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Autore: Sam_Rox88    29/09/2004    38 recensioni
Non c'è due senza tre, giusto?! E quindi rieccomi qua con una storia alquanto strana e diversa dalle mie precedenti. Che vi posso dire? Se volete leggere qualcosa di davvero insolito allora accomodatevi... magari se vi va di lasciarmi un commentino...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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END OF DAYS

 

Primo Capitolo

 

(¯`·. Un brutto giorno .·´¯)

 

Pioveva.

Sembrava tutto inutile intorno a loro.

Guardavano quelle gocce cadere dal cielo per poi scomparire una volta toccato il suolo.

Era come se anche il cielo piangesse insieme a loro.

Quelle gocce si mischiavano con le loro lacrime e le rendevano meno visibili.

Le nuvole avevano invaso il cielo dalla mattina presto.

Eppure loro non avevano ombrelli.

Erano lì sotto la pioggia e camminavano lentamente.

I capelli completamente attaccati al viso.

I vestiti interamente bagnati che seguivano le forme dei loro corpi.

Pioveva.

Il suono di quelle gocce che cadevano in terra riportava alla mente vecchi ricordi.

I ricordi.

Erano quelli che facevano più male.

Lo sguardo perso nel vuoto, non riuscire ad avere la forza nemmeno di parlare.

Così si sentivano e non riuscivano a capire perché…

…perché lei?

Perché era dovuto accadere?

Cosa avevano sbagliato?

Continuavano a farsi quelle domande ma nessuno aveva il coraggio di parlare.

Le parole erano inutili.

E le lacrime continuavano a scendere insieme alla pioggia.

Eh sì, anche il cielo piangeva con loro.

Eppure loro non riuscivano a crederci.

Avevano sperato che si fosse trattato tutto di un sogno.

Ma quella mattina si resero conto che non era così.

Era la realtà.

E intanto pioveva.

Il loro tragitto si fermò.

Tutti si raccolsero intorno a quella fossa.

Sembrava tutto così reale.

Non potevano credere che la loro luce, la loro speranza, stesse per essere calata lì dentro.

Fu in quel momento, quando si resero conto di averla persa davvero, che quelle otto ragazze iniziarono a piangere ininterrottamente.

Un pianto disperato.

Senza tregua.

Intorno a loro tutti gli altri…

I genitori…

…suo fratello…

…il resto della famiglia…

…gli amici…

…Nina…Ubaldo…

…Moran…Ursula…

E tutti gli altri che conoscevano quella splendida ragazza perché quella ragazza era piena di amici e riusciva a farsi amare da tutti.

In fondo a tutti.

Un ragazzo.

Lo sguardo fisso su quella bara e due occhi azzurri che si rifiutavano di piangere.

Non poteva.

Lei non gliel’avrebbe perdonato.

Doveva essere un ricordo felice il suo ma il fatto di non poterla più vedere, non poterla più abbracciare, baciare, stringere lo faceva star male.

Ma comunque non avrebbe pianto.

Glielo doveva.

Ma intanto cosa avrebbe fatto senza di lei?

E intanto pioveva.

 

La bara fu calata.

Durò tutto un attimo.

E dopo sul terreno rimase un rettangolo di terra grigia.

Lì dove sarebbe cresciuta dell’erba.

Davanti a quella lapide in marmo dove si leggeva un solo nome.

 

BUNNY TSUKINO

 

**

 

In quello stesso momento a Crystal City, la giovane principessina si stava preparando per il suo ennesimo viaggio nel futuro. Sua madre l’aveva pregata di non andarci visto che Bunny e le altre erano nuovamente impegnate in un’altra battaglia e questa volta avevano a che fare con un nemico molto potente. Ma Chibiusa non si lasciò intimorire anzi, se le altre erano di nuovo impegnate per difendere la Terra… allora avrebbe preso anche lei parte al combattimento. Un guerriera in più poteva fare sempre comodo. E così era riuscita a convincere i suoi genitori e finalmente aveva terminato di fare i suoi bagagli… non vedeva proprio l’ora di partire anche se la regina Serenity le aveva parlato del grosso pericolo che avrebbe corso. Ma in fondo… lei e Bunny insieme potevano farcela… insieme avevano superato sempre tutto e quella volta sarebbe stato lo stesso. Purtroppo per lei ancora non sapeva che non sarebbe stato così.

 

Suo padre spalancò letteralmente le porte della sua camera e la trovò in piedi, con la valigia in mano, pronta per il viaggio…

 

Chibiusa: Sei venuto a salutarmi per l’ultima volta?

 

Il re Endimion stava per risponderle quando sulla soglia della porta comparve anche sua madre, entrambi non avevano una bella espressione. Chibiusa, vedendo i loro volti, corrugò la fronte, non capiva cosa mai potesse essere accaduto ma non doveva essere qualcosa di piacevole.

 

Chibiusa: Cosa c’è?

Serenity: Piccola…

 

Ma la regina non riuscì a finire la frase e chiuse gli occhi per non incontrare quelli di sua figlia…

 

Chibiusa: Mamma… papà… c’è qualcosa che devo sapere?

 

Suo padre le si avvicinò lentamente, con un’espressione solenne e s’inginocchiò per abbracciarla, la ragazza non riusciva ancora a capire fino a quando suo padre, standole sempre inginocchiato davanti, la guardò negli occhi ed iniziò a parlare lentamente. Chibiusa stava lì, ad ascoltare, senza capire cosa volesse significare quel discorso fino a quando… s’immobilizzò. Quelle parole le erano rimbombate nella testa ed ora era immobile, lo sguardo fisso sulle labbra di suo padre che continuava a parlare ma cosa stava dicendo? Non lo ascoltava nemmeno più, era come se dalle sua labbra non fuoriuscisse più alcun suono. Iniziò a scuotere lentamente la testa…

 

Chibiusa: No… no…

Endimion: Devi capire che…

Chibiusa: No…

 

E si liberò dalla presa di suo padre che la teneva ferma per le spalle… sua madre cercò di avvicinarsi ma Chibiusa la bloccò con una mano.

 

Chibiusa: No… non esiste… non è possibile! NON E’ POSSIBILE!!!

 

E così dicendo gettò un urlo disperato che riecheggiò per tutto il palazzo e si gettò a terra abbandonansi ad un pianto disperato con la testa nascosta tra le mani…

 

**

 

Milena ed Heles erano nella loro stanza… sedute sul davanzale della finestra… la prima era appoggiata spalle al muro mentre la seconda era stesa con la testa accoccolata sul ventre della sua compagna… la pioggia fuori sembrava inarrestabile… non voleva proprio saperne di smettere… ma d’altronde come poteva uscire il sole in un giorno come quello? Erano rimaste entrambe lì, mano nella mano, ad osservare la pioggia battere contro i vetri, in silenzio.

 

Heles: Dovrei pensare a come uccidere Cassiel ma in questo momento… neanche questo sembra avere importanza.

Milena: E come potremmo pensare a lui… senza di lei sarà tutto completamente inutile. Non abbiamo speranze.

Heles: Può darsi ma… noi dobbiamo avere speranze… per lei. Dobbiamo vendicarla perché non penso proprio di lasciare in vita il mostro che ce l’ha portata via.

Milena: Già, hai ragione. E’ per lei che vinceremo questa volta.

 

Heles a questo puntò si alzò e si mise a sedere dando le spalle alla finestra…

 

Milena: Cosa c’è?

Heles: E’ tutto così vuoto. – e si girò verso Milena guardandola negli occhi – Non credo di farcela.

 

Milena stette lì ad osservarla in silenzio per qualche secondo.

 

Milena: Neach’io. Non posso far altro di pensare a chi ci darà la forza di andare avanti adesso…

Heles: Suppongo che… dovremo farci forza a vicenda.

 

**

 

Ottavia e Sydia si trovavano invece in cucina… sedute attorno al tavolo circolare…

 

Ottavia: Heles e Milena?

Sydia: Sono di là, in camera loro, hanno detto che dovevano riposarsi un po’.

Ottavia: Ne avresti bisogno anche tu… di riposarti intendo.

Sydia: Ne avremmo bisogno tutti… dopo aver passato una giornata come questa.

Ottavia: E le giornate che verranno? Come saranno?

Sydia: Non lo so, Ottavia. So solo che… sarà difficile.

Ottavia: Eppure… so che dovremmo farci forza… so che la vita continua e che dovremmo andare avanti ma… non ci riesco. E come se tutto si fosse fermato con la sua morte e per di più c’è ancora Cassiel da fermare ma a me non importa minimamente. Mi chiedo come faremo senza di lei.

Sydia: Lei ci sarà… quando saremo faccia a faccia con Cassiel… lei sarà lì. Questa è l’unica cosa di cui sono sicura adesso… il resto sembra non avere neanche più un senso.

 

**

 

Le altre quattro ragazze erano al santuario insieme a Luna ed Artemis. Questi ultimi due si trovavano in un angolo della camera di Rea… Luna piangeva senza sosta mentre Artemis cercava di consolarla. Per quanto riguarda Rea, Morea, Amy e Marta di lacrime ne avevano versate tante. Si sentivano così vuote in quel momento, essere lì, tutte insieme, ma senza di lei… avrebbero potuto piangere di nuovo ma sembravano non possederne più di lacrime. Cosa avrebbero fatto adesso? Erano lì, nella stessa stanza in cui avevano passato i migliori pomeriggi insieme, quella stanza che era stata riempita dalle loro gioiose risate e che adesso era piombata nel silenzio… silenzio che durò ancora qualche attimo fino a quando…

 

Morea: Marzio dov’è?

Marta: E’ rimasto al cimitero. Credo che sia capace di passare la notte lì.

Amy: Beh… forse nessuna di noi può capire il suo stato d’animo. Lui è quello che sta peggio di tutti e… per quanto sia grande il dolore che proviamo dobbiamo aiutarlo. Dobbiamo stargli vicino. Sostenerci a vicenda.

Morea: Sì, sarebbe il caso di parlargli ma credo che voglia restare solo.

Marta: Ragazze… vi siete accorte che… sta piovendo?

 

Morea ed Amy si voltarono e guardarono fuori… eh già… stava proprio piovendo.

 

Amy: Ha piovuto tutto il giorno?

Marta: Ma dov’eravamo?

Morea: Sicuramente non su questa terra.

 

Rea aveva la testa piegata sul tavolo, nascosta tra le braccia e non aveva ancora parlato fino a quel momento… si limitava ad ascoltare i suoni intorno a lei anche perché… pur avendo voluto dir qualcosa… non sapeva proprio cosa dire.

 

Amy: Ehi Rea!

Morea: E’ tutto a posto?

 

Rea non mosse nemmeno un capello.

 

Rea: Lei se n’è andata.

 

Le altre tacquero e dopo poco Rea si decide finalmente ad alzare il capo e guardò le altre tre, aveva gli occhi pieni di lacrime… anche se queste si rifiutavano di cadere. Eppure era strano… lei aveva ancora la forza di piangere e le lacrime per farlo…

 

Rea: Oggi… non so se avete visto Ilenia… io l’ho vista solo di sfuggita – ed il suo viso fu rigato da due lacrime che le caddero giù per le guance – anche perché non mi rendevo minimamente conto di ciò che accadeva attorno a me. L’ho vista… lì… era distrutta. Quando era tutto finito mi sono avvicinata… non avuto la forza di dirle niente ma lei mi ha abbracciata e dopo… – ed altre due lacrime le rigarono il visto – …e dopo mi ha detto che c’erano alcune cose di Bunny che… che non voleva buttare o mettere da parte… voleva che le tenesse qualcuno e mi ha detto se potevamo prenderle noi. – Rea ebbe un attimo di pausa per cercare di smettere di piangere ma non ci riuscì – Le ho detto… le ho detto che io personalmente non potevo perché… quelle cose erano di Bunny ed è giusto che continuino ad essere sue…

Marta: Rea…

Rea: No… vi rendete conto di che assurdità è?! E’ giusto che continuino ad essere sue, sì ma… lei non c’è più. E’ morta!!!

 

A quelle parole Amy, Morea e Marta impallidirono. Nessuna di loro aveva avuto il coraggio di pronunciare quella parola, anche perché ancora non riuscivano a convincersene e quando videro quella Rea, disperata mettere la parola fine alle loro ultime ed impossibili speranze, si sentirono ancor più male di quanto non lo fossero già…

 

**

 

Era ancora lì lui, con quelle ciocche di capelli bagnati che gli cadevano completamente davanti agli occhi… la pioggia gli scorreva sul volto e nascondeva le sue lacrime… e già… perché alla fine… non aveva mantenuto la sua parola… si era abbandonato al dolore e quello era l’unico modo di sfogarsi che aveva. Era seduto proprio di fronte a quella lapide e a quel rettangolo di terra, le braccia che circondavano le ginocchia piegate… mentre la pioggia continuava a cadere senza sosta su di lui.

 

Marzio: Cosa dovrei fare io adesso? Cosa? Dovrei andare avanti? Dovrei continuare a vivere? Bene… credi che senza di te io possa farlo? Credi che io possa continuare a vivere? Che ragione ho per vivere adesso? Tutto quello che avevo eri tu e te ne sei andata… senza di te… che mi resta? La mia missione? Dovrei continuare a proteggere la Terra? Ma neanche quello posso fare senza di te. Sei tu che salvi il mondo o l’hai dimenticato? Ed adesso chi difenderà la Terra dall’apocalisse? Chi fermerà Cassiel? Dovrei farlo io? Mi dispiace Bunny ma… io… non ne ho la forza. – e chinò il capo sulle ginocchia – Ma perché? Perché te ne sei andata? – ed alzò di nuovo lo sguardo sulla lapide – Io… vorrei solo saperlo.

 

Dei passi lenti si sentirono sull’erba e si avvertirono maggiormente per l’effetto del terriccio bagnato che viene calpestato. Marzio non si voltò a guardare chi fosse fino a quando si avvertirono altri due passi… qualcuno si stava avvicinando a lui quindi si alzò in piedi e finalmente si girò…

 

Marzio: Tu…

 

Davanti a lui stava un ragazzo, anche lui completamente bagnato e con un’espressione vuota, senza vita, se ne stava lì, in piedi, guardandolo dritto negli occhi…

 

Seiya: Io.

Marzio: Hai saputo?

Seiya: Sì… le voci girano… le disgrazie volano.

Marzio: Sono felice che tu sia qui.

Seiya: Taiki e Yaten… beh… loro volevano davvero venire ma… non ce l’hanno fatta… a dire il vero anch’io avrei preferito non venire ma… –  ed abbassò lo sguardo restando in silenzio per qualche secondo poi tornò a fissare Marzio e gli si avvicinò porgendogli foglio di carta ed un cd – Spero che la pioggia non gli abbia rovinati.

 

Marzio li prese e poi fissò Seiya…

 

Marzio: Cosa sono?

Seiya: Beh… Yaten ha scritto un biglietto… Taiki invece ha composto una musica al pianoforte.

 

Marzio annuì lentamente.

 

Marzio: Grazie.

Seiya: Dio… io non riesco ancora a crederci. E credo che quando mi renderò conto che si tratta della realtà starò ancora peggio di quanto non lo sono ora e ciò mi spaventa.

Marzio: Io purtroppo mi sono già reso conto che si tratta della realtà.

Seiya: Mi dispiace… vorrei dire qualcosa di sensato ma non ci riesco… insomma… lei era…

Marzio: Non ci sono aggettivi per descriverla… era qualcosa di molto più grande.

Seiya: So come ti senti… davvero… credo che sia lo stesso dolore che provo io…

 

Marzio guardò Seiya negli occhi restando sorpreso per qualche secondo al suono di quella frase ma poi capì, si ricordò dei sentimenti che Seiya provava per la sua Bunny ed indubbiamente anche lui doveva soffrire molto. Non sapeva se l’amore di Seiya fosse grande quanto il suo ma sapeva solo che lui soffriva come lui e poteva capirlo…

 

Seiya: So che non dovrei chiedertelo ma… voglio saperlo.

Marzio: Sapere cosa?

Seiya: Com’è successo?

 

Marzio abbassò lo sguardo per qualche istante e sospirò, poi tornò a fissare Seiya.

 

Marzio: Da dove vuoi che cominci?

Seiya: Dall’inizio.

 

Fine Primo Capitolo

 

**

 

Uh… mio Dio, ogni volta che leggo questo capitolo mi sento male… però, boh, non lo so, in un certo senso mi piace! La parte di Rea è quella che mi fa stare peggio di tutte, subito dopo quella di Marzio e poi quella di Heles e Milena! Maddona… ma da dove mi è uscita questa storia!? Il fatto è che… dovevo rischiare… e ho rischiato! ç_ç (lacrime generali per il capitolo).

 

Ora… a prescindere dal fatto che tutti voi volete picchiarmi… (posso darvi il mio indirizzo di casa così potrete farlo sul serio) …vi dico subito, prima che saltiate alle conclusioni, che non sarà una fanfic senza Bunny… (credo che si sia capito che non sono il tipo da scrivere una fanfic senza Bunny!!!!). Bene… arrivati a questo punto già sapete che questa sarà una storia SUPER insolita… ma ancora più super insolita de “l’opale di Alastra” quindi… poveri voi! ^^.

 

Mi raccomando, aspetto come sempre le vostre recensioni specie per questo primo capitolo (già mi immagino le mail minatorie!) e vi dico subito che dal prossimo capitolo inizierà il super mega flashback che ci narrerà tutti gli eventi che sono accaduti dall’inizio della storia e che hanno portato alla morte di Bunny (vorrete capirci qualcosa no?!) … e allora… niente… vi aspetto al prossimo capitolo sperando che nessuno di voi mi abbia già mandato a far compagnia a Bunny!!!

 

Bye

 

Sam_Rox88

  
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