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Autore: Ambaraba    24/07/2013    0 recensioni
"Aveva sorriso, guardandosi allo specchio.
L'aveva indossato come un abito, quel sorriso, l'aveva scelto tra i migliori.
Si era scelto il sorriso migliore perché quello era un giorno speciale.
Era il giorno in cui andava a morire."
(James Bishop, Being Human US)
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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james Aveva sorriso, guardandosi allo specchio.
L'aveva indossato come un abito, quel sorriso, l'aveva scelto tra i migliori.
Si era scelto il sorriso migliore perché quello era un giorno speciale.
Era il giorno in cui andava a morire.

Aveva pianto tutta la notte, come un idiota, come l'uomo fragile che una volta era stato. Da quanto tempo non piangeva? Trenta, quaranta, cinquant'anni?
Cinquant'anni... Dall'ultima volta in cui aveva incontrato quei fottuti Olandesi.
Era stata colpa loro se aveva cominciato a cadere, a cadere sul serio, ad allontanarsi ogni giorno di un passo dall'umanità che avrebbe potuto salvarlo. Per un manipolo di vecchi contadini rinsecchiti e gretti, che uscivano scoperchiando le loro bare ridotti a poco più di un mucchietto d'ossa. Così deboli e affamati... Eppure così intoccabili. Sarebbe bastato solo un po' di coraggio per dissolverli per sempre ed eliminare il problema delle gerarchie, degli ordini da eseguire senza fiatare, delle pretese da soddisfare senza il minimo segno di cedimento. Ma Loro erano antichi. Loro erano forti. Capaci di ucciderti in un niente.
Quattro bifolchi capricciosi e ignoranti.
Come aveva potuto farsi manovrare così.
James Bishop aveva faticato. Si era fatto terra bruciata intorno. Più saliva di un gradino quella scala della gerarchia, più si ritrovava solo. Alla fine si era guadagnato il suo bel posto riservato nella platea d'onore, rinunciando alle debolezze per circondarsi solo di sanguisughe opportuniste come Marcus. Cosa poteva farsene...?
A cosa serve essere potenti, se si è completamente, disperatamente soli?

James Bishop aveva pianto tutte le sue lacrime. Nel silenzio dell'agenzia, l'angoscia aveva preso il sopravvento insieme ai ricordi, lo avevano scarnificato fino a riportare alla luce l'anima docile e ferita che aveva soffocato col passare degli anni. Non era così. Non voleva essere così.
Aveva una paura terribile, e una rabbia incontenibile verso sé stesso. Aveva vergogna, anche. Perché aveva detto sì all'ennesima pretesa assurda di quei maledetti. Non aveva avuto scelta...
Non aveva avuto scelta.
Tremava di rabbia, e teneva i pugni così stretti che le unghie gli avevano inciso mezzelune rosse nei palmi. Si era preso la testa fra le mani, e aveva cominciato a singhiozzare. Avrebbe dovuto farcela, riuscire a dissimulare che la cosa a cui teneva di più al mondo, l'unica che gli era rimasta dopo Mary Jane, era Aidan. Invece era fin troppo evidente che era il suo punto debole, e Loro l'avevano sfruttato contro di lui.
- Spogliati.
Vecchi pervertiti.
Non aveva avuto scelta.
La Sapp & Sons, completamente deserta, era la culla perfetta per lasciarsi andare un'ultima volta. Le bare schierate di fronte a lui rilucevano di una brillantezza priva di fascino.
James Bishop si sentiva spogliato, spezzato, strappato dentro. E solo. Aveva fatto tutto questo per Aidan, e lui... Dov'era? Perché non era lì con lui? Perché non era lì a dirgli che andava bene così, che aveva fatto la cosa giusta, che prima o poi si sarebbero vendicati? ... Perché non era lì a dirgli che non si sarebbe mai pentito del suo sacrificio, che non si sarebbero lasciati mai?
... Che l'avrebbe amato per sempre?
A Bishop salì un groppo in gola. In quel momento più che in tutti gli altri aveva bisogno di essere amato. Ma aveva paura di aver sbagliato tutto.  Mary Jane era stata l'unica persona che lo avesse mai accettato così com'era, che lo avesse mai amato senza riserve. E l'aveva uccisa, credendo di fare la cosa giusta. L'aveva uccisa per salvare quell'uomo con cui aveva condiviso secoli di vita, quell'uomo che in cambio era diventato sempre più freddo. Bishop aveva rinunciato al bene più grande, quello dell'unica persona che non lo faceva sentire un mostro, per proteggere un ingrato. Che lo schivava come se fosse malato e che non provava la stessa cosa per lui.
"Io ti ripudio come creatore".
L'aveva detto e l'aveva fatto. Non si vedevano più. Bishop aveva fatto un tentativo di riavvicinarsi che era finito nel modo più squallido possibile.
- Aidan... - aveva dovuto pregarlo, quasi, per farlo rimanere ancora un po', dopo l'amore. Quella volta di amore ce n'era stato ben poco, e l'unico rumore che aveva ricevuto in risposta era stato quello di una porta sbattuta. Era stato come essere pugnalati.
Bishop aveva fatto la cosa che in quegli ultimi tempi faceva più spesso. Si era voltato dall'altra parte e si era fatto un bel pianto.
   
E in quel momento, singhiozzando mentre ripensava a tutto questo, una fitta lo straziava dentro, all'altezza del cuore, e una sensazione di debolezza che partiva dalle viscere e gli faceva tremare le gambe.
Aveva sbagliato tutto, e in quel momento ne aveva avuto la certezza.
Mentre cercava inutilmente di riprendersi, aveva capito che tutti, dal primo all'ultimo, ad eccezione di Mary Jane, non avevano fatto altro che sfruttarlo. Finché stato loro utile, era andato tutto bene. E dopo, ciao, tanti saluti, di nuovo solo come un disgraziato. E la solitudine era la punizione peggiore, per chi come lui era condannato a vivere per sempre.
Poi aveva capito anche che gli Olandesi non l'avrebbero lasciato andare. Che probabilmente quella sarebbe stata la sua ultima notte sulla Terra. E si era preparato, come si fa per una cerimonia importante.
Poteva chiedere di meglio?

Per lui, e per tutti quelli come lui, l'unico destino possibile è una condanna fine pena mai. Vivere è un ergastolo, senza amore, senza speranza, senza nessuno accanto a riscaldare un po' il suo cuore bloccato, il suo sangue fermo nelle vene, la sua pelle fredda.
Non si può sopportare a lungo. Prima o poi la mancanza diventa insostenibile, le scelte sbagliate si pagano. Lui che aveva dato tanto, si era ritrivato senza più niente.
Per questo adesso la morte non faceva più paura.
Perché aveva perso tutto...
E ad ogni alba che vedeva sorgere si ritrovava sempre più solo.

  
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