«Eccoci qui:Domani verrà deciso il destino della Terra di Mezzo» disse Merry a Éowyn con una voce quasi rotta dalle lacrime. La giovane guerriera non rispose. «Forse,non vedrò più il volto allegro di Pipino e tutto finirà,come in un soffio di vento spezzato dal fragore di un tuono» continuò.
«Dobbiamo sempre sperare,Merry,e non lasciarci abbattere. Combatteremo e se su di noi vincerà la morte, sapremo di aver fatto qualcosa per salvare il nostro Mondo» disse la giovane alzando gli occhi grigi come le nuvole che si stavano addensando intorno a loro. «Un giorno, Merry, il Male troverà la sua fine, come tutto».
Merry restò fermo a guardare Éowyn con ammirazione, per il coraggio a la determinazione che essa mostrava in ogni momento.
«Hai ragione Éowyn...» rispose il giovane Hobbit abbassando il capo e asciugandosi gli occhi.
Vi furono attimi di silenzio, spezzati poi dalla voce rallegrata di Merry: «Sai, mi ricordo di una volta, quando eravamo piccoli, ci trovavamo a casa del nonno, fuori pioveva e i fulmini illuminavano i vetri delle finestre. Io e Pipino stavamo seduti in terra e davanti a noi su una poltrona blu si riposava il nostro nonno. All'improvviso un tuono si spaccò con un tale fragore che i vetri tremarono come spaventati anch'essi. Pipino si strinse forte a me e io appoggiai la testa sui suoi capelli ricciuti color oro. Fu in quel momento che mio nonno si piegò delicatamente su di noi e ci disse queste esatte parole: "Miei piccoli Hobbit, non temete, nulla è accaduto. Siate sempre forti e uniti e niente potrà mai farvi del male".» Éowyn ascoltava con dolcezza il piccolo amico, che continuò: «E sempre in quel momento Pipino alzò gli occhi lucidi verso di me e disse: "Non lasciarmi mai Merry!" e io gli risposi con dolcezza "No,Pipino, non ci lasceremo mai"». Detta questa frase, Merry sospirò, e dagli occhi chiari scivolarono due gocce fredde che caddero in terra.
La giovane Shieldmaiden gli andò incontro teneramente, si piegò sino al capo del giovane e con voce tenera gli disse, passando la delicata ma forte mano tra i ricciuti capelli: «Non piangere, Merry, tu non lo hai lasciato, siete lontani ma vicini, le vostre menti lo sono. Nessuno può separare i vostri pensieri e quindi non può separare voi. Sono certa, che lo ritroverai, Merry».
Egli alzò gli occhi, stupito ancora una volta dalla grazia da cavaliere della giovane, dolce e coraggiosa, un angelo con l'armatura, un impavido cavaliere dai lunghi capelli dorati.
Il fuoco intorno al quale erano seduti i due scoppiettava e languiva sopra la brace ardente. Il sole calante squarciava a tratti le grigie nuvole che avvolgevano la montagna, come se il segno della speranza si stesse facendo spazio nell’oscurità.