recitare su di te il vox redondo, tutto ciò che vi
siete detti tu e Pansy si è sentito in sala grande amplificato”
spiegò felice il Grifondoro.
“Tutto?” chiese imbarazzato il serpeverde.
“Tutto!” ripetè sorridente l’altro.
“Oh cavolo, meglio così certo… però ecco… magari
avrei preferito che a sentire certe cose… fosse solo Hermione!”
“Invece eri in diretta!”
“Dio!” sussurrò Draco portandosi una mano sul viso mentre
si vergognava come un ladro.
“Di cosa t’imbarazzi, sei stato grande, hai detto delle cose bellissime!”
disse Potter spintonandolo.
“Come l’ha presa?” sussurrò il biondino che voltandosi
a guardare il tavolo dei Grifondoro non vi vide Hermione seduta.
“Direi bene, ma perché non glielo chiedi?” rispose il moro
che indicò alle sue spalle una bella ragazza che in piedi aspettava silenziosa
che una certa persona si accorgesse di lei.
“Hermione” balbettò l’erede di casa Malfoy imbarazzato.
“Draco, mi dispiace io…”
“Non importa!” disse lui avvicinandosi sotto lo sguardo ammirato
dell’intera sala che per l’emozione trattenne il fiato.
“Sono stata una sciocca!”
“No, diciamo che Pansy è stata brava a mentire!”
“Lo pensi davvero?” chiese emozionata lei.
“Certo, è la regina della menzogna!” rincarò lui deciso.
“No, non mi riferivo a lei… volevo sapere se… si insomma…
se davvero pensi ciò che hai detto prima?”
“Confermo e sottoscrivo ogni singola parola!” rispose Draco amorevolmente.
Hermione si aprì in un dolcissimo sorriso e lo abbracciò di scatto.
La sala esplose in un applauso compiaciuto e soddisfatto. L’unica che
rimase seduta al proprio posto, in preda ad una crisi di nervi e prossima ad
un travaso di bile, fu Pansy che livida di rabbia non ebbe neanche il coraggio
di sollevare lo sguardo dal suo piatto.
Draco strinse Hermione a sé e le sussurrò all’orecchio che
non l’avrebbe mai lasciata, che l’amava e che per difendere il loro
amore avrebbe fatto tutto ciò che era in suo possesso… perfino
andare contro suo padre e i suoi compari. Lei annuì e lo baciò
teneramente sulla guancia, lui le sorrise e malizioso sussurrò “Signorina
Granger non si starà trattenendo dal baciarmi come si deve solo perché
siamo in sala grande e tutti i professori ci stanno guardando?”
“Certo che sì!” rispose sorridente la bella Grifondoro.
“Abbiamo paura di prendere una punizione!” ridacchiò il Serpeverde.
“Non vorrai obbligarmi a toglierci dei punti?”
Lui tacque per un secondo poi con un sguardo biriccchino ripetè “Certo
che sì!”
Hermione lo fissò compiaciuta, adorava quell’irruenza tipica di
Draco e decise di limitarsi a fare spallucce, sorridere e lasciare a lui la
prossima mossa.
“Ottimo, vedo che spetta a me decidere… allora mi punisca signorina
Granger, perché stò per infrangere le regole!”
Quelle furono le ultime parole che la bella caposcuola udì uscire dalle
morbide e sensuali labbra del biondino che un istante dopo catturò le
sue nel bacio che sarebbe passato alla storia come il bacio più romantico
e passionale mai dato in presenza di tutto il corpo docente.
FINE