Lui, lei... Una serata in discoteca, un gioco di sguardi... Come finirà?
*E tu, Karin, vuoi giocare con me?*
*Per questa volta non mi dispiacerebbe proprio essere una delle tante*
Genere: Song-fic, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Ciao a tutti/e!
Questa è la prima fanfiction che scrivo, leggendone
tantissime
delle vostre mi è venuta voglia di cimentarmi in questa
impresa... ed eccomi qui.
La mia è una song-fic, ispirata dalla canzone 'Che Cazzata!'
di
Fabri Fibra (vorrei precisare che non nutro una grande simpatia per il
suddetto cantante, ma questa canzone spacca, ed è stata una
fonte di ispirazione incredibile ^^).
Protagonisti della storia sono Tom Kaulitz e... una ragazza,
ovviamente.
Ok, lo so che pecco di originalità, ma la mia testolina ha
partorito questa idea... forse perchè mi piacerebbe tanto
trovarmi in una situazione del genere con quel popò di
figliolo!
Ora leggete, su, non anticiperò altro....
Ah, dimenticavo: Tom Kaulitz,
Bill Kaulitz e i Tokio Hotel purtroppo
non mi appartengono, tantomeno la canzone ed il suo autore, e i fatti
narrati sono soltanto frutto della mia fantasia.
***
Qua
dentro non si respira Qua
dentro non si respira Qua
dentro non si respira Qua
dentro non si respira Ah,
incominciamo, incominciamo Qua
dentro non si respira
Questa
tipa appena incontrata Si
presenta come una fata Ascolta
musica alternativa E
dice : "Io sono trasgressiva!" Ho
occhi solo per te, sei oro Te
solo, solo te tesoro Siamo
tutti fuoco nel fuoco Chiamo
un altro e facciamo un gioco E
tu, tu, tutto d'un tratto Osservi
e sembri più interessata Cenesventola
innamorata Anch'io
ti rappo una serenata E
quante volte, dimmi, l'hai data? Mi
risponde: "Mai!" Che cazzata! Io
con te, tu con me, è andata Non
te ne pentirai: che cazzata!
E alla fine mi sono fatta trascinare di nuovo in una di queste serate
mondane. Non che mi dispiacciano, è solo che sono
tutte così... uguali!
Musica a tutto volume, alcool a volontà, belle ragazze
sempre
ben (s)vestite e una gran quantità di ormoni maschili in
subbuglio attorno a loro.
Stasera c'è più gente del solito, ecco spiegato
la terribile ondata di caldo che mi ha appena investita.
Mi siedo su uno dei divanetti rosso fuoco del privè con il
mio vodka-martini in mano, intenta a sorseggiarlo.
Penso che tra poco mi butterò in pista,
raggiungerò le mie amiche che già si stanno
scatenando.
Mi guardo intorno, e il mio sguardo si sofferma su un gruppo di ragazze
vicino al bancone: tutte in abiti succinti, strette in cerchio attorno
a qualcosa, o qualcuno.
Spinta dalla curiosità, cerco di capire che cosa si meriti
tanto
la loro attenzione: tra cosce al vento e seni mal coperti, riesco a
scorgere una figura maschile.
E che figura maschile.
Un tipo alto, visibilmente magrissimo nonostante indossi dei jeans
oversize e una t-shirt nera altrettanto larga. Ha un berretto in tinta
con la maglietta, pure una fascia, e da lì sotto spuntano
tanti
rasta biondo scuro.
Non ha una faccia totalmente sconosciuta, dove posso averlo
già visto? Mah.
Mi metto a fissarlo, pare veramente affascinante, e all'improvviso i
nostri occhi si incontrano.
Lui non abbassa lo sguardo, nonostante stia parlando con un paio delle
ragazze che lo attorniano, e sorseggia il suo drink con disinvoltura.
Io non sono da meno, e accavallo le gambe con fare provocante.
Lui mi sorride malizioso, poi si mette a giocare col piercing che ha
sul labbro inferiore, passandoci sopra la lingua. Ragazzo, non dovevi
farlo.
Oh - mein - Gott!
E quel bocconcino chi è?
Sono qui in questo locale alla moda, ottima serata,
mettono roba hip hop, i cocktails sono fatti bene e sono attorniato da
una decina di ragazze che stanno facendo a gara a chi
riuscirà a
portarmi a letto, e nonostante tutto ancora non sono
soddisfatto.
Tutte uguali queste tipe: solo perchè sono Tom Kaulitz
pensano
che basti sbattermela in faccia per far sì che io me la
prenda.
Eh no ragazze, quanto vi state sbagliando: la conquista ha tutto un
altro sapore.
E ho appena notato una meraviglia per cui varrà la pena
sudare
questa sera: è seduta su un divanetto, ha i capelli
scuri,
lunghi, perfettamente lisci, e delle gambe da paura! Indossa una
minigonna di jeans, corta ma non troppo, copre perfettamente tutto
ciò che c'è da coprire. Bel decolletè,
da qui
sembra una terza piena, e la leggera scollatura della sua canottierina
nera lo fa risaltare per bene.
Vedo che sta guardando nella mia direzione, incuriosita. Dio, che occhi
da cerbiatta: sembra così innocente, ma sono sicuro che
sotto
sotto è una bella diavoletta.
Ricambio lo sguardo maliziosamente, lei non cede, anzi, si mette ad
accavallare le gambe sempre fissandomi dritto negli occhi.
Già mi fa impazzire: le sorrido, vediamo che fa.
Sorseggia lentamente il suo drink, le è rimasta una goccia
sul
labbro inferiore... La sta tirando via con la lingua e col labbro
superiore, mi guarda sempre negli occhi. Quanto sei sexy. Devo
conoscerti.
Ho un
affitto che è una mazzata Non
guadagno mezza giornata Quando
bevo io dico stronzate Sono
sterile: che cazzata! Lei
mi guarda imbarazzata Questa
tipa tutt'abbronzata Che
lavoro fai? Guarda
lavoro in banca e sono socio di... Che cazzata! Ho
pure un locale qui... Che cazzata! E'
chiuso ogni venerdì... Che cazzata! Lesbo?
Eh? Chi? Cos'è stato? L'hai
sentito no? Che cazzata! Voglio
che passi qui la nottata Una
come te l'ho sempre cercata Ma
lei mi domanda: "Sei fidanzato?" Io?
Ma và! Fibra, che cazzata!
Si sta muovendo. Si fa strada tra quelle ragazze, sta venendo verso di
me, il suo sguardo mi è sempre addosso.
Si siede davanti a me, sorridente.
- Ciao - mi dice.
- Ciao - gli rispondo.
Chi abbasserà per primo lo sguardo?
- Posso sedermi qui? -
- Già sei seduto - Parti banale, tesoro.
- E la cosa ti dispiace? - si tocca di nuovo il piercing con la lingua. Stai recuperando.
- No, affatto -
- Mi chiamo Tom - mi porge la mano.
- Karin - dico semplicemente.
- Quanti anni hai, Karin? - dice il mio nome con tono sensuale.
Se la carica erotica avesse mai un nome, si chiamerebbe senz'altro Tom.
- Quanti me ne dai? - scavallo le gambe, appoggio i gomiti sulle mie
cosce e mi sporgo in avanti verso di lui.
Ma quanto sesso
c'è in ogni tuo movimento Karin?
La guardo bene. Sembra più grande di me, ma non ho problemi.
L'età non mi spaventa.
- Devi avere sui 20 anni - sparo.
- Ho sui 20 anni - ripete.
Mi vuole proprio far sudare.
- Non indago oltre, non sta bene disquisire sull'età di una
signorina -
Disquisire? Ma da dove mi è uscito questo termine? Ho perso
dei
punti, me lo sento. E quello sguardo divertito me lo conferma.
- Sull'età di un signorino invece possiamo disquisire? -
calca il tono sull'ultima parola, mi sta prendendo per il culo. Questa te la concedo,
bella.
- Ho 18 anni - Se mi dici che sono
piccolo ti sparo.
18 anni tu? Se i
diciottenni di adesso sono tutti così, riportatemi indietro
di 3 anni per favore!
- Non sembra, sai? - gli dico.
- Perchè? Sembro più ragazzino? - L'ho capito che vuoi
farti dire che sembri più grande.
- Te ne davo un paio di più - lo accontento.
Mi fa un sorriso compiaciuto.
- Che fai nella vita Karin? -
- Quanto di più banale una ragazza della mia età
possa fare: studio -
- E cosa studi? -
- Scienze della comunicazione - Non c'è
bisogno di studiare
per comunicare con te, Tom. Il linguaggio del corpo è
universale, e il tuo mi sta parlando di sesso. Ma voglio conoscerti
ancora un po', vediamo se ne vali la pena.
- Io... Suono! -
Se mi ha chiesto cosa faccio io, o sta fingendo o non mi ha
riconosciuto per davvero.
- Suoni? Aspetta... Ecco dove ti ho già visto... -
Ok, adesso mi ha riconosciuto.
- Dove mi hai visto? - faccio finta di niente.
- Sei quello dei Tokio Hotel, il fratello del capellone -
Auahahah! Il capellone! Se la sentisse Bill...
- Tana per Tom - alzo le mani in segno di resa. Ah, allora oltre a fare
quegli sguardi da paura sai anche ridere eh?
Mi piace sempre di più, non è la solita ragazzina
invasata. Ti voglio.
Ecco perchè
tutte ti stano attorno, Tom Kaulitz. Sei Tom Kaulitz. A me poco importa, per
me sei sesso allo stato puro.
Parliamo, del più e del meno.
Ci provochiamo, piccoli gesti che fanno capire tante cose.
UNA in particolare. Vediamo se dici cazzate,
Tom.
- E dimmi, con questo lavoro riesci ad avere una ragazza? -
Ho
una relazione a distanza Ci
vediamo una volta al mese Ci
chiudiamo dentro a una stanza Sembra
una tortura cinese Tu
non mi lascerai: che cazzata! Te
lo dico pure in cinese Atakawa:
troia in cinese Al
ristorante non bado a spese Cosa?
Vuoi anche la zuppa inglese? Lei
mi dice: "Non ho pretese" Basta
farlo una volta al mese Sì,
magari una volta al mese!
Ah, ti
informi eh?
Se prima era chiaro che le interessassi, ora è palese.
- Con questo lavoro, riesco ad avere tante ragazze - le dico malizioso.
Forse ho esagerato, potrebbe prendermi per un puttaniere.
E' che io non sono portato per le relazioni serie. Sono ancora giovane,
voglio divertirmi.
Certo che però i giornali scrivono quello che vogliono loro
sul mio conto, non ne cambio mica una a sera!
Ho le mie amichette fisse, diciamo. Sono sparse in varie
città,
le vedo una volta ogni tanto, quando passo nelle loro zone per qualche
concerto o apparizione tv.
Ognuna di loro sa che io non appartengo a nessuna di loro. Ci vediamo e
faccio passare loro una bella serata, che poi si conclude nel modo
più scontato. E più piacevole.
E poi di tanto in tanto entra in gioco qualche nuova conquista. E tu, Karin, vuoi
giocare con me?
Sei sincero,
però.
Per questa volta non mi dispiacerebbe proprio essere una delle tante.
Di solito non sono così: è raro che mi conceda
per una sola notte.
Non voglio assolutamente una storia seria, non è ancora
tempo, voglio divertirmi ancora per un po'.
Però prediligo le frequentazioni per brevi periodi di tempo,
in cui ci si conosce e POI ci si diverte Ma con te è
diverso Tom. Non c'è tempo per conoscerci, e non posso
fermare questo impulso che ho dentro.
- Quindi hai tante ragazze attorno... Che fortuna -
- Non la chiamerei fortuna... Ci so fare abbastanza... -
- Ma chi parlava di te? Intendevo la fortuna che hanno loro... -
Ciao,
dimmi, sei qui da un po'? Ma
quanto bella sei? Ah lo so... Ci
vieni spesso qui? Sì lo so... Verrà
altra gente poi? Già lo so... Se
fossi un pa... se fossi un vero pazzo O
ci stai o mi ammazzo Ti
piace il ca... ti piace il ca... il calcio? Sta
canzone è uno strazio Forse
ci ho preso un pò la mira E'
solo un'altra che se la tira E
noi che siamo qui tutti in fila A
soffocare, non si respira!
E dopo questa io cosa dovrei fare? Basta, è ora di
concludere.
- Senti Karin, sei qui da sola? -
- Le mie amiche sono in pista a ballare - Quindi no, non sei qui
da sola.
- E... Se non tornassi a casa con loro dici che avrebbero da ridire? -
- Beh, veramente... - Ecco, lo sapevo. Me
l'hai fatta annusare per ore e adesso ti tiri indietro.
- Basta che le avviso e loro non si preoccuperanno -
E' fatta!
Finalmente ti sei
esposto: certo che vengo via con te!
Vado dalle mie amiche, indico Tom e dico loro che non saranno onorate
della mia compagnia durante la strada del ritorno.
Loro sorridono maliziosamente, raccomandandomi di non fare la brava, e
mi salutano.
Torno al divanetto, e vedo Tom che parla con un tizio a pochi passi da
me. Deve essere suo fratello a giudicare dalla pettinatura.
Gli sta dicendo qualcosa nell'orecchio, il capellone mi guarda, poi
sorride al fratello e gli fa l'occhiolino. Grazie, lo prendo come
un complimento implicito.
-Senti, ce la fumiamo una sigaretta? - le chiedo.
Fa caldo qui dentro, e poi non sto più nella pelle, voglio
vedere di cos'è capace questa bellezza.
- Usciamo - mi dice.
Passiamo dal retro, fuori è affollato e non mi va di essere
riconosciuto. Ho di meglio da fare.
Siamo uno davanti all'altro, i nostri corpi quasi si sfiorano.
Lei mi butta il fumo in faccia, guardandomi e sorridendomi
più provocante che mai.
Non resisto: le metto una mano dietro la schiena e la trascino a me,
baciandola con tutta la passione che possa metterci.
Lei ricambia con altrettanto desiderio, cingendomi i fianchi e premendo
forte.
Mi avvicino ad un suo orecchio, e le sussurro sfacciatamente:
- Il resto l'ho lasciato in albergo... -
Qua
dentro non si respira Qua
dentro non si respira Qua
dentro non si respira Qua
dentro non si respira Ah
incominciamo, ah incominciamo Qua
dentro non si respira
E io chiaramente vado in albergo a prendermi il resto.
Non stiamo troppo a tirarla per le lunghe: ci baciamo voracemente,
sembra che ognuno di noi stia per divorare l'altro.
Pochi minuti e ci ritroviamo completamente nudi, lui è sopra
di me e mi sta leccando il collo.
Percorre con la lingua ogni centimetro del mio corpo, va sempre
più giù, fino ad arrivare al centro del piacere.
Si sofferma lì, si aiuta con le dita, è
incontenibile: mi fa mancare il respiro, ci sa veramente fare.
Non passa molto prima che mi faccia raggiungere l'apice del piacere:
sento che questa notte sarà indimenticabile.
Non mi da' tregua, mi sovrasta ed entra in me, cominciando a muoversi
subito molto velocemente. Ti devo eccitare proprio
tanto, eh?
Non accenna a volersi calmare, la cosa non può farmi altro
che piacere, ma ora voglio guidare un po' io.
Sembra piacerle molto la situazione.
Cerca di ribaltarmi con la forza che le è rimasta, capisco
le sue intenzioni e la lascio fare.
Ora è lei a controllare il gioco, sa muoversi veramente
bene, mi sta facendo impazzire, faccio fatica a respirare.
Lei raggiunge il piacere un'altra volta: lo sto per raggiungere anche
io, lei se ne accorge, sto ansimando sempre più forte.
Si scosta da me e comincia a coccolarmi con la bocca. Credo di non aver
mai provato una lingua così abile.
Non mi trattengo più, mi lascio andare. Non ci credo, la sua
lingua non si ferma, le sue labbra non si scostano. Lo dicevo io che eri una
diavoletta Karin.
Ne vuole ancora, lo deduco da come mi sta baciando e toccando: la notte
è ancora giovane, godiamocela il più possibile.
Tu
non mi lascerai: che cazzata! E
io non ti lascerò: che cazzata! Dicono
tutti questa cazzata Bevono
tutte questa cazzata
Tu
non mi lascerai: che cazzata! E
io non ti lascerò: che cazzata! Dicono
tutte questa cazzata Bevono
tutti questa cazzata
- Mi lasci il tuo numero? -
E' mattina inoltrata, sto per tornarmene a casa, ma Tom mi ferma prima
che possa aprire la porta, mi prende le mani.
- E che te ne fai? - Non dirmi che mi
chiamerai ogni tanto, non ci crediamo nè io nè te.
- Potrei chiamarti ogni tanto -
Prevedibili gli uomini.
- Lo sai meglio di me che non lo farai -
- Oh, lo farò... -
- Che cazzata, Tom -
Lei sorride divertita. Mi fa piacere che non sia un'illusa.
Ricambio il sorriso.
- Come faccio a ribeccarti quando passo ancora di qui? -
- Perchè dovremmo ribeccarci? - mi guarda maliziosa.
- Perchè non dovremmo? - la guardo ancora più
malizioso.
La porta si chiude dietro di lei, dopo aver assaporato le sue labbra
per un ultima volta.
Ultima per adesso.
Guardo le cifre che ha digitato sul mio cellulare: prima o poi ti
chiamerò, Karin.
***
Allora, che ne dite?
Lasciatemi qualche recensione, sia positiva che negativa, mi interessa
l'opinione di quanta più gente possibile ^^
Ah, per chi volesse ascoltarsi la canzone, vi lascio un link dove
è possibile farlo: http://www.youtube.com/watch?v=rSRq-EMs5JQ
(il video non
è stato creato da me e quindi non mi appartiene).
Alla prossima ^^