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Autore: RedWallflower    26/07/2013    0 recensioni
Madison Brew è una ragazza di 20 anni che racconta la sua storia. Una storia di amicizia, sogni e speranze che aveva quando era appena diventata adolescente. Il suo racconto comincia nel 2010 e finirà diversi anni dopo.
“Questa non sarà una di quelle storie d'amore sdolcinate, anzi non sarà proprio una storia d'amore.”
Ispirato a persone reali e fatti realmente accaduti.
Genere: Comico, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quindici

 

Alla fine Mara non ha prenotato i biglietti per New York. Avrebbe dovuto pagare con una carta di credito e noi non ce l'avevamo, sfortunatamente. Mara aveva proposto di “prendere in prestito” quella di sua madre, ma l'ho convinta a non farlo. Sarebbe stato scorretto.

Ora siamo in biblioteca; Mara aveva proposto di trovare un posto tranquillo per studiare mentre saltavamo scuola. Avevo accettato perchè mi era sembrata una buona idea. Non so se ti è mai capitato, ma ci sono delle volte in cui sei determinata a fare qualcosa in modo serio e ordinato e finisce che non riesci più a smettere di sparare cazzate. Questo è esattamente quello che è successo a noi quel giorno.

"Madison.” sussurra Mara nel silenzio della biblioteca. Sposto lo sguardo dal quaderno di chimica e alzo le sopracciglia per farle capire di andare avanti a parlare.

"Quando andremo negli Stati Uniti, perchè ci andremo, tu cosa vorresti fare una volta famosa?” mi chiede curiosa. Sorrido leggermente alla sua domanda pensando che mi stia prendendo in giro.

"No, seriamente. Sono sicura che diventeremo famose per qualche cosa, ma non so cosa. Tu cosa vorresti fare da grande?”

Aspetto qualche secondo prima di rispondere, penso a tutte le possibilità che potrebbero presentarsi sulla mia via.

"Mi piacerebbe fare la cantante. O l'attrice. Sarebbe il mio sogno.”

Un sorriso compare sul volto della mia amica appena le parole escono dalla mia bocca.

"Tu cosa vorresti fare?” chiedo sorridendo a mia volta.

"Attrice. Anche la cantante sarebbe bello, ma non sono brava.”

Annuisco e cade nuovamente il silenzio. Il ragazzo seduto di fronte a noi, probabilmente uno studente di università, ci guarda per l'ennesima volta e capiamo che è meglio non parlare più. Riusciamo a rimanere in silenzio assoluto per dieci minuti, ma poi, inevitabilmente, ricominciamo a parlare.

"Sai che riesco già ad immaginarci? Sedute su due poltrone a parlare con Ellen DeGeneres.” rido leggermente.

Mara mi guarda con un sorriso e continuiamo a fantasticare sul nostro futuro da star di Hollywood.

"Cammineremo sul red carpet con vestiti favolosi, i fotografi saranno impegnati a farci miliardi di foto.” sussurra.

Il mio sorriso svanisce quando una paura, quasi infantile, mi pervade la mente.
"Noi rimarremo sempre insieme, però. Vero?” chiedo.

"Certo. Non ci dimenticheremo mai dell'altra e da dove arriviamo. E anche se saremo magari distanti l'una dall'altra ci terremo in contatto.” mi risponde sorridendo dolcemente. Subito mi sento stupida anche solo per averlo pensato.

"La parte migliora sai quale sarà?” mi chiede Mara. Scuoto la testa con aria confusa.

"Faremo una vita sulla strada per un po'. Visiteremo tutti gli stati e le città che vogliamo. Come ti sembra?”

"Sembra perfetto.” esclamo e mi dimentico che siamo in una biblioteca.

Lo studente davanti a noi continua a lanciarci occhiate severe e smettiamo definitivamente di parlare. Solo di parlare però. Perchè Mara comincia a fare linguacce e a prendere in giro questo povero ragazzo mentre lui non guarda.

Usciamo dalla biblioteca ridendo; hai presente quelle risate trattenute fino all'ultimo, che ti fanno male alla pancia e versare lacrime? Ecco, noi stavamo uscendo da una biblioteca così.

Genitori con i figli ci guardano in modo strano, probabilmente pensando che ci siamo drogate. Un momento, genitori con i figli? Quando siamo entrate in biblioteca era mattina! Controllo l'ora sul cellulare e mi rendo conto che devo essere a casa in più o meno venti minuti se voglio far credere a mia mamma di essere andata a scuola.

"Oh cazzo!” esclamo cominciando a correre. Mara mi guarda continuando a ridere e con le braccia alzate in aria. Le grido di controllare l'ora e poi la saluto, salendo all'ultimo secondo su un autobus che dovrebbe portarmi vicino casa.

  
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