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Autore: Chloe R Pendragon    27/07/2013    4 recensioni
Come farà Zoro a farsi perdonare da Sanji dopo l'ennesima lite? Lo scoprirete in questa storia! ^^
Questa è la mia prima ZoroxSanji, per cui invoco la vostra clemenza: fatemi sapere che ne pensate! *.*
Chiedo scusa per il flop di prima, questa volta giuro che troverete pure il testo: buona lettura!
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Galeotta fu la cipolla

Galeotta fu la cipolla.

«Quell’idiota di un Marimo!»

Sanji si trovava nella sua adorata cucina, intento a sminuzzare verdure ed inveire contro Zoro, come sua abitudine; stavolta però gli tremavano le mani ed usava il coltello con eccessiva forza.

«Questa volta ha davvero esagerato: me la pagherà, eccome se me la pagherà!!»

Sapeva che il suo nakama non brillava certo per sagacia, ma non poteva credere che fosse tanto tonto; era arrivato persino ad indossare un ridicolo copricapo a forma di palla pur di fare coppia con lui- sebbene avesse lasciato intendere di averlo fatto per Nami- e lui cosa fa? Il solito villano deficiente?!

Difatti un’oretta prima:

 

La mattina dopo la partenza da Longring Longland e dalla tensione accumulata tra il Davy Back Fight e l’incontro con Aokiji, la Going Merry solcava placidamente il mare; l’equipaggio aveva ritrovato la sua serenità ed ognuno di loro aveva ripreso le sue abitudini. Rufy ed Usopp si preparavano a pescare, Nami e Robin prendevano il sole sul ponte della nave, Chopper leggeva un libro di medicina e Zoro sonnecchiava beato mentre Sanji aveva finito di preparare un fresco cocktail per servirlo alle sue dee.

«NAMIIIIII-SWAAAAAAN!!!! ROBIN-CHWAAAAAAN!!!!! Il vostro Mister Prince ha preparato delle deliziose bevande per voi!!!»

Le ragazze ringraziarono affabilmente il biondo e si servirono, rifiutando le proposte lascive del ragazzo.

«Idiota di un damerino devi per forza renderti ridicolo già di prima mattina?C’è gente che vorrebbe dormire …»

Lo spadaccino si era svegliato in quel momento e puntualmente colse l’occasione per provocare il compagno; dal suo canto quest’ultimo non poteva certo lasciargliela vinta, i loro erano duelli verbali, mica battute fugaci da lasciar correre.

«Che faccia tosta che hai, Marimo! Nessun altro dorme tranne te, per cui pensa agli affari tuoi: vattene a vegetare da qualche altra parte e non disturbare me e le mie sirene!»

«Come osi cuocastro? Uno di questi giorni ti farò a fette, vedrai! E per la cronaca se la tua sgraziata voce mi impedisce di riposare, allora le tue pagliacciate diventano affar mio!»

«Ma sentilo! Non credevo avessi il sonno tanto leggero, testa di verza: piuttosto non sarà che sei geloso?», disse Sanji con un sorriso furbo, sperando di aver colto nel segno.

«Geloso io? E di chi? Di quella strega? O di Robin? Ahahahah! Ridicolo …», rispose Zoro ghignando soddisfatto, non capendo di aver commesso un imperdonabile errore. L’espressione del biondo si fece improvvisamente dura, raccolse rapidamente i bicchieri vuoti e se ne andò dando dell’idiota troglodita al verde; inutile dire quanto la sua reazione abbia sbalordito il ragazzo, nonché Nami che era già pronta per intervenire, mentre Robin si limitò a stendersi sorridendo.

 

«Dunque è così bassa la considerazione che ha di me? Tanto da pensare di poter essere geloso delle altre, ma non di me? Bene, gliela farò vedere io, lo riempirò di calci, giuro!»

Mentre continuava a sfogarsi in cucina, Sanji sentiva gli occhi pizzicargli, le lacrime spingevano per uscire e bagnargli il pallido viso: cercò di ignorarle e prese a sbucciare una cipolla, sentendo un bruciore ancor più forte agli occhi, tanto che alla fine si concesse un pianto silenzioso.

Ad un tratto udì dei passi nel corridoio avvicinarsi sempre più alla porta, così dovette riprendere le sue faccende a dispetto del suo umore: avrebbe riconosciuto il proprietario di quell’andatura ovunque, decise dunque che gli avrebbe dato le spalle per non farsi beccare mentre piangeva.

In quell’istante la porta si aprì e Zoro rimase un attimo fermo sull’uscio, poi prese aria per parlare, quando rimase basito nel sentire il biondo tirare su col naso; aveva capito di aver ferito il suo nakama- anche se non sapeva bene come-, ma non si sarebbe mai aspettato di sentirlo piangere, per cui si avvicinò cauto, non sapendo di preciso cosa dire.

«Ohi cuoco …»

Nessuna risposta.

«Te la sei presa per quello che ho detto sul ponte?»

Ancora nulla; il verde si mosse ancora fino a trovarsi alle sue spalle.

«Andiamo, non esagerare: ci siamo detti cose molto peggiori …»

Silenzio.

«Idiota di un damerino, la vuoi piantare di fare così? Cosa vuoi che ti dica? Mi dispiace …»

Sanji tirò nuovamente su col naso, ma continuò imperterrito a tagliare la cipolla senza degnare il compagno di una risposta; a quel punto lo spadaccino non sapeva più che altro dire, era un uomo d’azione lui.

Così lo prese per un braccio, lo fece voltare bruscamente e, senza dargli il tempo di reagire lo baciò appassionatamente; il cuoco rimase immobile per un secondo, poi non poté fare a meno di ricambiare con trasporto. Furono costretti a separarsi per prendere aria, poi il biondo prese il tagliere con un ghigno e lo mise davanti agli occhi del nakama.

«Giusto perché tu lo sappia Marimo, non piangevo per te, ma perché stavo affettando questa; però potrei usarla più spesso, se ci guadagno  un bacio ogni volta …»

«Sei un deficiente! Cuocastro della maloraaaa!», disse Zoro rosso per la vergogna, e se ne andò sbattendo la porta mentre il biondo rideva di gusto: non avrebbe mai ammesso che stava singhiozzando a causa sua, era un segreto tra lui e la cipolla.

  
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