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Autore: Always_7    26/07/2013    4 recensioni
Dunque, stavo rileggendo per l'ennesima volta -ho ormai perso il conto- "Le Guerre del Mondo Emerso-Un Nuovo Regno" e, soffermandomi come mio solito su uno dei tratti preferiti della storia, mi è balenata in mente un'idea, che spero non si rivelerà un completo disastro.
Ho riscritto un breve pezzo del libro, analizzandolo da quello che, secondo la mia modesta opinione, potrebbe essere il punto di vista di Learco. Questo, per così dire, spezzone è un punto cruciale del romanzo: dopo che Learco ha scoperto la vera identità di Dubhe, essi si lasciano andare ad una grande passione, rivelando all'altro e sé stessi il grande amore che li aveva uniti nei mesi precedenti; al risveglio c'è un breve scambio di battute tra i due, che ho amato e continuo ad amare.
Essendo questa la mia prima FF, ammetto di non essere molto esperta e aspetto molte recensioni, positive o meno (le critiche costruttive sono sempre ben accette).Sappiate che anche una mi renderà felice!
Genere: Fantasy, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dubhe, Learco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel cortile del palazzo regnava il silenzio più profondo. Il suo cuore era colmo di una gioia indescrivibile. I capelli della ragazza gli solleticavano il petto su cui era appoggiata. Non riusciva ancora a credere a quanto era accaduto nelle ultime ore. Era stato magnifico, straordinario. Guardava fisso il soffitto, mentre ripensava  a quanto era accaduto nell’ultimo periodo, alla strana comunanza che aveva riscontrato con quella ragazza, a ciò che si erano raccontati, alla fiducia che aveva riposto in lei e, infine, alla sorpresa di poche ore prima. Ma, in fondo, come aveva fatto a non accorgersene?  Come aveva fatto a non riconoscerla prima?
-Mi ricordo di te, eravamo nella Terra del Fuoco.
Sentì lo sguardo di Dubhe dirigersi verso di lui, ma egli non distolse il proprio dal soffitto, com’era immerso in un mare di ricordi.
-Eravamo ancora ragazzini e tutte e due non riuscivamo a distogliere lo sguardo da Forra mentre uccideva i ribelli superstiti. Eravamo gli unici due della nostra età ad essere ancora vivi, e ricordo che in quell’incubo a occhi aperti ti fissai da sopra il mio cavallo, perché mi sembravi la sola cosa rimasta intatta in quello scempio.
Lo ricordava come se fosse ieri. Continuava a provare un certo disgusto nei confronti dello zio. E anche terrore. Già. Sebbene, ormai, fosse cresciuto, fosse diventato un uomo, non aveva ancora il coraggio e la forza di opporsi a quell’essere spregevole, che non meritava nemmeno di essere definito umano.
-Allora ero diversa.
Disse la compagna con il mento appoggiato  sul suo petto nudo.  Learco non vedeva, invece, alcuna differenza.  Notava nel suo sguardo la stessa sofferenza, pesantezza, che poco si addicono ad una bambina, e ad una giovane donna.
-Ma gli occhi sono rimasti gli stessi.
Gli stessi profondi occhioni scuri, due pozzi senza fine. Erano bui, pieni di sofferenza. Sperava tanto che  un giorno sarebbe riuscito a colmare quel vuoto che opprimeva la ragazza ed egli stesso, d’altronde. In fondo, avrebbero potuto curarsi a vicenda, come avevano fatto in quelle notti fino a quel giorno. 
  
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