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Autore: Fujikofran    27/07/2013    2 recensioni
Ryo sta aspettando Shan In seduto al Cat's Eye e nel frattempo cerca di nascondere una sua strana paura, dopo aver saputo che Kaori rivive in quella ragazza. Lui non vuole credere a questa vicenda, perché la donna che amava era morta proprio tra le sue braccia. E nel frattempo ripercorre i suoi pensieri, come se facesse nuovamente una dichiarazione d'amore alla sua amata. Brano da ascoltare durante la lettura: "Miss you" di Haddaway
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryo Saeba, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Angel Heart
- Questa storia fa parte della serie 'Angel Heart-Oltre la realtà tangibile'
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 photo RyoandShan-in.jpg Finalmente sembrava tutto perfetto, dopo che avevamo deciso di fare un passo importante. Quel passo. Anzi, mi ero deciso, perché ero io quello che esitava, che si mostrava indifferente a te, che invece avevi preso il posto della mia vita, impadronendoti di ogni mia cosa, dal mio risveglio fino a quando non chiudevo gli occhi per non dormire, per pensarti ogni attimo in cui mi rendevo conto di non esistere più, se non in funzione di quello che eri tu, di ogni tuo gesto, parola o semplicemente di uno sguardo. Tutto il tempo in cui avevo finto di non considerarti il centro della mia totale esistenza -perché avremmo potuto amarci dal momento in cui avevamo capito di essere una sola persona, anzi, che tu eri me, perché non riuscivo a percepirmi se non in tua presenza- era stato gettato all’aria, sintetizzandosi nel mio comportamento da cretino, che ti portava a soffrire e perciò a sentirmi male io per primo. Mi mostravo così, perché ero un codardo, che aveva paura di non proteggerti abbastanza e quindi di perderti. Avevo il timore che ti facessero del male, poiché facendolo a te avrebbero colpito me: chiunque, anche il malvivente più insensibile, aveva capito che il mio unico pensiero eri tu, il mio unico amore, più forte di quello per la mia stessa vita. Ma, forse, avevo semplicemente paura che non mi amassi come ti amavo io, che quello che sentivi per me fosse soltanto una “cotta”, come capita a una ragazzina nei confronti di un uomo, perché quando ci eravamo conosciuti tu eri davvero una ragazzina e io un giovane uomo e quando si è adolescenti non si ha ancora una percezione ben definita dell’amore, se non idealizzato nell’anticamera di una probabile disillusione. Credevo che la tua infatuazione non fosse pari al mio annullamento verso di te, perché ero già grande e conoscevo molti più aspetti legati a ciò che si prova quando si ama qualcuno. E poi quel tempo sprecato ci aveva restituito tutto il giorno in cui avevamo deciso di metterci insieme sul serio, di andare oltre i nostri sguardi, le nostre parole dolci e gli abbracci colmi di affetto. Eravamo finalmente una coppia, la più bella, la più felice, la più innamorata o almeno era quello che sentivamo da quando ci eravamo amati fino in fondo, con la forza dell’anima e con l’energia dei nostri corpi, a tal punto che avevamo deciso di fare proprio quel famoso passo, decidendo di sposarci entro quel maledetto giorno, in cui eri talmente gioiosa da sentire di voler bene non solo a me, ma anche a chi non conoscevi, verso una giovane vita che poteva spezzarsi nel momento in cui, invece, si è spezzata la tua…la pioggia, la bambina, il camion e il mondo che terminava in un attimo, mentre tu non riuscivi più a trasmettermi la tua felicità, che era rimasta tale, dato che quella bambina era ancora viva. Quel maledettissimo giorno in cui il destino aveva deciso che una coppia come la nostra non poteva continuare a essere unita. La mia punizione per essere stato un vigliacco per otto anni, ecco cos’era stata la tua morte; a discapito tuo, come sempre. Quando penso che sei dovuta morire a causa della troppa cura del prossimo, allora capisco che la mia vita non ha mai avuto abbastanza valore e non so ancora perché io sia qui e tu no. Mi hanno detto che invece sei tornata, che ti hanno vista e soprattutto sentita…ma come è possibile? Eri tra le mie braccia, mentre ti imploravo di non andartene; ti avevo sentita respirare per l’ultima volta; il tuo ultimo battito cardiaco lo avevi donato a me, che avevo il volto che vomitava lacrime, confuse con la pioggia, che spazzava via la mia vigliaccheria definitivamente e ti restituiva ancora una volta la verità su quanto ti amassi davvero. Mi hanno detto che tu rivivi nel corpo di una ragazzina, che la tua presenza è più forte dei sentimenti di questa persona, la cui vita sembra spenta come la mia e che ora sta rinascendo, proprio come potrebbe rinascere la mia, perché se tu continui a vivere, allora lo farò anche io. E ti aspetterò qui, in questo bar dove abbiamo condiviso momenti allegri, incazzature bestiali e malcelata dolcezza. Ti attendo qui, davanti al mio solito bastardissimo bicchiere di whisky, che da qualche tempo ti ha sostituita, non riuscendo a prendere mai il tuo posto, per carità. Ammetto che questa faccenda mi fa un po’ paura, Kaori, ma se sei tornata allora tornerò anche io e sarò pronto a ricominciare tutto da capo, grazie a te.
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