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Autore: givemeanameplease    26/07/2013    4 recensioni
«Ogni tanto viene qui una ragazza, e.. non ci crederai mai, ma scatena sempre risse allucinanti - sbarro gli occhi sorpreso, una ragazza che fa risse? - Si chiama Helena, ma tutti la chiamano Hell, perché dicono che sia un vero inferno.»
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Go to the Hell.



2.07.2013

«Ciao Louis!» esclama Beth al di là del bancone vedendomi entrare. Noto con piacere che si è tinta di nuovo i capelli, questa volta di lilla sbiadito, forse perché sotto c'è il biondo platino e sotto ancora il rosso, il rosa e alcune ciocche verdi. È un personaggio particolare, ma è troppo simpatica e soprattutto mi offre sempre il primo drink della serata dato che sono un cliente abituale da circa.. due anni? Infatti lì oltre a Beth mi conoscono più o meno tutti. «Eilà» dico sedendomi su uno sgabello di fronte a lei, sorridendo. Sì, perché 'sta sera sono allegro. Non c'è nulla che non va in questa giornata, a parte Harry che anche oggi si è rifiutato di venire al pub con me, ma pazienza. Tanto quella faccia da cazzo la vedo tutti i giorni. «Il solito?» Mi domanda la ragazza sorridendo, mentre è occupata a scuotere i bicchieri che ha tra le mani per qualche drink. Io annuisco sorridendole di rimando prima di girarmi a guardare in giro. Anche oggi il locale è pieno, mi domando come faccia Beth a gestire tutto da sola, per me sarebbe impossibile dato che a mala pena riesco a organizzare i turni del bagno con Harry, il mio coinquilino barra migliore amico da.. sempre? Beh, tornando a Beth, è davvero straordinario il modo in cui riesce sempre a gestire tutto in modo impeccabile senza che gli sfascino il locale o roba del genere. «Ecco a te!» Esclama posizionandomi davanti agli occhi un bicchiere con dentro un liquido rosa fosforescente. «Grazie Beth!» Esclamo per farmi sentire sopra la musica che -anche se non a volumi altissimi- ci sovrasta leggermente le voci. «Harry?» Domanda, iniziando a fare un altro cocktail per il ragazzo affianco a me. Gli sorrido malizioso, dato che è palese a tutta Londra che impazzisce per Harry. «È rimasto a casa, per tua sfortuna» dico sorseggiando il mio drink, con sguardo fintamente dispiaciuto. "Smettila, quante volte lo devo dire? A me non piace Harry, cos'è non posso nemmeno più chiedere di un amico adesso?» Dice aggrottando leggermente le sopracciglia. «Ma io non ho mai detto che ti piace, tesoro» la riprendo scherzosamente, allungando una mano fino a stringergli delicatamente la guancia. Lei mi guarda offesa perché è caduta nella sua stessa trappola e poi incrocia le braccia al petto mentre io mi mordo il labbro inferiore per trattenere le risate.

Mentre Beth mi elenca i motivi per cui Harry non potrebbe mai piacergli, -ovviamente totalmente inventati, dato che è cotta-, un boato si alza dal centro del locale. Corrugo le sopracciglia e mi giro verso l'interno del pub, notando una cerchia di persone. «Che sta succedendo?» Domando poi a Beth, che sorride divertita dalla scena. «Ogni tanto viene qui una ragazza, e.. non ci crederai mai, ma scatena sempre risse allucinanti - sbarro gli occhi sorpreso, una ragazza che fa risse? - Si chiama Helena, ma tutti la chiamano Hell, perché dicono che sia un vero inferno.» Mi informa infine Beth, impegnata a pulire il bancone con una spugnetta. Helena. Senza dire niente mi alzo e mi faccio strada tra la folla, fino ad arrivare in prima fila tra la maschia. Una ragazza alta e dai capelli biondo platino tiene per il colletto del giubbotto un ragazzo che sembra abbastanza divertito. È molto bella, devo dire. Indossa dei semplici pantaloncini a vita alta che le fasciano il sedere - e lasciatevelo dire: che sedere -. Le gambe magre sono scoperte e terminano con un paio di anfibi neri che le danno un aria pericolosa, che ne so, un po' tenebrosa. Lei lo guarda in gagnesco prima di scuoterlo violentemente. «Che cazzo ridi, coglione?» strilla alzando un ginocchio colpendolo dritto nelle parti intime, e poi ride vedendolo piegarsi in due e afflosciarsi al pavimento con un espressione dolorante in viso. «Prova a darmi un altra volta della Troia e te li faccio ingoiare i coglioni, chiaro?» dice, tirando un calcio dritto nello stomaco del ragazzo. Questo geme di dolore, prima che lei si pieghi sulle ginocchia avvicinandosi a lui. «Oh, mi stavo quasi dimenticando..» dice a denti stretti, prima di aprire la mano. «Và al diavolo.» aggiunge mostrandogli una scritta sul palmo della mano destra. Un tatuaggio. Un tatuaggio che recitava le stesse parole da lei pronunciate "Go to the hell". Dopo di che si alza un boato di cori per la ragazza che si limita a sorridere e rialzarsi, lasciando il povero disgraziato agonizzante per terra. Sarei anche tentato di aiutarlo, ma sinceramente quella tipo mi fa paura, quindi è meglio che me ne sto fermo al mio posto. La vedo guardarsi intorno spaesata, e poi lì in quel momento mi vede. I nostri sguardi si incontrano e noto che i suoi occhi sono azzurri, ma non come i miei, i suoi sembrano fatti di ghiaccio. poi sposta lo sguardo al pavimento, guarda nelle sue tasche aderenti e ne tira fuori sigaretta e accendino, si fa spazio tra la gente a forza di gomitate e spalanca la porta del locale, correndo fuori. Rifaccio più volte con lo sguardo la strada che ha percorso per uscire, la strada che quelle gambe hanno fatto e mi incanto per qualche secondo. Ma dico Louis, sei scemo? Mi dico da solo prima di correre fuori dal pub per parlarle. Ma di lei non c'è già più traccia.
 

9.07.2013

«Cerchi qualcuno, Lou?» Mi giro di scatto verso Beth che me guarda con sguardo sospettoso. Scuoto leggermente la testa e poi torno a sorseggiare l'ennesimo drink della serata, con lo sguardo basso. «Oh, andiamo!» esclama facendomi sussultare «Svegliati, Tomlinson!» dice sventolandomi una mano davanti al viso. Mh, che vuole? «È una settimana che vieni qui a fare il morto, dai cazzo! Provaci con qualche ragazza, tanto lo sai che te la danno tutte, perchè quel muso lungo?» dice muovendosi abilmente dietro il bancone. Io alzo le spalle indifferente, come se fosse una cosa normale. È che sto impazzendo, perché è da quella sera che non vedo l'ora di poter rivedere Helena, o Hell o come diavolo si chiama. È straziante. Perché ormai sono sette giorni precisi che mi presento qui alle otto e sto fino all'orario di chiusura solamente per vederla comparire. E alla fine non si presenta. Che poi alla fine non so nemmeno il perché me ne preoccupo tanto. Ecco, Louis. Ma perché cazzo ti interessa così tanto di quella ragazza? Perché sono stupido. E non vedo l'ora di incastrare i miei occhi nei suoi ancora e ancora, perché mi sento angosciato e voglio sapere se anche lei mi ha notato quella sera, o se stava solamente cercando qualcuno che non ero sicuramente io. Beth mi guarda seria per un momento, poi sbuffa e torna a lavorare sorridendo a tutti i clienti che che ci provano spudoratamente con lei. In effetti è proprio una bella ragazza, a parte che è strana forte. Ma comunque è bella e la magliettina corta fino a poco sotto il seno che lascia in bella mostra il pearcing all'ombelico e i tatuaggi in zone poco caste attirano al bancone tutta la clientela avente il pene al posto della vagina. «Esco a prendere un boccata d'aria» l'avvisai, prima di alzarmi dallo sgabello e uscire dal locale, da solo. Da solo perché anche oggi Harry non è voluto venire, probabilmente aveva da fare con qualche ragazza, però ieri è venuto con me. Anche lui è un cliente abituale e dato che non si faceva vedere da qualche settimana fu una gioia riaverlo qui, soprattutto per Beth. Ma Harry è davvero stupido, cioè l'hanno capito anche le bottiglie di vodka del bancone che Beth è innamorata persa, ma lui? lui no, perché è stupido, be' d'altronde è il mio migliore amico. Perchè c'è gente anche fuori? Cosa c'è di tanto attraente? Non si può mai stare da soli, cazzo. «Ehi Mark! Corri è arrivata!» urla un ragazzo ad un suo amico che era a pochi passi da me. Arrivata.. chi? Immediatamente mi si riempie il cervello di stronzate, e mi si annebbia tutto, così non riesco più a pensare a niente. E credo che sia per questo che le mie gambe si muovono da sole tra la gente, ma poi si fermano, perchè lei è lì. «Che cazzo vuoi ancora, Chuck?» chiede scontrosa rivolta a un ragazzo che le si era parato davanti. «Stai cercando qualcuno Helena?» domanda lui invece, deviando completamente la domanda della ragazza senza muoversi di un centimetro. «Sì, ma non sei tu, puoi starne certo» dice poggiando una mano sul petto del ragazzo spingendolo in avanti, per spostarlo, ma lui gli si para davanti di nuovo. Non prevedo nulla di buono, data la cerchia che in questo esatto istante si sta formando intorno a loro. «Non voglio dare spettacolo e non voglio farti nulla, spostati» sussurra a denti stretti verso il ragazzo che sorride divertito. «Perché no? Che c'è? La piccola Hell a paura?» «Hell non ha paura di nessuno» lo riprende lei sorridendo con amarezza, e pronunciata da lei quella frase sembra anche vera. I suoi occhi sono contornati da pesante trucco nero, ma poi tra quelle grandi strisce di colore scuro ci sono i suoi occhi, così veri, chiari. Non mentono. Fai qualcosa Louis! Mi riprendo mentalmente, ma alla fine cosa potrei fare? immischiarmi e perdere l'uso del coglione destro? Che poi alla fine non farei nulla comunque, sto guardando la scena in silenzio, perché non vedo l'ora che succeda qualcosa, qualcosa che smuova la situazione, un pretesto per parlarle. «Capito?» strilla prima di tirare un calcio sullo stinco al ragazzo di fronte a lei, che gemé di dolore causatogli dalla durezza degli anfibi scuri che la ragazza porta ai piedi. Poi si piega per massaggiarsi la parte lesa. Perché? Mi chiedo. Perché voglio parlare con una ragazza con la quale rischio di finire all'ospedale un giorno sì e l'altro pure? «Stammi lontano» digrigna a denti stretti prima di sputare addosso al diretto interessato, il quale alza lo sguardo adirato «Io ti uccido, puttana!» grida allungando una mano verso la ragazza che però è più veloce e inizia a farsi strada tra la gente inseguita dal ragazzo. Senza pensarci due volte la prendo per il braccio e la attiro a me, correndo verso la mia auto parcheggiata li vicino. «Sali in macchina!» le dico, e senza farselo ripetere fa quello che le ho detto, sbattendo la portiera con forza, una volta che ho inserito le chiavi accendo il motore, ma quel ragazzo, Chuck se mi ricordo bene, batte ripetutamente il pugno sul finestrino di Helena. «Parti! Parti!» dice lei ridendo leggermente, spiattellando la mano sul finestrino. Ah giusto, il tatuaggio da mostrare. Go to the Hell. Mentre ci allontaniamo vedo che lei fa una linguaccia al ragazzo, prima di scoppiare a ridere e rilassarsi, ora che siamo lontani. «Oh mio dio» esclama sospirando pesantemente «Grazie» dice girandosi verso di me, con tono dolce «Comunque io sono..» «Helena» la precedo, ma poi me ne pento. Ecco Louis, bravo genio. Così sembri uno stalker. «Esatto!» esclama lei, sorridendo sorpresa. «Tu, invece?» «Mi chiamo Louis» le dico sorridendo. «Beh grazie mille Louis, se no chissà che fine avrei fatto..» dice lei ridendo sguaiatamente «Forse la dovrei smettere di fare tutti questi casini» esclama, sempre ridendo leggermente. «Nah, movimenti le serate» le dico continuando a guidare con il sorriso stampato sulle labbra. Cavolo, da vicino è anche più bella. «Dove mi porti di bello?» domanda entusiasta sedendosi malamente a gambe incrociate sul sedile e mettendo la testa fuori dal finestrino. La guardo incantato mentre si mette a suo agio nella mia auto, ma poi mi riprendo e le rispondo «Beh.. Ti porto a casa, no?» «No No» esclama rientrando con la testa dal finestrino, ora ha i capelli leggermente scompigliati ma.. non potete capire quanto è sexy. «Non posso tornare a casa in questo momento» sorride, sorrido anche io. «Quindi..?» le domando alternando lo sguardo tra lei e la strada come un ebete. «C'e l'hai una casa?» mi chiede poggiando i piedi sul cruscotto, senza preoccuparsi del fatto che mi possa dare fastidio. Io annuisco e mi dirigo verso casa.

«Ah, ti avverto potremmo trovare il mio coinquilino in condizioni poco consone con qualche ragazza» le dico prima di aprire la porta di casa. «Sono a casa Harry!» gridai per avvisarlo, come ero solito fare. «Woo! Looou sta sera l'hai trovata la strana ragazza gangsta con la mania di picchiare la gente o hai fatto fiasco come tutte le altre sere?» chiese ridendo come un pazzo, comparendo in mutande dalla cucina. Io mi porto una mano dietro la nuca, guardando Helena mortificato mentre Harry ci fissa come un cretino. «Oh..Oops» sussurra appena nota la ragazza affianco a me. «Già.» dico annuendo ripetutamente. «Quindi tu devi essere Hell, eh? Beh scusate sistemo una cosa e poi arrivo» dice correndo in cucina. «Ma parlava di me?» chiede Helena prima di scoppiare a ridere, con tanto di mano sullo stomaco. Ridacchio anche io in modo nervoso, molto nervoso. Metti che adesso mi uccide? I miei pensieri vengono interrotti dalla scena di Harry che spinge fuori dalla porta una ragazza rossa dalle gambe chilometriche e scoperte sussurrando un "certo, ti chiamo io", prima di girarsi verso me -che lo guardo allibito- e Helena che ancora ride. «Beh, piacere di conoscerti Helena, il mio nome è Harry» esclama Harry, porgendo le la mano. Lei gliela stringe, sorridendo. Noto che le sue dita sono lunghe e affusolate, circondate da ogni tipo di anello, è una ragazza particolare e si vede, ma a qualcosa che mi incuriosisce terribilmente. «Beh, che vogliamo fare? Vuoi una birra?» le chiedo gentilmente, lei annuisce e mi ringrazia, poi si siede comodamente sul divano rosso che Harry ha insistito tanto per comprare. Entro in cucina e apro il frigorifero dove io è Harry teniamo le scorte di birra, giustamente. Ne prendo tre e poi torno di là, dove Harry e Helena stanno chiacchierando animatamente. Harry con le ragazze ci sa fare, ma so già che con Helena non ci proverebbe nemmeno, per lui -e anche per me- la nostra amicizia è più importante di una ragazza e inoltre sa quanto mi importi di questa ragazza. «Hey di che parlate?» domando porgendo loro le birre. «Oh niente, Harry mi stava raccontando del fatto che mi avevi cercato in questa ultima settimana.» dice sorridendomi radiosa. «Magari Harry dovrebbe bere un po' di più e parlare di meno, eh Harold?» dico guardandolo male, e lui sghignazza divertito. «Beh comunque di solito ci sono al pub, solo che questa settimana ho avuto dei problemi con la polizia.. nulla di cui preoccuparsi, comunque.» dice con non-chalance, ravvivandosi i capelli biondi. «Perché? Che hai combinato?» le chiedo divertito nel guardarla così tranquilla nel parlare dei suoi problemi con la legge, come se fosse una cosa da niente. Anche lei ridacchia «Quel ragazzo dei prima, Chuck, mi ha tipo fatto causa» spiega sorseggiando la birra «Ma alla fine non è successo nulla, ho un buon avvocato» dice ridendo.

«Oddio, ragazzi! è tardissimo!» esclama lei balzando in piedi dal divano, guardo l'orologio e noto che in effetti sono le 2.30 di notte. È proprio vero che quando ci si diverte il tempo passa in fretta, abbiamo passato tutta la sera a ridere come dei pazzi, fumare (solo lei), bere, e ancora ridere e poi tutto da capo. Non voglio che se ne vada, però. «Ciao Harry, è stati un piacere» sorride, dandogli un bacio sulla guancia. Mi alzo per accompagnarla alla porta quando la vedo spalancare le labbra. «Non. Ci. Credo.» dice correndo verso la parete infondo alla sala. «Cosa?» chiedo incuriosito. «Questo!» dice indicando un enorme poster degli Airon Maiden «Non avrei mai detto che foste dei tipi da Airon Maiden! Sono la mia band preferita» «Davvero? Anche la m-» Esclama Harry prima che io lo fermassi pestando gli un piede. «La mia, voleva dire la mia» dico mandando gli un occhiata di intesa. «È vero» mi sostiene lui «È un loro fan sfegatato, sa tutte le loro canzoni» «Davvero? Venerdì prossimo c'è un concerto qui in città ma i biglietti sono esauriti..» borbotta affranta, mentre raccoglie la sua borsa. «Ti ci porto io! sai io ne ho uno in più e.. se ti va puoi venire con me» le dico sorridendo. Lei si volta di scatto verso di me «Cosa?!» esclama sorridente «Dio Louis! Ma sei serio? Grazie Grazie Grazie!» strilla aggrappandosi al mio collo e stritolandomi in un abbraccio mozzafiato. Entusiasta le circondò i fianchi con un braccio e con l'altro alzo il pollice verso Harry che trattiene a stento le risate. «Di niente» le sorrido, «Vieni, ti accompagno alla porta» dico incamminandomi per il corridoio. Con un paio di giri alla maniglia apro la porta e la lascio uscire, poi si gira ancora verso di me ravvivandosi i splendidi capelli biondi. «Ciao Elena» le dico appoggiandomi alla porta «È stato un piacere averti conosciuta» «Anche per me» sorride chiudendosi la giacca di pelle fino a sopra il seno «Allora ci vediamo Venerdì» «Giusto, a venerdì» dico prima di girarmi per chiudere la porta. «Ah, Louis aspetta!» dice prendendomi una spalla e facendomi girare, la guardo interrogativo per qualche secondo «Sì?» le dico un po' confuso. Lei sorride e, wow che sorriso, si avvicina velocemente facendo scontrare le sue labbra con le mie. Rimango paralizzato per qualche secondo, non avendo ancora capito per bene la situazione, ma poi mi sciolgo e le cingo i fianchi con le braccia approfondendo il bacio. Le sue labbra sanno di burro cacao alla fragola. E io amo le fragole. Intrecciamo le nostre lingue ancora per qualche secondo prima di staccarci, e io le lascio un altro piccolo bacio a stampo perché mi piacciono troppo le sue labbra. «Grazie ancora Louis» sospira dolcemente, e i suoi occhi sembrano illuminati «non solo per il concerto, anche per la serata, sono stata benissimo» e poi scappa via, percorrendo di fretta i gradini e svoltando a sinistra sulla strada principale e fermando un taxi giallo del quale seguo la traiettoria fino a quando non lo vedo scomparire tra le mille luci della città. Sospiro mordendomi un labbro per poi rientrare in casa, dove in fondo al corridoio Harry mi guarda malizioso. «Lo sapevo!» esclama saltandomi in braccio come un bambino. «Harry ti prego scendi! Mi spezzi la schiena!» strillo dolorante, ma lui non sembra ascoltarmi e rimane appeso alle mie spalle. «The Tommo Tomlinson colpisce ancora!» esclama entusiasta dimenandosi sulla mia schiena «Lo sapevo che non eri diventato gay!» dice scendendo finalmente dalla mia schiena e tirandomi una forte pacca sulla spalla. «Hai finto?» chiedo innervosito «Vorrei arrivarci tutto intero l concerto di venerdì» dico massaggiandomi la spalla. «Oh, giusto! come pensi di andarci al concerto? I biglietti sono finiti un mese fa, li ho cercati ovunque ma sono esauriti.. credo che mi imbucherò» sospira amareggiato spettinandosi i capelli. Okay, questo è un problema. Ci guardiamo per qualche secondo in cerca di una soluzione «Forza, andiamo a controllare su quei siti illegali, magari ne troviamo ancora un paio» sospira il riccio avviandosi al computer sulla sua scrivania. «ti prego Dio, giuro che aiuterò i poveri e.. Anche Beth con Harry e non arriverò mai più in ritardo al lavoro e..»
«Lou ma che cazzo stai facendo?» chiede Harry mettendo la testa fuori dalla sua stanza con fare allibito, notando che sono in ginocchio con le mani congiunte in preghiera «Dio, quanto sei scemo» sospira «vieni che ho trovato qualcosa..» e in un batter d'occhio stavo già correndo in camera sua.



eccomi quii con la mia prima os! 
che ne pensate? ci ho messo tantissimo a scriverla (come al solito). 
volevo scrivere tanto in questyo spazio autrice ma non so più coisa dire :(
love u.
ps. mi lasciate una mini recensione? gracias :)

  
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