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Autore: alask_a    26/07/2013    3 recensioni
sono una frana nel riassumere quindi spero di riuscire ad incuriosirvi...
L'idea devo ammetterlo l'ho rubacchiata da "remember me?" di Sophie Kinsella, ma solo l'idea di fondo e non la trama.
Hermione perde la memoria e il suo ultimo ricordo risale a tre anni prima, quando aveva appena scoperto del tradimento di Ron. Quando si sveglia deve affrontare una dura non che sconvolgente realtà.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                                                                                                            Prologo

 

 

Hermione camminava senza una meta con le ginocchia che tremavano ancora, le mani non smettevano di tremare per la tensione, le guance erano arrossate in parte per colpa del vento, in parte per la rabbia che percorreva ogni singola cellula del suo corpo, le lacrime le rigavano le guance e non accennavano a voler smettere di scendere.
 Non poteva crederci, cosa era accaduto, insomma, quella mattina si era svegliata come sempre, era andata al lavoro, aveva fatto colazione come tutti i giorni con Ginny, cosa era successo, come aveva fatto la sua vita a finire in un baratro in meno di ventiquattro ore. Come? Ma soprattutto, perchè?
                                                            
 ***                                                                                                                                                                                                                                                                                        Quando era rincasata, verso le cinque, era esausta come sempre, dopo una sfiancante giornata di lavoro, sapeva che Ron  sarebbe tornato verso le sette e perciò cominciò a cucinare, perchè sapeva che in quel periodo il suo lavoro era molto impegnativo, dal punto di vista fisico, più di quanto lo sarebbe mai stato il suo, comunque.
 Prima di andare a cucinare però si diresse al piano superiore, per mettersi qualcosa di più comodo. 
 Aprì la porta e accese la luce, la familiare camera da letto si illuminò, mostrando la stanza color crema in tutto il suo splendore, le pareti piene di foto con lei e Ron che sorridevano, sia insieme che con altre persone.
  Presi i vestiti dal cassettone color ebano davanti al letto, Hermione si diresse in bagno, dal quale ne uscì pochi attimi dopo con un paio di jeans e un maglioncio color blu scuro, cercò un elastico per legarsi i capelli che altrimenti le sarebbero finiti negli occhi, ma non lo trovò da nessuna parte, così decise di cercare nel cassetto di Ron.. perchè il suo concetto di mettere a posto i suoi vestiti era di fare un  incantesimo di appello a tutti gli oggetti della stanza e infilarrli nel cassetto. Dopo averlo aperto però non trovò l'elastico, ma una busta con una lettera dentro.
 "Per Ron" recitava la busta, con una grafia non molto lineare, ma in compenso molto arrotonada con inutli  quanto  sgraziati ghirigori alla fine di ogni parola, ma senza dubbio la scrittura di una donna. Hermione non la riconobbe, non era quella aggraziata e inclinata di Luna che anche se con qualche ghirigoro non risultava di cattivo gusto anzi la rendeva molto equilibrata, non era nemmeno quella piccola e sottile di Ginny, essenziale, ma femminile, e non era di certo la sua.
 Incoriusita come non mai, non tanto per cosa ci fosse scritto dentro, quanto per chi l'avesse mandata, Hermione decise di leggere quella misterosa lettera  dentro quella busta di un improbabile color malva. La aprì, o meglio la prese, dato che si accorse che era già aperta, cominciò a leggerla  e dopo pochi attimi la sua espressione mutò immediatamente, da incoriusita a frastornata fino all'incredulità per giungere poi alla rabbia più assoluta e cupa.  
 Dopo aver finito la lettere due solitarie lacrime le rigavano il volto, sentì il bisogno di sedersi sul bordo del  letto e respirare più affondo di quanto non avesse mai fatto in vita sua, il suo cervello aveva  preso a fare calcoli frenetici su date,luoghi e appuntamenti saltati. 
 Tutto aveva un senso. 
 Il suo sguardo era vacuo, dentro non c'era nè rabbia, nè dolore, nè frustrazione, nè incredulità, c'era soltanto il nulla. Uno sgardo vuoto, immagine speculare dei suoi sentimenti. con una forza interiore che non sapeva di possedere si sollevò e si diresse alla porta, spense la luce richiuse la porta e scese le scale. Si asciugò le lacrime e si sedette sul divano, fissando il vuoto e aspettando. Aspettando una spiegazione, una negazione, ma che sapeva, che anche se  fosse mai arrivata non ci avrebbe mai creduto,  perchè,in fondo lo sapeva, la sua vita era appena stata sconvolta in un modo che mai avrebbe creduto possibile.
 
 Di quello che era successo dopo, quando Ron era ritornato a casa, aveva un ricordo confuso e sbiadito, offuscato dalla rabbia. 
 "Hermione, tu non hai una relazione con me, ma con il tuo lavoro e con i tuoi stupidi libri"
 "Sei tu che mi hai costretto a farlo, insomma, non è colpa mia se il tuo lavoro viene prima di tutto"
 
 "Fra noi due non c'è più niente da molto tempo  e il fatto che tu non te ne sia accorta dimostra soltanto che vuoi mentire a te stessa"
 La nostra storia è durata anche troppo ormai"
 
 Quelle parole le riempivano di nuovo la testa, non riusciva a respirare, come diavolo aveva potuto farle una cosa del genere.
 Stupidi libri.
 Soltanto perchè la sua cultura era pari a quella di un tasso, non aveva diritto di dire che i suoi libri erano stupidi. Hermione cercava di arrabbiarsi per quello, perchè sapeva che se si fosse arrabbiata veramente, non avrebbe più controllato le sue azioni, la barriera che si era creata si sarebbe sgretolata.
  Quando aveva chiesto a Ron delle spiegazioni era stata forte, non aveva versato nemmeno  una lacrima, ma dopo l'ultima frase, aveva bisogno di andarsene, perchè il bisogno, a lei completamente alieno almeno fino a quel momento, di farli del male fisico  stava, a mano a mano, crescendo dentro di lei.  Così alzo lo sguardo su quello che ormai era il suo ex fidanzato lo guardò  in un modo con cui non aveva mai guardato nessuno.
 Con rabbia, disprezzo, amarezza e una buona dose di compatimento. 
 L'odio però rappresentava la percentuale più alta. Un odio che Ron non aveva mai visto nei suoi occhi, e per un attimo ebbe paura, una paura che però si attenuò quando si rese conto che quella che aveva davanti era Hermione, che non avrebbe mai e poi mai fato del male a nessuno; ma la sua mente lo corresse, rimandandolo a un freddo pomeriggio del suo terzo anno ad Hogwarts, quando Hermione aveva tirato un pugno a Malfoy, che, a giudicare dall'espreessione di dolore di quest'ultimo, non doveva essere esattamente piacevole.
 Hermione cercò di non dare ascolto al formicolio che aveva nelle mani, ricordandosi che lei era una Grifondoro, quindi strinse forte i pugni, finchè le sue nocche non diventarono bianche per lo sforzo. si diresse verso l'attaccapanni in legno vicino alla porta, prese il cappotto con l'intenzione di uscire, ma si bloccò, sentiva il bisogno di ripagarlo, in qualche maniera, con la sua stessa moneta.
 -Io non ti avrei mai fatto una cosa del genere e neanche il dolce ragazzo che cercava di far diventare il suo topo  giallo... non so che fine abbia fatto, ma mi manca. Tu... non so chi sei e  non so neanche che fine abbia fatto l'uomo che amavo, ma tu sei solo un vigliacco, un viscido vigliacco. Non meriti neppure che io mi arrrabbi con te.-
 Detto questo uscì dalla porta con passo spedito, sbattendola con una forza sovrumana, lasciando indietro Ron e tutto ciò che fino a quel momento aveva significato per lei, le sue sicurezze riguardo a quello che avrebbe fatto per il resto della sua vita, riguardo alla persona con cui credeva di condividere un amore unico e potente, le risate, i litigi, le dichiarazioni, le notti passate insieme. 
 Le sembrava di aver appena lasciato indietro una metà di sè, la metà più importante. Stava lasciando indietro il suo passato. 
 Era spaventata, non sapeva che cosa stava per affrontare quello che l'aspettava era completamente sconosciuto, ma una cosa era certa: l'avrebbe affrontata a testa alta. Piena di orgoglio. 
 Lei era una Grifondoro, niente negli anni l'aveva mai abbattuta, nè Bellatrix Lastrange nè Draco Malfoy nè Pansy Parkinson nè una guerra che le aveva logorato l'anima,perchè mai avrebbe dovuto farlo un inutile essere con l'intelligenza inferiore a un primate, la capacità di concentrazione di un bambino di tre anni e con i capelli rossi? 
 Non glielo avrebbe amai permesso, non gli avrebbe dato una tale oddisfazione, mai e poi mai.
                                                                   
                                                                        ****
Ancora frastornata per la piega che avevano preso gli eventi, Hermione continuava a vagare per le strade secondarie di Londra, sbatteva di tanto in tanto contro dei passanti, mormorando in seguito quelle che potevano essere definite scuse.  
 Dopo aver camminato per un tempo indeterminato, che potevano essere minuti, ma potevano benissimo essere anche ore, decise  di andare a casa di Ginny e Harry, l'unico posto in cui avrebbe potuto sfogarsi ed essere ascoltata. Così decise di trovare un angolo per potersi Materializzare, quando la sua caviglia destra le giocò un brutto scherzo, si storse ed Hermione perse l'equilibrio, cercò però di aggrapparsi alla balaustra delle scale che stava percorrendo, quando capì che sarebbe caduta e che non avrebbe potuto fare niente, si mise le braccia davanti al viso per proteggerlo, con la consapevolezza che il colpo che stava per prendere le avrebbe fatto un gran male. Pochi attimi dopo vide soltanto il buio.
 
 
 
note:
Questa è la prima volta  che scivo una fanfiction e dire che sono spaventata è dire poco, mi fa molta paura il confronto con i personaggi di un genio come J.K.Rowling, spero davvero di non aver in nessun modo fatto diventare i personaggi OOC, tranne forse Ron (personaggio che io adoro), ma quello è soltanto perchè è funzionale al racconto.
allora che dire, questo era il prologo, spero davvero che vi sia piaciuto o che vi abbia minimamente interessato... spero di si, ma se così non fosse questo è solo il prologo ed è normale.
Comunque grazie a tutti quelli che sono arrivati fino a qui, non esitate a dirmi quello che pensate anche se il vostro pensiero dovesse essere solo "che schifo", non mi offenderei, anzi apprezzerei la vostra sincerità.
 
baciobacio
Xx
  
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