- Sei proprio sicuro che il posto sia questo?- Il ragazzo dai capelli biondi era evidentemente spazientito.

- Certo! Faccio questo lavoro da molto più tempo di te!- Il ragazzo con la fascia gli rivolse uno sguardo ostile.

Un terzo ragazzo, dai capelli argentei, stava lavorando con una tastiera che proiettava davanti a lui attraverso la sovrapposizione di due laser il lavoro che stava compiendo, come un computer.

- Il posto è questo.- Disse.- Qui passa la più forte corrente energetica del Giappone. Il Parallelo dell’Aquila. Possiamo inviare il messaggio da qui. Smettetela di litigare e venite.

Il ragazzo con la fascia registrò un videomessaggio che il suo amico dai capelli argentati si incaricò di spedire.

- Nessun intoppo, per fortuna. Speriamo solo che giunga a destinazione. Non ho mai mandato un ologramma ottant’anni nel passato.

- Dobbiamo tornare alla base. Il professore sarà soddisfatto del nostro lavoro.- Disse il biondo.

Il ragazzo con la fascia gli lanciò un’occhiataccia: - Di certo non del tuo. Non hai fatto altro che lamentarti tutto il tempo, mentre io e lui svolgevamo tutto il lavoro. Il professore non sarà per nulla felice di saperlo.

- Se lo dici tu.- Il biondo scrollò le spalle.

I tre si diressero al loro quartier generale, un vecchio rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale, quasi duecento anni prima del loro tempo.

- Ragazzi, mi fa piacere vedervi sani e salvi. Siete riusciti a inviare il messaggio?

- Certamente, professore. Cos’altro si aspettava da noi?- Il ragazzo con la fascia cinse il fianco di quello dai capelli argentei, escludendo il biondo.

Il professore non ci fece caso: - Ottimo lavoro. Dobbiamo solo aspettare che lo ricevano. Nel frattempo, sapete cosa fare. Non deludetemi.

- Certo che no, professore!- Risposero in coro i tre.

Subito si rifugiarono in una stanzetta più piccola ricavata per loro, con tre brande tutte rovinate e strappate.

- Non possiamo fallire, ragazzi, questo lo sapete. Almeno, lui lo sa.- Il ragazzo con la fascia additò il compagno dai capelli color argento.

Il biondo sbuffò.

- Possiamo ancora salvare la Città Perduta, ne sono sicuro! Siete con me, ragazzi?

- Sì!- I tre misero le mani una sull’altra e le alzarono.

Loro avevano una speranza per il loro mondo.

Il mondo dell’anno 1093, un mondo lacerato dai feroci scontri con armi sempre più all’avanguardia per conquistare il potere assoluto.

Da tempo Inazuma-cho era distrutta, sepolta sotto strati e strati di terra, una città dimenticata e perduta, una città che ospitava un segreto.

Molti pensavano che fosse un’arma potentissima, gli altri credevano che fosse solo una storia per meravigliare i bambini. Tutto ruotava attorno alla guerra, a quei tempi.

I tre ragazzi combattevano per cambiare.