Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: oscar1755    26/07/2013    3 recensioni
Rieccomi dopo tanto tempo…. Dopo il 43 ed il 44 ed in attesa del 45 …..riprendo da dove l’autrice ha interrotto (per breve tempo, spero) la storia. Maya e Masumi rimasti soli sulla nave che sta salpando. Contiene SPOILER – tutti i personaggi sono di proprietà di Suzue Miuchi
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 8
 
Aprì gli occhi e un dolore lancinante alle tempie la costrinse a richiuderli immediatamente. Cercò di muovere gli arti intorpiditi, scoprendo di essere legata ed imbavagliata.
L’improvvisa ondata di panico le provocò un violento attacco di nausea che le mozzò il respiro. Mentre gocce di sudore le imperlavano la fronte, cercò di contrastare il tremore che le scuoteva tutto il corpo.
L’ultimo barlume di lucidità le permise di non sprofondare nel baratro del puro terrore.
Si sforzò di riportare il respiro a ritmi regolari e di ricordare quanto accaduto.
Piano piano il cuore rallentò i battiti, consentendole di riacquistare un poco di calma.
Riaprì gli occhi con cautela e osservò l’ambiente sconosciuto, angusto e spoglio, fiocamente illuminato dalla luce proveniente da una finestrella socchiusa.
Ignorava quanto tempo fosse trascorso dopo l’uscita dal teatro. Non riusciva a ricordare nulla, se non l’improvviso dolore alla testa prima di svenire.
Udiva indistintamente le voci di almeno due uomini oltre la porta. Senza dubbio erano i responsabili della sua prigionia.
Incapace di elaborare un’ipotesi logica, si lasciò sopraffare dalla crescente disperazione.
L’immagine confusa di Masumi si formò nella mente, prima di perdere nuovamente i sensi.
 
******
 
- Dagli ultimi contatti con i miei informatori, credo di aver trovato la pista giusta. Sembra che due farabutti tengano prigioniera una ragazza che corrisponde alla descrizione fisica di Maya – annunciò Hijiri senza alcuna inflessione nella voce – questa sera saprò se si tratta proprio della signorina Kitajima.
- Verrò con te, Hijiri – proruppe Masumi in tono perentorio.
- E’ impossibile, signor Hayami. Lei è un personaggio noto e la sua presenza, soprattutto in ambienti malfamati, non passerebbe di certo inosservata.
Masumi sottolineò le parole del suo collaboratore con un gesto infastidito della mano.
Si alzò di scatto dalla poltrona – se non otterrai notizie precise, chiamerò la polizia. Ormai sono passati due giorni dalla sua scomparsa e non posso permettermi passi falsi. Non sappiamo chi sono e che intenzioni hanno – continuò preoccupato – io devo ritrovare Maya a qualunque costo.
- Signor Hayami, mi conceda solo alcune ore. Saprò darle le informazioni che chiede.
Dibattuto tra il desiderio di seguire Hijiri e la consapevolezza di essergli di intralcio, annuì seccamente, accettando la sua logica strategia.
- Avrà mie notizie entro sera, signor Hayami - si avviò verso la porta – ah, dimenticavo, suo padre non è coinvolto nel rapimento - aggiunse prima di uscire dall’ufficio.
Respirò a fondo per controllare l’ansia, prima di chiamare Mizuki.
La segretaria si affacciò puntuale ed efficiente sulla soglia dell’ufficio.
- Chiama Rei, l’amica di Maya e tranquillizzala.
- Tranquillizzarla? – gli chiese studiandolo con uno sguardo penetrante - sono un paio di giorni che lei vive in ufficio, senza occuparsi degli affari. E’ successo qualcosa di grave a Maya?
Masumi si rese conto di aver trascorso le ultime quarantotto ore oppresso da una profonda inquietudine.
- La signorina Kitajima è stata rapita e la notizia è riservata – disse conciso – sei una collaboratrice efficiente, trova il modo di rassicurare Rei, io sono troppo angosciato per pensare ad altro.
Mizuki sussultò sorpresa – come desidera, presidente.
Richiuse con calma la porta, incapace di credere alle parole di Masumi.
Si chiese chi potesse aver architettato un crimine così spietato come il sequestro di persona.
 
******
 
Era buio. La luce non filtrava più dalla stretta apertura. Il caldo soffocante e la paura, mai sopita, rendevano difficoltoso il respiro che le usciva dai polmoni in rantoli preoccupanti.
Le avevano slegato i polsi per consentirle di mangiare, ma non era riuscita a ingerire nemmeno un boccone di cibo. Si era sforzata di bere, ma le continue ondate di nausea l’avevano costretta a desistere.
Il rumore secco della porta che si riapriva la fece sobbalzare.
- Allora ragazza, non hai ancora mangiato?
Pur tremando di paura, Maya trovò il coraggio di parlare.
- Perché mi tenete prigioniera?
Le risate sguaiate che ricevette in risposta, le gelarono il sangue. Impietrita, li fissò con terrore.
- Faremo ciò che ci verrà ordinato da chi ci ha commissionato questo lavoretto – aveva rivelato uno dei due , sghignazzando – purché ci paghi profumatamente. Tranquilla ragazza, se riceveremo la ricompensa promessa non ti accadrà nulla. In caso contrario – aggiunse minaccioso – non ci sei di alcuna utilità.
Maya rabbrividì fissando i volti coperti da un passamontagna. Gli uomini risero ancora e la lasciarono sola.
Impotente e stremata, si chiese chi mai poteva volere la sua scomparsa.
Non era un sequestro a scopo di riscatto. L’unica cosa di valore che avrebbe posseduto, se avesse vinto la sfida con Ayumi, sarebbero stati i diritti di rappresentazione della Dea Scarlatta. Sgranò gli occhi, sorpresa. L’ambizione di ottenere i diritti dell’opera di Ozaki non giustificava in alcun modo un crimine  come il rapimento.
I pensieri le si affollarono incoerenti nella mente. La sua scomparsa era sicuramente stata notata. La stavano cercando? Avevano avvertito la polizia?
Un’emicrania lancinante la costrinse a chiudere nuovamente gli occhi e, mentre scivolava nell’oblio, il suo pensiero andò ancora una volta a Masumi.
 
Il dormiveglia agitato fu interrotto da rumori attutiti. La stanchezza, dovuta alla tensione e al poco cibo, l’avevano resa apatica ed incapace di reagire a stimoli esterni. Richiuse gli occhi, spossata.
Un trambusto più forte, molto simile ad una colluttazione, la costrinse a reagire. Cercò di sollevarsi dal giaciglio, ma era troppo stordita per pensare razionalmente.
Grida soffocate penetrarono la cortina di torpore e un fascio di luce improvvisa la investì.
Braccia vigorose la sollevarono e si ritrovò stretta ad un torace muscoloso.
- Sono qui, ragazzina – mormorò Masumi con voce rotta dall’emozione – ti abbiamo trovata, finalmente. E’ tutto finito, sei salva.
Artigliò con forza la sua camicia – non lasciarmi – gemette, ancora confusa e scossa dalla paura.
- Sta’ tranquilla, Maya. Ora è tutto passato. Nessuno oserà più farti del male – le promise sfiorandole la fronte con un bacio.
Maya si rilassò tra le sue braccia, mentre lacrime di sollievo le rigarono il volto. Chiuse gli occhi, cullata dalle parole rassicuranti di Masumi.
 
 
******
 
Arrotolandosi le maniche della camicia rivolse uno sguardo interrogativo al medico.
- Ha bisogno di riposo assoluto per qualche giorno. E’ molto provata e disidratata. Le lascio dei calmanti da somministrarle se dovesse soffrire di incubi.
- Grazie per la sua disponibilità e per la sua riservatezza, dottore – rispose Masumi.
- Dovere, signor Hayami – rispose il medico dirigendosi verso la porta – si riprenderà, non si preoccupi – aggiunse prima di uscire.
Masumi si volse verso l’uomo rimasto in silenzio in un angolo della stanza - devi trovare chi ha organizzato il sequestro, Hijiri. I rapitori sono stati assicurati alla polizia, ma il mandante è mio – rivendicò con rabbia –  conosco qualcuno che può farti entrare in carcere per interrogarli. Voglio essere aggiornato costantemente.
- Sì, signore.
- Bene, io torno da Maya.
Entrò nella stanza illuminata solo da una piccola abat-jour. La governante, seduta accanto al letto, si alzò – ho preparato del brodo caldo per la signorina. Se lo desidera, vado in cucina a prenderlo – si offrì.
- No, la ringrazio. Vada pure a casa.
Prese posto sulla poltrona lasciata libera dalla governate e osservò il volto pallido di Maya.
Aveva partecipato all’irruzione della polizia nel covo in cui era tenuta prigioniera e, sfruttando il prestigio del nome Hayami, aveva ottenuto che la stampa non fosse avvertita dell’accaduto.
Un odio profondo verso lo sconosciuto che aveva architettato il rapimento alimentava la sua sete di vendetta.
Era solo questione di tempo, ma sarebbe riuscito a scovarlo con qualsiasi mezzo, lecito o no.
Maya sembrava dormire profondamente. Fece per alzarsi, ma una mano coprì la sua.
- Resta, ti prego – bisbigliò ancora assonnata.
- Sei sveglia – le accarezzò una guancia - devi riposare, hai subito un grosso trauma.
- Non lasciarmi sola – si ostinò stringendogli la mano – ho paura.
- Non ti lascerò mai più sola – le promise stendendosi al suo fianco e prendendola tra le braccia – dormi ora.
Il silenzio della notte li avvolse, donando momenti di agognata serenità. Masumi le sfiorò la tempia con le labbra. Maya non si mosse, vinta dal sonno.
L’angoscia provata si era dissolta nel momento in cui l’aveva ritrovata e stretta tra le braccia. La paura di perderla aveva fugato qualsiasi dubbio. L’indomani stesso si sarebbe recato a casa Takamiya per rompere il fidanzamento con Shiori.
Posò la guancia sul suo capo e chiuse gli occhi, scivolando in un sonno quieto e senza sogni.
 
 
*****
Grazie ive, Tetide e garakame e a coloro che hanno letto il capitolo.
Spero di aggiornare presto; l’ispirazione è tornata, il tempo a disposizione per scrivere, invece, è sempre meno….
  
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