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Autore: Aurora_Nanana    25/07/2013    0 recensioni
C è solo una ragazza come tante altre, o forse no. Una cosa è certa Sean non ha capito chi lei fosse. Ma forse qualcun altro potrà? Forse... ma certo non le servivano cinque ragazzi arrivati in quel paesino sperduto nella campagna inglese (che poi che ci faceva una boyband in campagna?) che avevano ben deciso di non lasciarla vivere in pace... o forse era esattamente quello di cui aveva bisogno??
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è solo un’idea che è venuta in mente alla mia sorellina Faffy (Stefania) e mi ha praticamente seguita casa casa per settimane cercando di convincermi a scriverle questa storia ^^ E’ la prima volta che pubblico una storia che scrivo perciò siate buoni ;)  E spero solo che a Faffy piaccia >.< Aurora 

1
La Boyband che è la mia spina nel fianco
 
Stephanie sospirò e lanciò uno sguardo fuori dalla finestra. Cominciava a piovere. Che novità. In quel periodo in Inghilterra pioveva sovente, ma chi prendeva in giro, la pioggia amava l’Inghilterra talmente tanto da lasciarla per davvero pochissimo tempo. «Stephanie! –la chiamò sua madre, la ragazzina alzò gli occhi al cielo, erano undici anni che cercava di convincere sua madre a non chiamarla così, ma ei quello era il nome che aveva scelto per lei, quindi –levati dalla finestra e apparecchia per piacere; tua sorella sa quel che fa» la ragazzina lanciò un’ultima occhiata alle due figure che si distinguevano a malapena. Sua sorella e il suo ragazzo, o futuro ex..? molto probabilmente. Sbuffò. Ma obbedì.
 
«Non capisco Sean» disse la ragazza portandosi le mani alle tempie, massaggiandole e serrando gli occhi; tendeva a farlo spesso quando voleva evitare qualcosa che ormai era costretta ad affrontare. Il ragazzo lanciò le braccia all’aria per l’esasperazione: «Non lo so, C! Non lo so! –esclamò, sedendosi sul muretto, lo stesso muretto dove aveva confessato il suo amore –è che sono così confuso. Tu mi piaci, e tanto –aggiunse e C inarcò un sopracciglio scettica –però non lo so, ti trovo faticosa... insomma devi per forza dire sempre quello che pensi senza filtri!? E poi insomma non pensi mai a prepararti alla perfezione quando arrivo, più di una volta ti ho trovata in tuta quando venivo a casa... eh non sei per niente raffinata... sei un mezzocamionista, ridi a crepapelle...» a questo fu zittito da uno schiaffo. La ragazza aveva lacrime negli occhi, mentre la pioggia cominciava a cadere: «Mi spiace –disse, a bassa voce, micidiale –se ho rovinato la tua reputazione da fighetto con i miei modi semplici e il mio modo di fare. Ma, Sean, sapevi a cosa andavi incontro quando ci siamo conosciuti! Senti vattene. È chiaro che non mi ami. Sono inutili i tuoi soliti tiraemolla. Sei stato veramente uno splendido attore, ma ora si chiude il sipario, goditi gli applausi, ma io non ci sarò quando saranno finiti e tornerai.» lui sembrò essersi liberato da un peso, e ghignò maligno: «Tanto ci sarà già subito qualcuno a consolarti» a questo C non ne poté più: «Non farti vedere mai più, perché non hai capito un cazzo di me». Sean salì in macchina e lei si sedette sul muretto le mani incrociate appoggiate alle gambe. In casa sua sorella minore Stephanie stava molto probabilmente apparecchiando al suo posto visto che sua sorella maggiore Nathalie starà al telefono con il suo futuro marito Killian e la sua migliore amica, Noelle starà aiutando sua mamma a preparare la cena, ma proprio non riuscì a convincersi ad alzarsi da quel muretto, nonostante la pioggia ormai battente e i vestiti fradici. Non seppe mai per quanto rimase lì; poi qualcuno si schiarì la gola e lei si voltò di colpo spostando i capelli fradici che erano ormai come incollati al suo viso; si rese conto in quel momento che non le pioveva addosso da un po’, lo sconosciuto la copriva col suo ombrello. Eppure le sembrava famigliare con quella specie di ciuffo nero e la carnagione mulatta, lui inarcò un sopracciglio quasi divertito: «Scusa –le disse, anche la voce era famigliare –tutto okay?» domandò. Lei fece un mezzo sorriso asciugandosi un po’ il viso con le mani; invano. «Hem... si. Ti serviva qualcosa?» domandò. «Veramente –interloquì un’altra voce, e solo allora C notò altri quattro ragazzi, quello che aveva parlato si portava dietro una chioma riccia buffissima (o almeno così pensò, vendendola tutta crespa) ma con un sorrisetto malizioso, quasi volesse conquistarla solo con quello –avremmo bisogno di trovare questo indirizzo» le porse un foglietto e lei si lasciò andare a un risata, i cinque la guardarono interdetti: «Scusate –disse poi –certo che so dov’è, se è questo che stavi gentilmente cercando di chiedere, signorino ci-penso-io-con-il-mio-sorriso-killer.» tutti gli altri quattro scoppiarono a ridere, poi rise anche il diretto interessato: «Ei la ragazza sa come farsi una risata –disse agli altri –beh ci puoi indicare la via?» domandò ancora. Lei si alzò dal muretto: «Certo –disse –tanto dovrei rientrare comunque. –loro si guardarono ancora più interdetti e uno di loro, il biondino chiese «Ma sa chi siamo?» e C ghignò –sì, so chi siete. Siete la boyband che sarà la mia spina nel fianco per il resto dell’estate» e cominciò a camminare, lasciandoli lì a bocca aperta, di nuovo era sotto la pioggia: «Ei imbabolati! –chiamò –muovetevi o ci perderemo la cena» questo sembrò riscuoterli e la seguirono immediatamente. Li portò davanti a un casolato di tre  edifici; due dei quali erano in affitto e uno abitato da loro, i propretari. «Benvenuti –disse entrando e scutendo la testa bagnando dapperttutto –mamma sono a casa e ho portato la boyband!» chiamò. Le quattro donne in cucina cominciarono a gridare dall’eccitazione e C alzò gli occhi al cielo. «Da quella parte è la cucina –disse –io vado a cambiarmi. Divertitevi» e senza lasciare loro diritto di parola salì.  Per scrollarsi di dosso i pensieri di Sean.
 
«Oh ma davvero...! –esclamò Phan, la sua sorellina –che meraviglia» l’ultima parte suonò più un sospiro innamorato. «Ei posso farmi una foto con voi? –a parlare era stata Noelle, una loro fan sfegatata al loro assenso cominciò a saltallare per la cucina raggiungendoli –grazie, grazie!» e mentre si facevano le foto C entrò. E tutti e cinque si voltarono a fissarla, Noelle sembrava parecchio infastidita dal cambio di attenzione, ma C bevve tranquillamente dalla bottiglia d’acqua per poi voltarsi continuare verso il balcone e uscire, sua madre cominciò a ridere assieme a Phan mentre lei buttava tutte le foto, i pupazzi e le maglie e rientrò. «Sì?» domandò facendo finta di non sapere quale fosse il motivo di tanto scandalo. Il primo a riprendersi fu il moretto: Zayn che scoppiò a ridere. «Sai –disse sua sorella, Phan –camera tua la preferivo senza tutta quella spazzatura anch’io» correndo ad abbracciarla, C si lasciò abbracciare dalla sorellina e pianse silenziosamente qualche lacrima, ma quasi non ne aveva più per una persona che aveva finto così bene un rapporto che sembrava destinato a durare in eterno. 



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