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Autore: NevillePupp    25/07/2013    0 recensioni
Storia partecipante al contest "Post 394", scritta con 394 parole esatte e con ben tre diversi finali. Ammetto di aver seguito alla lettera gli esempi predefiniti dei finali, ma mi sono divertito comunque a scriverla! I protagonisti sono Harry, Ron e Piton.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Buio. Questo fu il primo pensiero di tutti gli alunni del terzo anno di Hogwarts.
Il motivo? Semplice! Essendo abituati all’aula ben illuminata e allegra del professor Lupin, nessuno si aspettava di entrare in un’aula così tetra ed oscura.
Ad uno ad uno gli studenti entrarono, titubanti, nella classe, dove un presenza inquietante e misteriosa aleggiava nell’ombra, scrutando i malcapitati con aria severa e minacciosa. Era il professor Piton, il professore di Pozioni odiato dalla maggioranza degli studenti.
Facendo svolazzare il suo mantello nero con un fruscio, si avvicinò in modo tale che tutti potessero vederlo alla fioca luce della stanza. Il suo viso era impassibile, ma guardava tutti con irritazione, che accrebbe ancor di più appena vide Harry Potter ed il suo amico Weasley. Strinse le labbra in una smorfia e parlò con voce annoiata, introducendo l’argomento dell’odierna lezione.
A Dean Thomas, che sedeva al banco adiacente a quello di Harry e Ron, il professore parve un grosso pipistrello nero e odioso. Espose il suo pensiero al compagno di banco Seamus e agli altri due compagni paragonando l’antipatico insegnante a Batman, il famoso uomo-pipistrello dei fumetti, ma con il naso di una vecchia strega, strappando così una risata a Seamus e Harry, ma non a Ron, che ebbe bisogno di spiegazioni.
L’allegra chiacchierata dei quattro amici, che cercavano di non farsi beccare, non passò inosservata agli occhi dell’insegnante del naso adunco, il quale si avvicinò con passo calmo ed un’espressione gelida sul volto ai banchi dei quattro malcapitati.
All’istante tutti tacquero e guardarono il professore, cercando di sembrare il più seri e impassibili possibile. Piton guardò tutti gli sfortunati Grifondoro e parlò minacciosamente, scandendo bene le parole.
<< Se vi ritrovo a ridere durante la mia lezione di nuovo non sarò così buono come ora. Potrebbe casualmente venirmi voglia di togliervi 10 punti a testa. Fate in modo che NON-SI-RIPETA! Non voglio venire a ficcare il naso nelle vostre conversazioni un’altra volta! >>
La casuale battuta del professore, però, fu cosi adatta al momento che tutti non riuscirono a soffocare una risata.
Piton li fulminò subito con lo sguardo e con tono irato tolse i punti a Grifondoro, senza pensarci due volte e con immensa soddisfazione.
<< Ringraziate Potter ed i suoi amici... >> disse con tono soddisfatto. <<  Ora tutti a pagina 394, IMMEDIATAMENTE! >>
Sbuffando e con i visi imbronciati, i quattro aprirono i proprio libri.
 
(Primo finale)
Sarà stata per la stanchezza o per la noia, ma appena Harry aprì il suo libro notò qualcosa di insolito. Le lettere si muovevano, lentamente, formando un vortice di caratteri neri a spirale. Di solito il suo libro di Difesa contro le Arti Oscure era un semplice libro con qualche immagine in movimento, ma le lettere … Ok, era una scuola di magia e tutto il resto, ma nei libri dei suoi compagni era tutto fermo e normale, come avrebbe dovuto essere.
Fu un attimo ed arrivò subito alla conclusione peggiore che potesse realizzare: che il libro avesse a che fare con Voldemort? Solo l’anno prima questo aveva tentato di ucciderlo attraverso un diario, perché mai non avrebbe dovuto usare un libro? Di sicuro in quella materia prese il massimo dei voti alla sua epoca!
Non rimaneva che provare a toccare la fatidica pagina 394. Lentamente, Harry avvicinò la mano ai fogli di carta liscia, ma lui non sentì questa qualità sulle sue dita, bensì vide la sua mano attraversare la pagina completamente. La sua prima sensazione fu curiosità, ma quella subito dopo fu terrore. Attirato come da una forza magnetica ed inarrestabile, il corpo venne spinto verso il libro ed il giovane mago si ritrovò a vorticare nel vuoto e nel buio più totale, armato solo della sua bacchetta. Provava le stesse cose che aveva provato con il diario di Tom Riddle solo l’anno precedente. All’improvviso tutto si riaccese, tornò la luce, ma stavolta più accesa. Tornarono i colori, le sagome e lo spazio, ma Harry rimase lo stesso a bocca spalancata, incredulo a ciò che aveva davanti agli occhi.
Si trovava in un luogo assurdo, con alberi variopinti, sentieri tortuosi ed intricati e strane creature, più strane di quelle del mondo magico. Fece un passo e ammirò tutto ciò ed il primo suo pensiero fu che quel luogo era totalmente fatto di magia, senza traccia di elementi Babbani. Dietro di lui vi era un portale, attraverso il quale poteva vedere il suo corpo chino sul libro ed i suoi compagni con un’espressione annoiata e rassegnata mentre seguivano la lezione. Al di sopra del portale vi era uno strano gatto,che appariva e spariva a suo piacimento. Con un sorriso, più simile ad un ghigno, parlò e gli diede il benvenuto in Wonderland. Harry ebbe così l’opportunità di vivere in due mondi magici a suo piacimento.
Nel suo cuore era felice e di sicuro, più tardi, avrebbe mostrato ai suoi due migliori amici la sbalorditiva scoperta.
 
(Secondo finale)
Ron guardò con odio il professore travestito da pipistrello e lo mandò mentalmente a giocare al piccolo chimico. Non aveva nessuna voglia di seguire la sua lezione, né tantomeno aveva voglia di mettersi a cercare il libro nella sua borsa. Sbuffò e si abbassò di malavoglia a cercare il libro, solo per evitare un’eventuale punizione insieme a Piton.
Lo trovò subito, per sua fortuna … o dovrei dire sfortuna?
Ron ebbe appena il tempo di poggiare il libro sul banco e intuì che qualcosa non andava solo quando fu troppo tardi: aveva sbagliato libro. Come aveva fatto a non accorgersene? Eppure aveva tolto anche il laccio che lo teneva ben legato!
Sentì qualcosa azzannargli il volto con un stretta possente e insistente. Il fiato cominciava a mancargli e il volto cambiava colore ora da un rosso accesso ad un bluastro di cattivo auspicio. Ron stava soffocando e sentiva il mormorio delle persone che lo circondavano farsi più forte e preoccupato.
Era stato uno sciocco, non si era ricordato di avere con sé il libro Mostro dei Mostri per la successiva lezione di Cura delle Creature Magiche.
Piton  si avvicinò dalla cattedra con passo lento e senza fretta. I quattro che sedevano vicini pensarono che fosse la sua vendetta per il loro comportamento ad inizio della lezione.
Un ultimo sospiro e Ron si afflosciò sulla sedia, immobile. Solo allora Piton mosse la bacchetta per liberarlo, ma era ormai troppo tardi.
Ron non si muoveva e non dava cenni di vita, stremato dalla presa di quel libro mordace. Tuttavia uno strano sorriso era stampato sul suo volto con gli occhi chiusi, sembrava soddisfatto. Era comunque stato il bacio più passionale che lui avesse mai ricevuto!
 
(Terzo finale)
Subito i giovani Grifondoro aprirono i libri a pagina 394, con un rumore di pagine sfogliate come sottofondo. A nessuno di loro andava a genio che fosse Piton il supplente di Lupin, ma per quella lezione avrebbero dovuto far ricorso a tutta la loro pazienza. Parlando di Grifondoro, la questione era assai delicata, poiché nessuno di loro possedeva tale qualità.
Dopo un lungo, noioso e sfiancante discorso sui Lupi Mannari, suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni, con enorme sollievo di tutti gli studenti, i quali sospirarono rumorosamente. Ci fu poi uno scalpiccio di piedi in movimento, un fruscio di penne e pergamene che venivano riposte negli zaini ed un rumore abbastanza forte di porte spalancate.
Appena fuori dall’aula, i quattro si sfogarono contro il professore, maledicendolo in ogni modo a loro conosciuto.
<< Se fossimo stati Serpeverde, l’avremmo passata liscia! >> esclamò Seamus, indignato.
<< Giusto, fa troppo favoritismo! >> concordò Dean, annuendo.
<< Io dico che è troppo stressato per il doppio lavoro da mago e da Batman! >> scherzò Ron per alleggerire l’atmosfera.
<< Ecco perché Batman ha il naso molto pronunciato! >> aggiunse Harry, morendo dalle risate.
Continuarono cosi fino a sera. C’era allegri nel castello, tranne nello studio nei sotterranei del direttore dei Serpeverde. Lui era là, il mantello nero che avvolgeva tutto il suo corpo. La sagoma di uno strano oggetto era definita sulla cattedra del suo studio.
Era mezzanotte ed il silenzio totale dei sotterranei venne rotto dal cigolio della porta dello studio che si apriva. Era Dobby, che con un’espressione timorosa e reverente si avvicinava all’uomo che sedeva di spalle, lo strano oggetto in testa ed il mantello ancora aderente al corpo.
<< Sono p-pronto, signore … >> mormorò Dobby, cautamente.
<< Bene. >> rispose Piton con freddezza.
Con uno schiocco delle dita, Dobby accese la fiaccola più vicina ed indossò uno strano costume verde ed una maschera. Alla luce della fiaccola, Piton lasciò che il mantello si aprisse, mostrando una sorta di armatura nera con il simbolo di un pipistrello. Sulla testa aveva calato un cappuccio con una maschera dello stesso colore del mantello, con il naso molto molto pronunciato.
<< Andiamo, Dobbyn, abbiamo un lavoro da fare! >>
 
 
 
  
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