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Autore: binca    28/07/2013    7 recensioni
Una ragazza che non crede pił nell'amore. Una vacanza con un amico riservato in un villaggio greco.
Fra discoteche, alcol, obblighi e veritą sotto il cielo stellato di inizio Luglio e perchč no, anche un ballo di coppia, come potrebbe non nascere l'amore?
Una storia intrecciata con parecchi colpi di scena.
Una storia del tutto vera ;)
Se avete voglia leggete
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CIAO A TUTTI
ECCOMI QUI CON UNA NUOVA STORIA…
NON SO SE VI PIACERA’… PERO’ IO CI TENGO PARECCHIO E TUTTO SOMMATO, PENSO CHE L’IMPORTANTE SIA SCRIVERE PER SE STESSI E IN UN SECONDO MOMENTO ANCHE PER GLI ALTRI

Detto ciò, BUONA LETTURA!!




 
PREFEZIONE
29 GIUGNO
 
Imperterrita osservai le numerose valige accatastate una sopra l'altra fuori da camera mia.
Partire per due settimane poteva anche essere una bella idea, se solo il viaggio non fosse stato in compagnia dei miei genitori, per non parlare della coppia di amici con due figli che avremo incontrato a Milano solo la mattina seguente. Amavo quelle persone è vero, a dir la verità avevo insistito io per andarci in vacanza assieme dopo averle conosciute l'estate precedente in un villaggio estivo, ma adesso, a poche ore dalla partenza non mi sembrava più una bella idea.
Da un certo punto di vista, mi sentivo stupida.
Perchè avevo deciso di partire con Tobia?
Il figlio maggiore della coppia, era un ragazzo con cui ero stata tanto per fare l'estate precedente, chiuso e riservato bisognava munirsi di pazienza per farlo parlare e se fino alla sera precedente ero entusiasta di trascorrere con lui l'intera vacanza, ora cominciavo davvero ad avere qualche dubbio.
«Bianca sei pronta?» Urlò mia mamma, mentre io annuivo mettendo in borsa l'ennesimo libro da leggere prima di iniziare a scendere le scale.
Per qualche strana ragione i miei genitori, avevano deciso di partire con un giorno d'anticipo per fermarci a Milano, in modo tale che potessi vedermi con Mara, una delle mie migliori amiche che viveva nei dintorni della grande città.
Io e lei, infatti, c'eravamo conosciute su EFP, un sito di fan fiction, l'estate precedente, e da quella volta non c'eravamo più separate.
Il fatto che mi fossi affezionata così tanto a quella ragazza era strano, dopo che la mia ex migliore amica mi aveva tradito con il mio ex ragazzo mesi addietro, aveva fatto si che io non mi fidassi più di nessuno, creando un muro sottile fra me e le persone che cercavano di avvicinarsi.
Scossi la testa a quel pensiero e m’incamminai verso l'imbarcadero, dove decine e decine di persone accaldate litigavano per via dello sciopero bianco che si stava tenendo in qui giorni.
Se già Venezia era una città complicata da vivere, soprattutto per quelli che dovevano andare in vacanza, il fatto che i marinai si fossero messi in testa di scioperare un giorno sì e l'altro anche era parecchio fastidioso.
Di fare i ponti con le valigie però, neanche se ne parlava e così, dopo aver buttato a terra il borsone di un ragazzo giapponese che mi lanciò un'occhiataccia, mi sedetti sulle panchine dell'imbarcadero per aspettare il mezzo, mentre i miei vicini di posto si lamentavano del caldo soffocante d’inizio Luglio.
Sbadigliando mi guardai intorno.
Perchè stavo partendo?
Non ne avevo decisamente nessuna voglia, avrei preferito starmene tranquillamente a casa mia oppure ritornarmene a Roma dalla mia amica Eleonora, cosa che avevo fatto per la maggior parte del mese precedente.
Che senso aveva partire per due settimane in compagnia di un ragazzo cui non fregava assolutamente niente di me, o almeno questo è quello che dimostrava, anche se, capirlo era parecchio complicato?
Io, tutto sommato a Tobia volevo bene. Era importante per me e sempre lo sarebbe stato dati gli avvenimenti dell'anno precedente, ma oltre a ciò la paura di rivederlo si faceva più imminente minuto dopo minuto.
Non sapevo spiegarmi il perché, ma lui era stato l’unico a cui avevo dato il permesso di prendersi una piccola parte del mio cuore dopo Matteo, il mio ex.
Forse quella liberta glie l’avevo data convinta di non vederlo mai più in vita mia, con l’unico problema che nel giro di due giorni i nostri genitori erano diventati un’unica cosa e questo aveva fatto si che Tobia venisse addirittura a trovarmi a Venezia con tanto imbarazzo e la paura anche solo di sfiorarsi.
Risi a quel pensiero ed estrassi dalla borsa il diario dell’estate precedente andando a rileggermi la pagina del nostro primo bacio.
 
QUATTRO LUGLIO 2012
Il cuore che batte a mille, le farfalle nello stomaco e un braccio maschile  appoggiato sopra la mia spalla come non succedeva da tempo.
Mi ero giurata di non provare mai più quelle emozioni soprattutto con qualcuno che non avrebbe potuto essere presente tutti i giorni nella mia vita, ma così non è andata.
Sento il suo respiro sui miei capelli, mentre sorseggia il the alla pesca che abbiamo preso solo pochi minuti prima, sotto l’ombrellone chiuso per via della tarda ora, giocherello con la sabbia incapace di muovermi.
Lui mi parla, credo pure mi sorrida, ma io non ci faccio troppo caso confusa da quelle emozioni che sono uscite tutte d’un colpo.
Spaventata respiro il suo profumo, il deodorante della Axel, quello blu e nero, lo stesso che usava il mio ex, mi entra nelle narici mandandomi in confusione.
Forse è un caso che quell’odore accompagni i miei baci, ma io la vedo più come una persecuzione che non mi fa dimenticare quello stronzo che mi ha ferita senza nessuna pietà. E proprio mentre sto pensando a ciò, mi ritrovo con le labbra umide a rabbrividire al vento della spiaggia, mentre i suoi due occhioni castani mi osservano incerti per vedere la mia reazione, come se non sapessi che mi voleva baciare dall’inizio della serata.
-         Era programmato ? – Chiede facendomi arrossire.
-         Un po’ .. e per te ?
-         Un po’.
Sorrido a quello sguardo da cane bastonato e mi avvicino, bacia in una maniera strana, ma comunque dolce e quindi mi lascio andare cullata dalle sue braccia che mi avvolgono, mentre un po’ della sua saliva va a posarsi sulle mia labbra.
Tenendo gli occhi chiusi mi distendo sopra di lui, cercando di non pesargli troppo, mentre un sorriso si dipinge sul suo volto.
-         Non possiamo avere una relazione stabile.
-         Lo so.. – Mormoro in un sussurro.
-         Cosa vuoi fare ?
-         Dimmi cosa vuoi fare tu. – Rispondo cominciando a giocare con la sua maglietta.
-         Le storie a distanza sono difficili e cinque ore sono tante.
-         Allora sono la tua distrazione estiva. – E’ la mia risposta, mentre lui sbuffa e mi stringe a te.
Rapita da quelle emozioni respiro nuovamente il suo profumo sorridendo e poi, piano piano torniamo a baciarci.
Sembra un tocca e  fuggi, la sua lingua va veloce a toccare la mia, ma subito si ritrae spaventata da chi sa cosa.
Lui è timido. Anche se non vuole ammetterlo io lo so, ed anche se mi ha sorpreso il fatto che mi abbia messo una mano sulla spalla all’inizio di quella serata, so che è così.
Lentamente comincio a giocare con i suoi addominali, il vento della sera fa svolazzare i miei capelli, mentre le mie mani tracciano contorni indistinti sui suoi addominali.”
 

Sbuffai e chiusi il diario. Tobia non mi piaceva, non avrei mai potuto avere una relazione stabile con lui per il semplice fatto che eravamo troppo diversi, ma quella settimana c’era stata e anche se avrei tanto voluto eliminarla, non potevo farlo.
E poi, come se non fossi già parecchio imbarazzata di mio, i messaggi delle mie amiche, che continuavano ad arrivare a raffica, non facevano altro che peggiorare la situazione.
A quel pensiero grugnii e inviai a tutte la stessa risposta: "Toby lo vedo domani, e comunque dubito che ci rimetteremo assieme!E' stata solo l'avventura di un'estate”.
A dir la verità, non tutte avrebbero meritato quella risposta, ma sapevo che anche se i loro messaggi domandavano se ero già partita, la vera cosa che interessava tutte, era sapere se fra me e il bel Toscano, sarebbe nato nuovamente qualcosa.
«Se rivà el bateo!»  Esclamò all'improvviso un signore anziano alla mia destra, usando quel dialetto che tanto mi piaceva sentir uscire dalla bocca di mia nonna.
A quel pensiero sorrisi e mi alzai in piedi stringendo con forza il manico della valigia prima di prepararmi all'incontro di lotta libera che avrei dovuto affrontare contro tutti i turisti per salire sull'imbarcazione.
 
***
 
Pranzo perfetto, viaggio fra musica sparata a palla nelle orecchie e qualche messaggio scritto di malavoglia...
Tutto sembrava andare per il meglio se non per il fatto che fossero già le sei di sera e di Milano nessuna traccia. Per questo motivo, mi ero messa l'anima in pace che quel giorno non avrei decisamente visto Mara.
Sbuffai e mi distesi sui sedili posteriori della macchina spaparanzandomi per bene, mentre le note della canzone di Paolo Meneguzzi s’impossessavano della mia mente.
 
"Ricordati di scrivermi ogni tanto
Da Los Angeles
E mandami il tuo numero di casa se vuoi
Sei mesi non son pochi sai
Divertiti fai ciò che vuoi
È giusto allontanarci poi vedremo
Che sarà di noi"


Canticchiai con le lacrime agli occhi perdendomi del tutto dentro i miei pensieri.
Quella canzone, infatti, mi era stata dedicata dal mio ex, uno stronzo patentato cui probabilmente non era mai fregato veramente qualcosa di me, ma anche l'unico di cui io mi fossi davvero innamorata.
Di storielle ne avevo avute tante dopo di lui, le cotte non erano mancate, ma ogni volta, mancava qualcosa.
Ogni volta mi rendevo conto che il ragazzo che stavo baciando non riusciva a conquistarmi fino in fondo.
Fatto sta che dopo essere stata tradita, avevo imparato a divertirmi con i ragazzi. Facevo qualsiasi cosa loro volessero, ma guai se uno di loro provava a toccarmi.
In tanti ci avevano provato, ma mai nessuno era riuscito nel proprio intento poiché si ritrovava con un male lancinante da qualche parte dovuto a uno dei miei calci micidiali.
Risi a quel pensiero, ma subito tornai seria.
Chi sa in quelle settimane se avrei dovuto sferrare qualche strano attacco.
La mia storiella estiva la volevo...
Il povero sfortunato probabilmente ci sarebbe stato, ma la sola idea di affezionarmi a lui mi terrorizzava e questo era uno dei principali motivi per cui non volevo partire.
Se avessi voluto una storia seria mi sarebbe bastato tornare a casa, aprire il cellulare, chiamare un mio compagno di scuola e riprovarci dopo che per metà anno scolastico il poverino c’aveva provato con me, senza mai smettere di viziarmi, ma cosa ci potevo fare se avevo paura?
Se nessuno al mondo mi sembrava abbastanza in confronto al mio ex?
Se solo farmi accarezzare una guancia mi faceva apparire le lacrime agli occhi?
Sbuffai.
Chi sa se avrei fatto amicizia con qualcuno.
Chi sa se io e Tobia ci saremmo appartati anche quell'estate su uno sdraio sotto la luna piena.
Chi sa fino a che ora i miei genitori mi avrebbero lasciato stare fuori.
Chi sa se al posto di Tobia avrei baciato qualcun altro.
Ma soprattutto, chi sa cosa sarebbe successo.


 
CIAO A TUTTIIIII ^^
SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO ;) FATEMI SAPERE EH!!
UN BACIONE BINCA
                                     
                                            
  
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