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Autore: _Kiiko Kyah    24/07/2013    8 recensioni
♡MasAka | Accenni ShindAka/RanTaku/RanMasa | Post-ChronoStone / Pre-Galaxy♡
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[...] «Non farti strane idee, dell’ultimo modello c’era solo quel colore e poi è stata una scelta condizionata da Hiroto insomma io—»
La Yamana esibì uno scintillio negli occhi, e sfoggiò il suo solito sorriso. «La adoro. Il verde mi piace molto, moltomolto.» addolcì il suo sguardo godendosi il fatto che il ragazzo stava letteralmente annegando nel suo imbarazzo. Click. Masaki sollevò gli occhi, si voltò verso di lei, verso l’obiettivo che ancora era fermo nella sua direzione.
«Ti ringrazio tanto, Kariya-kun ♥»
«Mh.» inarticolò quell’altro «Non dirlo neanche, Yamana-senpai.»
[...]
Click. Il flash investì di nuovo Masaki. «E-Eh?, e adesso perché mi hai fatto una foto?!» sbottò alquanto interdetto. La maggiore sorrise al suo kohai.
«Perché le persone fanno fotografie, Kariya-kun?» mormorò appoggiando la fotocamera sul banco, pur tenendola ancora fra le mani, e approssimandosi a lui.
«Per... per ricordarsi di certi momenti?» azzardò il verde, spostando le iridi chiare verso quello più scure della Yamana.
«Esatto ♥» sorrise senza la benché minima punta di malizia sul suo volto né nella sua voce acuta e delicata «Perché le persone baciano altre persone, Kariya-kun?» [...]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Yamana, Kariya Masaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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aquamarine camera❀
┌il giorno in cui yamana akane scoprì il sapore delle lacrime┘



«Ti ringrazio, ma...» Shindou si inchinò appena, palesemente e sinceramente dispiaciuto «non posso accettare i tuoi sentimenti, Akane! C’è un’altra persona che mi piace!»
La manager della Raimon non mosse un muscolo. Le gote rimasero lievemente arrossate, le dita chiare e affusolate rimasero strette intorno alla sua amata fotocamera rosa pastello. Il suo sguardo rimase fermo, l’ombra malinconica di sempre non l’aveva abbandonata nel momento in cui aveva preso il coraggio a due mani e si era dichiara al numero nove e non l’avrebbe abbandonata mai.
Dopo qualche attimo le labbra ebbero un tremito. «E’ Kirino.» il castano alzò gli occhi «E’ lui, vero? E’ Kirino, la persona che ti piace.» mormorò, il tono di voce pericolosamente incrinato.
L’ex capitano sgranò lievemente le iridi color nocciola e dopo qualche secondo annuì, arrossendo appena.
La Yamana lo sentì. Sentì il suo cuore andare in mille, anzi milioni, minuscoli frantumi. Sentì un improvvisa vampata di gelo infrangere le sue vene e prenderne possesso. Sentì le palpebre bruciare come fiamme. Sentì le lacrime premere per uscire, anche se sapeva che non l’avrebbero fatto; lei non piangeva mai, per quanto potesse essere forte il suo dolore. Non ne era capace.
Avrebbe mentito se avesse detto di non aver mai avuto qualche dubbio sulla sessualità di Shindou; non era una novità che si sospettasse fosse omosessuale. Ma da qui a sentirselo dire da lui in persona, per una come Akane era... come una pugnalata. E come se non bastasse, a ridere della sua sofferenza, nel cielo c’era uno splendido sole luminoso e scintillante nella volta celeste.
 
La classe seconda A era vuota. Le finestre aperte lasciavano al vento la possibilità di accarezzare delicatamente le tende bianche, nonché la chioma castano spiritico di una certa quattordicenne che, seduta al proprio banco, osservava ciò che rimaneva della sua ex fotocamera.
Qualche bullone, ingranaggi rovinati. Pezzi graffiati e rovinati della macchina rosa, un obiettivo incrinato e crepato, una memory card distrutta e una scheda madre stortamente piegata. Il segno nero e grigio dell’impatto contro il muro che, nonostante fossero passati due giorni, ancora non era stato eliminato. Akane strinse e schiuse ancora i suoi grandi occhi viola lavanda, accarezzandosi una della trecce con delicatezza. Era stata lei.
Aveva letteralmente distrutto, lanciandola contro il muro della classe, la sua amata fotocamera. Quella era stata la sua prima amica, ancora prima di Midori, era stata l’unica cosa che era riuscita ad impedire alla sua stabilità psicologica di cadere dal suo già precario punto di equilibrio. Fotografare la calmava, imprimere  immagini nelle memory card la rendeva felice, la faceva sorridere. Era anche per questo che aveva scelto proprio Shindou come soggetto, però...
Però non si sarebbe mai pentita di averla distrutta. Quella macchina era piena di ricordi che fino ad un paio di giorni prima era sempre stata felice di portare nel cuore. Eppure in qualche modo, adesso che il suo cuore era così malamente calpestato dal dolore, non aveva potuto fare a meno di cancellare la possibilità di ricordare ancora quei momenti. Le era stato necessario. E poi... rosa era il colore di capelli di Kirino Ranmaru. Non che lo odiasse, era un suo amico. Ma...!
E adesso? Adesso era lì, seduta, da sola, mentre i ragazzi si allenavano; se si fosse sporta dalla finestra, li avrebbe visti. Ciò nonostante non ne aveva voglia, e non aveva dovuto inventare scuse per non essere presente all’allenamento. Nessuno si era sorpreso, dato che tutti erano venuti a sapere da Midori quello che era successo.

Sfrush.

Akane chiuse gli occhi di scatto al suono della porta che si apriva. «Se sei di nuovo tu Midori-chan, ti ho chiesto di lasciarmi sola.» sussurrò con un fil di voce, stringendo le mani intorno alla stoffa della gonna.
«Chiamami di nuovo ‘Midori-chan’ è non rispondo di me, ti avverto.» replicò piccata una voce virile, facendola sussultare.
La castana sollevò lo sguardo e incontrò, sulla soglia della porta, il numero quindici della Raimon. Indossava la tuta, e non la divisa, e in mano teneva una busta alquanto sospetta, che recava infatti il simbolo di una nota catena di negozi di elettronica. Sul suo viso, un’espressione statica ma semplice e in qualche modo gentile.
«K-Kariya-kun.» balbettò stupita, mentre la sua colorazione nivea prendeva una nota rosata sulle guance «Cosa... cosa ci fai tu qui?»
Il tredicenne alzò le spalle e prese quella domanda come un permesso ad entrare. Si avvicinò difatti e si sedette al banco davanti a quello della ragazza, girandosi a metà in modo da poterla guardare. Lei, sempre più confusa, sbatté le palpebre con le labbra semi dischiuse, non battendo ciglio quando il minore gettò con una manata i frammenti dell’ex fotocamera rosa sul pavimento per far posto alla propria busta sul tavolo.
«Stai soffrendo molto, vero?» domandò di punto in bianco il difensore. La manager lo scrutò con insistenza per una manciata di secondi, poi appoggiò delicatamente le mani sul banco e abbassò gli occhi, mentre le sue larghe iridi viola tremavano.
Sospirò stancamente. «Per favore Kariya-kun, non ho voglia di parlarne.» esalò tremante, il tono spezzato.
Il verde trasalì. «E-Ehi, Yamana, non metterti a piangere!» sbottò quasi spaventato. Lei stentò a crederci. Era la prima volta che qualcuno le diceva una cosa del genere.
«Kariya-kun, tu... tu pensi che io possa piangere?» fu l’innocentemente sorpresa domanda, la quale non mancò di far assumere al numero quindici una buffa espressione perplessa.
«A quanto ne so io, le persone normali piangono.» borbottò ovvio «Ovvio che puoi piangere.»
«T-Tu pensi che... tu pensi che io sia... normale...?» la quattordicenne sollevò il viso per osservare il suo interlocutore, scioccata.
Neanche la sua migliore amica la considerava normale, nessuno che avesse mai avuto l’occasione anche solo di vederla la considerava normale. Come era possibile che l’ipercritico, l’insolente, lo scontroso Kariya Masaki fosse l’unica persona al mondo a considerarla tale?
La risata sommessa del minore la colpì all’improvviso. «Ahh, tu e Seto-senpai siete proprio migliori amiche, ha detto esattamente la stessa cosa poco fa!»
«Tu hai parlato di me con Midori-chan?» quel ragazzo era una continua sorpresa.
Probabile era che forse non si fossero mai parlati molto. Forse per questo, sembrava così strano il suo modo di comportarsi con lei. Insomma, loro due... non erano amici. Giusto?
«Perché sei qui, Kariya-kun?» espresse i suoi pensieri, crucciandosi malinconica «Perché sei qui invece di allenarti con tutti gli altri?»
L’interpellato arrossì appena e si voltò da un’altra parte. «Perché devo darti questa.» allungò la busta nella sua direzione, e la ragazza avvertì uno strano senso di calore in mezzo al gelo di ciò che era rimasto del suo ottimismo. E del suo cuore, perché no.
Prese la busta dalle mani del ragazzo e ne tirò fuori, estremamente colpita, una scatola. Una scatola nella quale c’era una fotocamera nuova di zecca. Non riusciva a credere ai propri occhi; la confezione esibiva ogni minimo dettaglio di quel piccolo capolavoro della fotografia e sicuramente era di gran lunga migliore di quella che l’aveva accompagnata da quando aveva sette anni, quantomeno in campo tecnologico.
«Posso aprirla?»
«Tanto la stai già aprendo.» concesse quell’altro, come se lei non se ne fosse neanche accorta. «Non che mi interessi qualcosa, ma visto che il colore rosa sembra non piacerti più, allora io—» borbottò grattandosi la guancia con l’indice di una mano, spostando le sue iridi gialle da una parte all’altra dell’aula.
«E’ verde acquamarina.» lo interruppe lei con la nuova macchinetta in mano, per poi tornare ad osservare l’artefice di quel regalo. I suoi capelli erano verde acquamarina.
Per qualche motivo, questo pensiero fece aumentare lievemente il colorito scarlatto che sin dall’inizio era apparso sulle sue gote, e il suo interlocutore non parve rimanere indifferente a quell’arrossamento improvviso.
«Non farti strane idee, dell’ultimo modello c’era solo quel colore e poi è stata una scelta condizionata da Hiroto insomma io—»
La Yamana esibì uno scintillio negli occhi, e sfoggiò il suo solito sorriso. «La adoro. Il verde mi piace molto, moltomolto.» addolcì il suo sguardo godendosi il fatto che il ragazzo stava letteralmente annegando nel suo imbarazzo. Click. Masaki sollevò gli occhi, si voltò verso di lei, verso l’obiettivo che ancora era fermo nella sua direzione.
«Ti ringrazio tanto, Kariya-kun ♥»
«Mh.» inarticolò quell’altro «Non dirlo neanche, Yamana-senpai.»
La castana sorrise gentile, per poi guardare con allegria la nuova fotocamera. Con quella, avrebbe potuto fare tante nuove belle foto, costruire tanti nuovi bei ricordi da non dimenticare, fotografare tutto ciò che più... amava... d’un tratto, come per magia, i pensieri di Akane si spostarono di nuovo su quello che l’aveva spinta a quel cambiamento. Ci sarebbe riuscita? Avrebbe davvero potuto dimenticarsi dei suoi sentimenti per Shindou?
«Kariya-kun.»
«Cosa?»
«Pensavo che a te piacesse Kirino.» esordì senza tanti preamboli, atona «Ma ti vedo così tranquillo. Eppure, sai... Kirino e Shin-sama, loro—»
«Smettila, di chiamarlo Shin-sama.» ordinò severamente il ragazzo dalla carnagione ambrata, recitando per una volta la parte di quello che interrompeva «E Kirino-senpai, beh... è carino.» convenne «Sembra una ragazza.» aggiunse vago, meritandosi un’occhiata interrogativa da parte di lei.
La quale parve comprendere solo dopo poco. «Allora perché odi tanto Shin-sama, se Kirino non ti piace?» il minore rimase in silenzio.
Appariva come se stesse analizzando qualcosa nella sua mente. Forse i pro e i contro che una qualche azione avrebbe comportato. E questo alla Yamana non sfuggì. Aveva la stessa aria che aveva vista riflessa nello specchio la mattina che aveva deciso di aprire il suo cuore a Shindou.
«Akane.» la manager sussultò ad udire il suo nome pronunciato con quel tono serio, da un kohai, senza neanche il solito ‘senpai’ attaccato. Non ebbe tempo di proferir pensiero, che qualcosa di freddo e morbido congelò la sua voce nella gola. E questo qualcosa erano le labbra di Kariya, debolmente posate sulle sue. Le sue labbra screpolate dal vento la stavano baciando.
Rapidamente, così come si era sporto per darle quel casto bacio, Masaki si separò da lei e si aggrappò alle proprie ginocchia, appollaiandosi così sulla sedia e soffocando il proprio viso vermiglio fra le gambe; la ragazza strinse appena la presa delle dita intorno alla fotocamera.
«Ho mentito.» interruppe il flusso dei suoi pensieri il tredicenne alzando la parte superiore del viso dal suo nascondiglio «L’ho comprata apposta... del colore dei miei capelli.» si spiegò meglio.
«Nessuno mi aveva mai baciata. Perché mi hai baciata.» domandò -seppur atona- la fotografa.
Inutile dire che il ragazzo si sentì subito messo in soggezione. «P-Per il m-motivo per cui le p-persone... le persone fanno cose del genere.»
Click. Il flash investì di nuovo Masaki. «E-Eh?, e adesso perché mi hai fatto una foto?!» sbottò alquanto interdetto. La maggiore sorrise al suo kohai.
«Perché le persone fanno fotografie, Kariya-kun?» mormorò appoggiando la fotocamera sul banco, pur tenendola ancora fra le mani, e approssimandosi a lui.
«Per... per ricordarsi di certi momenti?» azzardò il verde, spostando le iridi chiare verso quello più scure della Yamana.
«Esatto ♥» sorrise senza la benché minima punta di malizia sul suo volto né nella sua voce acuta e delicata «Perché le persone baciano altre persone, Kariya-kun?» chiese poi, innocente come una bambina.
Il difensore ebbe un tremito e tornò a scrutare un’altra direzione. «...perché le persone sono strane, Yamana-senpai.» sbuffò «Come quel cretino del senpai Shindou.»
Akane si morse la lingua. «Non è un cretino.» lo difese in un sussurrio.
«Ti ha fatto quasi piangere.»
«Io non sono capace di piangere, Masaki!» scattò in piedi, lasciando scivolare la macchinetta sul legno del tavolo che aveva davanti a sé. «Io sono una persona strana Masaki, e io non piango mai!» alzò la voce. Forse per una delle prime volte nella sua vita. «Le persone non sono strane, sono io quella strana! Non piango, non mi arrabbio, non odio mai nessuno! Quindi Shindou non è un cretino, sei tu che—»
Si fermò quando Kariya si alzò in piedi a sua volta. E solo in quel momento si accorse di star rimproverando qualcuno. Si accorse di star dimostrando una rabbia repressa da molto tempo. Si rese conto, che... che Masaki la stava baciando ancora.
«Non sei strana, Yamana-senpai. Sei ‘diversamente normale’.» le sussurrò a fior di labbra staccandosi da lei, il ragazzo, per poi apprestarsi nuovamente a non lasciare respiro alla senpai, posando il ginocchio sul banco e posandole una mano sulla spalla, l’altra sulla guancia. E non poté fare a meno di sorridere nel bacio quando le dita di quest’ultima si bagnarono.
Lacrime. Yamana Akane stava piangendo per lui. E lui era l’unico testimone dell’apparente primo pianto di lei. Roba da non credere. Dopo qualche attimo rimasti così attaccati, la castana posò i palmi sul petto del kohai e lo spinse leggermente, per allontanarlo, mostrando il suo viso vermiglio di imbarazzo e di lacrime sincere.
«Tu... mi hai fatto piangere.» dichiarò, il tono ridotto ad una nota stridula e incrinata. «Come hai fatto, Kariya-kun? Come?» si posò le dita sul viso, sfiorando le sue prime lacrime. Erano calde.
«Io ti ho solo baciata, senpai.» sminuì quell’altro, afferrando la fotocamera del colore dei suoi capelli. Se la portò «Non è colpa mia se piangi solo per chi ti ama davvero, ti pare?»
Click.


«Tu mi piaci molto, Yamana-senpai.»
«Ti ringrazio tanto, Kariya-kun.»
«Solo?»
«...Anche tu mi piaci, Kariya-kun ♥»
«Bene.»
«Ma un po’ mi piace ancora anche Shin-sama.»
«Ecco, hai rovinato il momento...»
«Ah, scusa, Kariya-kun.»
«Figurati...»
«Comunque, anche a Midori-chan e Aoi-chan piace molto la mia nuova fotocamera.»
«Mh.»
«Mi vuoi baciare, Kariya-kun? ♥»
«C-Che domande sono queste?!»
«Non vuoi?»
«No, cioè, sì, voglio dire... non è una cosa che si fa così di punto in bianco, ecco!»
«Se ti aiuto a fare uno scherzo a Kirino, poi me lo dai un bacio?»
«Solo se giuri che poi smetti di chiamare Shindou con quel nomignolo.»
«…Devo?»
«Devi proprio, già.»
«Andata ♥» Click.




Angolo della Kyah
Aaah, MasAka. Lasciando da parte il fatto che questa cosa è un obbrobrio, che Masaki è un filo OOC e che diciamocelo, Kariya Masaki dovrebbe morire se non fosse per il fatto che con Akane è tanto carino (wtf♡), per il resto vorrei le vostre opinioni(?)
I mean. Oramai si sa che Akane è la IE Go Girl(?) preferita -notare che è anche il mio avatar, notare, notare!- e si sa anche che il suo carattere semi folle è una cosa sublime dal mio punto di vista. Qua ho fatto in modo che si sciogliesse un po’, perché ho pensato una cosa del genere:
L’insensibilità apparente di Akane secondo me è dovuta al fatto che non ha qualcuno che la ami veramente. Midori è la sua migliore amica, certo, però a parte questo... la considerano tutti -Midori compresa- una tipa molto strana. E qui nella mia mente entra in gioco Kariya (tecnicamente è una cosa post-chrono stone e pro-galaxy) che praticamente le mostra di amarla e lei si mette a piangere.
Forse ora la strana sono io, lol♡non è colpa mia.
Beh, dato che non ho voglia di essere picchiata da voi –cosa che vorrete assolutamente fare quando e se sarete arrivati a questo punto, me ne vado.
Ma prima, pongo i miei elogi a colei che ha avuto questa bella idea della MasAka, perché se non ricordo male questa inizialmente era una crack che in qualche modo sta prendendo piede nel fandom perché è fantastica. Quindi pongo questi miei elogi. Non faccio nomi perché ho una paura terribile di sbagliare, ma chi si merita l’elogio sa di meritarselo.
Ora vado.
Baci,
                     Anna♡
  
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