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Autore: Yumi    03/02/2008    5 recensioni
Ti imbarazzi leggermente, ma non fai niente per coprirti, l’unica azione che compi è guardare altrove, le gote arrossate, con il viso voltato verso la mia sinistra. La prima volta che ti vedo completamente svestito. I miei occhi carichi di desiderio ti mettono in soggezione, Naruto?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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_..-*°Flame Passion°*-.._ di Yumi.

 

Declaimers: questa storia non è scritta fini di lucro, i personaggi sono del manga/anime “Naruto”, di Masashi Kishimoto, a lui tutti i diritti. 

Genere: romantico.

Warning: one-shot/yaoi/shonen-ai/lemon(soft)/SPOILER!.

Pairing: KakaNaru.

Raiting: Arancione. E’ la mia prima storia che si avvicina ad una lemon, spero vi piaccia.

Note: Ringrazio tutte le persone che hanno letto e/o recensito le mie storie. Un baciotto. Buona lettura e recensite, grazie!!

 

 

POV Kakashi

 

Sono passati quasi tre anni, da quando te ne sei andato alla ricerca di Sasuke…sapevo quanto gli eri legato, tanto da non poter concepire il suo comportamento…in certi momenti ho pensato persino che provassi qualcosa di più semplice amicizia, ho pensato che ne fossi innamorato…e questo pensiero mi faceva male, appena si formulava nella mia testa, ma non potevo farne a meno, era più forte di me…

Come ho fatto ad innamorarmi di te, non lo so…è successo e basta…sarà stato il tuo sorriso? La tua forza di volontà o il fatto che non ti arrendi davanti a niente e nessuno?...non so…ancora dopo cinque anni, non lo so nemmeno io…

Non ho mai potuto rivelarti quello che provavo nei tuoi confronti, Naruto, perché oltre al fatto che eri minorenne, ero ulteriormente frenato dal fatto che non avresti mai potuto provare qualcosa verso di me, e poi c’era quello strano rapporto tra te e Sas’ke…per te ero solo una guida, l’unico sentimento che ho percepito nei miei confronti da parte tua era la fiducia di un allievo nei confronti del suo sensei…ma anche se non posso tollerarlo tutt’ora, lo comprendo…

Non mi hai mai considerato come un uomo da poter amare, mentre io, da quando sei partito per il tuo allenamento con Jiraya, a quasi tredici anni, ti ho visto sotto una luce diversa, eri cambiato, mi sembravi più maturo…e ai miei occhi non dimostravi l’età effettiva che avevi, ma sembravi più grande…e da quel momento ho capito che per eri qualcosa di più di un allievo, come potevano essere Sasuke e Sakura: all’inizio pensavo fosse affetto paterno, quello che mi legava a te, l’affetto di un padre verso il figlio, che cresce e matura fino a diventare un uomo…ma poi ho capito di essere attratto da te, in modo irreversibile…

Deve essere perché mi ricordi terribilmente Obito: due testardi e orgogliosi che prendono sempre tutto sotto gamba, ma che al momento giusto sanno tirare fuori una forza d’animo impensabile, per due così, questa vostra somiglianza deve avermi fatto capitolare di nuovo…ero innamorato di Obito, era il terzo elemento del mio gruppo, durante il mio gaiden, ma il Destino aveva deciso di separarci fin dall’inizio, e così ha fatto: durante una missione nel paese delle Rocce, dei ninja avevano rapito Rin, l’altro elemento del team, e tu volevi a tutti i costi andarla  a salvare, mentre io non volevo a causa del regolamento dei ninja, che io prendevo alla lettera. Però, sei riuscito a convincermi.

Ci siamo battuti, abbiamo salvato Rin, ma durante uno dei combattimenti sono stato ferito all’occhio sinistro, mentre fuggivamo e tu, per opera di uno dei Ninja della Roccia, che ha creato una frana nelle rocce sopra di noi, hai salvato me e Rin, rimanendo sotto le rocce, con metà del corpo bloccato. Purtroppo, per te non si poteva fare niente: anche se ti avessimo fatto uscire da lì, il tuo corpo era compromesso e saresti morto lo stesso.

Mi hai donato il tuo occhio sinistro, l’unico rimasto fuori dalle macerie insieme a tutta la parte sinistra del corpo: Rin ha svolto l’operazione, grazie alle sue doti di medico, e io…io in quel momento, al tuo capezzale, davanti al tuo corpo morente, che ostentavi ancora un sorriso sicuro di te, nonostante la situazione mal concia in cui ti trovavi, non sono riuscito a dirti quello che provavo per te, mi ero ripromesso di farlo, appena finita la missione…ma alla fine sono stato un codardo.

Mi ero lamentato di lui fin dal primo giorno che ci eravamo visti, dicendo che uno del mio livello non poteva stare con una bambinetta impaurita e con un bamboccio esuberante che non era neanche capace di arrivare in orario agli appuntamenti con la squadra…ma quando hanno inciso il suo nome sulla lapide alla memoria del terzo terreno di allenamento, per onorare i morti in missione, gli eroi…bé, da quel giorno non ho smesso di andare lì, parlargli, sapendo perfettamente che nessuno mai mi risponderà, di dirgli di quanto mi manca, di quanto l’abbia amato, del fatto che la vita sembra vuota senza le sue risate a riempire le sere passate a guardare le stelle tutti insieme…

Tu, Naruto, sei molto simile ad Obito, a parte per il colore dei capelli e degli occhi: lui era moro, mentre tu sei biondo, e aveva gli occhi più scuri di una notte senza stelle, mentre tu ce li hai chiari come il cielo d’estate, limpido…lui era un tipico Uchiha, un cognome altisonante che mi aveva sempre attratto…ma prima di Obito, avevo preso una cotta per il mio sensei, subito dopo essere uscito dall’Accademia Ninja…Yondaime era un bel ragazzo, ti assomigliava molto, stessi capelli biondi e gli stessi occhi azzurri e quel sorriso splendente…era un ottimo insegnante e un ottimo leader.

Mi metto a sedere sul letto, poi mi volto a sinistra, dove, su una mensola, fanno bella mostra di sé tre foto, a cui sono particolarmente legato affettivamente, che considero i miei angeli custodi: a sinistra quella con Sakura in primo piano, sorridente, al suo fianco tu e Sasuke che vi guardate in cagnesco, e poi io, un po’ più indietro, ma tra voi due, con le mani sopra le vostre teste, con una faccia come voler dire: sono-fatti-così-scusateli;a destra la stessa scena, ma con gli interpreti diversi: a sorridere è Rin, a guardarsi in cagnesco siamo io e Obito e a mettere le mani sopra la nostre teste Yondaime-sensei…e poi ce n’è una tua, scattata di nascosto con una polaroid: sei appoggiato ad uno di quegli alberi dove tu, Sasuke e Sakura avevate l’abitudine di sedervi, a fine allenamento tutti insieme, ad osservare il cielo trapunto dalle prime stelle della sera, oppure il tramonto…tu hai lo sguardo perso, mentre osservi il sole annegare nel mare, malinconicamente…era prima che partissi per la tua missione personale, alla ricerca del minore degli Uchiha: hai una mano appoggiata alla dura corteccia scura, la maglia arancione con il colletto nero aperta, lasciando intravedere, a causa del vento che ti scompiglia i capelli, la maglia retinata nera aderente, che porti sotto…a volte, quando sono a casa, rimango ore a fissarla, senza fare altro, ricordandomi appena di respirare…quante volte ci ho pianto sopra, notti intere…perché quel sentimento chiamato amore era troppo da tenere dentro…troppo frustrante…ogni tanto mi capita ancora, che mi si formi un groppo in gola, che i polmoni mi si infiammino, mentre le lacrime cercano di rompere gli argini, abbastanza forti, del mio cuore…

Da quando te ne sei andato, Konoha mi sembra spenta, le risate dei bambini, gli sguardi felici dei loro genitori mentre li guardano, non mi tocca…è come se tutta la felicita che possiedo ti avesse seguito, perché sei tu la mia felicità…mi metto le scarpe ed esco fuori, con le mani in tasca e l’aria fresca del mattino che sbatte sulla mia faccia. Le gambe si muovono da sole, in un movimento inconscio dei muscoli e mi ritrovo in quel campo, davanti all’unico suo ricordo:

“Ciao Obito, come stai oggi?” chiedo alla pietra nera, di quella strana forma, sedendomi sull’erba ancora piena di rugiada, che la fa sembrare color verde smeraldo. Come sempre, sento nella mia testa la sua risposta, con la voce allegra che ricambia il saluto, seguito da un sorriso tutto bagliori.

“Sai…dopo tanto tempo, mi sono innamorato di nuovo…”- e mi appare di nuovo il sorriso di Obito, sovrapposto subito da quello di Naruto –“si chiama Naruto Uzumaki, il ragazzo dentro il quale alberga lo spirito di Kyuubi, il demone della Volpe a Nove Code, che il nostro maestro ha sigillato…come carattere vi assomigliate parecchio, ma lui ha i capelli e occhi chiari, mentre i tuoi sono scuri…solo che non posso dichiarargli i miei sentimenti, perché oltre ad essere mio allievo, è che è andato alla ricerca di un ragazzo del tuo clan, Sasuke Uchiha, nonché suo migliore amico, del quale credo sia innamorato, e non so quando e se tornerà, visto che non si hanno sue notizie da tempo…secondo te, cosa dovrei fare? Aspettare che torni e dichiararmi, oppure tacere?”concludo. Vedo Obito riflettere, alzando lo sguardo al cielo, lisciandosi il mento con pollice e indice e poi dirmi:

“Cosa ti dice il cuore…quello devi fare…se il tuo cuore ti dice di confessargli quello che provi nei suoi confronti, devi farlo…se non te lo dice, non devi esporti…” adoravo questo suo lato saggio, quando gli chiedevi un consiglio diventava serissimo.

“Mmh..”- rifletto –“…hai ragione…l’unico problema è: quando tornerà?”

“Quando tornerà…chi?” qualcuno parla alle mie spalla…una voce che conosco bene…la tua…il mio cuore perde un battito, poi incomincia a battere all’impazzata.

“Na…Naruto?!” chiedo, incredulo.

“Già…in carne ed ossa!” rispondi sorridendo.

- Oh Naruto, non sorridermi così, per favore… - imploro mentalmente, al tuo sorriso candido.

“Quando sei…?”

“Proprio mezz’ora fa…ho salutato un po’ tutti ed ero venuto a cercarla…”

Sei bello…più di quanto ricordassi: i lineamenti del viso più virili…la linea della mascella più marcata…un fisico mozzafiato…più basso di me di due o tre centimetri…mi ricordi molto il sensei Yondaime, i capelli li porti addirittura come i suoi, sul lungo, ma sempre scompigliati e quegli occhi…che mi facevano tremare solo al ricordo…e quelle labbra…potessi le bacerei seduta stante…ormai, sei diventato un uomo, non c’è dubbio…il copri fronte è al solito posto, sotto la frangia, per tenerla su…solo ora mi rendo conto che indossi la divisa di jonin, uguale alla mia…e ti sta da favola…

“Con Sasuke…?” lascio di nuovo la frase a metà.

“Ce l’ho fatta…l’ho riportato a casa, a Konoha…tutti insieme, come ai vecchi tempi…” dici, entusiasta. Alla fine ci sei riuscito: hai mantenuto la tua promessa…mi alzo da terra e mi avvicino a te.

“E questa divisa da jonin?Da dove salta fuori?”           

“Regalo di Tsunade-sama: mi ha promosso jonin dopo la riuscita della missione, anche se era un’iniziativa mia…”.

Ti poggio le mani sulle spalle:

“Congratulazioni, Naruto…sono fiero di te…”

“Grazie, Kakashi…” sussurri, imbarazzato, distogliendo lo sguardo. Mi hai chiamato per nome…non me lo sono immaginato, vero?...

“Dopo…ti va di andare a festeggiare al chiosco dei ramen?...hanno aperto una sala che fa parte del locale poco tempo fa…magari facciamo stasera, invitiamo tutti…” propongo, sperando in una risposta affermativa.

Sorrido. Fai lo stesso.

“Ok…vorrei solo andare a trovare il Terzo Hokage…se vuole può venire con me…” dici, sorridendo.

“Se non sono di disturbo, ti accompagno volentieri…”

-Calmati Kakashi…ricordati, non devi diventare euforico, altrimenti si accorgerà di tutto…calmati, calmati!Anche se senti il suo profumo e percepisci il calore del suo corpo accanto al tuo, devi restare calmo…-. Sospiro. E poi faccio un lungo respiro per cercare di calmare il battito del cuore e le viscere, che stanno facendo le capriole all’indietro, dalla gioia.

“Che ha, maestro?”mi chiedi, mentre ti metti le mani in tasca, come fai sempre: il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

“Eh?Io?...niente-” risata nervosa-“niente, che dovrei avere?”

“Non so…mi sembra un po’…come dire, nervoso…” diretto come sempre, eh?

“Mavvà!…e perché dovrei, scusa?” dico, ridendo appena.

“Niente, non si preoccupi…stavo dicendo una cavolata…” abbassi lo sguardo, triste…ma perché non capisco mai quello che pensi, Naruto?...Per me sei come un libro in una lingua che non riesco a comprendere…

“Va bene…come hai trovato Sasuke?” cambio argomento.

“Era da un po’ che lo seguivo…eravamo oltre il Paese del Vento…e ad un certo punto gli sono biombato davanti, l’ho bloccato e gli ho chiesto come mai continua a fuggire, nonostante sapesse benissimo che ero dietro lui, invece di battersi…mi ha risposto che non avevo voglia di scontrarsi contro di me, perché sono uno dei suoi amici più cari…allora ci siamo fermati in una specie di caverna, all’interno di un bosco abbastanza fitto, e abbiamo incominciato a parlare…l’ha ucciso, Orochimaru con l’aiuto di Itachi…mi ha detto che si sono chiariti, abbandonando i loro propositi di vendetta…”

“Quando l’ha ucciso?”

“Oh, molto tempo fa: a quanto dice lui, poco dopo che sono partito, due anni fa...” dici. Siamo arrivati, e ti metti a sedere davanti alla lapide di Sarutobi-sama, praticamente in ginocchio, e inizi una preghiera silenziosa, detta a mezza voce, mentre io mi avvicino a quella del Quarto Hokage…la sua foto troneggia, sorridente sulla lapide nera con le incisioni bianche, piena di fiori. Mi metto giù, spostando il peso del corpo sulle gambe, piegate, accucciandomi e mettendo un polso sulla coscia. Accarezzo il viso della foto, attraverso il vetro freddo…mi manca molto, ma gli sono grato per aver salvato la vita alla mia volpetta, dando la sua, adesso non sarebbe qui…grazie sensei…Mi metti una mano sulla spalla sinistra, in modo leggero, riportandomi alla realtà:

“Le manca molto?” mi chiedi, indicando Yondaime-sensei con l’indice della mano destra, ancora sulla mia spalla.

“Molto…io ero…da piccolo avevo una cotta per lui…” sorrido, tristemente. Mi guardi un attimo, sorpreso.

“Lei era…?”

“Già…a San Valentino gli regalavo sempre dei cioccolatini…un giorno, l’ennesimo 14 Febbraio in cui io gli avevo regalato del cioccolato, mi prese da parte e mi disse di dirgli quello che provavo per lui…di dirgli tutto, perché era il mio maestro e ne aveva il diritto, di sapere…”

“E che cosa fece?”

“Glielo dissi…tutto quello che provavo nei suoi confronti…arrossii anche, ed era strano, visto che non estraniavo mai le mie emozioni…quando ebbi finito mi sorrise – sorriso malinconico – mi passò una mano sulla testa dicendomi che era felice che io provassi questo sentimento…era la mia prima cotta, insomma…perché voleva dire che stavo crescendo e che era un bene…poi – sorrido dolcemente al ricordo – mi diede un bacio sulla guancia e metà del cioccolato, da dividere con i miei compagni di squadra e poi mi prese per mano…”

“Doveva essere proprio un bravo ragazzo, peccato che non l’abbia conosciuto…e poi, dopo il sensei, bé…le…le è piaciuto qualcun altro?” dici arrossendo, accucciandoti accanto a me.

“Sì…il mio migliore amico, il mio compagno di squadra, il mio rivale…Obito Uchiha…era l’unico, per quanto ci odiassimo, a capire quello che mi passava per la testa, tutti i miei sentimenti, qualsiasi sensazione o emozione…l’unica sua pecca, oltre ad essere sempre in ritardo, ad arrivare a piagnucolare per la paura durante le missioni e ad essere un megalomane, era il fatto che non fosse così perspicace come Yondaime-sama…non sono mai riuscito a dirgli cosa provassi veramente nei suoi confronti, per paura della sua reazione…l’avevano capito tutti, Rin, il sensei, gli amici…tutti tranne lui…è morto prima che riuscissi a confessarglielo, che l’amavo…in missione, per salvare i suoi compagni di squadra…” sento le lacrime tentare di uscire, ma le ricaccio indietro: devo trattenermi.

“La capisco perfettamente…vogliamo andare?”. Annuisco.

Mi aiuti ad alzarmi e insieme percorriamo il viaggio di ritorno. Ad un certo punto, decidi di prendere una scorciatoia, per dei prati in pendenza. Camminiamo, quando prendi una storta e cadi.

“Ehi…tutto bene?” ti chiedo, accorrendo per soccorrerti.

“Mmh…non proprio…”cerchi di rialzarti, ma la gamba non ti regge, e per poco non voli di nuovo, se non ci fossi io ad aiutarti, cadresti di nuovo.

“Ce la fai a camminare?”

“No…mi fa male la caviglia…” una smorfia di dolore passa sul tuo volto.

“Dai, ti porto a casa…” dico, aiutandolo a salire sulla mia schiena, tenendolo da sotto le ginocchia.

“E’ sicuro che non sia troppo pesante e che non le faccio male?”

“Guarda che sono forte, non preoccuparti…e poi non è la prima volta che ti porto così…è successo anche quando eri svenuto, quando Sasuke è scappato da Konoha, anni fa…”

“Già…” dici, mettendo le abbraccia attorno al mio collo, appoggiando le mani al mio petto e la testa nell’incavo della mia spalla.

“Come va’?...sei comodo.?”

“Sì…molto…quanto manca a casa mia?”

“Poco…” dico, capendo dalla voce un po’ assonnata che ha gli occhi chiusi.

Dopo un po’ mi fermo, davanti alla porta di casa di Naruto.

“Eccoci…come mai siamo venuti qua?”

“C’è una cassetta…del primo soccorso…nell’armadietto…del bagno…” si sta proprio addormentando.

“Ok…allora entriamo…” entro e lo faccio stendere sul divano del piccolo salotto.

Vado nel bagno a prendere la cassetta. Quando ritorno, ti sei liberato del jillet verde, rimanendo solo con la tuta nera aderente. Deglutisco a vuoto. Calmati Kakashi, calma!

Mi siedo sul divano, mettendomi la tua caviglia sulle mie gambe, iniziando a medicarla in silenzio.

Avvolgo le morbide bende attorno all’osso e ti osservo con la coda dell’occhio: hai un braccio sopra gli occhi, il respiro lento, la bocca leggermente dischiusa, i capelli sparsi sul bracciolo…sei bellissimo…il mio sguardo torna sulle tue labbra rosee…sicuramente morbide, né troppo carnose né troppo sottili…ho voglia di baciarle…finisco la medicazione con un piccolo nodo e noto, guardando di sfuggita, che c’è “qualcosa” che preme contro il cavallo dei tuoi pantaloni…inizia a bollirmi il sangue nelle vene: sicuramente, però, devo essermelo immaginato. Cercando di calmare il battito cardiaco, rimetto a posto la cassetta, camminando lentamente per il corridoio.

Torno nel salottino. Mentre entro e mi riavvicino al divano continuo ad osservarlo…non riesco a resistere…prima che la mia mente riesca a fermarmi, la parte meno razionale della mia conoscenza fa muovere il mio corpo. In pochi secondi sono a cavalcioni sopra di te, a bloccarti i polsi con le mani, oltre il viso. Vedo il tuo sguardo farsi interrogativo al mio gesto. Ti tiro su di peso dai polsi e ti bacio. Un bacio che sembra durare secoli…prima solo uno sfiorarsi di labbra, pian piano il contatto si approfondisce…prima seguo il contorno della tua bocca con la lingua, poi, premendo leggermente contro di esse riesco, riesco ad ottenere l’accesso da parte tua, iniziando a cercare la tua lingua, un po’ timida rispetto alla mia già esperta…poi incominci a capire come funzionano i meccanismi di questo gioco, cercando la mia, ad accarezzarla e poi a lottare con essa per la supremazia dell’una sull’altra.  Anche le mani cominciano a vagare, prima sui tuoi capelli, puoi sulle tue guance, mentre le tue mi percorrono la schiena…

Non so quanto tempo è passato, però ci stacchiamo, per mancanza d’aria. E mi guardi disorientato cercando di capire il perché di quel gesto. Stringo ancora i tuoi polsi…i nostri volti sono vicinissimi, tanto che il tuo respiro si confonde con il mio…riguardo le tue labbra…le vorrei ancora, ma mi sono già spinto troppo in là, pensavo di riuscire a resisterti, e invece…

“Kakashi…perché…?” di nuovo l’uso del nome…non farmi questo…

“Non lo so…fai…fai finta che non sia successo niente, d’accordo?...niente…” ti lascio delicatamente i polsi, mi alzo e me ne vado. Sull’uscio dico:

“A stasera, Naruto…” ed esco di casa.

‘Ma che mi è saltato in mente?...però lui non si è tirato indietro, anzi…ha ricambiato il bacio…Kami, come lo guarderò in faccia stasera?Non vorrà più parlarmi…e ci credo!...sono proprio un idiota…e poi perché mi chiama per nome, ora?...’

Entro in casa e chiamo tutti i maestri jonin del villaggio e anche i loro allievi, Sasuke, Sakura, purtroppo, perché mi sono reso conto che da un po’ di tempo quella gallina ha delle mire sul mio Naruto, e la cosa un po’ mi preoccupa, visto che aveva una cotta per lei…non so…la cosa certa è che stasera ci saranno tutti e credo sarà più facile non incontrare Naruto…ora che mi viene in mente devo chiamare anche i ninja della Sabbia…ho notato che ci sono delle simpatie da parte di Gaara e Temari verso due ninja dei nostri…vediamo stasera, quello che succederà…

§§§

Dopo aver telefonato, vado a farmi una doccia, ripensando ancora a quello che è successo con Naruto…alle tue labbra morbide, al loro sapore, a come ti sei fatto baciare senza rifiutarmi, alla tua espressione di sorpresa mista a paura, per il mio gesto improvviso…scusami, ma non sono riuscita a trattenermi: non so nemmeno io perché l’ho fatto…forse è stato un bisogno, visto che non ti vedevo da quasi tre anni, un istinto…non so!

Ora che ci penso dovrei invitare anche Iruka, sempre se vorrà parlarmi, dopo tutto quello che è successo…bé, tentar non nuoce, o almeno così dicono…esco dalla doccia, mi avvolgo un asciugamano in vita(facendo attenzione a non farmi vedere dalla vicina guardona) e mi passo più volte una mano nei capelli, per riavviarli: ci passo un mano la mano dentro, li alzo e li faccio scendere di nuovo. Lo ripeto più volte. Poi torno al telefono e alzo la cornetta, dopo aver composto il numero: suona libero.

“Tuuu…tuuu…clack…pronto?” risponde al telefono.

“Ehm…ciao, Iruka…” dico, piano.

“Kakashi…” -  la sua voce si altera – “…non ti avevo detto che non volevo più avere niente a che fare con te?” dice, arrabbiato.

“Sì, ricordo quello che mi hai detto…e mi dispiace averti fatto soffrire…ma non ho deciso io di chi innamorarmi…”

“Peccato che mi hai preso in giro per quasi un anno e mezzo…e io che ero sicuro che tu mi amassi almeno un po’ di quanto l’ho fatto io…e invece mi sei rimasto vicino solo per andare a letto con qualcuno, per non sentirti da solo…e tutto perché sei un idiota…avrei potuto non scoprirlo mai, se non avessi invocato il Suo nome al posto del mio, mentre facevamo l’amore…e poi ho capito tutto: ogni volta che lo facevamo, tu immaginavi sempre che ci fosse lui, al mio posto…sei un uomo squallido…” dice, con disprezzo e non posso dargli del tutto torto, ha tutte le ragione per essere incazzato con me…

“Lo so, Iruka…hai ragione, sono un uomo schifoso, ma non volevo parlare di questo, ora…mi dispiace di averti ferito, mi rendo conto di averlo fatto, ma ora ti chiedo soltanto un favore…non per me, per lui…è tornato, ha portato a casa Sasuke a casa, Tsunade-sama l’ha fatto diventare un jonin, senza neanche essere un chunin…”

“Lo so, è venuto a trovarmi…ma non ce l’ho con lui…”

“Allora se non ce l’hai con lui, vieni alla festa che ho organizzato per lui nel chiosco dei ramen…sai che ha aperto una sala al chiuso, lì vicino, no?”

“Sì, lo so…era il posto dove andavamo io e te…” diventa malinconico, lo capisco: anche a me mancano quei momenti. Pensavo che stando con un’altra persona sarei riuscito a dimenticarti, Naruto…ma mi sbagliavo, alla grande…

“Me lo ricordo…mi dispiace averti fatto soffrire, ma non immaginavo di esserne così innamorato…scusami…verrai, almeno per lui?” - non voglio che ci veda così e distruggere definitivamente quel poco del rapporto che è rimasto che è rimasto tra me e Iruka. Lo sto letteralmente supplicando – “ti prego…”

“Uff... – va bene, verrò…ma lo faccio solo per Naruto. Ciao!” e chiude…bé, almeno sono riuscito ad invitarlo…non  poteva mancare…riguardo le mie mani, che ti hanno trattenuto durante il bacio…vorrai ancora parlarmi?Riuscirò a fare l’indifferente?...non lo so, ormai non so più niente…

- La sera -

E’ arrivata l’ora della festa…

Sono venuti anche quei tre da Suna…proprio tre tipi strani…li osservi, finché non si avvicina Gai, per parlarmi:

“Allora…è successo qualcosa fra te e Naruto?Vi vedo tesi…quasi imbarazzati…non avrai fatto una stupidaggine, vero?” sorride, con il suo perenne sbrilluccichio. Perché quando fai qualcosa che non avresti dovuto, sembra che tutti lo sappiano?

“Devo dirlo a qualcuno…e tu sei l’unico a cui possa rivolgermi. Seguimi.” E lo porto in un posto più appartato, dove spero nessuno ci senta.

“Perché mi hai port…”

“L’ho baciato…ho baciato Naruto…” dico, portando inconsciamente le dite alle labbra.

Rimane un attimo spiazzato, ma poi inizia a rifletterci sopra.

“Spiegami quello che è successo…” dice serio.

E gli racconto di come tutto è accaduto, di come sono finito per raccontargli delle mie esperienze d’amore passate, di come siamo andati a casa, che l’ho medicato, di come fosse bello, del fatto che non mi guardava negli occhi e di come sono finito con il baciarlo.

Gli racconto proprio tutto, perché lui sa…sa qualunque cosa della mia vita…

“E ora non so cosa possa provare nei miei confronti…” concludo, atono.

“Brutta storia…però molto romantica, devo ammetterlo…l’hai già incontrato?”

“no, non ancora…è con gli altri…”

“Allora aspetta che sia da solo, lo prendi in disparte e chiarisci tutto…è la tua unica possibilità…”

“Forse hai ragione tu… - dico, spostando lo sguardo verso la sala – ma…ma quelli sono…”

“Neji e TenTen, dici?...Oh, bé…è da qualche settimana che stanno insieme…” dice con naturalezza indicando i due, all’entrata del locale, per mano, che si scambiano un dolce bacio davanti a tutti…vorrei farlo anche io, ma purtroppo mi è inpossibile…

La musica nella sala a due piani non è particolarmente alta, delle luci stroboscopiche illuminano di blu, bianco e viola la stanza, mentre quasi tutti ballano.

Questa atmosfera mi permette di riflettere meglio su quello che ha detto Gai: ha perfettamente ragione…

Appena riesco a trovarlo da solo, devo riuscire a parlargi…non posso lasciare tutto così…non si può vivere questa situazionesi complicherebbe ancora di più…devo aver coraggio e affrontarlo faccia a faccia…anche se è così difficile…

 

POV Naruto

 

Perché l’ha fatto?Perché mi ha baciato?...Non lo so…mi ha detto di far finta che non sia successo niente…ma come faccio a far finta di niente, quando l’uomo che amo pare ricambiare i miei sentimenti baciandomi?Non lo so…però questa sera, quando è arrivato io…non sono riuscito a guardarlo negli occhi, ero troppo imbarazzato e se solo avessi provato a farlo non so come avrei reagito…Per fortuna al momento siamo a debita distanza l’uno dall’altro…se mi si avvicinasse non riuscirei a resistere…chissà perché sta confabulando con Gai-sensei?Che avranno da dirsi di così segreto da dover parlarsi nell’orecchio in un luogo seminascosto, come l’angolo del locale con le sedie di riserva? Non so perché, ma mi sale un moto di gelosia ne suoi confronti: Kakashi-sensei è mio e di nessun altro! Già quando ho scoperto che è stato per un breve periodo con il maestro Iruka, mi è venuto un istinto omicida…peccato che fossi lontano da Konoha, altrimenti l’avrei ucciso!

Però ora è single, a quanto mi risulta…non farti troppo illusioni, Naruto: un bacio non vuol dire assolutamente niente! Magari l’ha fatto perché gli mancavi, o perché i quel momenti aveva voglia di farlo, magari pensando a qualche ragazza o ragazzo con cui esce, o voleva sperimentare qualche nuova tecnica letta sui libri “Icha-icha Paradise” dell’Ero-sennin, chi lo sa?...ma che stronzate dico…queste ipotesi non stanno in piedi!

Però…non posso nemmeno pensare che mi ami…è una cosa assurda!Un uomo non può essere attratto da un ragazzino come me…un uomo di trent’anni non può provare attrazione per un appena diciott’enne, a meno che non sia affetto dalla Sindrome di Lolita!

E’ impossibile, quasi come le bufere di neve a Suna, in pieno deserto…

All’improvviso un’ombra mi si para davanti…alzo lo sguardo e incontro il volto tutto rosso di Gaara, quasi  preoccupato per qualcosa a cui non sono a conoscenza, poi vicino a lui vedo un’altra persona, che riconosco come Rock Lee…si tengono per mano, con le dite intrecciate.

“Ciao, Naruto!” mi saluta Lee allegramente. Gaara rimane in silenzio ad osservarmi.

“Ciao…” dico in tono piatto.                       

“Qualcosa non va’?” chiede il Ninja della Sabbia, parlando per la prima volta.

“Mmh…diciamo di sì…”

“Possiamo aiutarti?” grazie, Lee…ma purtroppo non posso dirvi di cosa si tratta.

“Penso di no…ma grazie lo stesso…- poso nuovamente gli occhi sulle loro mani, ancora intrecciate. Gaara segue il mio sguardo e diventa ancora più rosso, abbassando gli occhi -…ma voi due…?” lascio cadere la frase a metà e guardo Lee, visto che l’altro continua a tenere gli occhi bassi.

“Già…sono contentissimo…pensavo di non riuscirci ma!” dice raggiante.

“Beato te…Gaara è molto fortunato…sono felice per voi…- sorriso tirato-Spero che presto succeda anche a me…”

“A Suna c’è un detto, tramandato dal Primo Kazekage:- C’è un tempo per tutto: la primavera per i fiori, l’estate per il raccolto…l’amore invece ha un tempo tutto suo, sta a noi capirlo e seguirne il corso-…se il suo tempo l’hai capito, come credo che sia, seguilo…altrimenti aspetta il momento in cui lo capirai…” mi dice serio Gaara: parla proprio come un Capo del

Governo…mi ricorda molto il Terzo Hokage.

“Grazie, Gaara…speriamo che quanto mi hai detto, mi sia d’aiuto…”

“Lo spero per te:è da quando sei tornato che ti vedo triste, nonostante questo sia un giorno di festa e di allegria per tutti, anche per te…”

“Lo so, grazie ragazzi, siete degli amici…” dico alzandomi e mettendo una mano sula spalla a entrambi.

Lee mi sorride, mentre Gaara abbozza un sorrisetto timido. Li supero e vado alla ricerca di Shikamaru: non ci vediamo da molto e voglio salutarlo. Lo trovo affianco a Temari…Temari?!?...certo che Suna ha fatto stragi di cuori, qua a Konoha!

La bionda mi nota, mentre mi avvicino a loro, e indica a Shika che sto arrivando.

Si sposta da Temari, appena si accorge di me, e mi viene incontro prima di abbracciarmi calorosamente:

“Ciao amico! Quant’è che non ci vediamo?”

“Un po’, credo…” dico, sorridendogli. Ha gli occhi un po’ lucidi. Tra noi c’è sempre stato uno strano rapporto, fin dalla seconda prova dell’esame per la selezione dei Chuunin…poi prima che Sasuke partisse come traditore e prima che iniziassi il mio allenamento con Jiraya mi aveva detto che si sentiva confuso e che, non riusciva a capire perché, gli piacevo, nonostante fossi etero convinto, perché innamorato di Temari.

Io ci ero rimasto, perché a quel tempo, e anche adesso, ero innamorato di Kakashi, però provai lo stesso, con il mio migliore amico. Siamo stati insieme per un po’, ho avuto la mia prima volta con lui, me la ricordo bene: eravamo nello spogliatoio di una palestra, di notte, avevamo scavalcato il cancello…era stato bellissimo.

Dopo poi, avevamo parlato, ci eravamo chiariti e abbiamo capito che potevamo rimanere un po’ più che amici, ma niente più…

“Senti…devo ‘aggiornarti’ su quell’argomento…possiamo uscire?”

“Certo, ma ci conviene andare sul retro…”

“Va bene…” lo prendo per un polso e lo porto fuori.

Poi, ci spostiamo nel retro e Shikamaru si appoggia al muro con la schiena, mi prende per il colletto, con velocità, e ci scambiamo un lungo bacio, quasi con urgenza…un’abitudine che si è preso da quando ci siamo lasciati: mi ha sempre detto di essere etero, ma che non riusciva a resistermi. Ci stacchiamo con il fiato corto.

“Scusa…non sono riuscito a resistere…Kami, quanto mi sei mancato…”

“Anche a me sei mancato…con Jiraya-sensei non si può parlare di tutto, purtroppo…”

Sorride.

“Allora -dice sedendosi per terra, con la schiena contro il muro-‘aggiornami’!”

“Sì…- dico sedendomi al suo fianco- ehm…l’ho rivisto, oggi…”

“Bene!...com’è andata?” mi chiede, sorridendo.

“Bé, ecco…noi…cioè…sì, noi…ci siamo baciati!” dico, tutto d’un fiato. “In realtà, è lui che ha baciato me, però…”

“…” è rimasto sbigottito.

“Shika?!?Che ti prende?”

“Cioè…vuoi dirmi che Kakashi, appena ti ha visto…ti ha baciato?!”

“Bé, non è andata proprio così…” e incomincio a raccontargli tutto…

“L’hai chiamato per nome?!?!...dimmi che stai scherzando…” mi dice, appena concludo.

“Mi dispiace, ma è così…ma lui sembra non averci dato troppo peso…la cosa che non riesco a capire è: perché mi ha baciato?”

“Non so, magari è per una delle cose che hai pensato anche tu…”

“Però mi pare strano…” -dico con lo sguardo all’orizzonte- “come faccio anche solo a piacergli?...è un uomo, penso che gli interessino le persone un po’ più mature di me…”

“Eppure ti ha baciato?...quando vi siete visti che ha fatto?”

“Non so…non sono nemmeno riuscito a guardarlo in viso, ero troppo imbarazzato…” sento le lacrime pungermi gli occhi, ma non per la tristezza, bensì per la frustrazione e, istintivamente, come ai vecchi tempi, abbraccio Shikamaru, affondando il viso nell’incavo del collo, mentre mi fa mettere fra le sue gambe e incomincia a cullarmi, accarezzandomi ripetutamente la schiena.

“Dai, Naruto…non fare così…se ti ha baciato aveva un motivo concreto, Kakashi non è quel tipo di persona che fa le cose solo perché ne ha voglia…secondo me, qualcosa per te la prova…non posso credere che abbia baciato solo perché in quel momento gli andasse di farlo…non lo penso anche tu?” dice alzandomi il viso con l’indice della mano destra, per poi asciugarmi le lacrime con baci leggeri.

“Non…non lo so…credo di sì…” dico, tirando su con il naso un paio di volte. “Grazie Shikamaru…se non ci fossi non so come farei…sarei perso!” concludo, dandogli un bacio sulla guancia destra.

“Non pensarci, visto che sono qui…lo faccio per te, Naruto, perché ti voglio bene e voglio che tu sia felice…” dice lui, dandomi un bacio sulla fronte, prima di abbracciarmi di nuovo.

“Ora andiamo…non vorrai far aspettare il tuo Principe Azzurro, vero?” continua alzandosi, sorridendo prima di porgermi una mano per aiutarmi. La afferro, mi alzo e mi pulisco i pantaloni.

“Va bene, sono pronto…però non so quando parlargli…” gli dico, mentre ci incamminiamo verso per rientrare al locale.

“Appena ti sentirai sicuro e un momento in cui lui sia da solo…”

“Già, per la seconda non ci dovrebbero essere problemi…ma per la prima non lo so…”

“Ce la farai, Naruto…e se per caso dovesse rifiutarti, cosa che penso sia impossibile, ci sarò io con te…ok? Tu buttati…”

“E se dovesse rifiutarmi?”

“Non ci pensare…non credo lo farà…”

“Grazie, per il sostegno…e tutto il resto, Shika…”

“Lo faccio perché ti voglio bene…non preoccuparti…” dice, dandomi la mano, prima di stringerla. Facciamo tutto il tragitto in silenzio finché non ci ritroviamo davanti all’entrata del locale, dal quale arriva musica da discoteca.

“Dai, entriamo…Temari mi ucciderà, siamo stati fuori un mucchio di tempo!” mi dice sorridendo. “Era importante…” dico, con tono timoroso.

“Vabbé…mi farò perdonare, non preoccuparti di questo!”

“Ok -respiro profondamente- Entriamo!”

“Bene, buona fortuna!” e attraversiamo la soglia.

Mi guardo un po’ in giro, mentre Shikamaru va verso Temari e si scusa per il ritardo, ma lei sembra aver capito tutto e gli prende dolcemente la mano.

Percorro velocemente la folla, ala ricerca di Lui. Lo trovo, seduto su una delle poltrone del locale, nell’angolo più buio, con lo sguardo perso chissà dove a pensare. Mi vengono in mente le parole del mio migliore amico di poco fa, trovando il coraggio per muovermi verso quell’uomo, evitando le persone che ballano come scalmanate. Gli arrivo davanti e aspetto che si accorga della mia presenza. Lentamente alza lo sguardo, incontrando il mio. Forza puoi farcela!

“Ehm…può…può uscire un attimo…come me?...io…devo parlarle…” dico imbarazzato, come ogni qual volta quello sguardo si fissa su di me. Annuisce lentamente con la testa con la testa, stancamente si alza e mi segue docilmente fuori dal locale. Ci allontaniamo di molto da quella struttura, sempre in religioso silenzio, per tutta la camminata.

Mi fermo vicino ad un ponticello in legno chiaro, che sovrasta un piccolo fiume, a forma di arco, con una tettoia che segue il movimento di tutto il ponte. L’aria è fresca. Mi appoggio al parapetto con i gomito, scaricando il peso del corpo sulla gamba sinistra, mentre il ginocchio sinistro sfiora una delle pale della ringhiera. Kakashi mi imita.

Rimaniamo un po’ in silenzio a guardare il cielo pieno di stelle e la prima falce di luna crescente, che ci illumina.

I suoi capelli sembrano ancora più argentati, illuminati da questo misterioso satellite. L’occhio destro brilla, illuminato anch’esso. E’ bellissimo, non c’è che dire. La luna è l’unica fonte di luce, qui, il posto è quasi completamente al buio. Osservo l’acqua cristallina e bianca e lui fa lo stesso. C’è ancora un attimo di silenzio, che a me pare infinito, poi, inaspettatamente rompi il silenzio:

“Che devi dirmi, Naruto?...” il mio nome sulle tue labbra ha un suono dolcissimo, lo ascolterei per ore, sussurrato all’orecchio…

“Ecco…è difficile…”

“Provaci, tutto è difficile quando non si prova…” saggio come sempre, eh?

“Va bene… -respiro profondamente, sento il cuore battere all’impazzata, a causa della poca distanza che ci separa- spero che per lei non sia uno shock e che, qualunque cosa accada, rimarremo in buoni rapporti, nonostante tutto…”.

Vedi che ti volti, incuriosito, nella mia direzione, in attesa che continui…ma rimango zitto.

Apro la bocca per parlare. Nessun suono. Non riesco a trovare le parole.

Ci provo per tre volte. Alla quarta riesco nel mio intento:

“Vede…è da molto che volevo dirglielo, ma…non ho mai trovato il coraggio…lo so, sono un vigliacco, però…voglio che ora lei lo sappia…che TU lo sappia…vedi -e finalmente riesco a sostenere il tuo sguardo- io…- respiro profondamente un ‘altra volta- …io…mi piaci da impazzire…ma non la solita cottarella adolescenziale, è…come dire…è qualcosa di più intenso e frustrante…forse è amore…ma non solo quello…sono attratto da te…bramo il tuo corpo, ti desidero…e guardarti, guardarti e basta…mi fa impazzire…non sai neanche cosa voglia dire sfiorarti ma non toccarti, parlarti sapendo che niente può cambiare, guardarti, osservarti, sognarti, e svegliarmi nel bel mezzo della notte, sudato, dopo sogni non propriamente casti su di te, e non riuscire più a dormire a causa di questi…guardarti e non poter pensare :”E’ mio!”…la tua bellezza fa male, e tu non ti rendi nemmeno conto del potere che eserciti su di me…e…KAMI! -urlo, disperato, con la testa fra le mani- Ma voglio che tu sappia che sono quasi sei anni che mi piaci…che all’inizio pensavo di essermi preso una sbandata per Sasuke, quando invece ero sempre stato innamorato di te perché, tu e lui, siete molto simili…soprattutto, voglio che tu sappia che ti amo da impazzire, che vedo solo te, che sento la tua voce ovunque e che ti voglio, con tutto me stesso…voglio sentire le tue braccia stringermi d’inverno, il tuo calore, voglio sentirti dentro me…e sapere che, sicuramente, non sarà ricambiato mi uccide…e non mi importa se mi dirai “Sono troppo grande per te” perché l’età non c’entra un cazzo…voglio stare lo stesso con te, perché ti amo… -e l’ultima parola la dico tra i singhiozzi, ormai incontrollabili, mentre i polmoni cominciano a bruciarmi e le lacrime scivolano copiose sulle guance- …disperatamente…” e sento l’ansia, la disperazione e la paura attanagliarmi il cuore, in una morsa dolorosa. Cerco di ingoiare i singhiozzi, o di ricacciare indietro le lacrime ma non vogliono saperne…e ti guardo, guardo la tua faccia sconvolta, confuso a causa delle lacrime che offuscano la mia vista…sento i tuoi passi leggeri avvicinarsi a me…il tuo calore così vicino…un tuo palmo si avvicina alla mia nuca, premendo leggermente, facendo appoggiare dolcemente la mia fronte su una tua clavicola…ti sposti contro una delle colonne portanti, ci appoggi la schiena e poi mi fai addossare al tuo petto, completamente al buio…il mio respiro è irregolare, e il mio torace va a sbattere contro il tuo, mentre mi stringi più forte…il tuo fiato caldo sui capelli mi fa rabbrividire, nonostante sia estate:

“Perché… -tiro su con il naso più volte- …perché non dici nulla?” che adesso provi disgusto nei miei confronti? “Parla, Kami, parla!”

“Io… -incominci- come faccio a spiegartelo?...tu…anche tu mi piaci…da morirne…anche io provo le stesse emozioni, sensazioni…anche io ti bramo, è da quando hai dodici anni che provo qualcosa che va oltre l’affetto, però non potevo dirtelo, eri minorenne e non era legale…quindi ho aspettato che tornassi e ti ho baciato…bé, quello te l’ho dato perché non sono riuscito a resistere, eri lì…e non sono riuscito a mantenere il mio autocontrollo…so di averti lasciato di stucco…cosa ti è passato per la mente, in quel momento?”

Bé -rispondo con la voce un po’ roca per il pianto- ero felice, euforico e sorpreso, dolcemente sorpreso e poi, però, mi è venuto un dubbio e sono diventato triste, perché ero sicuro che l’avessi fatto così, perché ne avevi voglia, perché al momento c’ero solo io, di disponibile…”

“Non potrei farti questo…non potrei farlo a nessuno…”

“Ho saputo -dico, interrompendolo- …di te e il maestro Iruka…ho sentito delle voci…”

“Vuoi sapere perché sono stato con lui, vero?...va bene ti accontento…sono stato con lui perché credevo che quello che provavo per te non fosse nulla, credendo che potevo dimenticarti…eppure, durante un momento molto intimo -sguardo loquace e mi ritrovo ad arrossire- …bé, non stavo ragionando, perché nessuno dei due era in sé, in quel momento, e…mi è uscito il tuo nome, ti ho invocato, e Iruka ha capito…non volevo farlo soffrire…però non potevo negare quello che provavo per te…e, giustamente, non mi ha ancora perdonato…”

“Mi dispiace per Iruka-sensei, da una parte…”

“E dall’altra?”

“Bé… -e arrossisco di nuovo- ...mi fatto piacere, essere così importante per te…” dico, facendomi dei cerchi concentrici sul tuo petto.

“Naruto?”

“Mmh?”

“Tra te e Shikamaru…bé che c’è fra voi due?”

“Perché?”

“Vi ho visti, prima…”

“Quanto hai visto?”

“Da quando siete arrivati…”

“Ah, bé…tra noi…il nostro è un rapporto strano…per un certo periodo era confuso, nonostante gli piacesse una ragazza…abbiamo provato a stare insieme per un po’…abbiamo avuto la nostra prima volta, nonostante non ci amassimo…ho preferito con lui, che è il mio migliore amico, piuttosto che con una persona sconosciuta e che avrebbe potuto approfittarsi di me, no?...bé, poi abbiamo parlato e siamo rimasti sempre un po’ più che amici, ma non abbiamo più avuto una relazione…il fatto di salutarci così, molto da amanti, è una cosa che è rimasta da quando stavamo insieme…ma non mi dà fastidio, perché quel gesto mi rassicura e mi conforta…è un’abitudine, tra noi due…”

“Mmh, capisco…” mi alzi il mento con due dita e ci guardiamo dritto negli occhi.

 

Perché il tuo abbraccio è così caldo?

Perché mi sento protetto, tra le tue braccia?

 

Avvicini le dita alla maschera e, mettendo l’indice tra il naso e la stoffa, la tiri giù lasciando libera la tua pelle ambrata. Poi tiri giù il copri fonte, lasciando tutta la faccia scoperta tutta la faccia.

Avvicino la mano alla cicatrice rossa che hai sopra l’occhio sinistro. Chiudo gli occhi e la sfiora più volte con indice e medio.

Lentamente schiudo le palpebre e trovo il tuo sorriso luminoso…sei bellissimo…mi metti le mani lungo i fianchi e mi fai mettere con le spalle contro il muro: nonostante sia poco più basso di te, sono più esile, il che ti rende imponente ai miei occhi.

Ti sei fatto più vicino…il mio respiro si mescola al tuo, il naso che per poco non sfiora il mio, i petti che si scontrano lievemente ad ogni respiro.

Il cuore incomincia a battermi forte e le gambe a tremarmi, sento il tuo respiro sulla guancia…mi metti una mano sul fianco e l’altra sul collo…

Perché non mi baci?

Perché rimani lì, fermo, a fissarmi con la bocca socchiusa, le labbra inumidite dalla lingua, una volta ogni tanto…mi mordo un labbro, aspettando la tua prossima mossa, che però non avviene…

Non riesco a resisterti, troppo bello e tentatore, e ti bacio. Dapprima solo uno sfiorarsi di labbra, che poi si trasforma in qualcosa di più…ti passo dolcemente la lingua sulla bocca, chiedendo di entrare. La schiudi leggermente e ritrovo il tuo gusto, mischiato a qualche alcolico, ma che comunque sa di te…mentre combatto con la tua lingua, mi passi la mano sotto la maglia, dopo aver superato la maglia retinata nera, iniziando a toccare il mio addome, il mio petto…allora apro la giacchetta, lasciandoti più campo d’azione e ti tolgo il giubbino da Jonin, lasciandoti solo con la tuta nero bluastra molto aderente. Ti abbraccio, tenendoti più stretto che posso. Ci stacchiamo per mancanza d’aria, ci guardiamo per qualche istante: hai gli occhi lucidi per la passione, le labbra gonfie e arrossate, il fiatone…abbassi lo sguardo sul mio collo, cominciando a baciarlo languidamente e lasciando delle scie luccicanti dove le tue labbra sono passate…ti sposti sulla, iniziando a mordermi il Pomo d’Adamo…mi sto letteralmente contorcendo contro di te e appena comincio a gemere sommessamente ti fermi un attimo, sorridi e poi riprendi. Questa volta non riesco a reprimere un gemito.

“Ka…Kakashi…non vorrai continuare…qua?” chiedo ansante, il cuore che batte a mille.

“Bé... -fai, anche tu con il respiro mozzo- …vuoi andare da me?”

“Ok… -ci guardiamo qualche secondo negli occhi- ma prima devo fare una cosa alla festa…aspettami davanti all’entrata, ok?”

“Va bene…” ci dirigiamo verso l’edificio, dove il party è entrato nel vivo.

Entro, mentre Kakashi mi aspetta fuori. Ovviamente, cerco nascondere i succhiotti che ho sul collo, e cerco Shikamaru attraverso la sala: appena incontro il suo sguardo, faccio segno di vittoria con le dita, dicendogli, a gesti, che domani lo chiamerò per incontrarci e lui annuisce.

Mi avvicino al bancone delle bibite e prendo due bottiglie di vodka alla pesca, nascondendole nella maglia. Ci dirigiamo verso la casa del sensei, che raggiungiamo in poco tempo e vengo a scoprire che abita a pochi isolati da me, ringraziando Kami che abita al piano terra!

Faccio appena in tempo a togliere le bottiglie congelate, dopo che hai aperto la porta, che sono già contro la porta, il peso del tuo corpo che mi tiene inchiodato al legno, mentre rincominci a baciarmi con foga. Prima con moderazione, poi sempre più appassionatamente, intrecciando la tua lingua con la mia, mentre le mani vagano su ogni centimetro della nostra pelle.

Mi mordi il labbro inferiore e ti passo le braccia attorno i fianchi, avvicinando il tuo corpo al mio, più che posso, come se volessi diventare una cosa unica con te…ricomincio a gemere appena la tua lingua comincia a scorrere sul lato sinistro del mio collo, lasciando scie lucide, fino ad arrivare al lobo dell’orecchio…cominci a mordicchiarlo e a leccarlo, mentre la mia voglia di te aumenta e sento le guance diventare leggermente più calde…mi aggrappo alle tue spalle, mentre apri la mia giacca, facendola scivolare lentamente lungo le mie spalle e lasciandola cadere a terra con un leggero fruscio…inizi a baciarmi il petto, mordendo appena sulle clavicole, iniziando a farmi dei succhiotti sui pettorali, aggiungendoli agli altri. Devo ammettere che i libri di Ero-Sennin Jiraya ti sono stati molto utili, dovrei ringraziarlo…ma il filo dei pensieri viene interrotto dalla tua lingua, che ha intrapreso una battaglia con il mio capezzolo destro, leccandolo e mordicchiandolo. Gemo di nuovo, ma stavolta più forte.

“Ah!ah! -ridi, con gli occhi velati dal piacere- punto più sensibile?” continui, con un largo sorriso stampato in volto. Riprendi subito, e come risposta ricevi un mio gemito, forte come il precedente. Ti allontani, dopo qualche altra lappata…

 

POV Kakashi

 

Mi allontano per osservarti: sei bellissimo, addossato come sei alla porta d’ingresso, ansimante, tutto rosso sulle gote, torso nudo con tutti i segni rossi sul petto e sul collo, visibilmente eccitato, mentre mi osservi con la bocca semi aperta, nel tentavo di recuperare un po’ di fiato, con uno sguardo interrogativo misto al contrariato per l’interruzione improvvisa delle mie attenzioni. Ti osservo con i palmi appoggiati alla porta di legno scuro, con il respiro leggermente affannato, e lo sguardo carico di desiderio: in quelle condizioni, così sotto messo al mio potere, sei terribilmente e dannatamente eccitante…non so come, ma riesco a resiste all’impulso di prenderti qua, nel corridoio, ti passo un braccio sotto le ginocchia e l’altro attorno alla vita, ti alzo di peso e ti porto nella mia camera, dove c’è un letto all’occidentale da una piazza e mezza, addossato al muro, con i mattoni bianchi che fanno da schienale, contro i quali leggo i libri della serie “Icha Icha Paradise” di Jiraya-sama e ti faccio distendere, mentre vado vicino all’armadio, frugo un po’ e finalmente trovo quello che cercavo. Lo tiro fuori e mi volto verso di te, che osservi l’oggetto sbigottito prima di esclamare:

“Manette?!?” con gli occhi quasi fuori dalle orbite.

“Già…ma magari le useremo un’altra volta…o vuoi la frusta?” domando, serio.

“F-frusta?!?Hai anche quella?!?” mi chiedi, sempre più esterrefatto.

“Ma va’, stavo solo scherzando!” dico, ridendo di gusto.

“Oh, certo, molto, molto simpatico, devo dire!” fai, un po’ offeso.

Mi avvicino di nuovo a te, e mi metto a cavalcioni sul tuo bacino, sovrastandoti, come stamattina. Mi piego piano su di te, mentre con altrettanta lentezza le nostre virilità, mentre mi sporgo in avanti, la tua particolarmente gonfia da un po’, che preme contro i pantaloni.

“Quanto potrai resistere ancora, prima di essere soddisfatto a dovere?” ti chiedo, ghignando, mentre ti vedo trattenere il fiato e chiudere gli occhi al nostro contatto. E poi la liberi, l’aria che hai inspirato, ricordandoti improvvisamente di qualcosa:

“D-devo andare un attimo di là…una sorpresina per te… -dici, passandoti la lingua sulla punta di un canino, con fare malizioso- …torno subito, aspetta qui…” ti libero malvolentieri e ti vedo andare, a passi leggeri, fino all’entrata, dopo essere passato per il corridoio, e tornare con due bottiglie per mano, per poi appoggiarti sensualmente allo stipite della porta.

“Sete?...” dici, mettendo bene in mostra i contenitori in vetro e avvicinandoti lentamente. Ne apri una e ne bevi un po’, anche se la maggior parte del liquido ti scivolato, non so se volutamente o meno, lungo il mento, come nettare proibito, quello degli dei. L’aria si riempie dell’odore di pesca e ti siedi, appoggiando la schiena contro il cuscino, piegando le ginocchia e divaricando un poco le gambe. Mentre mi guardi, continui a bere, facendo scivolare altro alcol…passi sensualmente la lingua intorno al collo della bottiglia, dove una volta chiusa ci dovrebbe essere il tappo, e a quel punto non resisto più: lentamente mi avvicino a te, sposto la bottiglia sul pavimento e lecco tutta la vodka caduta sul tuo corpo che, ad ogni passo della mia lingua, si inarca verso il mio, mentre incominci di nuovo a gemere, mentre il mio corpo è tra le tue gambe e il mio petto a contatto con la tua virilità, risvegliata nuovamente dall’alcol…prendo anche io la bottiglia e mi metto quel liquido trasparente in bocca, poi mi avvicino alle tue labbra, mentre ci scambiamo il liquido: il tuo sapore è alterato dal gusto della pesca, con quel retrogusto amaro dell’alcol.

Un mix che mi manda in estasi…sei un po’ brillo, hai gli occhi lucidi, si vede che non sei abituato a bere, non la reggi per niente, la vodka. Ne bevo ancora un po’, perché gli alcolici mi piacciono parecchio, mi tolgo la maglia e il jillet, rimanendo a petto nudo, e poi me ne verso volutamente un po’ addosso, mentre mi guardi, inumidendoti appena le labbra, che subito vanno all’attacco del mio petto e del mio ventre, e con la lingua lecchi, come un gattino che ripulisce la ciotola del latte. Sei seduto sul mio bacino, e ti muovi lentamente su di esso, scontrando le nostre virilità e inizio a gemere anche io. Inizi a baciarmi il petto e poi risali su con la lingua, fino ad arrivare al collo, sul quale lasci piccoli segni roventi, poi passi sulla gola e sulle clavicole e arrivi al lobo destro, iniziando a leccarlo, mentre gemo più forte. Poi ti tiri su, e con l’indice percorri pigramente tutto il petto, fino ad arrivare al basso ventre, sfiorando appena il mio “amichetto”, sorridi leggermente per l’evidente rigonfiamento. Ti abbassi di nuovo, arrivando a sfiorarmi l’orecchio sinistro, con le labbra, e con voce roca mi chiedi:

“Sono abbastanza eccitante…sensei…”  

Molto…” sorrido, con il fiatone. L’effetto dell’alcol inizia a farsi sentire, perché sei diventato sorprendentemente malizioso, e dannatamente sexy, con quegli occhi lucidi.

Inverto le posizioni, con un colpo di reni: ora sono a cavalcioni su dite, mentre ti tengo fermi i polsi.

“E’ la terza volta, oggi, che ti ritrovi in questa posizione, Naruto…”

“Già, sono adatto a fare il cacciatore…io, una volpe del bosco, non posso brandire un fucile,sarebbe incoerente…ma lei sì, maestro...”

“In compenso, non fai molto per nasconderti…”

“Nessuno ha detto che io non voglia essere preso…” sorridi, sempre più malizioso, con queste battutine a doppio senso.

“Allora dovrò provvedere a prenderti subito, prima che cambi idea”

“Con un cacciatore così bravo, non credo di avere vie d’uscita e scappare tanto facilmente…”

“Ormai ti ho rincorso troppo…ti sto puntando il fucile contro…”

“Oh, allora è la resa dei conti…”

“Esatto…” rispondo, sorridendo, a mezza voce.

Ti bacio di nuovo con trasporto, finché, con le mani non arrivo ai pantaloni, che sfilo con molto facilità, seguiti a ruota dai boxer, e in pochi secondi rimani completamente nudo sotto il mio sguardo. Ti imbarazzi leggermente, ma non fai niente per coprirti, l’unica azione che compi è guardare altrove, le gote arrossate, con il viso voltato verso la mia sinistra. La prima volta che ti vedo completamente svestito.

 

I miei occhi carichi di desiderio ti mettono in soggezione, Naruto?

 

Mi piego su di te, arrivando al tuo orecchio sinistro:

“Sei bellissimo…non vergognarti…” sussurro. L’unica luce che entra nella stanza è quello dei pochi lampioni, fuori dalla finestra. Rimango fermo, con le mani ai lati del tuo volto come appoggio, aspettando che il tuo sguardo torni ad incontrarsi con il mio. Ti giri, e i nostri occhi si scontrano di nuovo.

“Prego… -ti dico, indicando gli unici indumenti, oltre al copri fronte, che ho addosso- spogliami…”concludo, togliendomi e togliendoti il simbolo di Konoha.

Non te lo fai ripetere due volte: con una lentezza quasi esasperante mi togli i pantaloni e i boxer bianchi, lasciandomi nudo davanti ai tuoi bellissimi occhi azzurri.

“Niente male, come cacciatore…e pure un bel fucile, mi congratulo…” dici, malizioso.

“Fa’ attenzione, Kitsune…è di grande calibro…”continuo, dandoti corda.

“Farò attenzione…” sorridi.

“Va bene…ora -dico, diventando serio: ora non si scherza più- ne sei sicuro?”

“Sì” vedo la decisione nei tuoi occhi limpidi.

“Cercherò di farti meno male possibile…”

“Ok…”

Lentamente, dopo averti fatto divaricare le gambe, entro dentro di te, facendo attenzione a non farti troppo male:

“Se senti troppo dolore, dimmelo, mi fermo…” dico, intrecciando le dita di una tua mano con le mie, stringendo forte.

“N…No, posso resistere…non preoccuparti…” dici, con un mano stretta sulla mia spalla sinistra.

“Va bene…vado avanti…”

Pian piano, mentre vado sempre più in profondità, il tuo corpo asseconda il mio, negli stessi movimenti lenti.

Mi chino ad asciugare alcune lacrime che sgorgano dai tuoi occhi con la bocca, per poi baciarti in modo leggero.

“Presto sarà tutto finito…resisti ancora un po’…”ti sussurro con il fiato mozzo, come il tuo, mentre ti sento ansimare sempre più forte.

Nonostante tutto, cominci a seguire i miei movimenti che diventano sempre più veloci, finché non arriviamo entrambi al culmine e mandi all’indietro la testa, mentre ti sfugge un gemito di piacere, quasi un urlo, che fa diminuire ulteriormente il poco fiato che hai in corpo, la pelle sudata esattamente come la mia.

Nell’aria un odore forte, misto a quello dell’alcol. Esco dal tuo corpo, crollando sfinito su di te, la testa sulla stoffa del cuscino, tra la tua nuca e la tua spalla sinistra, le braccia larghe, mentre cerco di riprendere fiato, soffiando contro il tuo collo sudato, facendoti venire la pelle d’oca per l’aria fredda che si crea. Hai un’espressione trasognata, gli occhi vacui e lucidi, il fiatone, il cuore che batte forte contro il mio petto.

“Naruto?”

“Mmh?”

“Ti ho fatto troppo male?...”

“No, non preoccuparti…con Shika-kun è stato tutto completamente diverso…”

“Questa era la tua seconda volta…ma per me è stato come prenderti la verginità…è stato bellissimo…anche se le prime volte non si godano mai a pieno… -dico alzandomi, mettendomi su un fianco, per poi stringerti al mio petto, coprendo i nostri corpi con una coperta- ma ci sarà tempo per questo…” chiudo gli occhi.

“Sai…mi sento leggero…”

“Anche io…è una delle tante sensazioni…benessere, soddisfazione, amore…”

“…ti amo…” dici, mettendo la fronte contro la mia clavicola.

Rimango spiazzato dalla facilità e dell’ingenuità con cui esprimi questo sentimento, con la voce un po’ impastata, da bambino.

“Ai Shiteru…” ti rispondo, dandoti un bacio sui capelli color del grano, stringendoti a me ancora più possessivamente, come per paura che tutto si riveli un sogno e che tu possa svanire delle mie braccia, come polvere al vento.

 

-OWARI-

 

 

 

 

 

   
 
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