Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Fujikofran    24/07/2013    1 recensioni
Anni Settanta. Per la prima volta la banda di Lupin mette in atto un sequestro di persona. Verrà infatti rapito René Prescott, di nove anni, figlio di un magnate americano che, con una equipe di scienziati, ha scoperto una formula chimica in grado di moltiplicare i diamanti. Questa cosa farà gola a Lupin e co, che, tramite René, vorrebbero estorcere la formula al padre. Ma alla fine tutto non è come sembra e soprattutto il bambino avrà una singolare reazione al rapimento. Lo special tv che ho sempre sognato di vedere realizzato sta tutto qui e questa storia è nata da un'idea che avevo alla stessa età di René. Col tempo l'ho sviluppata al completo arrivando a scriverne una fanfiction. Brano da ascoltare durante la lettura: "Right Back Where We Started From" di Maxime Nightingale
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 photo 537230_560735820603994_325986691_n.png PARIGI, anni Settanta

Non erano voci infondate: c’era davvero una formula in grado di moltiplicare diamanti e Tommy J. Prescott, magnate della finanza americana con la passione per la scienza, aveva appena tenuto una conferenza stampa in un grande teatro, per confermare la scoperta della formula grazie a un’equipe di scienziati che lavorava solo per lui. I media erano tutti lì per far sì che nel mondo non si diffondessero idee distorte circa questa favolosa scoperta.

-Ebbene, sì- parlò con tono altezzoso Prescott- questa formula, se sperimentata nella maniera più adeguata, nonché etica -perché, signori qui presenti, si parla di una ricchezza spropositata che ne verrebbe fuori- permetterà a una parte del mondo di sconfiggere la fame e ai Paesi capitalisti di diventare più ricchi. Se tutto procederà per il meglio, anche i nostri avversari sovietici beneficeranno degli effetti di tale scoperta-

Prescott mostrò poi un sorriso a trentadue denti, bianchissimi e lucidissimi e iniziò a posare per delle foto insieme alla sua equipe scientifica, alle autorità e a suo figlio René, di soli nove anni, accompagnato dalla giovane “matrigna”, amante del padre.

Le domande dei giornalisti, che erano state tante, però non erano concluse. Infatti, si alzò in piedi un reporter che, con taccuino in mano, grandi occhiali dalla montatura nera e un’aria leggermente scanzonata e curiosa, fece un’osservazione che sembrò infastidire il tronfio magnate.

-         Tenete custodita da qualche parte, questa formula, Mr Prescott?- domandò il giornalista.

-         Ma certo, troverete tutte le informazioni nella cartellina riservata alla stampa. Posso solo aggiungere che la carte contenenti la formula sono sorvegliate ventiquattro ore su ventiquattro a New York e da forze speciali che ho assoldato personalmente-

In sala c’era anche la polizia internazionale, tra cui uno dei suoi pezzi grossi: Koichi Zenigata, uno dei migliori ispettori conosciuti in tutto il mondo. “Quel giornalista non me la racconta giusta” pensò il poliziotto “non mi sembra affatto un volto nuovo”. La sua riflessione fu presto interrotta da un agente che aveva bisogno anche di lui per scortare Prescott verso l’uscita dal teatro.

 
New York , pochi minuti dopo

-Va bene, qui è tutto pronto e ho organizzato pure gli spostamenti- disse una voce parlando al telefono, con tono apparentemente calmo.

-Lo so, è la prima volta che facciamo una cosa del genere, ma sarà solo una vacanza, per lui, ci puoi giurare- rispose la persona all’altro capo del telefono.

-Speriamo che sia così…allora domani partirò per Parigi, tu aspettami dove ti ho detto. Ora ti lascio, devo uscire a comprare le sigarette, sono nervoso e ho bisogno di fumare-

 
Takayama, Giappone, pochi minuti dopo

Il vento era leggero, poiché le montagne intorno ne deviavano la potenza. L’atmosfera era l’ideale per concentrarsi e non pensare a niente e a nessuno. Ma quell’attimo di pace non poteva durare e, infatti, non durò.

-         Maestro, c’è una telefonata per lei- disse timidamente e inchinandosi un adolescente che si apprestava a disturbare un momento di intensa meditazione.

-         Arrivo…Grazie, puoi andare, ora- rispose il Maestro, congedando il ragazzo con una pacca sulla spalla.

-         Grazie e mi scusi ancora-

-         Uhm…che palle! – esclamò il Maestro, infastidito dall’idea di dover parlare al telefono e assicurandosi che nessuno sentisse le sue imprecazioni –Pronto… ah, sei tu…cosa? Va bene, mi spiegherai meglio, ma dammi almeno tre, massimo quattro giorni per organizzarmi e partire, sono in mezzo al nulla, qui, lo sai!-

-         Ma che diavolo vai a fare sempre in quel posto? – gli rispose l’interlocutore.

-         Sono fatti miei! Ho detto che ci sarò, però verrò direttamente a New York, domani non posso partire, mi dispiace-

 
   
 
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