My angel.

Ero seduta sul letto in camera mia abbracciata a Harry ed ero la ragazza più felice del mondo.
Non mi mancava niente, avevo una bella casa, una bella famiglia e anche un dolcissimo gattino arancione di nome Simba, ma soprattutto avevo Harry, il mio ragazzo.
Con lui mi trovavo benissimo, stavamo insieme da due anni e tra di noi c’era una grande affinità.
Eravamo la coppia perfetta, tutti a scuola ci invidiavano e a noi non dispiaceva affatto.
Gli morsi una spalla in modo giocoso e mi rispose con un leggero ‘Ahi, cosa ho fatto?’ rise.
La sua risata era fantastica, amavo ascoltarla beandomi di quel suono così piacevole.
-Niente, però mi andava di farlo- dissi ridendo appena.
Dopo aver ascoltato la mia risposta iniziò a farmi il solletico così che da farmi sbellicare dalle risate.
-Per favore basta!- dissi ancora ridendo e cercando di allontanare le sue braccia possenti senza alcun risultato.
-Lo sai che soffro tantissimo il solletico- dissi dopo che lui smise, misi un finto broncio e le braccia incrociate al petto.
-Mi andava di farlo- disse avvicinandosi a me.
Lo guardai male, ma non gli risposi.
-Dai, stavo scherzando- disse abbracciandomi con tenerezza.
Lo sapevo benissimo che stava scherzando, lui era così dolce con me e lo amavo tantissimo.
Mi diede un bacio sulle labbra che non tardai a ricambiare e misi le mani dietro al suo collo per approfondire il bacio.
-Sei bellissima- disse soffiandomi sulle labbra.
Al suono di quelle due parole arrossii, non era la prima volta che me lo diceva, ma era come se lo fosse.
-Tu lo sei- dissi dandogli un bacio leggero sulle labbra poco dopo.
-Charlie, ti amo- mi disse stingendomi ancora più forte a lui.
-Harry, anch’io ti amo- gli risposi stringendolo a mia volta.
Mi baciò un’altra volta e poi mi avvertì che doveva ritornare a casa sua prima delle otto.
Lo accompagnai alla porta e decisi di rientrare solo dopo che il buio della notte non lo avesse inghiottito.
Scese dagli scalini della mia veranda aggiustandosi il cappello di lana sulla testa e si incamminò per la via di casa sua. Incominciò a camminare e poco dopo si girò camminando all’indietro per guardarmi e fare lo stupido come al suo solito.
All’improvviso sentii solo un rumore spaventoso, le ruote di una machina slittare sulla poca neve che si era posata sulla strada e avvertii il mio cuore accelerare di botto.
Corsi più velocemente all’centro della strada e vidi Harry disteso per terra in una pozza di sangue.
Non potevo crederci, l’unica persona che mi rendeva felice, che mi amava davvero e che io amavo era lì distesa per terra, illuminata dai fari dell’auto dietro di lui.
Mi buttai a terra iniziai ad urlare il suo nome, lo avvolsi con un braccio mettendolo sotto il suo corpo per alzarlo leggermente e l’altra mano sulla sua testa che pian piano si riempì di sangue, del suo sangue.
Iniziai a piangere come non mai e continuai ad urlare il suo nome, in lontananza scorsi il suono di una sirena che man mano si faceva sempre più vicina.
Mi accasciai su di lui e lo stinsi a me sempre più forte, non poteva essere vero, era sicuramente solo un brutto incubo e ora sarebbe finito tutto, ma non fu così.
Sentii qualcuno prendermi da dietro e portarmi via, via da lui.
-Lasciatemi! Lui ha bisogno di me, ha bisogno di me!- urlai sempre più forte cercando di liberarmi dalla stretta della persona dietro di me.
Continuai a piangere a dirotto vedendo gli infermieri che portavano Harry su una barella, finché non caddi in un sonno profondo.

Aprii gli occhi e sbattendo più volte le ciglia per abituarmi alla luce della mia stanza.
Aspetta, ma la mia stanza non ha le pareti bianche e neanche una televisione appesa la muro.
Poi ricordai tutto, quel rumore spaventoso, Harry per terra che non dava segni di vita, le mie urla, il suono della sirena e poi la stretta della persona che mi allontanava sempre di più da lui.
Non era un fottuto incubo, era le realtà, la crudele realtà.
Delle piccole lacrime mi percorsero le guance e qualcuno mi chiamò.
-Charlie, tesoro. Grazie la cielo ti sei svegliata- disse una signora piangendo che riconobbi in seguito, era mia madre.
-Mamma..- dissi debolmente.
- Dov’è? Dov’è lui? Voglio vederlo- dissi subito dopo cercando si scendere dal letto in cui ero sdraiata per incamminarmi verso la porta.
-Piccola per ora riposati- disse mia madre facendomi sdraiare di nuovo.
-Lui sta bene? Per favore mamma, dimmi di si- dissi incominciando a singhiozzare.
-Tesoro ne parliamo dopo, ora cerca solo di riposarti- mi rispose con gli occhi lucidi.
-Voglio solo sapere se sta bene!- urlai furiosa e continuando a piangere.
-Lui..è..- mi madre non riuscì a finire la frase e scoppiò a piangere.
-No, non può essere- dissi piangendo sempre di più.
-Lui non è morto!- urlai.
-Shh tesoro, non pensare a questo ora- mi tranquillizzò mia madre.
Il mondo da quel momento mi crollò addosso, avevo perso la persona più importante della mia vita.
La persona che amavo con tutta me stessa non c’era più. Era volata via lasciandomi da sola.
Dio inaspettatamente se l’era presa e portata via da tutto e da tutti, ma soprattutto da me.
Dopo quel giorno la mia vita era finita, era diventata vuota. Ancora non mi sembrava vero, era accaduto tutto troppo in fretta.
Passavo le giornate nel mio letto a piangere e a ricordare lui.
A ricordare i suoi capelli con cui avevo giocato con le mie dita, i suoi occhi che amavo guardare, le sue labbra così morbide al contatto con le mie, il suo sorriso meraviglioso, le sue braccia che mi avevano stretta più di una volta e il suo corpo perfetto.
Amavo tutto di lui. Amavo lui e lo avrei amato per sempre. 

#Spazio Autrice
 Ciao a tutti C:
 E' la prima volta che pubblico qualcosa di triste, ma avevo l'ispirazione perciò eccomi qui.
 Spero che vi sia piaciuta almeno un po'.
 Sarei molto felice di ricevere delle recensioni, è molto importante il vostro parere.
 Ciao splendori <3
 Ps: Scusate per eventuali errori grammaticali.