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Autore: vampirella    27/07/2013    2 recensioni
La Earth Studios, una delle più grandi case di produzione cinematografica di Hollywood, ha deciso di realizzare come film di punta dell'anno una libera interpretazione del film 'All That Jazz'. L'azienda, ormai a rischio di commissariamento per gli eccessivi scialaqui nella produzione di film ridicoli, ha scelto il migliore team possibile che potesse permettersi per portare a termine il lavoro.
Toccherà a Lucy, giovane produttore esecutivo, realizzare il progetto cercando di far lavorare assieme attrici alcoliste, costumiste sull'orlo di una crisi di nervi e macchinisti con ridotta capacità di gestire la rabbia, il tutto in compagnia del suo peggior nemico.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Mama always said life was like a box of chocolates. You never know what you're gonna get - Forrest Gump (1994)


Nei cinque anni passati a lavorare nello sfavillante mondo di Hollywood ero stata solo due volte da Gregory Hackman: la prima per essere presentata e la seconda per ricevere la promozione tanto agognata di assistente alla produzione. Era ovvio perciò provare una sorta di agitazione mentre aspettavo in silenziosa attesa su una delle orribili sedie di plastica dell’anticamera dell’ufficio del manager: generalmente si incontravano i dirigenti dei piani alti solo per motivi estremamente importanti, e non essendoci posti vaganti per fare un passo avanti nella mia carriera temevo che la convocazione portasse brutte notizie.

- Sig.ina Fregis, il sig. Hackman può riceverla ora. - la segretaria si rivolse a me con voce metallica e impersonale. Sorrisi a stento ed entrai nel fresco ufficio del mio capo.

Tecnicamente Hackman non era il mio capo. Era il capo del mio capo. La cosa non faceva che aumentare le mie preoccupazione, nonostante tutto cercai di apparire a mio agio e professionale.

Hackman mi aspettava in piedi vicino al suo bonsai, intento a prendersi cura della pianta. Gregory Hackman era uno degli ultimi manager della vecchia guardia. Si distingueva dai giovani yuppie dall’astio che mostrava nei confronti delle nuove tecnologie e alla propensione ad analizzare ogni problema valutando tutte le opzioni possibili in maniera razionale. I giovani erano troppo impulsivi, convinti che i colpi di testa fossero il parto della loro genialità e non della loro eccessiva arroganza.

- Buongiorno, signore. - salutai con un cenno del capo, incerta se avvicinarmi o meno. Hackman pose l’annaffiatoio vicino alla pianta e mi sorrise bonariamente, accennandomi a prendere posto su una sedia posta davanti alla scrivania.

I convenevoli erano tempo perso per il dirigente, ma proprio per questo suo pragmatismo era amato da molti. - Lucy, da quanto tempo ci conosciamo noi due? -

- Cinque anni. - risposi prontamente, sebbene nella mia mente cominciasse a palesarsi l’idea del licenziamento. Iniziano così i discorsi di licenziamento, giusto?

L’uomo annuì, incoraggiante. - Esattamente. Ho seguito con interesse l’evoluzione della tua carriera in questi anni. Nonostante provenissi da un background lavorativo estremamente diverso ti sei data da fare e hai cominciato e ti sei creata un nome all’interno dell’azienda. Sei diventata assistente produttore esecutivo e hai cominciato a portare avanti progetti sempre più importanti. Hai sempre lavorato duro e bene e questo te lo devo riconoscere. -

Inspirai a fondo. ...ma il tuo lavoro qui è finito. Mi chiedevo quanto ci avrebbe messo a sputarlo fuori.

L’uomo abbassò lo sguardo verso le sue carte, le rughe che improvvisamente risaltavano intorno agli occhi. - La Earth Studios è stata una grande azienda cinematografica fin dai primi anni ‘20. Ha sempre proposto progetti d’avanguardia, film d’elite e storie che valeva la pena portare sul grande schermo. Molti fra i più grandi registi, attori, musicisti e scenografi han trovato rifugio in questa azienda per compiere grandi capolavori. Simon Earth, fondatore di quest’azienda, credeva nell’immenso potere che l’intrattenimento possiede sulla massa e sapeva come fosse arduo trasmettere importanti messaggi attraverso le pellicole, e proprio per questo sono orgoglioso di far parte di questa casa cinematografica… -

- Sig. Hackman, potrebbe, per favore… - accennai timidamente. - …insomma, se devo essere licenziata preferirei saperlo il prima possibile. -

L’uomo sbattè le palpebre un paio di volte, confuso.

- Licenziata? Perchè mai? -

- Tutti sanno che la Earth è nei guai. - mi trattenni nel dire che era nella merda, nonostante rendesse meglio l’idea. - I licenziamenti arriveranno presto, lo sappiamo tutti. Pensavo… -

- Siete a conoscenza del debito contratto e della mancata copertura delle banche, vero? -

- Cosa? - stavolta ero io a essere confusa. - Girano delle voci, ma non abbiamo realmente idea…voglio dire, non si sono ancora mossi i sindacati… -

- Si metteranno sul piede di guerra molto presto. - aggiunse preoccupato l’uomo. Si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro vicino alla scrivania, assorto nei suoi pensieri. - La Earth Studios è a un passo della bancarotta. Da quando Simon ha abbandonato le redini della compagnia per godersi la pensione è cominciata la spirale depressiva. Tante valide persone han lavorato sodo perchè si potesse consegnare ai circuiti di distribuzione prodotti di qualità, ma all’interno del consiglio di amministrazione l’istinto puramente commerciale ha trionfato sulla mission dell’azienda. -

- Allude a quelle squallide commedie stile American Pie? -

- Non solo quelle, purtroppo. - il sig. Hackman si tolse gli occhiali e se li pulì con un lembo della giacca. - L’avventura dei reality show, l’acquisto di una piccola casa cinematografica specializzata in pornosoft e tanti altri pastrugni che non voglio ricordare. - l’uomo si risedette davanti a me. - Siamo a un passo dal commissariamento, o peggio ancora, dall’acquisto a prezzo stracciato da parte di una delle altre grandi major. Una fusione che porterebbe alla perdita di molti posti di lavoro. -

Mi resi conto di aver trattenuto il respiro durante quell’ultima frase. Deglutii. - Cosa ci faccio qui, allora? -

Hackman mi lanciò un’occhiata del tipo sapevo che eri una tipa sveglia. Mi passò un copione.

- Showtime. E’ un film? - sfogliai distrattamente le pagine fresche di stampa.

- E’ la nostra unica salvezza. Questo progetto può permetterci di arrivare alle vette delle classifiche dei botteghini e nello stesso tempo vincere un Oscar. -

Gli lanciai un’occhiata di sbieco. - Non crede di stare esagerando? -

- E’ una bomba. - sottolineò lui, indicando il titolo della copertina con il dito. - Ne ho letti di copioni nella mia vita, e questo ha tutti i numeri per essere il primo capolavoro del XXI secolo. -

- Di cosa parla? -

- E’ uno spaccato del mondo di Hollywood. Una storia di attori che vivono le loro vite sullo sfondo delle riprese del film che stanno girando… -

- …come se fosse una trama originale. -

- Ma questa ha un taglio diverso. - abbassò la voce. - Questa racconta la verità. -

Le mie sopracciglia si alzarono di più. - La verità? Sul serio? -

- Già. -

- Non si inimicherà un po’ troppa gente, così? -

- Del tipo? -

- Gente dello showbusiness, l’industria dello spettacolo, attori e agenti. -

- Siamo disperati, perchè preoccuparsi delle conseguenze? - Hackman alzò occhi e bracci al cielo. Sul mio volto comparve un sorriso trattenuto per l’ilarità della scena.

- Capisco, ma ancora non so perchè sono qui. -

- Voglio che tu sia il produttore esecutivo di questo film, Lucy. -

Questo proprio non me lo aspettavo. Alzai lo sguardo dal copione e lo piazzai sull’uomo. - Ma io ho già un progetto in pista e, ancora più importante, non sono un produttore esecutivo. -

- Già, mi hanno detto che stai lavorando a un film di animazione. Beh, è sospeso, come molti dei progetti che non riusciamo più a sostenere economicamente. Per quanto riguarda il tuo incarico, sei un produttore da questo preciso istante. Benvenuta fra i pezzi grossi. -

Hackman pensava di averla risolta così, promuovendomi circa un quarto d’ora dopo aver pensato seriamente di aver perso il lavoro.

- Signore, con tutto il rispetto, io non credo di essere pronta. Ci sono un sacco di P.E con molta più esperienza di me nell’azienda. -

- Costano troppo. - rispose l’uomo con leggerezza. - E non sono bravi come te. Credimi, ti sottovaluti un po’ troppo. -

- Come fa a dirlo? -

- Ho in mano le statistiche sull'efficienza del personale. I tuoi progetti sono sempre usciti puntualmente con le date di release ufficiali e non hai mai sforato nei bugdet. Non so come tu faccia ma tu sei proprio ciò che mi occorre, specialmente adesso che stiamo concedendo al film tutta la liquidità di cui siamo a disposizione. -

Aprii la bocca, shoccata. - Puntate tutto su questo film? E se fallissimo? -

- Non possiamo fallire, è questo il punto. -

Mi alzai dalla sedia cercando di respirare profondamente per evitare che avessi una crisi di panico. - Ok, diciamo che io abbia accettato… - annunciai prudentemente. - Dovrei stilare una lista del personale. Scegliere la mia squadra per questa pellicola. -

- Temo di dover dissentire. - Hackman si alzò e mi consegnò una cartelletta voluminosa. - Abbiamo messo in piedi una crew che ci permettesse di ridurre gli sprechi. Questi sono i tuoi uomini. -

Sfogliai le prime pagine. Gli attori erano già stati scritturati. - Louis Greene? E’ questa la vostra idea di risparmio? E’ uno degli attori più quotati di Hollywood, pietra miliare del cinema americano! -

- Louis ha accettato di lavorare a un terzo del compenso abituale poichè crede fermamente nel progetto. -

- Sarà…Adrienne Leferoux? Ma non era in rehab? -

- Sono felice di annunciarti che non è più un’alcolista ormai da qualche mese. -

- Per fortuna, eh? Vedo che vi siete presi anche Paul Devon. E’ un buon acquisto. -

Il manager si limitò a sorridere. Andai alla sezione tecnica.

- Questo è fuori questione. Non potete fare lavorare Tom e Lin assieme. - Tom Russell era il capotecnico dei macchinisti mentre Lin era il capo costumista. I due erano stati assieme per un paio d’anni per poi rompere disastrosamente alcuni mesi prima.

- Sono professionisti, sapranno separare la loro sfera privata da quella lavorativa. -

- Per il resto sono soddisfatta. - girai le pagine fino all’ultima. La regia.

- Omioddio. - guardai meglio. Non potevo crederci.

- No, io mi rifiuto. - sbattei il plico sulla scrivania e incrociai le braccia al petto. L’uomo sospirò sonoramente. - Io con McKenzie non lavoro. Quell’uomo è uno psicopatico. -

- Io direi che come ogni genio ha le sue stravaganze, e comunque non credo sia quel nome che ti da’ fastidio. -

Non risposi, colpita nell’orgoglio.

- Lucy, vorrei solo che ti rendessi conto di quanto importante sia questo progetto. Per tutti noi. Se neanche ci proviamo a queste condizioni, che so sono estremamente vincolanti, beh, tanto vale dirichiare la sconfitta e cominciare a mandare tutti a casa. -

Mi morsi il labbro inferiore e ripresi in mano il copione. Showtime.

- Suppongo di non poter dire di no. -

Hackman si avvicinò e mi diede una pacca sulle spalle. - Sapevo che avresti capito. Inizi domani. -

- DOMANI? Io non sono pronta, non ho un’agenda, un piano di produzione! - strillai, incapace di controllare. Un progetto del genere doveva essere attentamente ponderato, valutato in ogni sua parte. Occorrevano scenari di spesa, calendari per la gestione delle risorse, meeting su meeting per coordinare video e sonoro, mentre l'uomo mi diceva di partire a occhi chiusi, senza neanche avere idea di come portare avanti la cosa, per il film più importante dell'azienda. Stavamo saltando nel buio e non mi dava neanche una rete di protezione!

- Sono sicuro che riuscirai a controllare tutto, cara. - L’uomo mi accompagnò alla porta. - Hai 9 mesi prima di mandare tutto al montaggio. Se hai qualsiasi problema non esitare a contattarmi, ti fornirò ogni aiuto possibile. Per prima cosa incontrerai gli attori e il regista domani. Fammi sapere com’è andata. -

E senza neanche aspettare una risposta mi chiuse la porta in faccia.



E' da qualche tempo che mi interesso al mondo del cinema. Insieme alle riflessioni che ho fatto dopo aver visto All that Jazz (da cui è tratto il titolo di questa storia) ho deciso di scrivere una storia su questo pazzo pazzo mondo. Spero solo di non perdermi nella trama. E' la prima volta che scrivo un originale quindi fatemi sapere come va!
Penso posterò ogni settimana gli aggiornamenti e ho deciso di linkarvi i ritratti dei vari personaggi (per come credo dovrebbero essere!)
Per prima cosa introduco Lucy Fregis e Gregory Hackman. Se vi state chiedendo perchè Lucy ha un cognome così 'strano', beh, lo scoprirete durante il racconto.
Alla prossima!

   
 
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