Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: sofias_pencil    25/07/2013    1 recensioni
Zoe Smith: viziata, ricca e sola.
Harry Styles: viziato, ricco e solo.
Entrambi si erano amati. Ora, entrambi si odiavano.
Lei era stata la luce che permise a lui di vivere.
Lui era stato il buio che permise a lei di vivere.
Il destino si prese gioco di loro, facendoli allontanare nonostante il loro forte legame.
E adesso entrambi si trovavano davanti a un bivio, senza sapere quale strada fosse quella giusta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

http://i43.tinypic.com/25yvsqb.jpg

                                                                         His Light


Ore 18.23.
Era questa l’ora che segnava la sveglia digitale della ragazza; aveva appena finito di leggere il suo ennesimo libro, e stava pensando al suo futuro, mentre i secondi digitali scorrevano velocemente davanti ai suoi occhi, strappando costantemente piccoli pezzi di vita della giovane.
Chi l’avrebbe mai detto che lei, Zoe Smith, sarebbe riuscita ad entrare al college. Ancora non poteva crederci. Lei aveva fatto domanda solamente perché gliel’avevano chiesto i suoi genitori, anche se entrambi si aspettavano del pessimo risultato della figlia. A pensarci, Zoe sorrise. Finalmente aveva potuto dimostrare al signore e alla signora Smith che si sbagliavano, anche se in un modo totalmente diverso da come sperava la ragazza. Comunque sia c’era riuscita a fare ammettere a George e Kate che avevano finalmente torto.

Quella mattina, il 24 luglio precisamente, Zoe si era alzata stranamente presto e di buon umore; e quelle due parole non andavano
“a braccetto” nella testa della ragazza solitamente. Fatto sta che decise di andare a fare una corsetta per Central Park, giusto per approfittarne dell’aria fresca di New York mattutina. Quando ritornò al suo appartamento dell’Upper East Side vide alla reception un ragazzo molto carino che chiedeva di lei al portiere.
-Sono io Zoe Smith - trillò la ragazza dietro al biondino. –Le serve qualcosa?- chiese gentilmente.
-In verità devo consegnarle questa lettera dell’Università di Stanford.
La ragazza strappò dalle mani del postino la lettera e borbottò: -Sai che novità, mi avranno sicuramente rifiutata- e soffermò il suo sguardo sul biondino.
“Occhi azzurri, sguardo quasi dolce, capelli spettinati, converse ai piedi, il classico ragazzo che sa come divertirsi”, pensò la bionda.
-Stasera hai da fare?- chiese, sperando in una negazione.
-In verità sì, è da un mese che non vedo più la mia ragazza e..
-Okay, ho capito. Meglio che ti stia lontana. Ci vediamo- affermò la bionda sicura si sé, prendendo il primo ascensore e arrivando al suo appartamento.
Appena le porte si aprirono vide sua madre in camicia da notte di seta nera e al solo pensiero del costo di quella cosa le fece venire il volta stomaco. Sua madre oltre ad avere dei gusti pessimi nel vestiario non sapeva neanche fare affari. Però la adorava solamente perché le aveva pagato gli studi nella sua amata scuola privata e anche perché tutte le estati la portava a fare un giro in Europa nelle boutique più esclusive del momento. “Armani, Prada, Chanel, Louis Vuitton, tutto il meglio per la sua piccolina”, era solita dire Kate alle sue amiche.
-Cos’è quella busta?- chiese la donna, vicina ormai alla mezza età.
-Università di Stanford – rispose con poco interesse la ragazza.
-Che aspetti ad aprirla?- domandò impaziente la donna.
-Non so neanche se vorrò studiare il prossimo anno- sbuffò la bionda.
-Sì che studierai, e ti laureerai in legge come me.
-Per poi sposarmi con un miliardario e vivere felice con i soldi di altri?- chiese retorica la figlia.
-Sei davvero cattiva tesoro- sputò la madre. –Tutti i giorni mi spacco la schiena per te, per comprarti cose costose, per comprarti vestiti alla moda, per renderti felice e tu che fai? Mi rispondi così? Sono sempre tua madre. Non ci fosse un giorno che mi ringrazi, non ci fosse un giorno che non iniziamo a litigare appena sveglie la mattina. Sei un disastro, dovresti solo vergognarti di come tratti tua madre- e la guardò dall’alto verso il basso con disprezzo.
-Mamma, tu compri la mia felicità, ti rendi conto? Io non sono felice in realtà di questa situazione. Tu e papà vi siete separati quando avevo solo 3 anni e Nathan 5. Dopodiché ti sei risposata tre volte e nessuna delle tre è andata a buon fine, e alla fine quelli che ci rimettiamo siamo solo io e Nate. Perciò non sorprenderti se io non voglio prendere le tue orme- chiuse la discussione Zoe, rifugiandosi in camera con la lettera.
-Adesso chiamo tuo padre, credo che i suoi discorsi siano più efficaci dei miei- urlò Kate, in modo da farsi sentire dalla figlia.
“ Va al diavolo” pensò la bionda, distesa sul suo letto appena fatto dalla domestica.
La suoneria del cellulare destò la ragazza dai suoi pensieri. Il nome scritto sullo schermo fece spuntare un sorriso sulle sue labbra.
-Ehi J, che si dice?
-Mi hanno presa!- urlò la sua migliore amica dall’altra parte del telefono.
-Non ci credo!
-Ti giuro che è così! Sprecare un anno sui libri devo ammettere che ha funzionato! Chi l’avrebbe mai detto? Johanna Collins ammessa all’Università di Stanford a pieni voti!
-Io non di certo- rise la bionda.
-E tu invece?
-Ho la busta sotto mano, ma so già la risposta.
-Dai voglio esserci anch’io quando la aprirai, perciò fallo ora. E’ come un cerotto, più in fretta lo togli e prima passa il dolore, giusto?
-E va bene, ma solo perché me l’hai chiesto tu.
La castana sentì pezzi di carta che si strappavano e poi un imprecazione dell’amica.
-Allooooora?- domandò curiosa.
-Porca merda mi hanno presaaa!- urlò la bionda, e iniziò a saltare sopra il suo gigante letto.
-Signorina, l’avevo appena messo in ordine- sbottò la domestica, mentre usciva dal bagno della ragazza.
-Non rompere Dorotha, ti aumento lo stipendio- borbottò la ragazza.
E la donna uscì senza parole dalla camera.
-Ma non eri tu quella che non voleva andare al college?- domandò la castana, deridendo l’amica.
-Sì, ma adesso posso finalmente provare a Kate e George che avevano torto!
-Direi una soddisfazione che aspetti da una vita- rise l’amica.
-Esatto. J ora ti lascio, a minuti deve arrivare mio padre.
-Okay, salutamelo e chiedigli se ha preso qualcosa anche per me da Parigi, sai quanto adoro quella città.
-Come sempre oltre ai suoi adorabili bambini, avrà pensato anche alla dolcissima migliore amica lecca piedi della sua adorata figlioletta scalmanata- rise la bionda.
-Non sono una lecca piedi. Ti aspetto al solito posto per lo shopping- e con disappunto chiuse la chiamata.
La bionda rise e si precipitò di sotto, giusto in tempo per vedere suo padre sbucare dall’ascensore.
-Papààààà- urlò, gettandosi addosso all’uomo di mezz’età.
-Ciao raggio di sole, ti ho mai detto che ormai ho una certa età e che tu non pesi più come un tempo?
-Sì, ma non mi importa perché noi dobbiamo assolutamente festeggiare! Mi hanno presaaaa!
-Cosa?- chiese sua madre incredula, seduta sul divano con una rivista di moda tra le mani e gli occhi increduli.
-Sono felicissimo bambina mia- ammise il padre, schioccandogli un dolce bacio sulla guancia.
-Anch’io lo sono- confermò la madre, la quale si alzò e abbracciò la ragazza – E scusa per prima.
-Te le accetto solo perché non voglio rovinarmi la giornata- rise Zoe.
E passarono la mattinata seduti tutti e tre sull’enorme divano del salotto; George raccontava del suo viaggio per lavoro a Parigi, Zoe lo ascoltava con occhi sognanti e Kate pensava a quanto fosse stata sciocca quindici anni fa nel lasciare il suo ormai ex marito. Era sempre così in quella casa, tutte le volte che l’uomo tornava da un viaggio di lavoro passava a trovare la sua bambina e la sua adorata Kate, portando ad entrambe un favoloso e costoso regalo ovviamente.
-A proposito di boutique- disse l’uomo- Mia piccola Zoe, questo è per te- e le diede una piccola bustina nera “Bulgari”.
-E questo cara è per te, un uccellino mi ha detto che ti eri fissata e come sai non ho smesso di viziarti- disse, porgendo alla donna una busta molto grande con su scritto “Praga”.
-Caro non dovevi- ammise la donna, arrossendo e abbassando lo sguardo verso la busta.
-Grazie grazie grazie! – strillò Zoe, abbracciando suo padre. –Questo braccialetto è stupendo, lo porterò sempre con me.
-Piccola, so che ti piace viaggiare come me, così ho pensato: perché non comprarle un braccialetto dove attaccare ciondoli provenienti da tutto il mondo?
-Te l’ho già detto che sei il papà migliore del mondo?- disse la bionda, schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia.
-Grazie mille caro- disse la donna, molto più posata della ragazza. –Questa borsa rossa è proprio quella che volevo.
-Allora mi hanno informato bene- sorrise l’uomo.
Il pranzo lo passarono in famiglia, mentre la povera Dorotha sgobbava come al solito in cucina.
Ovviamente George si era ricordato anche del regalo per il figlio e per Johanna, così la figlia subito dopo pranzo decise di chiamare Nathan.
-Principessa!- esclamò il fratello dall’altra parte del telefono.
-Ehi campione! Come procede il campionato?
-Tutto bene, come al solito. Allora, arrivata la lettera?
-Sì- rispose la ragazza con tono triste.
-E com’è andata?- chiese speranzoso il maggiore.
-Non mi hanno presa- sospirò Zoe, ridendo dentro.
-Oh mi dispiace, cavolo non ..
-Stavo scherzando! Devo ammettere che non sei più furbo come una volta!- urlò felice la ragazza.
-Cavolo Zoe, sei sempre la solita! Mi hai fatto preoccupare per niente- sbuffò il castano.
-Sai come sono fatta, comunque quando ritorni? Papà ti ha portato un regalo da Parigi.
-Penso la prossima settimana, ma non ti prometto nulla. Ora ti devo lasciare, solito allenamento pre-partita. Ciao principessa.
-Ciao Nate- e attaccò, con un po’ di delusione.
Il suo “fratellone” era ormai più di un anno che mancava da casa, e non vedeva l’ora di rivederlo. Le mancava davvero tanto.
Ora non le restava che alzarsi dal letto, accalappiare il primo taxi per 5th Avenue e attendere la principessina Johanna  davanti alle scalette della metro, come d’abitudine.
-Ehilà Z- trillò la castana da dietro la bionda.
-J, ma che ti sei messa? Non vorrai mica andare ad un funerale!- esclamò Zoe, vedendo l’amica vestita tutta di nero.- Fanno 35 gradi all’ombra e tu ti vesti di nero?
-Altrimenti perché siamo a fare shopping?- domandò l’amica retorica, e scoppiarono entrambe a ridere.
-A proposito, questo viene direttamente da Parigi- disse, porgendole una busta con su scritto Chanel.
-Te l’ho già detto che adoro George Smith?- esclamò entusiasta la castana, tirando fuori dalla busta un vestitino azzurrino leggero, stretto alla vita con una gonna svolazzante fino a metà coscia.
-Almeno un miliardo di volte da quando eravamo all’asilo- rise la bionda, accogliendo l’amica tra le sue braccia. Passarono tutto il pomeriggio tra i negozi affollati della 5th Avenue, e ritornarono stremate ai propri appartamenti con venti buste diverse piene di vestiti e accessori vari.

E ora Zoe si trovava lì, sdraiata sul suo letto con i piedi sui cuscini e la testa rivolta verso la sveglia digitale.
Distolse lo sguardo per poi poggiarlo sul resto della camera.
Le mensole in cima, quelle che lei chiamava le intoccabili, erano piene delle sue vecchie bambole e dei suoi vecchi peluche , e mentre le stava percorrendo con gli occhi, il suo sguardo cadde su un orsacchiotto che stringeva tra le mani un cuore con su scritto
“Zoe + Harry = per sempre”,  e una lacrima scese dai suoi occhi oceano, bagnando il suo viso più che perfetto.
-Stronzo- sussurrò debolmente, distogliendo lo sguardo.
Si alzò di scatto dal letto e si avvicinò alla poltrona piena di buste. Iniziò a mettere le cose nel suo armadio.
Non doveva pensare assolutamente a quel ragazzo.
Non doveva pensare al male che le aveva fatto.
Non doveva pensare ai momenti passati insieme.
Non doveva pensare ai giorni bui passati a causa sua.
Non doveva pensare alla sua prima volta con lui.
Non doveva pensarci, e pure lo faceva.
Zoe Smith era masochista.
Zoe Smith era stata stupida in passato, fidandosi di lui.
Zoe Smith adesso era piena di amici, ma si sentiva sola.
Zoe Smith aveva ammesso a se stessa che non poteva vivere senza Harry Styles.
Zoe Smith aveva paura.

 

    Spazio Autrice
Buonasera! Sono qui con un'altra storia che spero vi intrighi un po'.
Per chi non mi conoscesse sono Sofia, piacere!
Passiamo al capitolo ..
Come avrete già intuito, Zoe ha avuto una storia con Harry.
Lei è una ragazza viziata ma, nonostante amici e vita mondana,
la ragazza si sente terribilmente sola.
E spero che abbiate intuito il perché..
Zoe l'ho associata a Blake Lively (Gossip Girl), e spero che vi piaccia come personaggio.
Che ne pensate di Zoe? A causa di cosa sarebbe dovuta la rottura con Harry?
Ovviamente il rapporto tra Zoe e Johanna è diverso da delle semplici amiche.
Hanno sempre bisogno dell'altra ovviamente, ma la nostra Johanna non si fa problemi ad approfittarsi di Zoe.
Che ne pensate di Johanna? E del rapporto con i genitori di Zoe?
I genitori di Zoe sono divorziati da parecchi anni, ma in fondo si amano ancora.
Zoe e Nathan hanno sofferto molto a causa della separazione, e diciamo che non sono i genitori migliori del mondo.
Che ne pensate di loro?
Zoe e Nathan hanno un rapporto davvero speciale e lo scopriremo più avanti.
In tanto, che idea vi siete fatte di Nathan (Nate)?
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!
Un bacio, alla prossima.

-Sofia.xxx

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: sofias_pencil