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Autore: Nemainn    26/07/2013    6 recensioni
Sapreste uccidere? Sapreste farlo se dalla vostra scelta dipendesse non solo la vostra vita ma anche quella di chi amate?
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Vigliacco

 

 

 

-Lascia mia figlia! Lasciala... e vattene! Fallo o ti sparo!-

Il ragazzo, di non più di diciotto anni, verso cui erano rivolte quelle parole non sembrò darci peso mentre stringeva per i capelli una bambina, di circa quattro ann,i che piangeva disperatamente di paura.

-Non hai il coraggio, come nessuno degli stronzi qua attorno.- il sogghigno dell'uomo si allargò. -Grazie del regalo!-

La mano dell'altro tremava stringendo la pistola. Tremava a tal punto che rischiava di farsi sfuggire il pesante pezzo di metallo dalle mani. Tremava, incapace di agire, di reagire. La abbassò con un movimento lento, il gesto di un uomo che si arrendeva.
La voce dell'uomo che lo aveva schernito gli rimbombava nelle orecchie, sì, lui era un vigliacco.
Un fottuto maledetto vigliacco.
Quell'uomo che strattonava la piccola urlante per i capelli mentre si allontanava stava portando via tutto quello che avevano, tutto quello che poteva permettere loro di sopravvivere.
Le rovine attorno a lui erano resti di palazzine un tempo belle ed eleganti, ora solo spuntoni simili a denti marci nella bocca di una vecchia. Denti di una bocca che rideva di lui, di lui che condannava a quel modo a morte la sua famiglia perché incapace di fermare quel ladro.
Gli sembrava di sentirla quella risata di scherno nei rumori che rimbombavano tra le vie deserte e piene di macerie. La sentiva nel soffio del vento che tiepido smuoveva appena i capelli. La sentiva nelle parole dell'uomo. Era un vigliacco. Uno schifoso, fottuto vigliacco. Eppure non riusciva a convincersi a rialzare la mano, a sparare.
Doveva farlo, era l'unico modo, lo sapeva. Non c'era nessuno che lo avrebbe salvato, doveva salvarsi da solo, eppure non riusciva a decidersi ad armare il cane e premere il grilletto. Si rese conto di tremare, il tremito della mano aveva contagiato tutto il suo corpo.

Alzò la testa sentendo lo sguardo duro della donna accanto a lui puntato addosso, neppure si era accorto di averla abbassata in preda alla vergogna.
Nauseato dal suo fallimento deglutì la bile amara che sentiva in bocca.
Gli occhi della moglie con in braccio il più piccolo dei loro figli erano fissi su di lui, colmi di biasimo.
Quello sguardo lo spronò.
Strinse i denti, accennò ad alzare di nuovo la mano armata con nuova convinzione verso l'uomo che, con calma, se ne stava andando con il loro cibo, la loro acqua. Con quelle provviste che avrebbero assicurato un minimo di sopravvivenza ai suoi figli e a sua moglie. A lui stesso.
Ma la mano ricadde lungo il suo fianco inerte, non era neppure arrivata a metà strada. Non si oppose quando un'altra mano gli sfilò l'arma dalle dita senza forze e non alzò lo sguardo quando il violento colpo dell'arma risuonò nelle sue orecchie.
L'odore della polvere da sparo acre e fastidioso gli invase le narici.
Un gemito e un grido di dolore.

-Figlio di puttana! Sei un figlio di puttana!- Ora la voce del ragazzo era priva di spavalderia, spaventata, piena di sofferenza. -Sei uno stronzo schifoso!-

Riverso a terra si stringeva il fianco, il viso pallido e tirato, il grosso zaino abbandonato accanto a lui sull'asfalto spaccato da cui spuntavano secchi mazzi d'erba giallastra e macchiata.
La mano dell'uomo priva della presenza della pistola si strinse a pugno, le unghie affondarono nel palmo calloso e segnato. Sporco.
Sentiva il sangue affluirgli al viso, la vergogna colorare la pelle abbronzata dal sole con una sfumatura più rosata.
Gli occhi seguirono la linea del braccio della persona che gli aveva tolto l'arma di mano e aveva poi sparato senza esitazioni all'uomo.
Salì lungo l'avambraccio e il bicipite, per poi fermarsi sul volto su cui non c'era ombra di rimorso. Il viso di sua moglie.
L'arma ancora nella mano della donna stretta in una presa sicura, lei lo guardava.
Occhi scuri che sembravano ombre cupe e in cui non leggeva nulla se non una ferrea volontà.

-Và a prendere lo zaino.- La donna non aveva detto nulla, non aveva neppure rivelato nessun pensiero con lo sguardo, ma ora lui non poteva più fingere.

Sapeva di essere il peggiore dei vigliacchi.



NdA:
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Grazie di leggere e, se vipiace, ricordate che i commenti fanno bene all'autostima dell'autrice! XD
PS:
Mi sono ispirata a qualcosa, una scena che mi è venuta in mente. Non so se era un film, un telefilm, un delirio mio... Ho solo qualche fotogramma nella memoria.
 

 

   
 
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