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Autore: domaris    05/02/2008    1 recensioni
Sommario: Mac è stato ferito. A Stella spetta il difficile compito di dirigere il laboratorio, tra incomprensioni con i colleghi e le pressioni dell'ispettore Gerrard.
Spoilers: la mia storia si colloca tra le puntate 3x11 e 3x12.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Stella Bonasera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per non deludere Mac

Primo giorno

Flack aveva visto Mac cadere a terra ed era corso a soccorrerlo, senza degnare di un'occhiata il malvivente che stava fuggendo. Quando il detective Taylor lo avesse saputo gli avrebbe fatto una bella lavata di capo, ma non gli importava. Anzi era ansioso di sentirla quella predica da un Mac in piena forma. Ma adesso, mentre aspettava nella sala d'attesa dell'ospedale, mentre il suo superiore ed amico giaceva su un tavolo operatorio, era stordito e rivedeva incessantemente la scena nella mente alla ricerca di qualcosa, nemmeno lui sapeva cosa.
La notizia era rimbalzata da una parte all'altra della città e i detective e i tecnici di laboratorio erano sotto shock. Tutti avrebbero voluto andare all'ospedale a vegliare Mac e ad aspettare l'esito dell'operazione. Ma, seppure con un nodo alla gola, Stella aveva ordinato di continuare le indagini in corso. Spettava a lei la direzione del laboratorio durante l'assenza di Mac e sapeva che se avesse seguito gli impulsi del proprio cuore lo avrebbe deluso. Non poteva lasciarsi andare, come Lindsey che stava singhiozzando tra le braccia di Danny. Doveva dare il buon esempio, anche se sussultava ogni volta che squillava il telefono e, furtivamente, cercava di mascherare le lacrime che sfuggivano al suo controllo.
All'improvvisò entrò in laboratorio la dottoressa Driscoll e si rivolse a Stella come una furia
- Perchè nessuno mi ha detto niente? Come sta Mac? Dove lo hanno portato? Devo andare da lui...
Stella cercò di calmarla ma la donna non sentiva ragione
- Calmarmi? Non sono un pezzo di ghiaccio come te! Già che ci sei perchè non ti sei trasferita nell'ufficio di Mac? Scommetto che non vedi l'ora di appropriartene!
Stella era profondamente ferita da quello che Peyton aveva appena insinuato. Strinse il pugno contro il fianco per non cedere alla tentazione di colpirla. Per fortuna intervenne Hawkes ad allontanare la patologa.
Stella inspirò a fondo. Doveva mantenere la calma, portare avanti le indagini, arrestare il bastardo che aveva colpito Mac. Sarebbe stata una lunga giornata, e non solo.
°°°°°°°
Stella entrò silenziosamente in ospedale. L'orario di visita era finito da un'ora, ma anche se fosse arrivata prima non avrebbe potuto accedere alla stanzetta di isolamento in cui si trovava Mac da quando era uscito dalla sala operatoria. Sapeva, da una telefonata di Danny, che l'operazione aveva avuto successo, le pallottole erano state estratte e non avevano danneggiato organi importanti, la prognosi era ancora riservata ma il dottore era ottimista. Sapeva anche che erano stati tutti li, appena finito l'orario di lavoro. Hawkes si era preoccupato di trascinare via Flack, Danny aveva portato Lindsey a casa sua. Non aveva idea di cosa avesse fatto Peyton Driscoll ma la saletta d'attesa era deserta e Stella scelse una sedia su cui buttare la propria borsa e sedette stancamente su quella accanto. Era sfinita. Oltre a dirigere il laboratorio era stata convocata a colloquio con il capo della polizia che aveva manifestato l'intenzione di mettere qualcuno come Gerrard temporaneamente a capo della Scientifica. Si era opposta con tutte le sue forze, non perchè volesse quella responsabilità ma perchè sapeva quanto certe persone fossero ostili a Mac e volessero estrometterlo. Non poteva dar loro modo di avvantaggiarsi della situazione, lui non glielo avrebbe mai perdonato. Quando finalmente aveva potuto lasciare il dipartimento si era diretta qui senza nemmeno pensarci. Sapeva che non avrebbe potuto vederlo, ma non se la sentiva di andare a casa. Chiuse gli occhi, in quella saletta gli era in qualche modo vicina e, per il momento, questo doveva bastarle.

Continua...

Robin, 21 gennaio 2008
   
 
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