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Autore: Britin_Kinney    24/07/2013    8 recensioni
Elisa, girò l’angolo del corridoio, distrattamente. E, purtroppo, questa distrazione le costò un forte scontro con qualcuno.
Qualcuno che, una volta riuscita a liberare la sua visuale dalle lenzuola che le coprivano il viso, scoprì essere l’ultima persona che Elisa avrebbe voluto vedere, quel giorno.
Fabrizio indugiò, nel vedere chi aveva fatto cadere a terra. Ma poi, lo spirito di cavalleria e il motto dell’essere gentili e premurosi con le dame, fece capolino nel suo animo.
Era pur sempre un ufficiale, lui. Non poteva compiere bassezze quali lasciare in difficoltà una donzella. Soprattutto una bellissima come Elisa.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elisa Scalzi, Fabrizio Ristori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene, salve a tutti J Questa è la mia prima ff nel fandom di Elisa di Rivombrosa e.e
Siate buoni, vi prego XD
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I'm A Gentleman!

 

Chiudendo gli occhi, Elisa poteva quasi ricordare le follie del conte commesse qualche settimana addietro.
Quei ricordi la facevano solo stizzire ulteriormente.
Il conte Ristori non aveva idea dello scompiglio che stesse portando nella vita della ragazza.
Voleva sapere quale fosse il suo problema, poi. L’aveva odiata fin da subito. Schiaffeggiata, umiliata. Insultata.
Elisa poteva quasi risentire l’esatta intonazione con la quale aveva pronunciato “Tu. Una serva” dopo averle così gentilmente offerto un manrovescio che l’aveva fatta ricadere sul soffice divano della biblioteca.
Solo per essersi firmata “Elisa di Rivombrosa”. Che diavolo gliene importava a lui?
Sì, era solo una serva. Ma quel titolo gli era stato dato dalla madre del conte in persona. E poi lei era la dama di compagnia della contessa, le leggeva sempre delle bellissime storie. Era normale che Fabrizio, al suo ritorno dalla Francia, la trovasse lì, a leggere.
Non era mica colpa sua se il nobile aveva capito che fosse anche lei di nobili origini.
Che colpa ne aveva, lei? Nata da una famiglia che di prestigioso aveva poco.
Erano questi i pensieri a vagare senza sosta nella mente della giovane Elisa, mentre si apprestava a portare la biancheria pulita da Amelia e Bianca perché la piegassero.
Quel giorno il conte non si era ancora fatto vedere. E, non sapeva per quale immondo motivo, le dava fastidio il fatto che lui non volesse parlarle più.
Ma che pensieri andava a fare!
Di quel Ristori non gliene importava nulla. Nulla. Era solo un arrogante, prepotente, borioso, stupido nobile.
Ecco cos’era.
Schiaffeggiarla! Con quale permesso, poi!?
Elisa, girò l’angolo del corridoio, distrattamente. E, purtroppo, questa distrazione le costò un forte scontro con qualcuno.
Qualcuno che, una volta riuscita a liberare la sua visuale dalle lenzuola che le coprivano il viso, scoprì essere l’ultima persona che Elisa avrebbe voluto vedere, quel giorno.
Fabrizio indugiò, nel vedere chi aveva fatto cadere a terra. Ma poi, lo spirito di cavalleria e il motto dell’essere gentili e premurosi con le dame, fece capolino nel suo animo.
Era pur sempre un ufficiale, lui. Non poteva compiere bassezze quali lasciare in difficoltà una donzella. Soprattutto una bellissima come Elisa.
Fabrizio si chinò su di lei, per sollevarla.
“Faccio da sola, grazie” esordì acida lei.
Fabrizio la guardò serio ma poi rispose “Non essere sciocca, ti serve una mano”.
“Ho detto che ce la faccio da sola, grazie” ripeté seccamente Elisa.
Fabrizio, nell’andare via, inciampò in  uno dei lenzuoli sparsi largamente sul pregiato pavimento.
E, inevitabilmente, cadde addosso alla ragazza che ebbe un singulto e chiuse gli occhi. Già il bustino non le permetteva di respirare bene, ci mancava solo che qualcuno le cadesse addosso!
Quando la ragazza riaprì gli occhi, si ritrovò di fronte al viso un paio di fari blu mare.
Dio…
Entrambi smisero di respirare, per qualche secondo.
“Mi state schiacciando” parlò la ragazza, cominciando a sentir caldo.
“Lo so” Fabrizio tentò in tutti i modi di fare il serio ma, in quella situazione abbastanza bizzarra, non poté che farsi scappare un sorriso divertito.
“Bhe, allora spostatevi!” concluse incredula lei.
Fabrizio fece per scostarsi ma poi decise che era meglio giocare un po’. Infondo, Elisa lo divertiva un mondo. Sempre con quella lingua lunga e quelle rispose pronte.
“Credo che mi tratterrò un altro po’, se non ti dispiace” ribatté, per poi riposizionarsi su di lei.
“Cos…? Spero stiate scherzando!” esclamò lei, scioccata.
“Sono serissimo, Elisa” rispose lui cercando in tutti i modi di sembrare serio.
“Mi spiegate il perché?” domandò lei, cercando di liberare le mani per spingere il conte via da sé.
“Perché dobbiamo parlare” inventò Fabrizio.
Elisa, che ormai era riuscita a liberare le braccia da quel groviglio di lenzuola, cercò di spingere Fabrizio. Il quale, forgiato da anni di addestramento, fece ricorso ai suoi riflessi felini per afferrarle i polsi e bloccarglieli accanto al capo.
“No, no, Elisa. Non essere così scortese.” La sbeffeggiò “Non mi sembra educato rifiutare di ascoltare un conte” concluse.
“A volte mi chiedo da dove provenga questa nomina nobiliare” sbottò lei “perché del conte, non avete proprio nulla”.
“Elisa, Elisa” Fabrizio cantilenò il suo nome, giocoso. “Non ti conviene insultarmi”
“Sennò che farete, eh? Sguinzaglierete i vostri cani e mi farete correre?” lo provocò lei.
“È un’idea” commentò lui.
“Siete un sadico” lo redarguì lei.
“No, sono solo preso da te” confessò, mettendola in imbarazzo.
Elisa si dimenò sotto di lui, provando a tirargli una ginocchiata, ma il conte la bloccò e, rotolando sulla schiena, per un momento, lei finì sopra di lui. Fabrizio fece in modo di rimettere le posizioni, secondo il suo giusto ordine delle cose, al giusto posto.
Infatti, in poco tempo, lui le rifù addosso. Ormai le lenzuola si erano attorcigliate attorno a loro e li proteggeva come un fragile bozzolo.
Fabrizio non perse tempo e le rubò un bacio.
Quando le loro labbra si lasciarono, Elisa trovò il modo di tirargli uno schiaffo.
Il conte sorrise e poi la guardò dispettoso “Ne è valsa la pena” le soffiò sulle labbra, prima di baciarne l’angolo.
Ad ogni modo, si sarebbe fatto perdonare mandandole dei fiori. Perché era convinto di essere un gentiluomo.
E, magari la prossima volta, Elisa lo avrebbe baciato di sua spontanea volontà.
 
 
 
  
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