Galeotta fu la cipolla.
«Quell’idiota
di un Marimo!»
Sanji
si trovava nella sua adorata cucina, intento a sminuzzare verdure ed inveire
contro Zoro, come sua abitudine; stavolta però gli tremavano le mani ed usava
il coltello con eccessiva forza.
«Questa
volta ha davvero esagerato: me la pagherà, eccome se me la pagherà!!»
Sapeva
che il suo nakama non brillava certo per sagacia, ma non poteva credere che
fosse tanto tonto; era arrivato persino ad indossare un ridicolo copricapo a
forma di palla pur di fare coppia con lui- sebbene avesse lasciato intendere di
averlo fatto per Nami- e lui cosa fa? Il solito villano deficiente?!
Difatti
un’oretta prima:
La mattina dopo la partenza da Longring
Longland e dalla tensione accumulata tra il Davy Back Fight e l’incontro con
Aokiji, la
Going Merry solcava placidamente il mare; l’equipaggio aveva ritrovato la sua
serenità ed ognuno di loro aveva ripreso le sue abitudini. Rufy ed Usopp si
preparavano a pescare, Nami e Robin prendevano il sole sul ponte della nave,
Chopper leggeva un libro di medicina e Zoro sonnecchiava beato mentre Sanji
aveva finito di preparare un fresco cocktail per servirlo alle sue dee.
«NAMIIIIII-SWAAAAAAN!!!!
ROBIN-CHWAAAAAAN!!!!! Il vostro Mister Prince ha preparato delle deliziose
bevande per voi!!!»
Le ragazze ringraziarono affabilmente il
biondo e si servirono, rifiutando le proposte lascive del ragazzo.
«Idiota di un damerino devi per forza
renderti ridicolo già di prima mattina?C’è gente che vorrebbe dormire …»
Lo spadaccino si era svegliato in
quel momento e puntualmente colse l’occasione per provocare il compagno; dal
suo canto quest’ultimo non poteva certo lasciargliela vinta, i loro erano
duelli verbali, mica battute fugaci da lasciar correre.
«Che faccia tosta che hai, Marimo! Nessun
altro dorme tranne te, per cui pensa agli affari tuoi: vattene a vegetare da
qualche altra parte e non disturbare me e le mie sirene!»
«Come osi cuocastro? Uno di questi
giorni ti farò a fette, vedrai! E per la cronaca se la tua sgraziata voce mi
impedisce di riposare, allora le tue pagliacciate diventano affar mio!»
«Ma sentilo! Non credevo avessi il
sonno tanto leggero, testa di verza: piuttosto non sarà che sei geloso?», disse
Sanji con un sorriso furbo, sperando di aver colto nel segno.
«Geloso io? E di chi? Di quella
strega? O di Robin? Ahahahah! Ridicolo …», rispose Zoro ghignando soddisfatto,
non capendo di aver commesso un imperdonabile errore. L’espressione del biondo
si fece improvvisamente dura, raccolse rapidamente i bicchieri vuoti e se ne
andò dando dell’idiota troglodita al verde; inutile dire quanto la sua reazione
abbia sbalordito il ragazzo, nonché Nami che era già pronta per intervenire,
mentre Robin si limitò a stendersi sorridendo.
«Dunque
è così bassa la considerazione che ha di me? Tanto da pensare di poter essere
geloso delle altre, ma non di me? Bene, gliela farò vedere io, lo riempirò di
calci, giuro!»
Mentre
continuava a sfogarsi in cucina, Sanji sentiva gli occhi pizzicargli, le
lacrime spingevano per uscire e bagnargli il pallido viso: cercò di ignorarle e
prese a sbucciare una cipolla, sentendo un bruciore ancor più forte agli occhi,
tanto che alla fine si concesse un pianto silenzioso.
Ad
un tratto udì dei passi nel corridoio avvicinarsi sempre più alla porta, così
dovette riprendere le sue faccende a dispetto del suo umore: avrebbe
riconosciuto il proprietario di quell’andatura ovunque, decise dunque che gli
avrebbe dato le spalle per non farsi beccare mentre piangeva.
In
quell’istante la porta si aprì e Zoro rimase un attimo fermo sull’uscio, poi
prese aria per parlare, quando rimase basito nel sentire il biondo tirare su
col naso; aveva capito di aver ferito il suo nakama- anche se non sapeva bene
come-, ma non si sarebbe mai aspettato di sentirlo piangere, per cui si
avvicinò cauto, non sapendo di preciso cosa dire.
«Ohi
cuoco …»
Nessuna
risposta.
«Te
la sei presa per quello che ho detto sul ponte?»
Ancora
nulla; il verde si mosse ancora fino a trovarsi alle sue spalle.
«Andiamo,
non esagerare: ci siamo detti cose molto peggiori …»
Silenzio.
«Idiota
di un damerino, la vuoi piantare di fare così? Cosa vuoi che ti dica? Mi
dispiace …»
Sanji
tirò nuovamente su col naso, ma continuò imperterrito a tagliare la cipolla
senza degnare il compagno di una risposta; a quel punto lo spadaccino non
sapeva più che altro dire, era un uomo d’azione lui.
Così
lo prese per un braccio, lo fece voltare bruscamente e, senza dargli il tempo
di reagire lo baciò appassionatamente; il cuoco rimase immobile per un secondo,
poi non poté fare a meno di ricambiare con trasporto. Furono costretti a
separarsi per prendere aria, poi il biondo prese il tagliere con un ghigno e lo
mise davanti agli occhi del nakama.
«Giusto
perché tu lo sappia Marimo, non piangevo per te, ma perché stavo affettando
questa; però potrei usarla più spesso, se ci guadagno un bacio ogni volta …»
«Sei
un deficiente! Cuocastro della maloraaaa!», disse Zoro rosso per la vergogna, e
se ne andò sbattendo la porta mentre il biondo rideva di gusto: non avrebbe mai
ammesso che stava singhiozzando a causa sua, era un segreto tra lui e la
cipolla.