Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |       
Autore: Ndra    26/07/2013    4 recensioni
Lo amavo.
Eravamo destinati.
La nostra storia è stata scritta dal momento in cui per la prima volta osservammo il mondo intorno a noi mentre venivamo abbagliati dalla luce che i raggi del sole emanavano dalla finestra.
E dal momento in cui,per la prima volta,il mio sguardo si posò sui suoi occhi azzurri come il cielo,limpidi come il mare,capii che per me non sarebbe stato una persona come tante.
Capii che sarebbe stato colui che avrei amato di più al mondo.
Lui invece si innamorò di me lentamente,quando il mio cuore già barcollava di amore per lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sentivo Caesar Flickermark proclamare la fine dei giochi.
Anche stavolta erano morti 23 tributi e solo uno era rimasto in vita.
Tutt’a un tratto Caesar urlò:
 
“ Ed ecco a voi il vincitore della sessantacinquesima edizione degli Hunger Games.
Un applauso a Finnick Odair.”
 
Dopo tanto tempo anche il mio distretto aveva avuto un vincitore.
Ero una ragazza di 14 anni e avevo la stessa età del vincitore di questa edizione.
Ero di fronte al palco dove poco tempo prima,Josie,una signora dai vestiti sgargianti e da una parrucca color turchese aveva sorteggiato i due tributi e aveva pronunciato quelle inutili parole:
“ Possa la fortuna sempre essere a vostro favore” ,quasi come se ci volesse prendere in giro.
Vedere la gente morire mi straziava il cuore. Era terribile per me osservare ragazzi di ogni distretto che si uccidevano a vicenda,e ai quali veniva tolta la vita,e che non avrebbero potuto più cercare di provare ad essere felici nonostante i giochi.
Attraverso mega schermi riuscivo a vedere l’ultima intervista a quel ragazzo che aveva rapito il cuore un po’ a tutte,compreso a me,che tante volte avevo visto nel mio distretto. Quel ragazzo che devo ammettere un po’ mi piaceva.
Andavamo nella stessa scuola e quando i nostri sguardi si incontravano,così,per caso,il mondo,come il mio cuore,era come se si fermasse.
Come erano belli i suoi occhi.
Potevo osservare il mio riflesso lì dentro appena ci guardavamo.
Quando il suo nome venne estratto durante la mietitura mentre tutte le ragazze che invano cercavano da lui qualche attenzione piangevano,inscenando grandi commedie,io piangevo dentro,perché anche quest’anno due ragazzi così giovani in quelle arene avrebbero potuto perdere la vita.
E non era giusto.
Non potevano morire miriadi di ragazzi innocenti.
Pur avendo parecchi bigliettini con il mio nome scritto sopra,perché la mia era una povera famiglia di pescatori,non ero stata estratta.
La povera ragazza del mio distretto era stata uccisa. Non la conoscevo,neanche di vista,ma come facevo ogni anno l’andai a trovare nelle stanze dietro al palco per abbracciarla. Poteva sembrare stupido,ma mi dispiaceva così tanto per coloro che erano estratte. Quando scaddero i 3 minuti,andai a trovare anche Finnick. Non lo conoscevo,ma un abbraccio non avrebbe mai fatto male a nessuno. Bussai e notai la sua espressione sorpresa appena mi vide.
 
“Finnick so che non mi conosci,e non importa,volevo solo dirti che mi dispiace tanto. In bocca al lupo. Sai, lo augurata anche alla ragazza estratta. Cerca di tornare,Finnick Odair,fallo per tutte le ragazze che in lacrime ti aspettano.Per favore.”
 
Lo abbracciai di impulso,e uscii subito dopo. Non so perché ma avevo sentito un desiderio così forte di compiere quel gesto.
Molto probabilmente mi aveva scambiata per pazza.
Ma non mi importava.
Ero lì davanti allo schermo gigante,con i capelli raccolti in una leggera treccia che formava una specie di frontino. Ero vestita in maniera molto semplice : con i jeans maltrattati e usati da mia madre  quando era più giovane,e con una semplice maglietta che mi lasciava leggermente scoperta la pancia.
Ascoltavo l’ultima intervista in mezzo a qualche altra persona del mio distretto.
 
“Allora Finnick,avresti mai pensato di riuscire a vincere?” – chiese Caesar.
“Oh,Caesar,me l’ hanno chiesto come un favore. Come avrei potuto morire,e non provare a vincere?”- rispose retorico Finnick.
 
“ Saranno felici tutte le ragazze che alla mietitura piangevano” – riprese Caesar.
 
Oh,penso proprio di sì. Anche se in realtà ho cercato di vincere solo perché una ragazza in particolare,dopo il sorteggio,mi ha dato la forza.”- ribatté Finnick.
 
Caesar rivolse uno sguardo alla telecamera e disse con un sorriso a 32 denti che evidenziava i suoi capelli che per questa edizione erano rossi. Rosso sangue.
 
Un ultimo applauso al re del mare Finnick Odair che con il suo tridente è riuscito a tornare vivo dai sessantacinquesimi Hunger Games!”
 
E subito dopo un applauso caloroso del pubblico,la trasmissione si interruppe. Velocemente la gente intorno a me andò a casa,mentre io restai ancora un po’ lì davanti quasi come a contemplare il mega schermo ormai buio.
 
“ Annie vieni a casa “ – mia madre mi chiamò. Si poteva scorgere nei suoi occhi un misto tra felicità perché quest’anno non ero stata estratta,e un misto di tristezza nel ricordare mia sorella di 16 anni morta durante gli Hunger Games mentre io ne avevo solo 10. Ancora ricordo i suoi begli occhi così uguali ai miei,e il suo carattere determinato e forte. Ancora ricordo quando insieme parlavamo di ogni cosa,e come mi sentivo al sicuro tra i suoi abbracci. Mi sento in colpa,perché non ho potuto fare niente. Perché quando lei è stata estratta e il suo nome venne pronunciato e rimbombava in tutta la piazza,io non potei fare nulla. Ero impotente come mai nella mia vita. Ricordo quando l’andai a salutare dietro al palco,e da allora,iniziai a salutare e ad abbracciare tutti coloro che venivano estratti. Ricordo il suo ultimo bacio,e le sue ultime parole pronunciate quasi come un  sussurro. “ Ti voglio bene Annie”,mi aveva detto. E quel “ ti voglio bene” ancora risuona nella mia mente,come riesco a rivedere il suo sguardo ogni volta che mi addormento.Anche se cerco di essere forte,mi manca,mi manca tanto. E attraverso il mio sorriso,celo le lacrime che qualche volta minacciano di scendere inesorabili dai miei occhi verdi. Piango ogni sera,perché non è più con me. E il mio cuscino, sotto la mia testa  assorbe tutte le mie lacrime silenziose,che non vogliono far rumore.
Mia madre aveva capelli castani come i miei che leggiadri le incorniciavano il volto. Quanto era forte,tentava sempre di sorridere. Tentava di essere felice nonostante la grave perdita subita,che ha lasciato un vuoto incolmabile dentro di noi.
 
Mi  avviai verso casa,che era vicino alla piazza.
 Tutti erano tornati alle loro case. Infatti tutte le case erano illuminate a festa,ognuno era felice che Finnick fosse vivo,e che questa volta anche il distretto 4 avesse avuto un vincitore. Solo una casa in fondo era spenta. Era la casa della ragazza morta. Nessuno,preso dalla felicità,aveva badato all’unica famiglia che soffriva per la perdita di una ragazza.
 
 
“Un attimo,mamma”- le risposi.
 
“Fai presto”-  mi incitò  mio padre. Un uomo dai capelli corvini uguali a quelli di mia sorella,e occhi verdi come i miei. Si vedeva che era abbattuto,si potevano scorgere dal suo viso tratti di vecchiaia,perché a causa del dolore,si era trascurato. Si era chiuso in se stesso,nonostante io e mia madre cercassimo di aiutarlo,anche se soffrivamo,cercavamo di essere forti anche per lui,mentre dentro di noi cadevamo a pezzi. Si era ripreso, un po’, finalmente. Ma nel suo volto,seppur dai tratti molto belli si nascondeva una sofferenza che era ancora pronta ad attaccare.
 
Mi avvicinai alla casa della ragazza morta in questa edizione dei giochi e bussai.
Venne ad aprire una signora piuttosto anziana con gli occhi rossi dal pianto.
Mi chiese chi fossi,scorbutica.
La abbracciai. Molte volte un abbraccio è meglio di molte parole. Significa comprensione,dispiacere,che poteva contare sempre su di me per quanto io possa essere inutile.
 
Come ti chiami? Mi sembri una brava ragazza. Conoscevi la mia Lucy?”- mi chiese con la voce rotta dal pianto.
 
Mi chiamo Annie. No,ma mi dispiace così tanto.”- le risposi,mentre di nuovo mi sentivo impotente.
Mi abbracciò mentre le lacrime inesorabili le rigavano il volto.
 
Adesso vai a casa,Annie,grazie per essere venuta. Grazie per esserti ricordata di noi. Perché sei l’unica del villaggio,che si è ricordato che c’è stato solo un vincitore,e non due. “
 
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Ndra