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Autore: lovelyhead    28/07/2013    2 recensioni
Si conoscono da quando erano piccoli, sono cresciuti insieme, hanno creato tra loro quell'enorme complicità che solo loro intendono; poi, un giorno, quella parola in più, quella luce negli occhi e quella complicità si trasformano in qualcosa di molto più forte e indissolubile: Amore.
Riusciranno i nostri beniamini a contrastare tutte le dure prove e ad essere davvero felici? A voi scoprirlo!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maia Fritzenwalden, Matias Ripamonti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 52: Barlumi di speranza

Segundo: Ehi, sta’ calma, vedrai che andrà tutto bene… - Seppur in un ambiente che suscita poche buone sensazioni, pochi positivi e benevoli sentimenti, io sono felice di vedere Paloma così, anche se sta male, se sta soffrendo maledettamente, se sente che non riuscirà a tenere testa a tutto, a continuare con tutta la sua forza perché si sente debole, indifesa, abbandonata, senza l’aiuto di nessuno, triste e sofferente, io sono felice: non è con me che finge, non è con me che ha messo quella sua maschera di ostilità , di avversione, di allontanamento verso tutto e tutti, non è con me che lascia trasparire la diffidenza, la mancanza di speranza, di quell’immancabile voglia che tutti hanno di migliorare la propria vita, di riparare, anche se un minimo, quel suo cuore così ferito; sono felice di sapere che c’è qualcosa tra ni, c’è una speranza, che io voglio sfruttare per riavvicinarmi a lei, ancor di più… -
Paloma: Tu vorresti farmi credere che dietro queste parole ci sia la speranza che le cose per me vadano meglio?! Tu, che vuoi vendicarti, che vuoi rendermi la vita impossibile?! Tu?! – Dio mio, come ti… Ah, non riesco neanche a dirlo, non riesco neanche a pensare che lo odio, che voglio che scompaia per sempre dalla mia vita, che se ne vada, che mi lasci in pace, nei miei casini, nella mia vendetta, che lasci che io mi perda nei sentimenti peggiori che io abbia mai provato! Ma io devo dirlo, devo farcela: odiare è il mio destino! –
Segundo: Io non voglio vederti soffrire, lo capisci?! Non voglio vederti star male, non voglio! Ma se ti comporti così, se continui ad autoimporti di odiarmi, di allontanarmi da te, sono contento che ti capiti tutto questo! – Perché, perché l’amore che provo per te non basta a confortarti, a renderti meno aggressiva, meno adirata con la vita, con chiunque ti voglia bene?! Perché ti fai del male, perché?! –
Paloma: Io ti odio! – lì, disgustata, colpita nel profondo del cuore dalle parole di Segundo, parole pesanti, troppo ingiuste, troppo meschine e ciniche anche per lui, gli dà uno schiaffo in pieno viso, reso ancora più doloroso fisicamente e moralmente dalle sue parole appena proferite; Segundo era allo stremo delle forze: non sapeva più cosa fare, come comportarsi, come agire, come fare per evitare che finisse sempre nella stessa situazione di sempre, a litigare, a buttarsi addosso solo rabbia, rancore, odio, non sa pipù come fare per liberare Paloma da se stessa; perché è proprio lei stessa che vuole ridursi così, o forse, c’è ancora una possibilità… -
Segundo: Io ti amo!
Paloma: Vattene, Segundo, Vattene! – non sapeva cosa dire, cosa fare, cos’altro dirgli; quante altre volte avrebbe dovuto urlargli addosso che l’odiava, che vuole vederlo sparire, che vuole vederlo lasciare l’ospedale e non tornare mai più per lei, per vedere come sta, quante altre volte?! Quante altre volte avrebbe dovuto rifiutarlo ancora?! Quante altre volte sarebbe dovuta andare contro di sé e perseverare nell’intento di allontanarlo, di fargli del male, quante altre volte?! Ma Segundo non si lascia intimidire, raggirare dalle sue parole, non perde la speranza, la voglia di voler cambiare tutto, di ribaltare totalmente quella situazione: le prende il volto tra le mani, la avvicina a lui la guarda intensamente negli occhi, sperando che quest’ultimo tentativo possa smuovere qualcosa, perché tutto migliori, tutto vada meglio tra loro, o, forse, che tutto si risolva e possano essere felici, davvero questa volta, insieme –
Segundo: Vuoi davvero questo, vuoi tenermi lontano per sempre?! Guardami, Paloma, guardami! Vuoi davvero vivere in quest’inferno?! Sarei rimasto con te tutta la notte ad abbracciarti e confortarti se non ti amassi davvero?! Io ti amo davvero e non voglio che quest’amore si trasformi in odio verso te – e se ne va, lasciando Paloma lì, sola, sotto shock, tremante e piangente -
Intanto, all’ospedale:
Facha: Non ce la faccio più… - ha gli occhi pieni di lacrime, scendono continuamente, gli rigano il volto, lo marcano così indelebilmente di dolore, di angoscia, di sconforto, di tristezza e amarezza; è l’ennesimo dolore, l’ennesima delusione dalla vita, da un destino che lo porta sempre più a convincersi che la sua vita è fatta di delusioni, di perdite, di abbandoni da parte di tutto e tutti; posa una mano sul petto, sul cuore che gli fa così male, gli duole da morire, sente il respiro affannoso, un magone che lo distrugge, lo abbatte incredibilmente, lo rende debole, indifeso, incapace di rialzarsi, incapace di provare, seppure per un secondo, di credere che non sia tutto così perverso, orribile, terrificante: gli hanno mentito, questa è la verità, la sua famiglia, i suoi genitori, gli hanno mentito per una vita intera, facendogli credere che lui fosse chi non è in realtà; lo hanno privato della verità, di ciò che gli spetta di diritto, gli hanno tolto un’identità, gli hanno levato il diritto di sapere chi è davvero, come se non se lo meritasse; quale persona farebbe una cosa del genere?! Chi lascerebbe che qualcuno viva con i paraocchi, senza sapere, ignaro di tutto?!  Queste sono le domande che lo tormentano, che gli sottraggono anche il minimo sostegno, la minima voglia di rialzarsi da quell’ennesima caduta; e il peggio è quando si rende conto, improvvisamente, che i mostri che gli hanno sottratto la verità per anni, sono proprio i suoi genitori -
Franco: Amico mio, mi dispiace tanto; ma devi farti forza, devi continuare, andare avanti, superare anche quest’ostacolo, perché ci saranno ancora tante cose belle nella vita, tantissime cose che ti faranno gioire, che riusciranno a farti sorridere, a farti felice e contento per sempre, così tanto che capirai che vale la pena vivere, andare avanti, contro tutte le avversità sempre, perché c’è così tanto nella vita per cui combattere, lottare, andare avanti sempre a testa vale qualcosa; non lasciarti travolgere fino a permettere che la tua vita venga rovinata, non permetterlo mai, a niente e a nessuno! Io ho perso i miei genitori quando ero ancora un giovane adolescente, ero piccolo, indifeso, non avevo più nessuno, i miei genitori mi avevano abbandonato, ma non per questo mi sono lasciato andare, non l’ho mai permesso, perché sapevo che i miei fratelli sarebbero rimasti sempre con me, avevo ancora tanto per cui combattere, moltissimo! Hai tutti noi, Facha, tutti noi, che siamo e saremo sempre tuoi amici; ti vogliamo un bene dell’anima, un bene puro e sincero e sappi che saremo sempre con te, sempre, non ti abbandoneremo mai… - Ho le lacrime in gola anch’io, non sopporto questa situazione, mi sento ancora vulnerabile come anni fa, come quando vidi che mio fratello piangeva disperato, inconsolabile la morte dei miei genitori, e io gli andai incontro per chiedergli perché stava così, perché piangeva così tanto; e lui, che non mi avrebbe mai lanciato contro una così dura verità, mi strinse forte, mi disse che sarebbero stati tempi tanto difficili, ma che insieme ce l’avremmo fatta, perché eravamo forti, eravamo una grande famiglia piena d’amore, di affetto verso ogni componente, non ci saremmo mai divisi, mai, esattamente come ci insegnarono i nostri genitori, amarci in ogni momento, qualunque esso sia, di gioia e dolore; ma, non appena gli chiesi perché mi diceva quelle cose, capii dal suo sguardo che mamma e papà non c’erano più, ci avevano lasciato per sempre, e non mi rimase altro he piangere tra le braccia del mio fratello maggiore, che mi consolava come solo papà sapeva fare… -
Facha: Non è vero, Franco, non è così, non mi mentire! Tu mi vorresti far credere che quel dolore non è più dentro te, che l’hai dimenticato, che non lo senti contorcersi nel petto ogni volta che c’è qualcosa che richiama alla memoria i momenti passati con i tuoi genitori?! Vuoi farmi credere il falso, anche tu?!! Sai cosa mi  rimarrà di tutto questo?! Un vuoto dentro, angoscia, terribile angoscia che mi divora i nervi, senza pietà, mi uccide gradualmente, lentamente, non lasciandomi neanche il tempo di respirare, non mi molla un secondo questo senso di repulsione verso la mia famiglia, verso quello che è appena successo, verso me stesso! Mi hanno mentito per una vita intera, io non sono mai stato loro figlio, mai! Non hanno mai avuto il coraggio di dirmelo, mai! Ma mio padre, la persona che avrebbe dovuto amarmi più di tutti, ha avuto il coraggio di essere così bastardo con me da rivelarmelo in una camera d’ospedale, in fin di vita, con quel respiro affaticato, quelle parole sussurrate con difficoltà, che rimbombano dentro me, mi massacrano! Tutto ciò che mi rimane è l’odio, l’unica cosa che può colmare un minimo di questo vuoto immenso, visto che anche l’amore della mia vita, Catherine, mi ha lasciato per sempre! – in quel momento, Franco avrebbe tanto voluto abbracciarlo, calmarlo, magari con un gesto avrebbe ottenuto molto più che con mille parole; ma come si fa a calmare una simile rabbia, una simile avversione verso la propria vita, così grande, così travolgente, così incredibilmente imponente? Non ha il coraggio di proferire parola, non apre bocca perché sa che di fronte ad una rivelazione così tragica fatta in punto di morte, non c’è parola che sia di conforto, non c’è nulla, c’è solo la disperazione, ci sono solo domande, solo domande senza risposta, c’è una grande rabbia, un’ira accecante, che non lascia spazio a nulla, se non a voglia di perdersi, di mollare tutto almeno per un po’; e capisce che Facha ne ha bisogno, necessita di dileguarsi nel caos nell’istante in cui l’osserva varcare la  porta di quell’ospedale, solo, in presenza di quel dolore estenuante… -
A casa di Matías:
Matías: Ehi, amore, perché sei ancora così sconvolta? – C’è qualcosa che mi sta nascondendo, qualcosa che non vuole dirmi per paura, timore, ma non ho la minima idea per quale motivo possa averlo, sa che con me può parlare di tutto, qualsiasi cosa, eppure sembra che ancora non riesca a farlo davvero: forse, sente che non può farlo, ha difficoltà ad avere fiducia in me, oppure crede che mi può cacciarmi in un brutto guaio, se dovesse confessarmi la verità; e, allora, dovrò preoccuparmi… -
Maia: E’ che… lo sai, quello che è successo ieri, la paura… - Come faccio a svelarti la verità su Catherine e tuo figlio, come faccio?! Come farò a darti quel maledetto biglietto, lasciare che tu legga quelle poche righe di addio?! Perché, perché doveva succederti una cosa del genere, perché?! Se ti dicessi la verità, ti sentiresti un padre terribile, un padre che ha abbandonato la madre di suo figlio, che l’ha lasciata sola in un momento così importante come questo; ed è anche peggio se leggessi quel biglietto, perché c’è chiaramente scritta la verità, sbattuta in faccia con così poche righe, secche, dirette, troppo dolorose per permetterti di leggerle; non voglio vederti soffrire, non voglio! –
Matías: Sai che la paura svanirebbe, se solo ti sfogassi con me: avrai sempre una spalla su cui piangere… - la sta supplicando con gli occhi di dirgli la verità, di avere il coraggio di fidarsi di lui, contro tutto e tutti, di provare almeno a chiedergli aiuto, di starle accanto in questo momento così difficile; invece Maia è così vulnerabile, così spaventata, sola, indifesa da non riuscire neanche ad averlo vicino, non riesce neanche a guardarlo negli occhi, ad abbracciarlo, baciarlo, esattamente come accade sempre, ogni giorno, anche quando non dovrebbe accadere; ma a Matías è bastato solo guardarla negli occhi per comprendere che sta male, che ha bisogno di aiuto, di sostegno da parte di sua, oggi come non mai, perché non è mai accaduto che tra loro ci fosse una barriera così forte, acuta, dolorosa per entrambi per un segreto; le starà vicino, non permetterà che questo li allontani, mai, supereranno tutto insieme, anche questa volta, e lotteranno insieme, se ciò che non è stato detto è così destabilizzante –
Maia: Avverto sulla mia pelle, nel mio cuore, profondamente, che sto perdendo tutto, sto per valicare quel confine che tanto ci eravamo prefissati come obiettivo: rompere il nostro legame per sempre, per essere felici in altri modi, per dovere; e comprendo, mi sento coinvolta troppo in quella sensazione di sconforto più totale, di sfiducia, per il quale non basterebbe il conforto, la vicinanza, l’amore di nessuno per riprendermi, perché alla fine non sarebbe quel vero amore che fa lottare; mi sento in colpa, perché tu non meriti queste parole, non le meriti, dopo tutto quello che hai fatto per me, e io, che non ho mai fatto nulla per te, niente, ti ho solo portato guai, ho vanificato tutti i sacrifici, tutto… - …e tutto è successo perché io non sono stata mai capace di lasciarti andare via, anche se lo dicevo continuamente, se perseveravo nel mio intento di allontanarti, alla fine tornavo sempre tra le tue braccia, a baciarti, abbracciarti, ripetendoti di lasciarmi andare via, di fartene una ragione, io, da ipocrita!! E alla fine hai perso tuo figlio, per questi stupidi giochetti, questi maledetti litigi, per tutti i momenti in cui io stavo male, avevo bisogno di te, magari rendendo inutili tutti i tentativi per dimenticarti di me! Ti ho solamente fatto sprecare quelle energie che avresti dovuto avere per tuo figlio, per la nostra ragione di separazione… ho distrutto tutto, tutto… mi merito il tuo odio, non il tuo amore… -
Matías: Amore, ascolta, tu non hai colpa di nulla! Sei tu che hai avuto la sfortuna di amare me, che ti ho deluso, lasciandoti da parte te, che sei stata, sei e sarai la donna della mia vita, quella con cui voglio sposarmi, avere una famiglia! Io ti ho riempito la vita di tristezza, la tua vita è diventata una valle di lacrime da quando quella notte, in Canada, ti confessai il dolore più grande della tua vita, e da lì non ho mai più visto il tuo viso felice, mai più; e non sai il peso che porto per aver portato lo scompiglio più totale nella tua vita, rendendotela impossibile; adesso, l’unico modo per riparare almeno un minimo dei miei errori è amandoti, stando accanto a te giorno e notte, in qualsiasi momento, anche se non basta affatto, perché vedo che tu soffri ancor di più avendomi vicino, e io odio me stesso per questo… - inevitabilmente, ogni volta che dalla sua bocca uscivano parole dure, tristi, sconfortanti, che erano solo il preambolo di momenti che al solo pensiero terrorizzano, destabilizzano e creano solo angoscia, Maia finiva sempre per innamorarsi sempre più di Matías, lo amava tanto il quell’istante, come mai si sarebbe aspettata di amare qualcuno per i suoi errori, per la sua capacità di ammettere di aver sbagliato tanto, di aver reso tutto più complicato, intricato, ma alla fine aveva solo ottenuto di renderli più complici, più uniti e legati che mai, perché entrambi amavano a prescindere da tutto, da qualsiasi cosa sia successa tra  loro; amavano tanto, e questo bastava a risanarli di tutto, anche delle cose peggiori, non si sarebbero mai dimenticati l’uno dell’altra; ma la paura di Maia persiste: quando c’è di mezzo un figlio, sangue del suo sangue, si sarebbe stravolto tutto? Da Amore a… Odio? Rabbrividisce al solo pensiero che solo dopo avergli dato la triste notizia, avrebbe visto come le cose evolveranno… -
Maia: Ti amo, ti amo veramente tanto, voglio che tu lo sappia, qualsiasi cosa accada, io sarò con te, per sempre… - gli accarezza il viso dolcemente, sperando che non sia l’ultima volta in cui abbia la possibilità di ribadirgli il suo amore per lui –
In Kricoragan:
Pedro: Sei lo stesso schifo di sempre! – L’odio per te è una costante nella mia vita, con quel bacio l’hai sancito, non riesco a non odiarti dall’ultima volta che ci siamo lasciati, quando ci siamo visti perché tu mi dessi la busta con i soldi che mi spettavano per tenermi la bocca chiusa su tutto quello che aveva combinato con la madre in quella casa; la  voglia di vederla per i soldi, quella volta, era solo un pretesto per passare quei pochi minuti con lei e magari cercare di convincerla a mollare tutto e scappare con me lontano da tutto; ma quando vidi quanto cinismo, quanta cattiveria emanava non ebbi il coraggio di chiederglielo: avevo troppa paura che un ennesimo rifiuto mi condannasse a stare ancora peggio di adesso, ma forse mi sbagliavo, perché più odio di così non potrei mai arrivare a provare, mai –
Delfina: Quel bacio ti sta ribollendo nelle vene, come neanche i baci che mi davo con Federico! Oh, andiamo, credevo che sapessi tenere molta più testa a questa tua impetuosa gelosia per me, questo continuo amore morboso che provi per me, pur conoscendomi – Delfina si aspetta la reazione peggiore che Pedro abbia mai avuto, e, infatti, arriva: Pedro la prende per un braccio, facendo in modo che lo guardasse dritto negli occhi per assaporare, per rendersi conto una volta per tutte, per fissare per bene, per osservare quanto male, quanto dolore, quanto danno gli avesse causato, essendo quella che è, una maledetta cattiva persona, quella cattiva persona che prende il posto della vera Delfina, ogni volta che la notte finisce e inizia una nuova giornata, una nuova battaglia da iniziare, dopo che per tutta la notte è stata la donna più dolce, innamorata, sentimentale, vera, con dei sentimenti, dei veri sentimenti, al posto di quel macigno che sembra avere al posto del cuore; Delfina adora vederlo così, disperato per fare in modo che lei abbassi la guardia, che lo rispetti e abbia almeno un minimo di timore nei suoi confronti, per manovrarla e costringerla a fare tutto ciò che lui vuole per vendicarsi una volta per tutte; ma Delfina, pur temendolo veramente tanto, non ha la minima intenzione di permettere che lui continui con i suoi piani, vuole fermarlo, frenare tutta quella pazzia, prima che si bruci anche l’ultima possibilità per stare insieme, una volta e per sempre –
Pedro: Non vali niente, credi che l’amore sia morboso, ma che razza di persona sei?!! – Delfina avrebbe tanto voluto dargli uno schiaffo, forte, senza pietà, perché era troppo, l’aveva insultata almeno cinque volte in due giorni, l’aveva calpestata, sovrastata, e non aveva mai permesso a nessuno di farlo, prima d’ora; ma, in realtà, calma  questa sua voglia di riscatto e rispetto in fretta: è l’unica persona determinata ad aiutare Catherine, ad aiutare una povera ragazza con un  bambino in grembo, tutta sola in chissà quale parte del mondo, visto che ha lasciato il covo dove era nascosta con gli altri; è una brava persona, perché nessuno farebbe mai una cosa così se non si è spinti da buoni propositi; iniziava a vagare l’idea che non è così male essere una specie di Floricienta: niente nervosismo, odio, isteria, niente di tutto ciò; solo calma e determinazione, che non le è mai mancata, ma in questo contesto assume tutt’altro valore; ma doveva ancora conoscere l’altra faccia della medaglia… -
Delfina: Io lo so, ma non so se tu te ne stai rendendo conto: stai gettando al vento tutto, la nostra relazione, i nostri ricordi, tutto di noi; ti prego, t’imploro di non farmi odiare anche quei pochi momenti che adoro di quel tempo, ti prego… - Non farmi ancora del male, non odiarmi, ti prego, non farmi pentire di tutto, proprio di tutto quello che ho costruito in quel periodo, anche se so che la maggior parte sono macerie, ho distrutto tutto, non era rimasto niente quando sono uscita da quella porta; ma, almeno, avevo nel cuore il ricordo di noi due, della nostra vita insieme, delle nostre fughe clandestine, i fugaci baci e momenti che passavamo insieme ogni volta che potevamo, comportandoci come due innamoratissimi fidanzatini; ti supplico di amarmi, di dimenticare il peggio… -
Pedro si sentiva sollevato, felice, gioioso, ammaliato da quelle parole, pronunciate proprio da Delfina, colei che, per un anno intero, l’aveva sempre colpito duramente, insultato, allontanato, trattato male, umiliato con le sue parole; avvertiva la felicità, come un raggio di luce all’interno di tanta ombra, che lo fa sorridere, rende quei suoi occhi grigi e cupi di un azzurro così intenso, luminoso: era una visione strepitosa, splendida per Delfina; e, mentre nel cuore di Pedro si faceva spazio la felicità, nel cuore di Delfina prendeva posto la speranza che tutto potesse prendere una piega distinta –
Intanto, a casa Fritzenwalden:
Franco: Flor, posso parlarti un attimo? È molto urgente… - Dobbiamo fare qualcosa tutti quanti insieme, non possiamo lasciare Facha in questo stato, da solo, senza nessuno che si occupi di lui, non sarebbe giusto, soprattutto in questo momento, in cui capisco e ho visto che non ce la farà da solo… -
Flor: Si, certo, dimmi, è qualcosa di grave? – nota come Franco abbassa la testa, non è felice, con quel sorriso contagioso, la sua risposta pronta, gli occhi frizzanti, non sprizza allegria e contentezza da tutti i pori come sempre, sembra angosciato, triste, immensamente preoccupato; e così si preoccupa, sente un’agitazione crescente, mette una mano su quel magone che le si è creato, cerca di non farsi sopraffare, ma le lacrime le salgono, fatica a tenerle in gola, l’espressione di gioia sul suo volto cambia drasticamente, divenendo triste, nervosa; solo una volta ha visto quell’espressione: sul viso di Federico, angosciato per Maia in ospedale, ricordando la morte dei suoi genitori –
Franco: Il padre di Facha è morto, proprio davanti ai suoi occhi, in ospedale, mentre gli confessava che non era davvero suo padre! Flor, io non ho mai visto Facha in questo stato, era sconvolto… - Flor lo interrompe –
Flor: Vado da lui, subito! Di a Federico che io tornerò tra un po’, se chiede di me – Chi meglio di questa famiglia potrebbe mai capirlo? Chi meglio di noi, che abbiamo sofferto le pene dell’inferno, le pene peggiori, potrebbe arrivare magari a farlo sentire meglio, a fargli apparire un barlume di speranza in quel suo cuore così distrutto, amareggiato, privo di amore e di affetto? Chi?! Dobbiamo stargli accanto, dobbiamo aiutarlo, fare in modo che superi questo momento, deve avere il coraggio di affrontarlo, di tirare fuori, di cercare nel profondo del suo cuore quelle ultime, stremate forze per continuare a lottare, deve farlo! Non si deve arrendere, non deve… -
All’ospedale:
Lorenzo: Ehi, ti senti bene? Sembri davvero tanto scossa, eppure la nonna sta bene; è successo qualcosa? – Io ancora non riesco a capacitarmi di quello che è successo a Maia, non lo riesco minimamente a credere, mi sembra così assurdo, così fuori dal mondo, dagli schemi, da tutto! Chi vorrebbe che una ragazza solare, dolce, amorevole, affettuosa e gioiosa morisse?! Io non l’ho mai vista circondata da persone che le vogliono fare del male, che vorrebbero a tutti i costi farla fuori, così subdolamente, cinicamente e freddamente, mai; eppure sono un buon osservatore, ma nonostante questa mia dote, pare che le cose siano molto diverse da come io pensavo che fossero; sperando che questa volta l’istinto e il mio spirito di osservazione non m’ingannino, bisogna indagare a fondo, non nel suo presente, perché il suo presente è fatto di Matías, i suoi fratelli, Florencia e me… -
Paloma: Tu che dici?! Catherine è scomparsa nel nulla, nonna è in un letto d’ospedale e io sono incapace di occuparmi di tutto questo! Abbiamo una vendetta da portare avanti, ma mi domando come faremo con tutti questi casini di mezzo! - … ho il sangue che mi ribolle nelle vene, sento bene come tutto l’odio che ho dentro mi si contorce enormemente, aggravando ancora di più la situazione di quelli che mi stanno attorno: Matías, Maia, Segundo e tutti quelli che proveranno a mettersi sulla strada della mia vendetta, provando a contrastarla, passeranno l’inferno, saranno vittime della mia ferocia, della mia cattiveria e della mia malignità! Niente più momenti di indecisione, niente più traballamenti, niente più confusioni: ora è il momento di avere paura e determinazione, soprattutto con Segundo! –
Lorenzo: Ce la possiamo fare contro tutte le avversità, lo sai bene: non siamo persone che si arrendono, siamo ossi duri; ma anche Segundo lo è... fai attenzione, molta attenzione… - Crede che io sia stupido, che non mi sia accorto di quanto stia vicino a Segundo, di quanto sembri imbambolata, ipnotizzata, con quella luce negli occhi quando c’è lui accanto a lei; è innamorata, innamorata persa di Segundo come anni fa, non è cambiato niente, continua a guardarlo con gli stessi occhi, e la vedo sempre più in difficoltà, sempre più in situazioni difficile con lui: per questo ho paura che se continuerà a frequentarlo, le cose si potranno mettere male per tutti noi, poiché Segundo ha i mezzi, è scaltro, svelto e astuto per mandare tutto all’aria, tutta la nostra vendetta… -
Paloma: Io so molto bene quello che devo fare, quindi non mi venire a dire a cosa o a chi devo stare attenta! Non sono più una bambina, le cose cambiano, e anche drasticamente! E poi, non sono io che mi sono innamorata di un mio nemico, o sbaglio?! E per giunta mi rendo patetica per farlo innamorare di me a tutti i costi! Non mi provocare, perché stamattina ne ho per tutti! – Devo fare qualcosa, odio ammetterlo, ma ha ragione: devo fare molta attenzione, moltissima, perché da come mi ha lasciato questa mattina, così carico di determinazione, quasi violento e disperato, è capace di qualsiasi cosa per rendermi le cose impossibili, qualsiasi; e, conoscendolo, starà già iniziando ad architettare qualcosa di altamente destabilizzante, quindi devo pensare a come contrastarlo… -
Lorenzo: Be’, io almeno non mi sono innamorato di un tipo che mi tiene in pugno e mi controlla la vita, e potrebbe anche distruggere molti mesi di lavoro; io sono patetico, ma tu sei ingenua; e ora, scusami, ma devo andare a risolvere dei servizi; se vedi la nonna, dille che verrò a trovarla questa sera…
In Kricoragan:
Pedro: Come mai, dopo l’uscita che abbiamo avuto, ti sei dileguata nel nulla? Non sei neanche appiccicata al conte, ed è preoccupante – Mi piacerebbe tanto sapere che cosa mi sta nascondendo: è sempre stata una donna piena di sorprese, misteriosa, mi ha sempre suscitato molta curiosità, ma anche timore, perché non è come tutte le altre, fa sempre di testa sua, ciò che vuole quando vuole; e quando non la si vede in giro, sta progettando qualcosa… -
Delfina: Primo: tu sei l’autista, quindi in camera mia non entri senza chiedermi il permesso; secondo: evitami l’interrogatorio, perché non ho niente da dirti! E adesso, scusami, ma devo andare dal conte! – non appena esce, Pedro si precipita a guardare dietro lo specchio, il nascondiglio che hanno sempre usato lei e sua madre per nascondere le carte importanti, e ci trova qualcosa di molto strano: un biglietto per Londra, per cui dovrà partire tra tre giorni; e così fioccano le idee per rovinarle i piani… -
Pedro: Di certo non sarà una vacanza, perché la farò diventare il suo inferno…
Nello studio di casa Fritzenwalden:
Matías: Ehi, Federico! Come va, amico? Immerso nel lavoro fino al collo? – Meno male che mi sono preso un paio d’ore rilassanti con Maia, così da ricaricarmi per bene e gettarmi a capofitto nel lavoro, visto che ho migliaia di pratiche arretrate da parecchio tempo… -
Federico: Eh, già! Sembra che i fogli non finiscano mai, e io non la smetta mai di firmare! Ma, dimmi, è già finito il momento di  relax che ti sei preso con Maia? Credevo che avreste passato tutta la giornata insieme, non vedendola qui in casa e neanche in camera sua; comunque, la vizi tanto: le hai anche lasciato una rosa sul letto! – ride –
Matías: Una rosa? Di che parli? E’ stata Maia a precipitarsi a casa mia spaventata e scossa, io non sono venuto qui prima di adesso…
Federico: E, allora, chi ha lasciato quella rosa a Maia?
In camera di Maia, intanto, un biglietto è posizionato proprio sul suo letto, un altro biglietto da leggere; Maia spera che non siano ancora minacce, perché il suo livello di sopportazione è arrivato al limite.

Gli scherzi e le minacce sono finite.
È arrivato il momento di guardarci negli occhi.
Vediamoci.
Potrei svelarti cose che neanche la tua famiglia ha il coraggio di dirti, amore mio.
    

Ciao a tutti! Chiedo umilmente perdono a tutti per il gran ritardo accumulato, ma tra scuola e impegni vari è veramente impossibile scrivere un capitolo! Be', ma ora sono riemersa dalle acque profonde! Capitolo un po' intenso, che spero vi piaccia! So che è corto, ma ho dovuto dividerlo in due parti, siccome è un po' corposo! Un bacio a tutti quelli che continuano assiduamente a seguirmi, che mi riempiono di soddisfazioni e incitano a continuare! Grazie, grazie di cuore a tutti! Un bacio, alla prossima!

   
 
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