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Autore: Stella_Del_Mattino    27/07/2013    6 recensioni
Dominique Weasley è l’unica Corvonero nella sua famiglia, il che le crea non pochi disagi, e l’estate non è esattamente la sua stagione preferita, in quanto comporta avere la casa perennemente piena di parenti. Inoltre, sua sorella Victoire, egocentrica e vanitosa, ha appena conseguito i M.A.G.O. e, per l’ennesima volta, sembra essere il centro dell’attenzione, tanto che a Villa Conchiglia viene organizzata una festa per il suo diploma, con la famiglia al completo. Vi partecipa anche Teddy Lupin, ex fidanzato di Victoire, che terrà compagnia a Dominique e proverà a farle capire che il Mondo magico non è poi così male.
{Questa one shot ha partecipato al contest "Non c'è estate senza maghi" di Hikari, classificandosi prima}
E ha partecipato al contest "New Generation's Adventures and Loves" (giudice sositutivo), classificandosi seconda}
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, Famiglia Weasley, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Note d'Autore: su Efp tra i personaggi il nome della primogenita di Bill è scritto Victorie, io però preferisco usare l’altra versione, quella che si trova su internet e quella ufficiale dell’epilogo della Row, cioè Victoire.
Il finale è in sospeso, siete liberi di immaginare che i due stanno insieme o no ;)


Edit: potete trovare il giudizio del contest "Non c'è estate senza maghi" in una recensione della giudiciA :)

Sapore di mare, sapore di te

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- Dominique, ma chère, va’ ad aprire la porta. Sono arrivati i tuoi zii.
Dominique Weasley sbuffò e continuò a fissare il soffitto azzurro della camera che divideva con sua sorella.
- Sbrigati, non farli aspettare - ripeté sua madre dal piano inferiore.
- Non può andare Louis?
- No, sta aiutando tuo padre a sistemare il gazebo per festa di Victoire.
La ragazza sbuffò di nuovo: essere l’unica Corvonero in una famiglia interamente Grifondoro era frustrante.
Dominique odiava l’estate, perché “vacanze estive” era sinonimo di “casa perennemente piena di parenti”, il che voleva dire che, a ogni pasto, l’unico argomento di conversazione erano i successi della Casa di Grifondoro. Quell’anno sarebbe stato addirittura peggio del solito, perché sua sorella aveva appena conseguito i M.A.G.O. e, dopo la grande festa di quella sera, alcuni dei suoi cugini si sarebbero fermati anche a dormire.
Seppur controvoglia, la ragazza trascinò i piedi fino al piano inferiore della casa, dove sua madre si stava dilettando ai fornelli, e aprì la porta d’ingresso.
- Ciao, Dominique! -. Sua cugina Lily le gettò le braccia al collo con troppa enfasi e lei esibì un sorriso tirato, mentre la zia le scompigliava affettuosamente i capelli, per poi raggiungere sua madre in cucina, seguita dal marito.
- Dov’è la festeggiata? - chiese Harry, esibendo un pacco regalo ricoperto da una carta luccicante.
- Victoire è uscita, ma sarà di ritorno a breve - rispose Fleur con il suo inconfondibile accento francese.  
- Dominique, mon Dieu, che maniere! Non tenere i tuoi cugini sulla porta.
Dominique si spostò e lasciò che James Sirius e Albus Severus entrassero nella casa.
Dietro di loro c’era anche Teddy Lupin, un bighellone di ventidue anni, aspirante Auror e figlioccio di Harry, nonché ex fidanzato di Victoire.
- Non credevo che saresti venuto, tu e mia sorella avete rotto da poco. 
Lui alzò le spalle e i suoi capelli assunsero un colore curioso, a metà tra il rosso e l’arancione.
- Credimi, Domi, avrei preferito restare a casa, ma Ginevra è stata irremovibile e mi praticamente costretto a venire.
Dominique sorrise: dopo ventidue anni chiamava ancora la moglie di Harry “Ginevra” e non Ginny, come invece facevano tutti.
Teddy le era sempre piaciuto, perché aveva un che di particolare, forse dovuto ai suoi capelli strambi, al suo modo strascicato di parlare o all’atteggiamento pacato, quasi menefreghista, con cui affrontava le conversazioni.
- Vorrà dire che, mentre gli altri festeggiano, ti mostrerò un paio di luoghi dove Victoire non si addentrerebbe nemmeno per sbaglio.
- Fantastico.
Teddy sorrise, ma la ragazza non riuscì a capire se fosse davvero entusiasta della sua proposta o se quella fosse solo una risposta di cortesia.
- Bonne soir, ho portato zia Hermione e zio Ron. Mamma, la mia torta è pronta? -. In quel momento Victoire fece irruzione nell’abitazione, travolse di proposito Teddy e si precipitò in cucina.
Dopo di lei sopraggiunsero anche Rose e Hugo, seguiti dai loro genitori.
- Abbiamo portato il kit da Quidditch, qualcuno vuole fare una partita?
- Ne faccio a meno - disse immediatamente Dominique. Il Quidditch non faceva per lei, era un sport troppo violento, anche se, come le faceva sempre notare suo padre, era da molto tempo che non moriva qualcuno.
- Noi ci stiamo - risposero subito James e Albus, rimasti a parlottare in un angolo dell’atrio fino ad allora.
- Anche io -. Louis rientrò in casa e si unì al gruppo.
- Volete iniziare una partita senza di noi? Impossibile. Cos’è il Quidditch senza Fred e RoxanneWeasley?
- Io sto in squadra con Al!
- Lucy! Molly! Finalmente siete arrivate, mancavate solo voi.
Quando la famiglia fu al completo, la combriccola si spostò all’esterno.
- Ted, tu non vieni? - chiese Albus a Teddy.
Lui rivolse uno sguardo fugace a Dominique, poi scrollò le spalle con aria indifferente. - No, Harry mi ha massacrato con l’ultima esercitazione, ho ancora i muscoli indolenziti.
- Come vuoi.
Dopo che Albus se ne fu andato, la Corvonero si avvicinò a Teddy e osservò i suoi capelli bizzarri, che cambiavano colore ogni secondo.
- Da quando eviti il Quidditch, Teddy?
- Da quando Victoire si è appassionata a questo sport. Non so se lo sai, ma mi ha mollato per il Cercatore dei Tassorosso.
I capelli di Teddy diventarono marroni, quasi neri, e Dominique capì di aver toccato il tasto sbagliato.
- Mia sorella non ha mai avuto buon gusto - disse con finta disinvoltura, nel tentativo di rimediare.
Il ragazzo abbozzò un sorriso e i suoi capelli lentamente si schiarirono, colorandosi di un azzurro pallido.
- O forse semplicemente lei non era la ragazza giusta per me.
- Forse è così.
Dominique notò la vena di tristezza che attraversò per un attimo gli occhi di Teddy e sentì di odiare sua sorella più di quanto avesse mai fatto, più di quando, durante il secondo anno di scuola, aveva scoperto che il ragazzo che le piaceva aveva una cotta per lei, più di quando aveva rovinato il suo tredicesimo compleanno, rivelando alle sue amiche che non aveva ancora avuto il suo primo ciclo mestruale, e persino più di quando, appena tre mesi prima, aveva, erroneamente,  polverizzato la sua raccolta di disegni, quella a cui aveva lavorato fin dall’età di di nove anni.
 Non le importava quello che Victoire faceva a lei, ma Teddy le angherie di sua sorella proprio non se le meritava.
- Teddy, Dominique, che state facendo? In cucina ci sono altri due vassoi da portare fuori, prendeteli, siamo pronti per dare inizio alla festa. Merci -. Fleur riemerse dalla cucina, portando l’immensa torta che Victoire aveva espressamente richiesto.
Dominique alzò gli occhi al cielo: sua madre aveva davvero un pessimo tempismo.
I due seguirono gli ordini della donna e depositarono due vassoi colmi di stuzzichini di ogni tipo su un ampio tavolo rettangolare, coperto da un’elegante tovaglia lilla, posto al centro del gazebo.
Per l’occasione il giardino era stato risistemato e addobbato con cura: il gazebo, posto in una posizione rialzata, era costellato di piccole orchidee, che in parte riprendevano il colore della tovaglia, l’erba era stata tagliata e tutto l’ambiente era puntellato di graziose lampade galleggianti, che, con l’ausilio di un incantesimo, diffondevano nell’aria una luce rosata.
“ Meno male che non abbiamo vicini di casa” pensò Dominique, infastidita dal chiasso con cui la combriccola prese posto al tavolo e divorò il buffet.
- A mia figlia, Victoire! - esclamò Bill, alzando un calice colmo di Idromele.
- A Victoire! - risposero in coro gli altri, riempiendo a loro volta i bicchieri.
- Grazie, grazie a tutti, - disse Victoire, alzandosi in piedi e posizionandosi proprio dietro la torta,  - siete stati gentilissimi a venire qui questa sera e spero che zia Ginny voglia prendermi come sua apprendista. In queste due settimane ho avuto modo di pensare al mio futuro, adesso che ho preso i M.A.G.O. , e ho deciso di voler diventare giornalista. Aiutarla con i suoi articoli sul Quidditch sarebbe un buon inizio.
La famiglia applaudì entusiasta e Ginny abbracciò affettuosamente la nipote.
Dominique si voltò verso Teddy e, notando che stava fissando Victoire, nonostante la loro relazione fosse finita, soffocò il disappunto con un sorso di succo di zucca.
- Noi abbiamo una partita da finire - annunciò Hugo, riprendendo la propria scopa e invitando i cugini a fare lo stesso.
- Giusto. Com’era il punteggio? Ho una piccola amnesia.
- Piantala, James. Te lo ricordi benissimo.
- E’ vero, Rose, soprattutto perché stavamo vincendo noi.
- Pallone gonfiato. Non avete preso il Boccino, quindi la partita è ancora aperta.
La partita riprese con qualche battibecco e gli adulti rimasero seduti, parlando del più e del meno, mentre Victoire mostrava orgogliosa la propria pagella.
- Tutte O e addirittura una E, un risultato davvero notevole - commentò Harry.
 Dominique, approfittando della distrazione generale, si allontanò senza dare nell’occhio e intraprese il sentiero che portava alla scogliera.
- Che fai, non mi aspetti? -. Teddy la raggiunse di corsa.
- Mi sembravi ancora piuttosto coinvolto da mia sorella, non credevo che fossi davvero interessato alla mia proposta.
- Invece lo sono.
La ragazza gli rivolse uno sguardo curioso e notò che i suoi capelli erano di un arancione vivace.
I due proseguirono finché non raggiunsero la vetta della scogliera e, una volta in cima,Teddy si voltò indietro: da lassù Villa Conchiglia sembrava una piccola casetta in stile rustico e i rumori della festa risultavano attutiti, quasi completamente coperti dallo sciabordare dell’oceano.
Un alito di vento fischiò, insinuandosi nelle spaccature delle rocce, e Dominque rabbrividì, sfregandosi con le mani le braccia gelate, lasciate scoperte dal  prendisole estivo che indossava.
- Tieni -. Teddy si tolse la giacca e si allungò verso di lei, per appoggiarla sulle sue spalle.
- Grazie.
- Di niente.
Per lunghi minuti il silenzio e lo scrosciare ritmico delle onde fecero da padroni e Teddy si guardò intorno, stupito dalla bellezza del panorama che aveva davanti.
Si trovavano nel punto più alto della scogliera e da lì si vedevano le rocce spigolose, alternate ad altre ormai erose dagli agenti atmosferici, che svettavano tra le onde. Radi ciuffi d’erba crescevano qua e là, dove la pietra era meno dura e lasciava spazio a una sottile striscia di terriccio. Il vero protagonista, tuttavia, era l’oceano, che sembrava estendersi fino all’infinito, reso quasi nero dal buio della notte, ma allo stesso tempo rischiarato dalla luna, che faceva apparire argentei alcuni spicchi d’acqua.
Era un luogo magico.
- Teddy, dobbiamo andare, si è fatto tardi -. Dominique scosse delicatamente il ragazzo e gli indicò Villa Conchiglia, dove le luci si erano spente quasi completamente, segno che la festa era giunta al termine.
Lui annuì, seppur a malincuore, e  la ragazza esultò dentro di sé, constatando che quel luogo gli era davvero piaciuto.
Quando giunsero di nuovo alla casa, molti dei loro parenti erano già andati via e Fleur stava dando le disposizioni per la notte.
- Lily, tu dormirai con Dominique e Victoire. James, Albus, voi starete con Louis. Oh, Teddy, mon chère, eccoti qui. Puoi restare anche tu, se vuoi, però dovrai dormire sul divano, nelle camere non c’è abbastanza spazio per tutti.
- Non c’è problema - rispose il ragazzo.
Dominique lo guardò, stupita: non credeva che sarebbe rimasto, considerando che non sarebbe nemmeno voluto venire.
- Dominique, va’ a prepararti per la notte, è molto tardi - le disse sua madre, spingendola sulle scale.
- Va bene, mamma.  Buonanotte, Teddy.
- Buonanotte, Domi.
Teddy alzò una mano in segno di saluto e la ragazza salì al piano di sopra.
- Il bagno è off limits - dichiarò Victoire, infilandosi rapidamente in bagno.
- Ottimo - borbottò Dominique con abbondante sarcasmo, poi si recò in camera propria, dove Lily si era già sistemata su un materasso occasionalmente adagiato a terra.
- Buonanotte, Lily.
- Buonanotte, Domi.
 
La mattina successiva, Dominique si svegliò poco dopo l’alba e scese in cucina, dove sua madre aveva appena iniziato a preparare la colazione.
- Bon jour, Dominique.
- Buongiorno, mamma.
La ragazza afferrò una fetta di pane dal vassoio e vi spalmò della marmellata, poi uscì dalla stanza, tornò in camera, recuperò la sua inseparabile tracolla e scese nuovamente al piano inferiore, dove Teddy stava ancora dormendo.
- Mamma, io esco - disse a Fleur, avvicinandosi alla porta della cucina per non svegliare il ragazzo.
- Va bene, cara, ma sii puntuale per il pranzo, quando arriveranno i tuoi nonni.
Dominique annuì e uscì di casa, incamminandosi sul sentiero per la scogliera.
 Presto raggiunse il posto dove era stata con Teddy la sera prima e si sedette sulla roccia, abbastanza distante dal bordo per essere sicura di non cadere, ma sufficientemente vicina all’oceano per sentire piccole gocce di acqua salata sulla pelle.
- Sapevo di trovarti qui.
La ragazza si voltò e, con suo grande stupore, vide Teddy, che, a pochi passi da lei, le tendeva una mano per aiutarla a rialzarsi.
- Passi molto tempo qui, vero, Domi?
Dominique annuì. - E’ un po’ la mia seconda casa, il mio paradiso estivo.
Il ragazzo si guardò di nuovo intorno e quasi non riconobbe il luogo in cui era stato nemmeno dodici ore prima. All’alba era tutto un altro spettacolo, altrettanto sorprendente.
Il sole, che timidamente iniziava a intravedersi all’orizzonte, produceva un alone chiaro, che illuminava una piccola porzione di acqua, mentre la spiaggia sotto la scogliera era ancora immersa nella semi-oscurità. Il contrasto era strabiliante.
- Questo posto è sorprendente.
- Già.
- Cosa fai quando vieni qui, Domi?
- Di solito leggo -. Dominique estrasse dalla tracolla un libro dalla copertina rossa e lo mostrò a Teddy.
- La magia dell’amore - borbottò lui, leggendo il titolo.
- È un romanzo - gli spiegò la Corvonero, ridendo, poiché la sua espressione lasciava intuire che non avesse mai aperto un librocosì lungo.
- Di cosa parla?
- È la storia di una strega, che, delusa dai maghi, si innamora di un babbano.
- Capisco.
Dominique iniziò a fissare l’oceano, mentre Teddy spostava ritmicamente lo sguardo da lei alle prime pagine del romanzo e viceversa.
- Questa strega potresti anche essere tu, Domi - le disse con finta indifferenza.
- Perché?
- Perché anche tu mi sembri un po’ delusa dai maghi.
- Non da tutti, Teddy, solo da quelli della mia famiglia.
- Posso sapere il motivo?
- Non è facile da spiegare, è che loro sono così ... Grifondoro!
Teddy sorrise, intuendo quello che volesse dire. - Domi, i Grifondoro sono tipi esuberanti e anche un po’ egocentrici, è normale che parlino solo di loro stessi.
Dominique si voltò verso di lui, sorpresa dalla velocità con cui aveva capito il suo problema, e solo allora si ricordò che a Hogwarts era stato un Tassorosso, come sua madre, perciò a suo tempo doveva aver provato anche lui il senso di estraneità che adesso sentiva lei.
- Ci hai mai pensato che siamo le uniche note stonate della scala, Ted?
Il ragazzo la osservò attentamente e, un po’ dal tono amareggiato con cui lo disse, un po’ dal suo sguardo di nuovo rivolto al mare, comprese che stava affrontando la situazione nel modo sbagliato.
- Non devi vederla così, la diversità è un valore. Pensa ai miei genitori, loro erano molto diversi, però si amavano.
- Hai ragione, ma a me essere diversa non porta nessun vantaggio.
Teddy sospirò, rendendosi conto che, nonostante fosse molto matura per la su età, Dominique era ancora una ragazzina e quindici anni non erano abbastanza per capire un concetto che lui stesso aveva compreso solo dopo la fine degli studi.
- Bisogna sempre perdonare i propri nemici. Niente li infastidisce di più - le disse, provando a presentarle l’argomento sotto una prospettiva totalmente diversa.
- Questa frase che c’entra? - esclamò lei, confusa.
- È un modo per sopravvivere in una famiglia interamente Grifondoro, ma, più estesamente, anche una filosofia di vita. Nel tuo piccolo, con Victoire dovrebbe funzionare.
Dominique sorrise, ma non disse niente, lasciando che Teddy continuasse.
- Era un po’ il motto di mia madre, mia nonna me lo ripeteva sempre quando ero piccolo e passavo interi pomeriggi a casa sua.
La Corvonero si fece più attenta.
Aveva sentito parlare di Ninfadora Tonks come la prediletta di uno degli Auror di punta durante la Guerra, ma non sapeva altro di lei.
- Cos’altro sai di tua madre?
- So che era un po’ pazzerella, che aveva i capelli come i miei e che non si arrendeva mai, nemmeno davanti alle missioni più difficili. So che era una strega straordinaria e che era orgogliosa della sua famiglia, che odiava essere chiamata Ninfadora e quando qualcuno lo faceva i suoi capelli diventavano rosso fuoco.
Teddy sorrise e Dominique si sentì strana, inadatta, come se stesse invadendo una sfera troppo personale per essere condivisa.
- Vieni, ti mostro un altro posto, Ted.
I due lasciarono la scogliera, percorsero a ritroso il sentiero che li aveva condotti lassù e, arrivati in prossimità di Villa Conchiglia, continuarono a scendere verso la spiaggia, utilizzando una scalinata di pietra, nascosta tra la vegetazione.
Quando arrivarono in fondo, Dominique si tolse i sandali e proseguì scalza, camminando sui ciottoli mescolati ai granelli di sabbia.
Teddy incespicò per diversi istanti sui lacci delle proprie scarpe, poi la raggiunse di corsa.
- Ahi! - esclamò improvvisamente, togliendosi una spina dal tallone sinistro.
- Fa’ attenzione, in questo tratto di spiaggia ci sono molti gusci di ricci di mare.
- Avresti dovuto dirmelo prima!
- Scusa -. Dominique ridacchiò, guardando il ragazzo che saltellava qua e là, un po’ per il male e un po’ per evitare nuove spine.
- Sai nuotare, vero? - gli chiese, quando giunsero in prossimità di un promontorio, che delimitava la fine della spiaggia.
- Sì, o almeno credo.
- Credi?
- Sì, da piccolo me la cavavo, però sono anni che non faccio una nuotata.
- Allora rispolvera le tue abilità natatorie, proseguiamo a nuoto.
- Cosa?! -. Teddy sgranò gli occhi, sorpreso, mentre la ragazza si sfilava la tracolla e la nascondeva dietro una roccia.
- Dici davvero, Domi?
- Certo. Ti consiglio di lasciare qui l’orologio da taschino, altrimenti potrebbe non resistere all’acqua e nonno Arthur andrebbe su tutte le furie.
Il ragazzo annuì, tolse l’oggetto dalla tasca e lo depositò sopra la borsa di Dominique.
- Bene, possiamo andare, pronto?
- Credo di sì.
- Ottimo. Vedi quella lingua di terra? -. Dominique si alzò in punta di piedi ed indicò la parte finale del promontorio, oscurata in parte da una massiccia parte di roccia sporgente sull’acqua.
Teddy annuì.
 - Per arrivarci dobbiamo sorpassare questa roccia spiovente e l’unico modo per farlo è nuotare.
- Non è pericoloso?
- No, non preoccuparti, Teddy, l’ho fatto tante volte e sono sempre tornata indietro. Devi solo essere certo di prendere abbastanza aria prima di immergerti.
Il ragazzo si passò una mano nei capelli, adesso di un giallo incerto, poco convinto, ma seguì ugualmente Dominique, la quale stava lentamente entrando in acqua, rabbrividendo a ogni passo.
Teddy osservò il suo prendisole azzurro bagnarsi gradualmente e smettere di svolazzare.
Lei si tuffò con grazia e lui provò a imitarla, esibendosi in un salto scoordinato.
- Se nuoti come ti tuffi siamo messi male - lo canzonò Dominique.
- Non prendermi in giro, sono solo un po’ fuori allenamento.
- Se lo dici tu.
La Corvonero si tirò indietro i capelli biondi, appesantiti dall’acqua di mare. - Possiamo nuotare fino a quella roccia, poi dovremo immergerci, per passare sotto la parte spiovente.
- Domi, sei davvero sicura che arriveremo dall’altra parte tutti interi?
- Sì, Ted, te l’ho già detto.
Dominique si allontanò a nuoto e Teddy la seguì, improvvisando qualche goffa bracciata.
- Pronto? - gli chiese lei, fermandosi presso la roccia spiovente.
Lui la raggiunse, ma, quando smise di nuotare e cercò di appoggiare i piedi sul fondale marino, si accorse che non riusciva a toccare.
-  Domi, non ci siamo allontanati troppo? Quant’ è profonda qui l’acqua?
- Teddy, sei proprio un fifone, comunque qui ci saranno circa tre metri d’acqua
 - Oh.
Dominique rise e la sua voce risuonò cristallina nel silenzio dell’oceano. - Forza, SuperTed, se ti spaventi per così poco come farai a diventare Auror?
- Io non sono spaventato, piuttosto sono preoccupato.
- Come vuoi.
La ragazza rise di nuovo, dopodiché sparì sotto il filo della acqua.
Teddy esitò qualche secondo in più, poi respirò profondamente e si immerse.
Quando tornò in superficie, Dominique era a pochi metri da lui e davanti a loro si stagliava l’ultima parte del promontorio.Vista da vicino, era molto più rigogliosa di quanto sembrava e le eriche arrivavano quasi fino alla spiaggia.
Dominique nuotò fino al litorale e Teddy la raggiunse.
Appena i suoi piedi toccarono la terra, il ragazzo si lasciò cadere sulla sabbia.
- Forza, Ted, alzati. Non siamo ancora arrivati -. La Corvonero afferrò Teddy per un braccio e lo strattonò con fare scherzoso, finché lui non si alzò, spolverandosi i vestiti.
I suoi capelli adesso erano dello stesso colore dorato della sabbia.
- Dai, Domi, concedimi un po’ di riposo.
- Non se ne parla -. La ragazza scosse la testa e Teddy simulò teatralmente un infarto, accasciandosi di nuovo a terra.
- Sei proprio scemo - gli disse lei, ridendo.
Lui alzò le spalle, fingendosi offeso, poi si rialzò, afferrò Dominique per la vita e le buttò addosso una manciata di sabbia.
- Brutto mascalzone! -. La ragazza si allontanò, stizzita, e iniziò a correre verso il boschetto di eriche alle loro spalle.
- Aspettami! - le gridò Teddy, inseguendola.
Lei rise e si fermò in prossimità dei primi arbusti, poco lontano da una curiosa cavità tondeggiante, che si apriva nell’ultima parte di roccia.
- Domi, dimmi che non stiamo per entrare lì dentro.
- Invece è proprio quello che faremo, Ted.
Teddy si passò una mano nei capelli e Dominique sorrise, riconoscendo quel gesto familiare, che aveva visto fare innumerevoli volte a zio Harry.
- È un luogo meraviglioso, ti piacerà, vedrai -. La ragazza si chinò per entrare nella cavità e lui la seguì, titubante.
All’interno l’aria si fece subito più fresca e pungente ed il ragazzo rabbrividì.
Si trovavano in un corridoio di roccia, trasudante di umidità, che scendeva sulle pareti in grosse gocce acquose.
Il sole non arrivava a scaldare fin laggiù e il mite tepore della spiaggia era svanito.
Il corridoio sboccava in una grotta più ampia, costellata di cristalli luccicanti sui toni dell’azzurro e del viola, incastonati naturalmente nella roccia, che facevano da sfondo a numerose e imponenti stalattiti.
- Wow - si lasciò sfuggire Teddy, stupefatto.
Dominique sorrise tra sé, soddisfatta, intuendo di averlo sorpreso. - Allora? Non dici altro?
- Questo posto è stupendo, Domi. Ci vieni spesso?
La ragazza annuì. - D’estate è il mio nascondiglio segreto. Quando gli altri giocano a Quidditch o schiamazzano, parlando della Casa di Grifondoro, io vado alla scogliera, oppure vengo qui, per godermi un po’ di tranquillità.
-  Passi così tutte le estati?
- Sì, patetico, vero? -. Dominique incrociò le braccia, amareggiata.
- No... io... non era quello che intendevo dire, - cercò di rimediare Teddy, mortificato, - ma non vorresti avere un po’ di compagnia?
Lei alzò le spalle, con aria indifferente.
- Mi piacerebbe passare un’estate con te - riprese il ragazzo, guardandola.
- Davvero? -. La Corvonero si voltò verso di lui, diffidente.
- Sì, sarebbe bello andare alla scogliera, qui, sulla spiaggia.
Dominique sorrise, felicemente sorpresa, ma non ebbe modo di rispondere, perché un frastuono scosse la grotta, amplificato dall’eco delle pareti.
- Domi, cos’è stato?
- Un tuono, Ted. Qui i temporali estivi sono molto frequenti e anche violenti. Scoppiano improvvisamente, ma passano in massimo dieci minuti.
Teddy si guardò indietro, cercando di scorgere la cavità dalla quale erano entrati e, oltre essa, la pioggia, che, probabilmente, stava già bagnando la spiaggia.
- Non è pericoloso restare qui? - chiese, preoccupato.
- No, o almeno non quanto lo sarebbe se fossimo sulla spiaggia o in mare, - spiegò la ragazza, - però è meglio se ci spostiamo, queste rocce potrebbero franare.
Come evocato dalla sua voce, un nuovo tuono fece fremere la grotta e un grosso blocco di pietra si staccò dalla parete, vicino a Teddy.
Lui si allontanò con un balzo e strattonò Dominique, trascinandola a terra.
- Porca miseria, la mia bacchetta! - esclamò, indicando alla ragazza l’oggetto, schiacciato sotto un grande sasso e ormai inutilizzabile.
- Miseriaccia - mormorò lei.
- Hai la tua? - le chiese Teddy, speranzoso.
Dominique scosse la testa. - No, l’ho lasciata nella tracolla.
Il mago si alzò, pulendosi le mani sui pantaloni, e provò a spostare le rocce franate, che ora ostruivano il corridoio, ma con scarsi risultati.
- Siamo bloccati qui. Fantastico - dichiarò dopo qualche minuto, lasciandosi cadere nuovamente a terra, accanto a Dominique, la quale cercò di rassicurarlo.
- Non preoccuparti, ho detto a mia madre che sarei rientrata in tempo per il pranzo e vedrai che, quando non mi vedrà, verrà a cercarmi. Mio padre conosce questo posto, ci troveranno senz’altro.
Teddy annuì. - Aspettiamo.
- Sì, aspettiamo - ripeté la ragazza, giocherellando con un lembo del prendisole.
Entrambi tacquero e il ritmico plin plin della pioggia sulla roccia, all’esterno della grotta, divenne l’unico rumore.
- Perché non mi racconti meglio la trama di quel libro, Domi? - propose il ragazzo, per rompere il silenzio.
Lei annuì. - Va bene, tanto probabilmente non sono nemmeno le nove e come minimo dovremo stare qui altre tre ore.
- Come si chiama la protagonista? - la incalzò subito lui.
- Cassie - rispose Dominique, sorridendo di fronte alla curiosità di Teddy.
- Carino come nome. Comincia a raccontare -. Il mago incrociò le gambe e si spostò, sedendosi di fronte alla ragazza.
- Cassie è una giovane strega diciottenne, appena diplomata a Hogwarts, nella Casa di Corvonero, con il grande sogno di diventare Medimaga. Riesce a ottenere un posto come apprendista di un celebre Medimago, ma presto si rende conto che, nonostante sia qualificata, altri apprendisti la prevaricano, perché sono figli di personalità di rilievo o amici delle persone giuste, così, delusa dal Mondo magico, sceglie di abbandonarlo e di rifugiarsi in quello babbano. Qui conosce William e il finale mi sembra scontato.
Teddy aggrottò la fronte. - Scontato?
- Certo. I due si innamorano e Cassie non torna più nel Mondo magico - rispose convinta la ragazza.
- Perché dici che è scontato? - insistette lui.
- Perché tutti i romanzi che si rispettino hanno una morale, anche se nascosta.
- E quella di questo romanzo qual è?
Dominique aspettò diversi minuti prima di rispondere, durante i quali osservò attentamente Teddy, che la fissava incuriosito, mentre i suoi capelli diventavano ora rosa, ora gialli.
- Che il Mondo magico attuale fa schifo - disse, infine.
Teddy inarcò le sopracciglia, contrariato. -  Non credo che sia questa, Domi.
La Corvonero gli riservò uno sguardo scettico, ma non disse niente e lasciò che continuasse.
- Secondo me, il romanzo vuole farci capire che l’amore supera anche le differenze - riprese il mago, accennando un sorrisetto.
- Un’interpretazione ... romantica - biascicò Dominique, sorpresa.
Teddy non rispose e si passò una mano nei capelli, adesso rosati, scompigliandoli.
- Parlami ancora dei tuoi genitori, - gli chiese improvvisamente la ragazza, - raccontami qualcos’altro di loro, come si sono conosciuti, gli ostacoli che hanno dovuto affrontare per la loro diversità.
Lui sorrise e acconsentì. - In realtà non so con certezza come si sono conosciuti, ma probabilmente attraverso l’Ordine della Fenice. So che mio padre non voleva avere nessuna storia d’amore, a causa della sua condizione di licantropo, però mia madre era molto testarda, non le importava dell’opinione della gente e lui per lei era comunque speciale, non diverso, solo speciale.
Dominique tacque e lui aggiunse:
- Un po’ come Cassie e William. Non c’è niente di più diverso di una strega e un babbano, eppure alla fine del romanzo i due sono felici.
- Mi sarebbe piaciuto conoscere tua madre - disse la ragazza, dopo diversi attimi di silenzio.
- Le saresti piaciuta, al contrario di Victoire - replicò Teddy con convinzione.
- Davvero? -. Dominique gli rivolse uno sguardo indagatore, ma lui notò lo stesso il bagliore orgoglioso che illuminava i suoi occhi.
- Sì, mia madre avrebbe odiato Victoire, così fissata con trucco e parrucco.
I due ragazzi risero di gusto e il tempo nella grotta parve scorrere più in fretta.
- Non so come hai fatto a stare per quasi cinque anni con mia sorella - si lasciò scapppare la
Corvonero e il mago, preso alla sprovvista, non rispose.
- Voglio dire, lei non mi sembra il tuo tipo - aggiunse Dominique, imbarazzata.
Lui scrollò le spalle. - Hai ragione, adesso me ne rendo conte anch’io.
La strega sorrise, sollevata, e Teddy le si avvicinò, tornando a sedersi accanto a lei.
Adesso le loro spalle si toccavano.
- Mia nonna mi dice sempre che sono molto simile a mia madre, anche se ho preso qualcosa pure da mio padre, quindi credo che mi servirebbe una ragazza del tutto diversa da Victoire, una che abbia una mente brillante, dei valori radicati e un fascino naturale -. Mentre lo diceva, il ragazzo fissava la parete opposta della grotta, ma nella sua mente visualizzava l’immagine di Dominique, dei suoi capelli biondi mossi dal vento, del suo prendisole svolazzante e del suo viso senza trucco.
Da parte sua, Dominique teneva lo sguardo immobile sui capelli di Teddy, che adesso erano di un rosa molto intenso, quasi fucsia, aspettando, trepidante, che lui continuasse.
- Una un po’ come te - concluse il mago, sottovoce.
La ragazza sorrise e, quando lui si voltò a guardarla, lo baciò, senza pensarci due volte.
Per un curioso scherzo del destino, proprio in quel momento un potente Bombarda ridusse in briciole le rocce che ostruivano il passaggio.
I due si allontanarono immediatamente, frastornati, e Bill Weasley si precipitò nella grotta, abbracciando calorosamente entrambi.
- Miseriaccia, Dominique, a tua madre è quasi venuto un infarto, quando non ti ha vista rientrare.
La ragazza ricambiò l’abbraccio del padre, ma cercò gli occhi di Teddy oltre le sue spalle.
-  Forza, andiamo, i nonni arriveranno a momenti e non c’è bisogno di allarmarli -. L’uomo strizzò l’occhio alla figlia, lasciandole capire che quel piccolo incidente sarebbe rimasto tra loro, e si incamminò all’esterno del tunnel di roccia, sulla spiaggia, dove la sabbia era ancora umida.
Mentre facevano ritorno a Villa Conchiglia, Teddy osservò nuovamente il paesaggio.
Erano gli stessi luoghi che aveva attraversato con Dominique, qualche ora prima, solo che adesso gli sembrava che tutto rispecchiasse lei, soprattutto il mare.
Il mare era decisamente il suo elemento: era fresco, spumeggiante, caparbio e imprevedibile, ora piatto, ora burrascoso e aveva persino il suo stesso sapore, salato e allo stesso tempo coinvolgente.
Quando arrivarono in prossimità della casa, Dominique si allontanò per recuperare la propria tracolla e riportò a Teddy il suo orologio da taschino.
Lui accennò un sorriso incerto e lei lo ricambiò, risalendo in fretta le scale che portavano a Villa Conchiglia, dove Fleur li stava già aspettando sulla porta.
- Dominique, mon Dieu, sei impazzita? Dov’eravate finiti? - esclamò la donna, strapazzando la figlia in un abbraccio esageratamente lungo e spostando ritmicamente lo sguardo da lei a Teddy.
- Si erano solo allontanati troppo dalla spiaggia, è tutto a posto, Fleur - intervenne Bill, passando affettuosamente un braccio intorno alle spalle della moglie e riconducendola in casa, poi si voltò leggermente verso Dominique e le strizzò di nuovo l’occhio, ammiccando a lei e a Teddy,
- Ehm ... credo che tuo padre abbia capito ... insomma ... noi ... - balbettò imbarazzato il mago, passandosi freneticamente una mano tra i capelli, adesso di un porpora vivo.
La ragazza annuì, arrossendo, e guardò altrove, cercando di dissimulare il disagio.
- Sono arrivati i nonni - disse, indicando le sagome di Arthur e Molly Weasley, che, sul portico di Villa Conchiglia, stavano chiacchierando con zelo con Bill e Fleur.
- Andiamo -. Teddy offrì il braccio a Dominique e lei vi si appoggiò, riden
do.

Forse il Mondo magico non è poi così male.


Fatemi sapere che ne pensate ... visto che siete arrivati fino a quiXD

Evelyne.















  
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