Riuscivo ad intravedere il sole sotto quelle nuvole grigie, il cielo londinese quel giorno era cupo.
D'altronde,non era una novità che a Londra piovesse anche a inizio estate.

Ero stata sveglia tutta la notte, non riuscivo a prendere sonno dopo aver saputo di quella notizia.
Suonò la sveglia, che spensi con prontezza mentre mi alzavo dal letto. Misi una maglietta a maniche corte e i jeans lunghi che accompagnai con le mie vans nere.
Scesi al piano di sotto con il mio zaino, cercai di uscire di casa il più velocemente possibile ma, una voce riecheggiò nell'aria.
«Sam.» Mia madre fece capolino sbucando dalla cucina. Mi girai.
«Ti ho preparato la colazione. Come stai?» Sibilò.
«Come se ti importasse. Grazie per il tuo finto interessamento ma non voglio le tue grazie.» Dissi a denti stretti. Aprii la porta di casa e proseguii verso scuola. 

In meno di una settimana mi sarei diplomata e questo mi tirava un pochino su il morale. 
Osservai l'edificio grigiastro ricoperto di leggere crepe ai lati, quando ad un tratto mi sentii osservata.
Il mio sguardo non puntava più l'edificio ma , una persona, lui. Mi stava fissando, così ricambiai, ma esattamente non capii perché di quella sua azione. All'improvviso venne verso di me e il mio cuore perse qualche battito,non che mi piacesse, ma rimasi sorpresa. Con la sua camminata sicura si avvicinò a me e mi sorrise.
«Ciao, Samantha.» Mi inchiodai sui suoi occhi smeraldini, io non conoscevo realmente Harry Styles, sapevo solo che era nel mio stesso piano a scuola, neanche in classe, perciò il fatto che lui mi venne a parlare mi lasciò un attimo dubbiosa.   
«Mh, ciao?» Risposi curiosa.
«Sono Harry.» Sorrise ancora e mi porse la mano.
«Sì,lo so..Sei sul mio stesso piano.Comunque puoi chiamarmi Sam.» La strinsi titubante. 
Lui annuì. Sentii qualche risata dietro di noi, mi scostai a vedere e notai due ragazzi ridacchiare guardandoci. Aggrottai le sopracciglia.
«I miei amici, lasciali perdere, sono stupidi.» Accennò una risata. 
«Mh,va bene. Ascolta.. ti serve..qualcosa?Perché sei venuto da me?» Volevo farla finita là e si notava.
«Ah, giusto. » Sembrava molto nervoso.  «Ti va di.. dopo la scuola, o quando vuoi tu.. di uscire?E' da un po' che cerco di chiedertelo.» Sorrise.
Sorrisi, apprezzando l'invito.  «Mi dispiace, non posso.» 
«Domani?» Ritentò.
«Con non posso intendo dire che non voglio.» Mi scappò. 
Lui rimase un po' dispiaciuto e si vide dalla sua espressione. Harry annuì.
«Scusa, non volevo essere..scortese ma..» Mi allarmai.
«No, tranquilla.Ho capito, non ti preoccupare.» Sorrise.  
La campanella suonò e tutti gli studenti entrarono nelle loro classi.
«Ora devo andare, scusa ancora. » Sorrisi. 
«Non ti preoccupare, perché tanto non è finita qua.» Rise. «Mi piaci Sam, non mi arrenderò per te.» Sorrise andando via.
Non riuscii a rispondere, quel ragazzo, mi lasciò spiazzata nel corridoio della scuola.